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 di Barbara Vergnano

LIPARI, UN MONDO A PARTE, DALLA MOVIDA SFRENATA ALLA BARAONDA CONFUSA. ALL’ATTIVITÀ DISTRUTTIVA RISPONDIAMO CON LA RAGIONE, NON SI CHIEDONO LE DIMOSSIONI DI UN SINDACO PERCHE QUALCUNO CAMBIA UMORE.

Io amo le Isole Eolie e con il passare degli anni mi sono fatta adottare e sono diventate casa. Seguo la politica locale con grande interesse e partecipazione e talvolta scrivo sperando di essere utile, dando informazioni corrette e oneste, come è dovere di ogni giornalista. Già tante volte in passato mi sono chiesta che cosa succedesse alla “politica“ a Lipari e ora continuo a chiedermelo ogni giorno di più. Leggo i social media e mi sembra di essere in un territorio sconosciuto. Insulti, ironia, battute, azioni distruttive prive di ogni senso logico e sociale. Ma cosa succede? E perché?

Conosco bene il Sindaco Riccardo Gullo da quando era in carica a Santa Marina, dove abito molti mesi all’anno. Allora Santa Marina, sotto la sua sindacatura, divenne un “case history” molto interessante anche a livello nazionale. A fatica negli anni 60 del ‘900 il turismo aveva riportato sull’isola un po’ di benessere, ma mancavano strutture adeguate e luoghi di accoglienza, in particolare luoghi dove riunirsi, sale, piazze, e luoghi della memoria: museo civico, parchi archeologici. La scommessa di un giovane Eoliano che aveva studiato a Torino e a Roma di portare benessere alla sua comunità senza stravolgere l’identità dei luoghi fu vinta da Riccardo Gullo e da tutti i Santa Marinari. 

Furono usati bene finanziamenti e, ciliegina sulla torta, fu costruito un porto per i diportisti – il primo porto turistico pubblico della Sicilia - e per i collegamenti marittimi, un porto bello e ben inserito nella natura. Addirittura se non  ricordo male furono celermente recuperati i fondi impegnati nell’operazione dopo che l’impresa che doveva eseguire i lavori fallì. Oggi la narrazione avversa alla parte politica del Sindaco, ora eletto a Lipari, parla di impegni non mantenuti, di mancanza di condivisione e di ogni altra colpa.

Per capire ho cercato d’informarmi ed ecco cosa viene fuori per primo e che un qualsiasi osservatore che conosce Lipari e le isole eolie può osservare: tutto il sistema clientelare è stato smantellato. I diritti dei cittadini riguardanti la fruibilità del centro storico, la limitazione delle molestie estive, l’accessibilità e la fruibilità degli spazi pubblici, la tutela delle categorie fragili, i diritti degli animali, sono stati finalmente garantiti. Molte opere pubbliche a rischio di perdita del relativo finanziamento sono state salvate e realizzate. I beni comunali occupati abusivamente stanno per essere regolarizzati. L’ordine pubblico è rientrato nella fisiologia media nazionale. L’informazione, oltre quella garantita dalla normativa, è stata ampiamente assicurata. Molti finanziamenti sono stati ottenuti.

MA QUINDI COS’È CHE NON VA?

La lettura che molti fanno è la seguente: Il sistema clientelare era quello che garantiva il dominio dei soliti gruppi e deve tornare per superare questa cesura (allontanamento) dei professionisti della politica locale. I diritti legittimi dei cittadini devono tornare ad essere motivo di elargizione a piacimento e non atti dovuti agli aventi diritto. I finanziamenti devono andare perduti se le opere da realizzare danno fastidio a qualcuno e/o per vendicarsi di qualcosa che non ne vede la sua personale utilità, così come la “Casa della Salute”, che non va fatta per fare magari dispetto al Sindaco. 

I beni comunali devono essere occupati abusivamente per qualche futuro ipotetico vantaggio personale. L’ordine pubblico deve essere piegato agli interessi personali di chi, attraverso il mantenimento del disordine, ne trae vantaggi propri. L’informazione deve essere in armonia con gli interessi personali e/o di gruppo ma soprattutto deve essere piegata agli interessi di parte, esaltandone i fenomeni senza indicarne mai i colpevoli. Tacere sui risultati raggiunti per occultarne i meriti degli altri (in questo caso dell’attuale amministrazione ) attuando una politica di “distrazione di massa” finalizzata all’esaltazione dei propri interessi e della mediocrità. Si potrebbe continuare all’infinito, ma la reazione del web, finalmente, sta dando ragione a chi sta lottando veramente per la rinascita dell’arcipelago.

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