di Ettore Resta
Avendo visto la lunga scia bianca lasciata da un aliscafo sullo sferico orizzonte " iuhh, iuhh..." spronai il fungo come fosse un cavallo. Ed egli, agganciato il vento, volò veloce verso quella scia. Era proprio l'aliscafo di mio padre. "Ora ti faccio vedere se sono riuscita a volare con quanto ho costruito... Prova a ridere adesso." Una nuvola bianca stava per passarmi accanto. Era più veloce di me ma riuscii a catturarla agganciandola grazie all'aumentata accelerazione del fungo. Così nascosta dalla nube, gli volai davanti. " Ma guarda.. Che nebbia strana e fastidiosa si è messa... Una nebbia proprio strana, non riesco a vedere nulla. Se non fosse per il radar rischierei di finire sugli scogli. "Dopo poco, fatto trascorrere alcuni minuti, quando credetti opportuno, la mollai lasciando che andasse per suo conto.Per mio padre deve essere stata una grande sorpresa nel vedermi volteggiare. " Adesso ti ricambio la partita." Gli girai intorno come se il suo bolide fosse fermo. Non sapete quale soddisfazione ho provato nel vedere il suo viso sbalordito dallo sguardo attonito, incredulo e meravigliato. Gli girai attorno più volte, poi fatto con la mano il gesto di un saluto, sorridendo andai. Andai a svolazzare per il cielo libera da ogni vincolo, però attenta a scansare gli eventuali uccelletti in volo. Frugai in lungo ed in largo l'orizzonte. Più mi avvicinavo alle isole, più le vedevo diverse. Alicudi, la più distante e piccola, sembrava essersi trasformata in un maxi budino al cioccolato appena tirato fuori da un gigantesco stampo. Ad apparirmi strana fu anche Filicudi.
Dava la sensazione di essere un topo gigante intento a rosicchiare, tenendo stretto tra le zampe, affinché non scivolasse via, un grosso pezzo di formaggio. Panarea invece appariva come fosse un'anatra con il collo e col becco acquattato, tenendo in mostra il piumino della coda ben in alto. Stromboli appariva un maestoso cono da gelato capovolto con il gelato posto dalla parte sbagliata. L'isola di Salina invece mi dava l'impressione di un drago che stava nuotando lasciando le gobbe al sole...Vulcano appariva come una larga padella rovente e Lipari la sua frittata. Vola che ti vola, il vento di scirocco ci spinse proprio verso le isole estreme... Continuando in quella direzione avrei potuto raggiungere Gibilterra e le Americhe. Per fortuna che il vento ebbe una caduta e con esso caddi anch'io. Sapete dove? Proprio sull'isola budino. Come io sia salita in volo non so dirlo. Ricordo solamente di essermi seduta per gioco sul foglio di carta e di aver tirato le briglie per provarne l'effetto. Forse sono stata catapultata in aria da una grossa fionda a me ignota. Però posso ben dire come sono atterrata. Nella maniera più semplice: ruzzolando. Vi dirò, di budino non vi era proprio nulla, anzi al contrario, tutto sassi.. Era stata una vera delusione., credevo di fare delle scorpacciate., ma pazienza. Da lì a poco però mi accorsi che quei sassi avevano un odore ed un colore piuttosto gradevole. (continua)
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Da Milazzo in linea Ettore Resta. I racconti del Pasticcino. 4°puntata

