di Martina Costa
L’Amore di Dante e Beatrice fu una moderna “friendzone”?
Quando l'Amore è puro c'è poco da fare! Esso è davvero in grado di cambiare le persone e donare loro occhi nuovi per vedere il mondo.
Proprio quello che succede a Dante quando, per la prima volta, incontra Beatrice che, lontano dall'essere vista soltanto come una donna, diviene la guida verso qualcosa di superiore.
Un Amore che, come un cammino, ci conduce a divenire la migliore versione di noi stessi. Qualcosa di straordinario che diventa spiritualità e bellezza assoluta.
Oltre il desiderio c'è di più: la ricerca di un punto per elevarsi al perfetto.
E pur rimanendo platonico, l'Amore riesce a toccare corde profondissime, anime inesplorate, luoghi che dapprima sembravano oscuri e che adesso cercano l'infinito.
La relazione tra Dante e Beatrice sarà, eternamente, tema molto discusso, ne è testimone il suo carattere misterioso e, per questo, (per sempre) affascinante.
Ma siamo tutti d'accordo nell'affermare che l'Amore, quello vero, che unisce passione e ragione, è davvero in grado di aiutare l'uomo e la donna all'elevazione, ed è per questo che Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia, rappresenta Beatrice come la sua personale guida nel Paradiso.
Il connubio tra sublime e spirituale, tra il platonico e il carnale. E le dedica l'intera Vita Nova, dove la idealizza come modello di Amore completo.
Incarna, Beatrice, la bellezza e la virtù, da contemplare da lontano, per arrivare a una piena e completa esperienza di Amore. Una figura tra l'umano e il divino che permette all'uomo di concentrarsi sull'anima intellettuale, lasciando da parte il legame relazionale. Difatti, tra loro, non ci sarà mai nessuna unione.
Dante racconta di aver visto Beatrice per la prima volta, quando era ancora un bambino e lei una ragazzina, mentre passeggiava per le strade di Firenze. Fu un colpo di fulmine che colpì la sua anima dandogli consapevolezza che, da quel momento in poi, avrebbe idealizzato Beatrice come simbolo di eterna bellezza. Nessun dialogo ci fu mai tra i due, soltanto qualche sguardo che si incrociava ogni tanto e che, per Dante, diventa occasione di riflessione profonda.
In ogni caso, Beatrice sembrava essere consapevole della profondità dei sentimenti di Dante, ma la sua risposta rimane sempre distaccata, simbolica, mai carnale o romantica. Dante non racconta di aver avuto conversazioni reali con Beatrice:le interazioni fra loro erano limitate a sguardi o saluti che avevano un valore molto più grande per lui che per lei. Scrisse, Dante, che quando un giorno la vide per strada e i loro sguardi si unirono, sentì una specie di "elevazione" dell'anima, come se qualcosa di divino gli avesse toccato il cuore.
In ogni caso, la Portinari non ricambiò mai esplicitamente questo sentimento. A ventun'anni sposò Simone de' Bardi, figlio di una delle famiglie fiorentine più importanti dell'epoca. Ma non servì nemmeno questo a placare il sentimento dell'Alighieri che, al contrario, continuerà ad attribuire a Beatrice, nelle sue opere, il simbolo del "faro" di perfezione e virtù, nonostante anche lui andasse marito a Gemma Donati.
Questo pseudo quadrilatero aggiunge una profondità interessante alla comprensione dell'amore platonico che Dante ci descrive: un amore che non si realizza nel mondo terreno, ma che trova la sua realizzazione in un legame spirituale e ideale.
Sentimento che andò oltre la morte, che non ne annullò la potenza della sua carica: Beatrice morì quando l'Alighieri aveva soli venticinque anni, segnando profondamente l’uomo, ma con il risultato che il suo amore per lei si sublima ancora di più, trasformandosi in un amore per l'idea di perfezione e divinità. Sarà, infatti, Beatrice, nella Divina Commedia, ad apparire nel Paradiso come la guida che aiuterà Dante a salire verso Dio. Dante trasforma la morte di Beatrice in eternità.
Cosa possiamo dire dell'attualità di questo amore?
Oggi, la figura di Dante e Beatrice viene spesso vista tra l'ammirazione e l'ironia. Si potrebbe trovare difficile comprendere l'intensità di un amore come quello di Dante, che è un Amore puramente spirituale e platonico, privo di contatti fisici e di un corteggiamento "normale" come lo intendiamo oggi.
Viviamo in un'epoca in cui l’amore e il corteggiamento sono diventati molto più immediati e visibili: basta una reazione a una storyIG per reclutare attenzioni e cuoricini...
Siamo nell'era della cultura dell' "amore facile e veloce", e il concetto di amore che l'Alighieri descrive, fatto di attesa, di idealizzazione, e di un corteggiamento lungo e forse quasi "snervante", può sembrare estraneo o addirittura un po' "passato" a chi vive nell'era della gratificazione istantanea.
Ecco perché si arriva simpaticamente a pensare che, probabilmente, Dante Alighieri fu "friendzonato", nel senso che, pur nutrendo un amore profondo, puro e spirituale per Beatrice, lei non lo ricambiava mai in modo romantico o fisico.
Tuttavia, c'è una grande differenza rispetto alla "friendzone" di oggi, dove di solito una persona cerca di avere una relazione romantica che viene rifiutata, mentre in Dante c'è una sorta di trasformazione spirituale. La "friendzone" di Dante non è mai una condanna o una frustrazione emotiva.
Piuttosto, diventa il motore per una crescita interiore che porta il poeta a concepire un amore che va oltre la dimensione terrena, un amore che lo guida verso una ricerca di salvezza e perfezione spirituale. Beatrice, quindi, non è solo una donna da "amare" nel senso fisico, ma diventa la sua guida verso il divino. E anche se visto solo come un amico -e forse nemmeno quello-, Dante ha saputo trasformare la sofferenza in un viaggio mistico e spirituale, verso l'elevazione.
Forse, allora, è proprio questo che manca oggi: il tempo e la riflessione.
Il "corteggiamento" di Dante non era solo un gioco di sguardi, ma una vera e propria ricerca dell'anima.
In un mondo più frenetico, dove spesso ci si concentra sulla velocità della connessione, dove ci sembra di arrivare sempre per ultimi alla corsa verso la fiumana di verghiana memoria, può essere più difficile dedicarsi a un amore che cresce lentamente e che ha come obiettivo non solo il piacere, ma anche il miglioramento reciproco e spirituale. Ma è questo l’Amore che può migliorarci come individui perché nasce dalle radici della “cura di sé e degli altri”.
Allora, è bene ricordare che l’Amore va protetto e celebrato nel quotidiano, con gesti di presenza e di condivisione, dove fiducia e resilienza camminano a braccetto. Soltanto in questo modo potremo tener fede alle parole che Dante ci scrisse: l’Amore, questo Amore, è in grado di muovere il sole e le altre stelle!
Da Cagliari in linea Felice D’Ambra. San Valentino & "Il Divo Dell'Amore"
di Felice D’Ambra
Verona la città dell'antica Arena, di Piazza Dell'Erbe, da molti anni è ormai la Capitale mondiale dell'amore.
Una Rosa virtuale e Buon San Valentino, per tutti gli innamorati del mondo!

