Si continua a parlare del film "Dramma popolare" prodotto dalla People Production.
Tra gli spettatori c'era il medico/scrittore Giovanni Albano che ci ha inviato una recensione che vi proponiamo.
-Il film “Dramma popolare”, è stato scritto, diretto e prodotto da Carmelo Popolo e Matilde Buzzanca per la People Production e proiettato in anteprima assoluta presso l’Auditorium comunale di Pace del Mela.
Il mirabile film descrive, in un ampio respiro visivo, una storia penetrante, suggestiva, densa di passione, ma anche intrisa di intensa liricità e rapimento emotivo.
L’ambientazione, che si svolge negli anni 70, è sottolineata anche, quale ottimo artifizio scenico, dalla nota di un comunicato radiofonico della avvenuta morte di Giuseppe Impastato. Il film si impone come dramma personale dei personaggi, ma anche come tragedia culturale che incide in una comunità rurale delle Sicilia.
Il mondo agreste fa da trait narrativo attraverso il quadro della campagna dell’ hinterland della provincia di Messina. La struttura scenica appare rappresentativa di azioni forti, permettendo al pubblico di vedere i personaggi che compaiono sulla scena, ciascuno con la propria identità psicologica, ben delineata e pervasiva ai fini scenici.
L’intera opera cinematografica è ricondotta alla tematica della “revenge tragedy” del teatro shakespeariano. La tragedia di vendetta, in senso giacobita elisabettiano, ricopre gli eventi narrativi, dopo la descrizione del prologo scenico. Il film girato con una continuità sequenziale nouvelle con concatenazione narrativa, riesce magistralmente a fondere azioni incisive con aspetti animistici, permettendo al pubblico di osservare i personaggi che appaiono sulla scena, ciascuno in una propria identità psicologica.
Cola, il protagonista, nella perfetta sagoma razionale iniziale, appare in verità un sognatore indolente, capace di essere trasformato in un assassino impulsivo, dal determinismo degli eventi.
Il dramma rappresentato nel film, riflette lo specchio del nostro inconscio, inserito in una società siciliana di alcuni decenni addietro. Dietro i vaneggiamenti di Cola, si intravede comunque un disegno razionale, regolato da un preciso schema mentale, finalizzato al concetto di imposizione compiuta al di fuori delle regole giudiziarie. Cola si avvia verso la connessione di una catarsi cosmica, nel riscatto del suo essere marito tradito, ma anche padre umiliato dalla maldicenze e nonno colpito da eventi funesti.
Dramma Popolare non è una storia unica, ma ha un unico filo conduttore che va via via crescendo d’intensità. Il disagio di Cola nella sua realtà di vita, si delinea e si accentra a causa delle maldicenze, delle voci del paese e si esprime in vario modo, in primo luogo come una forma di superiorità, ma all’interno di questa superiorità si nasconde un senso del tutto opposto, di abiezione, di odio per se stesso, di incomprensione di dostoewkijana espressione. Una rabbia sconfinata, un desiderio di vendetta per le umiliazioni subite, lo portano solo a moltiplicare il conseguente dolore. Cola esprime una forma di anarchismo, un dispiegare la propria volontà, pur allineandosi alle leggi della natura, di quella terra che tanto ama. Cola quindi apre una sfida, e come L’uomo del sottosuolo di Dostoewskij si rivolge a Dio e all’Uomo, rimanendo sempre inascoltato, nell’accezione della natura campestre.
La tematica della lucida follia della vendetta, occupa una posizione estrema senza rimedio, mentre il vuoto si impossessa della moglie fedifraga, Cola nel suo peregrinare nelle campagne, riesce sempre a distinguere cosa è reale dalla apparenze. Dotato di una coscienza iperattiva, sebbene lesa dagli avvenimenti avversi, come la notizia della morte del piccolo nipote, Cola compie cosi la finale follia ideativa, travolto dal determinismo degli eventi di un destino che gli è avverso. Il personaggio, che può benissimo essere inserito in un contesto di avvenimenti di shakespeariana descrizione, appare per molti aspetti, in un inserimento culturale e anche antropologico dettato dalla filmografia nel realismo cinematografico del secondo novecento.
L’intrattenimento cinematografico appare un viaggio di qualità e di grande impatto emotivo, raffinato nella ricerca psicologica dei vari personaggi. Meccanismi paradigmatici accompagnano le sequenze narrative dell’opera, in un corpus sequenziale improntato mai nel manierismo ma su una forza reale descrittiva. Le azioni sceniche si dipanano in una serie di sequenze delle riprese che aumentano la tensione emotiva dello spettatore in un crescendo di episodi, fino allo scioglimento finale della vicenda da catarsi tragediografa.
La traccia musicale, nella linea della colonna sonora, sostiene lo sviluppo delle parti d’azioni e determina in modo ottimale, un sostegno intriso di pathos ideativo nelle sequenze statiche, come rappresentazione collettiva emozionale.
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