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di Aldo Natoli

ISOLE EOLIE Terme di San Calogero – Illusioni e delusioni!
“IL PAESE DEI VULCANI e LEGENDE LIPAROTE”

Non ancora sfiduciati abbiamo domandato al Comune la risoluzione del canone d’affitto; ma nessuna risposta abbiamo ricevuta.
“Chi tace acconsente”, dice un vecchio proverbio.
Che fare del resto? Chiudere lo Stabilimento?

La praticità e la realtà così avrebbero dettato; ma noi pensammo ai nostri capitali perduti. Ai sacrifici enormi sostenuti, all’ideale d’una risorsa liparese svanita, mentre le acque erano lì,
magnifiche e miracolose. Necessitavano intanto altri lavori per lo Stabilimento e noi continuammo a farli per non chiuderlo del tutto, notificando però al Comune un atto extragiudiziario col quale si chiedeva il collaudo dei lavori eseguiti, e la sospensione del contratto volendoci mettere in regola col pagamento del canone annuale.

Non l’avessimo mai fatto! Il Comune per reazione intima ai concessionari, incominciò con l’esigere il pagamento dei detti canoni, nulla curandosi dei lavori eseguiti, non volendo collaudare i lavori straordinari. Si fece allora la relativa opposizione presso il tribunale di Messina, e quindi si domandarono le perizie e la rescissione del contratto dal 1921, giusta disdetta dei concessionari.

Ma nel 1923 lo stesso commissario Prefettizio Ferri, che aveva fatto l’intima, venne ad un accordo verbale per cui si fece allora decadere la causa. Tutto fu fatto in buona fede, e con quel galantomismo che si ammette in ogni galantuomo, ma che forse non si ammette nelle
amministrazioni… Pur consci del passivo enorme che rappresentava per noi detto Stabilimento, non vollimo abbandonarlo.

Ci sembrava cosa assai triste, ma se qualcuno si fosse presentato a prenderlo, certamente lo avremmo ceduto, pur di non vederlo dimora disprezzata di contadini che vanno a pascolare il gregge. E questa idea fu la nostra rovina!.. Nostra e della nostra famiglia!... Sarebbe prolisso raccontare tutte le controversie, le delusioni, le disgrazie di tutto questo tempo!
Sarebbe prolisso raccontare tutte le controversie, le delusioni, le disgrazie, di tutto questo tempo!

Sarebbe superfluo raccontare, come la mia buona signora abbia perduta per una disgrazia avvenuta proprio lì, mentre gli operai apprestavano le solite opere di restauro annuali, per l’apertura dello Stabilimento, la sua povera mano destra e per un filo non perdette la vita.(Questo ed altro su tutto il paese). La poesia e l’ideale si pagano cari, e noi li pagammo
col sangue. Ora vorrebbero anche la vita.

Dopo ben venticinque anni di lavoro, di sacrifici, di stasi, prodotte dal terremoto, dalla guerra, dalla crisi economica, di angherie subite da parte di varie amministrazioni, una fra le quali, veramente assillante, quella di non volersi interessare dell’autorizzazione per l’andamento dello Stabilimento, per cui data la legge 1919 l’art. 1511 nessuna stazione termale può aprirsi al pubblico, siamo stati costretti a rinunciare alla concessione, notificando l’atto legale di rinunzia e domandare il risarcimento di quello che si era speso in più a beneficio dello Stabilimento, collaudando i lavori eseguiti di cui a usufruito e continua ad usufruirne. (Segue 13° puntata).

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