56d6ac5f-b677-46c6-9429-d6fb2aa2cb56.jpgdi Marcello Bernardi

In questo breve periodo di pausa dagli impegni universitari,torno finalmente a scrivere sulla rubrica che per oltre un mese ho dovuto trascurare.Riprendendo il punto degli impegni universitari,essi mi hanno portato a Cefalù dove per un attimo ho vissuto un sogno.In quella città ho riscoperto la bellezza di essere siciliani tra i tanti paesani che pur non conoscendomi mi hanno trattato con garbo e affetto trasformando ogni domanda sulle indicazioni stradali in una piacevole chiacchierata.Un fruttivendolo mi ha parlato di suo nipote che con sacrificio è riuscito ad inserirsi in un'agenzia di consulenze turistiche a Bruxelles e da lì con il proprio stipendio aiuta la sua famiglia che risente gli effetti di un mercato ingiusto,"nordista"e troppo globalizzato."Ho un frutteto grande quanto un quarto della città" ha detto ,raccontandomi con rammarico del suo negozio di prodotti a km zero che viene nettamente schiacciato da quella frutta cerulea che importano nei grandi supermercati.

Mi ha parlato degli anni di Falcone e Borsellino,della voglia di lottare che quegli uomini avevano instaurato in lui,mi ha raccontato di tutte quelle volte in cui sotto i suoi baffi un tempo castani sono fuoriusciti fiumi di insulti per Leoluca Orlando,quel signorotto presentato come il sindaco della primavera palermitana e rivelatosi poi come l'affermazione di tutti i mali di Palermo.Ovviamente anch'io ho parlato di me e della mia isola,raccontandogli di ciò che blocca questo paese,di quelli che in strada ti stanno addosso con il motorino insultandoti a voce alta nella speranza che si risponda alle loro provocazioni,di chi cerca i problemi per dare un po' di tono alla propria vita spenta,delle troppe chiacchiere,dei troppi compromessi,di quella mentalitá da farisei che ci spinge a puntare sempre il dito indice,di una politica deprimente, di una concorrenza sanguinaria,di chi non riesce ad offrirci lavori dignitosi e ben retribuiti e di tutto ciò che ci spinge ad allontanarci dal luogo che amiamo solo per respirare aria un pò più pura.Inizialmente mi sono un pò sfogato parlando di tutti gli aspetti negativi e ho riportato qui solo piccoli punti della chiacchierata ma ovviamente ho raccontato anche della nostra storia,della gente vera,di ciò che ci lega a questo scoglio fatto di veleni e antidoti.

Antonio,questo è il nome del fruttivendolo,mi ha salutato lasciandomi due giuggiole in mano e augurandomi di realizzare me stesso senza perdere di vista la vera essenza dell'essere siciliano.Ho ripensato oggi a questo particolare quando ho letto del nostro sindaco che non condivide il decreto sicurezza e per un attimo mi è sembrato di rivedere Palermo, Orlando e la linea d'azione seguita da una politica senza contenuti e lontana da ciò che vorrebbe ogni ragazzo per sé e per il proprio paese.Sia chiaro che il decreto sicurezza è la netta risposta all'attuazione del piano Kalergi,non una questione di valori umani,ma in molti disconosco tutto ciò e tenderanno a soffermarsi su questo punto in maniera ottusa magari insultandomi.Questa è però un'altra storia sulla quale non mi dilungo poiché riguarda argomenti che dovrebbe ben conoscere ogni cittadino e non necessita ulteriori commenti.Ritornando a Cefalù,ho passeggiato in un centro storico con un'area pedonale funzionale e necessaria,di quelle che i cittadini accettano e rispettano poiché non toglie niente a nessuno,a differenza di Lipari.In quel centro storico si incontrano sempre turisti ma soprattutto scolaresche delle città limitrofe,un continuo e piacevole via vai di gente che ha il piacere di scoprire ogni angolo di Cefalù,una città che sa attirare e trattenere attraverso una pianificazione precisa e fruttuosa del campo turistico .Ho passeggiato nel lungomare soffermandomi a piazza Colombo,un rettangolo verde ed accogliente bagnato dalla brezza marina.

D'estate e d'inverno quella piazzetta è un frequentatissimo rifugio dal "caos" del centro,i cittadini la amano e la trattano come il salotto di casa propria e perciò più di una volta ho incontrato qualche sorridente anziano intento a curare le piante e gli alberi con amore,dimostrando come quel senso vivo di comunità e cittadinanza attiva sia radicato negli abitanti di Cefalù.Insomma,tra tante riflessioni ho concluso amaramente che c'è un abisso tra Lipari e le città della Costa a noi prossima,un abisso che sembra davvero difficile colmare.La nostra fortuna è quella di avere in loco delle associazioni di volontariato che operano con zelo,come Enpa e Fareverde, aiutandoci a mantenere vivo quell'orgoglio e quel senso di dovere civico che abbiamo ormai perso.

Perdonatemi se stavolta lascio tutto sospeso,avrei voluto concludere questo articolo in maniera diversa,dire tante altre cose, e aspettare qualche giorno per pubblicarlo poiché questi sono per me giorni di dolore insopportabili,fin troppo rumorosi.La mia meravigliosa Nonna se n'è andata e non trovo le parole adatte per dirlo perché forse neanch'io riesco a spiegarlo a me stesso.Ho sempre dato ad ogni emozione il proprio spazio,senza permettere che il dolore prevalicasse,ma stavolta non è facile e per quanto io abbia cercato di vivere questi giorni normalmente non riesco a nascondere il vuoto che ho dentro.Ho voluto pubblicare ugualmente il mio articolo per lei che era sempre in prima fila a fare il tifo per me,con lei che aveva trasformato un mazzetto di margherite che le avevo raccolto quand ero bambino in uno splendido cespuglio allo stesso modo in cui ha arricchito me con il suo amore capace di rendere possibile l'impossibile.

Qualche giorno fa non sapevo che sarebbe stata l'ultima volta in cui l'avrei avuta tra le braccia e c'ho creduto con tutto me stesso quando mi ha detto "fatt a strata tua,studia,fa l'articoli,fa politica,tuttu chiddu chi voli u cori tua,si a genti palla tu un ascutari,io u sacciu chi tu fa carriera...e quannu ti fa a laurea facimu na bella festa",c'ho creduto perché avrei voluto averla accanto per sempre,perché quelle sue parole di incoraggiamento erano così forti da rendermi sicuro che sarebbe stata lì a festeggiare ogni mio traguardo,che avrei mangiato ancora i "pisci d'ovu" e sarei andato via da casa sua con in mano un sacchetto di caramelle gelèe e tanto altro ma da questo sogno mi sono svegliato in modo assordante e adesso non dirò più "nonna",quel nome che mi rendeva invincibile solo pronunciandolo.Ho sentito che la cosa giusta da fare era scrivere ugualmente l'articolo che le sarebbe piaciuto tanto,con il solito mio ardore che lei adorava, e salutarla nel modo che avrebbe più amato.Lo dedico a te,ciao Nonna!

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Il bene del fango e dell'acqua

Potrei definire Lipari il "giornale vivente del sesto senso" : si vive, si agisce e si pensa in base alla sensazione di qualcosa senza avere la certezza degli avvenimenti, alle notizie che aleggiano passando da un orecchio all'altro e proprio in base a questo sistema negli ultimi giorni ho "sentito" la storiella del possibile esproprio dei fanghi di Vulcano con relativi “commenta”. Verità o menzogna? Mi auguro che si tratti della seconda opzione ma permettetemi comunque una riflessione. La privatizzazione dei fanghi non ha cambiato la vita di nessuno se non in senso positivo poiché la gestione ha garantito la sopravvivenza di questo prezioso bene e la pulizia mentre i "fanghi liberi" altro non erano che una discarica a cielo aperto la cui pozza era stata costantemente svuotata fino a rimpicciolirsi. Al giorno d'oggi, invece, la pozza si presenta pulita e con dimensioni normali, viene costantemente monitorata e vi sono degli addetti alla sicurezza che garantiscono ai clienti una fruizione sicura evitando esposizioni prolungate oltre il limite consigliato (le quali possono risultare dannose) e controllando che vengano rispettate le norme igieniche e civili, il tutto a prezzi irrisori su cui non credo vi sia qualcosa da discutere (fare storie per 50 centesimi sarebbe ridicolo). Già dopo un'analisi sommaria della questione non trovo nulla che si possa contestare e mi risulta difficile comprendere chi sostiene che i fanghi di Vulcano privatizzati siano una vergogna, mi auguro che il vero motivo non sia che qualcuno pianga per 50 centesimi. A parte tutto, penso spesso che il focus della questione sia un altro: la società (prima ancora della popolazione eoliana) sta cercando di distruggere l'ordine in tutte le sue forme e diramazioni prendendo a calci chiunque faccia davvero del bene alle Eolie, dimenticando in questo caso che la privatizzazione di acque termali e fanghi esiste da millenni e ha solo portato benefici laddove la mancanza di gestione e norme (derivata dalla libera fruizione) avrebbe fatto sì che si trasformasse tutto in discarica (particolare talento dell'uomo contemporaneo ). Questa voglia di sovversione è la stessa che ritroviamo (trasmessa dagli adulti e coltivata nel terreno fertile delle menti giovani) in quei ragazzi che organizzano convegni sull'abolizione del carcere, delle forze dell'ordine e di tutti i tipi di privatizzazione, senza rendersi conto che se la mattina possono incamminarsi alla facoltà di giurisprudenza (molti di loro vi sono iscritti) in camicetta e Rolex, senza preoccuparsi di essere derubati o altro, é merito di quell'ordine pubblico che tanto odiano. Credo di avere semplicemente parlato di verità innegabili ed eventuali critiche ed attacchi mi farebbero pensare di trovarmi di fronte ai contestatori dei 50 centesimi o ai ragazzi dei convegni fiabeschi, poiché a parte questi due gruppi non può esserci qualcuno che si ritenga "offeso" dalle mie parole a meno che (mi auguro non succeda) qualcuno mi abbia frainteso. Inserisco sempre una considerazione sulle eventuali critiche per il semplice motivo che spesso sono talmente prevedibili e infondate che le conosco ancor prima di pubblicare il pezzo. Tornando al focus, voglio concludere augurandomi che quella "notizia" sia solo una delle tante pulci nell'orecchio e che questa tangibile voglia di sovversione venga sostituita da consapevolezze più mature e ponderate anche perché, nel caso dei ragazzi sopracitati, è in gioco il futuro. Buongiorno Lipari!

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