daniel.jpg

di Daniele Sequenzia

Caro Direttore,
Nicola Gratteri scrive: “Riforma della Giustizia? Risultato: un magistrato tutto burocrate, pavido e passacarte che perderà di vista il fine primario: provvedere ad una vera giustizia “. Ritengo un danno per i cittadini l’approvazione delle riforme del governo Meloni.

“Nessuna delle norme approvate possono essere utili a migliorare la giustizia. Anzi, al contrario. Le pagelle sono dannose: i magistrati si preoccuperanno più di avere le loro carte in ordine, supini, obbedendo all’esecutivo. Un danno per la giustizia, riferendosi al “fascicolo di valutazione” dei magistrati voluto dall’esecutivo.

“Riforme, un altro regalo che alimenta il potere delle varie correnti, in seno, alla magistratura.” La separazione delle carriere in magistratura? “È sbagliata da tutti i punti di vista. Il cambio di funzione arricchisce professionalmente il magistrato. Si criticano spesso i pubblici ministeri perché si dice che non hanno la cultura della giurisdizione. Bisogna avere il coraggio di tornare ad agevolare il cambio delle funzioni, come nel resto d’Europa, dove il cambio viene incentivato.

La separazione delle carriere è in realtà l’anticamera della sottomissione del pubblico ministero all’esecutivo”, e la stretta sulle intercettazioni? “ Si vuole evitare di fare buon uso di questo utile strumento, vi si pongono dei limiti, in modo da non fare emergere alla luce i reati che incidono sulla buona Pubblica Amministrazione. Grave mancanza.
Risultato: tutto deve rimanere come prima“.

Al contrario , non si fa nulla per “ potenziare gli organici della magistratura, ammodernarne le strutture, almeno riportare a 75 anni l’età pensionabile, limitare il numero dei magistrati fuori ruolo e dare ai magistrati in pensione incarichi che, meglio e più di altri, possono svolgere. Occorre buona giustizia.
Se un ministro può avere più di 75 anni, perché i magistrati in pensione non possono essere destinati – con la loro esperienza- alle commissioni parlamentari o alla scuola superiore della magistratura?”
“Condivido solo l’informatizzazione del processo penale ,anche se sono stati introdotti adempimenti che appesantiscono le procedure, anche nel processo civile. Dopo un processo di primo grado, si può fare un concordato in appello, con riduzione della pena e rinuncia al prosieguo. Perché non farlo prima?
In conclusione: difficile è la vita per un magistrato: lasciamo fare le riforme a chi nei Tribunali lavora seriamente”.

116774acda16d1b3ad542c792656275531712bd2-filicudi-pecorini-a-mare-jpg-29502-1577691949.jpeg

A Filicudi Impresa Edile Rando Giovanni Via Portella Snc info 3401484644

Melbourne, è deceduto Attilio Peluso

downloadcand.jpg

Aveva 87 anni
 
Ai familiari le condoglianze del Notiziario delle Eolie

 

Caro Direttore,
il cinema italiano: bagno di sangue. Chiusure e calo di presenze, settore a rischio.
Ha ragione l’avvocato Salvatore Leone: chiusure, restrizioni, presenze flop: il cinema italiano è in caduta libera con il 70% di perdite di incassi rispetto al 2021.
Evidentemente, il cinema ha bisogno di nuove idee. Lo hanno solo sfruttato , senza creare nulla.

Chiudono oltre 500 schermi, si vende, i numeri restituiscono la fotografia di un profondo rosso.
Si avverte la mancanza di empatia con gli altri spettatori , siamo tutti degli atomi, coltiviamo l’egoismo.
Ieri era bello andare al cinema.

Oggi siamo tutti di fretta, non abbiamo tempo. Il cinema era bello quando si stava tutti insieme. Eravamo felici.
Il cinema italiano, come il teatro, uno dei piu’ attivi e creativi del mondo, ricco di registi di fama internazionale, attori di ottimo livello, offriva tanti nuovi posti di lavoro, giornalisti, scrittori, sceneggiatori, tutti dotati di gusto creativo e raffinato, oltre a musicisti, compositori, costruttori, ingegneri, costumisti, operatori, tecnici del suono e della luce.

Produttori e registi, designer, artisti e film-maker mirano ad una combinazione di nuove competenze sia creative che tecnologiche, usando l’intelligenza artificiale.

Caro Direttore,
il governo confeziona debiti su debiti. Massima confusione relativamente alla “Riforma del Patto di stabilità “.
La premier Giorgia Meloni assicura: la manovra è «seria, realistica, non getta risorse dalla finestra», mentre la Banca centrale europea, assai preoccupata, minaccia altri pesanti rialzi dei tassi.
Curioso come cambia, secondo il vento , il governo Meloni ed il “ Patto di Stabilità” : inizialmente detestato, considerato come il male assoluto, ora preferito alle nuove regole sulla riduzione del deficit e del debito.
Di conseguenza la manovra di bilancio si regge solo sui continui debiti. L’economia è ferma.
Secondo quanto comunicato dalla Banca d’Italia alla fine di agosto 2023 il debito pubblico ha raggiunto 2.841 miliardi di euro, con un incremento mensile di oltre 18 miliardi di euro.
Rispetto al dato dello stesso mese dello scorso anno , il debito pubblico è cresciuto di oltre 84 miliardi di euro.

Caro Direttore,

17 novembre tutta l'Italia dei lavoratori si è fermata. 

Proclamato lo sciopero nazionale da Cgil e Uil contro la legge di bilancio del Governo Meloni. 

Si fermano le lavoratrici e i lavoratori del comparto pubblico, del terzo settore, dei trasporti, della scuola, dell’università, della ricerca, della sanità, delle poste. 

Il Prefetto di Torino ha emesso una ordinanza che garantisce dalle ore 15.00 fino al termine del servizio, la funzionalità delle linee 4, 10, 17 e 17B e della metropolitana (fino alle ore 01.30).  

Il servizio di trasporto pubblico locale: blocco della circolazione dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 24. 

Trenitalia: sospensioni su Frecce, Intercity e Regionali di Trenitalia, in occasione dello sciopero nazionale del personale del Gruppo FS Italiane.

Amiat, gruppo Iren: nell’intera giornata i servizi legati alla raccolta rifiuti hanno subito sospensioni o riduzioni.

Così l'Italia va... 

Caro Direttore,
che bello vivere senza stare sempre in ansia! Magari fregarsene di chi sta male se gli cadono le bombe sulla testa.
Ci sono degli ostaggi che soffrono, larve umane, sono in attesa di essere giustiziati.
Torino, negli anni ’80 era un covo delle Brigate Rosse. Armate fino ai denti.
Gente spietata che giustiziava e uccideva giornalisti, poliziotti, giudici e dirigenti Fiat.
Chi ha vissuto in fabbrica a Torino, Genova o Milano, non ha nulla in comune con chi ha vissuto a Lipari.

Mi chiedevo: rivedro’ mio padre questa sera?
Si viveva nel terrore di essere anche noi bambini vittime. A scuola si andava protetti dalla polizia.
Lipari è un raro paradiso in terra.
Leggo che : “si sta diffondendo tra la gente di Lipari, la paura dello sconosciuto e del furto in casa.
C’è chi comincia già ad aver paura di addormentarsi, dei rumori fuori e del cane che abbaia durante la notte.
Verissimo: oggi tutto peggiora. Non si contano le vittime.
Sono oltre 7000 i reati denunciati nella sola Milano, per ogni 100mila abitanti nel 2022.

Ogni giorno nella sola stazione centrale si assiste a brutti episodi di violenze di ogni tipo.
Secondo dati della polizia criminale il 90% delle famiglie italiane adotta dei sistemi di sicurezza a protezione della propria casa. Ci si barrica dentro.

-Due italiani su tre dichiarano di possedere una porta blindata, sono oltre il 65% ;
-un italiano su tre installa a protezione, inferriate a porte e finestre;
-il 37% dichiara di avere un moderno sistema di allarme collegato con la Polizia;
- il 30,3% degli edifici possiede videocamere di sicurezza;
-Oltre 6 milioni di italiani dichiarano di avere sistemi di allarme collegati ad istituti di vigilanza privata.

Secondo i dati della Direzione centrale della polizia criminale nei primi 10 mesi del 2023 le sole violenze sessuali “denunciate” sono aumentate del 16%, rispetto al 2022.
Sempre secondo i dati della Direzione centrale di polizia in Italia, nel 2022 sono stati registrati 309 omicidi, con 122 vittime , tutte di povere donne, di cui 100 uccise in ambito familiare o affettivo.

Caro Direttore,

La Regione Piemonte ospita il “Villaggio delle Regioni”. Sono presenti il Capo dello Stato Sergio Mattarella e il Primo Ministro Giorgia Meloni, i Presidenti regionali, insieme agli assessori, giornalisti, radio e Tv. L’appuntamento è in Piazza Carignano, sede del primo parlamento sabaudo, del 1848.
Inaspettatamente, da Palazzo Nuovo, sede dell’università, sbuca una folla urlante che rapidamente vuole raggiungere il corteo del governo.
Si tratta di studenti universitari e di gruppi dei centri sociali Askatasuna, che manifestano contro la Presidente Giorgia Meloni.

In testa uno grosso striscione che recita “Meloni a Torino non sei benvenuta”.
Molte le bandiere “ No Tav e Cambiare Rotta”.
Subito la polizia blocca il corteo. Gli studenti rispondono con continue cariche. Vengono lanciati contro la polizia sassi, bastoni e uova.
La gente ha paura e fugge. Molti negozi hanno abbassato le saracinesche. Il traffico viene deviato.
In via Principe Amedeo, il corteo dei manifestanti ha cercato con la forza di superare un nuovo cordone di polizia.

Ci sono stati scontri violenti, con alcuni feriti, la polizia ha fatto uso di manganelli.
Fermi i treni a Porta Nuova . Da via Roma fino a Piazza san Carlo, non si transita, tutte le vie sono bloccate.
Chiusi gli accessi che portano a piazza Carignano, dove si svolge la manifestazione. Bloccati i servizi dei trasporti urbani.
Torino, 5 maggio 1939. Grande festa in città e in Piemonte, per la visita ufficiale di Sua Eccellenza, il Capo del governo fascista, il Dittatore, il Duce, Benito Mussolini.
Tutto lo stato maggiore Fiat è presente. Il senatore Giovanni Agnelli, il professore Vittorio Valletta, Direttore Generale Fiat, con i vertici dell’aristocrazia piemontese-industriale, la Chiesa, alla presenza di oltre 60.000 dipendenti, operai e dirigenti, sono tutti schierati, sull’attenti, per ascoltare il discorso di Mussolini, per l’inaugurazione del nuovo, modernissimo stabilimento auto di Mirafiori, che è costato oltre 180 milioni di lire ( 1939).

Nel 1939, l’impianto torinese segna per Fiat l’inizio della moderna produzione, a ritmi di 24 ore giornaliere su tre turni.
I torinesi sono buoni, forti lavoratori, molti provengono dal duro lavoro dei campi. La paga è buona.
Il bisogno di lavorare attira molte nuove forze a Torino.
Mirafiori è un gioiello di moderna architettura industriale. Una macchina industriale concepita per trasportare rapidamente ovunque, grazie a rapidi collegamenti ferroviari, verso Milano e Genova, il triangolo industriale, che crea ricchezza.
La città tutta si muove ai ritmi della Fiat. Il nuovo Stabilimento di Mirafiori ( anticamente Miraflores) ha una superficie di oltre due milioni di metri quadrati, il corpo centrale su Corso Unione Sovietica, è su cinque piani di uffici per oltre 100 mila metri quadrati, tutto ben protetto e rinchiuso da alte mura, con porte di accesso, ben controllate da addetti della polizia di Stato.

Dotato di ampi garages sotterranei, un ospedale, una area doganale, un lussuoso ristorante ed edifici per i dirigenti, con dodici chilometri di strade sotterranee per movimentare migliaia di moderni motori e varie componenti, più di venti chilometri di sistemi di trasporto su cui si muovono materiali, parti e autovetture finite.
Si tratta di una vera e propria “città”, che produce ricchezza per tutti, e che vive insieme ai ritmi produttivi di Fiat.
Torino nel 1939, ha una popolazione di oltre ‪660.000‬ abitanti, la Fiat ha un fatturato di oltre 2 miliardi di lire, occupa oltre 57.000 dipendenti. ‬

Silenzio assoluto: Mussolini inizia a parlare. Ma il piazzale, che resta gelido, non reagisce, non si leva la minima ovazione.
Mussolini riprende a parlare citando il suo discorso di Milano, ma si accorge che nessuno dei presenti lo conosce: il volto di Mussolini diventa scarlatto dalla rabbia.
Urla ed invita tutti a leggerlo. Silenzio glaciale.
Mussolini minaccia di abbandonare il palco e lo fa subito rivolgendo alla piazza con il saluto romano.

Al Duce saltano i nervi. Strilla imbestialito: «Se non lo ricordate, leggetelo!», e si volta infuriato, abbandona il palco, sta per andarsene.
Il senatore Agnelli, costernato, gli corre incontro, lo prega di rimanere, lo invoca, piange,
lo prende e lo blocca per le braccia, le spalle.
Dopo tante preghiere, lo calma, lo prega, lo costringe a tornare indietro per salutare la folla.
Mussolini torna sul palco, fa il saluto romano, poi corre via, senza dire una sola parola.
A Torino non sarebbe mai più venuto. Torino, la città di Gramsci, non lo ha mai amato.
Mussolini non ha mai amato Torino: per lui il Piemonte è “Il centro della Vandea monarchica, reazionaria, bolscevica”.

Caro Direttore,
non frena l’aumento del costo della vita, in forte crescita la miseria. Il futuro è sempre più oscuro.
Molte famiglie non riescono a mangiare due volte al giorno.
Poco o nulla è stato fatto. Sono a forte rischio i 209 miliardi di euro che l’Italia dovrebbe incassare dall’Ue secondo il Recovery Plan.

Dal governo mancano obiettivi e piani di investimento. Dove sono le riforme?
Il governo non reagisce: “il sistema industriale italiano è datato, troppi i vincoli di una burocrazia “inestricabile.”
Raffaele Fitto, ministro degli Affari europei, delle politiche di coesione, e responsabile del PNRR, a Torino, durante il recente Congresso dei Dottori commercialisti, ha smentito le precedenti previsioni:

“ Dobbiamo essere ottimisti e realisti. Abbiamo trovato un’intesa modificando la terza rata e modificando undici sotto obiettivi della quarta.
Abbiamo incassato la terza rata e stiamo lavorando per la verifica degli obiettivi della quarta , sono fiducioso che la incasseremo entro il 31 dicembre 2023. “
Cosa succede in soli due scarsi mesi?

il governo di Giorgia Meloni ha varato la manovra finanziaria per l’anno 2024.

In dettaglio gli impegni riguardano: 24 miliardi di euro, di cui 15 miliardi di euro sono a nuovo debito e 2 miliardi di euro di risparmi/ tagli al funzionamento del governo. Le spese sono in aumento. Le entrate insufficienti. La coperta è corta, aumentano i debiti. Quanto ci costa Palazzo Chigi? Secondo la Ragioneria Generale dello Stato, lo storico Palazzo, ricco di oltre 1.200 stanze, sfarzosamente arredate, nel 2020 è costato ai contribuenti italiani parecchio.

Attualmente i costi per il suo mantenimento sono aumentati del 30%, siamo a oltre 1 miliardo di euro/ anno. In sintesi i principali impegni adottati per il finanziamento dello Stato nel 2024: 10 miliardi di euro vanno al taglio del cuneo fiscale; tale impegno cessa al 31 dicembre 2024; 5 miliardi di euro vanno per il rinnovo dei contratti degli impiegati statali; 3 miliardi di euro vanno alla sanità, senza nessun intervento di miglioramento, ma solo per il taglio delle liste di attesa; 1,7 miliardi di euro per missioni del governo in Ucraina, Tunisia, Marocco, Libia etc. ; il Fondo unico pensione quota 104 ( 63 anni di età e 41 anni di contributi); 4,3 miliardi di euro scaturiscono dalle nuove aliquote IRPEF.

N.B. Le aliquote si riducono da quattro a tre, accorpando i primi due scaglioni con un’unica aliquota al 23%. Le nuove aliquote per scaglioni di reddito sono: fino a 28.000 euro, il 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, il 35%; oltre 50.000 euro, il 43%. Inoltre si amplia fino a 8.500 euro la soglia di no tax area prevista per i redditi da lavoro dipendente che viene parificata a quella già vigente a favore dei pensionati.

Le reazioni: molto critica l’opposizione.

Altrettanto negativo è il giudizio dell’ ex ministro del lavoro e politiche sociali del governo Monti del 2011; la professoressa Elsa Maria Fornero, il suo giudizio: ” Una manovra senza qualità”. “Sulle pensioni manca ancora molto, non c’è ancora la manovra. Ho visto solo un comunicato stampa in italiano molto approssimativo e burocratese, mi chiedo quanto capisca un cittadino”. “Quando si parla di pensioni si fa l’errore di ragionare solo sulla parte finale, sull’uscita dal lavoro, e non sulla costruzione del percorso pensionistico che è ben designato. Il problema oggi è il lavoro, sono le retribuzioni, i contratti, la sicurezza, mentre si allarga la precarietà”.

abiddikkia2.jpg