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Il basso prezzo del greggio quotato anche sotto i 40 dollari al barile é un guaio. Si è comprato e venduto un mare di petrolio oltre le necessità del consumo. Raffinerie e depositi sono strapieni. C’é un immenso ingorgo di 125 navi sulle rotte più battute dalle gigantesche superpetroliere lunghe 400 metri con 20 marinai. Mettendole in fila si formerebbe una colonna lunga 40 chilometri con un carico di 200 milioni di barili di greggio che vale 7,5 miliardi di dollari. L’equivalente della necessità cinese per 20 giorni. I porti soffrono questa pressione. Un giorno per caricare o scaricare diventa un mese di attesa. Per limitare i danni si rallenta il viaggio di queste grandissime navi, (costano ogni giorno 60 mila dollari) si passa intorno all’Africa e non per il canale di Suez. La speranza é il “floating storage” (tenersi a bordo il petrolio fino al momento giusto per rivendere). Per l’oro sempre più nero si fa questo e altro, guerre a parte.