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di Francesco Biancheri

Cala il sipario. Faccio l’ultimo passaggio sulla vicenda delle cave di pomice, nella veste di chi” guarda dal balcone” il fluire degli eventi. Dopo anni di silenzio sulla vicenda, come un sasso nello stagno è arrivata la proposta di una azienda che intende rilevare il complesso industriale per riconvertirlo in altre attività, sicuramente non estrattive, come era nel mio sogno, quello di vedere riprendere l’attività mineraria con criteri avanzati e rispettosi dell’ambiente. Ma tant’è ormai la Pumex è sepolta sotto coltri di pomice e con essa secoli di storia e di competenze ma anche la diversificazione dell’economia locale, così si vanifica quella industriale e le prospettive economiche che rimangono sono ancorate alla sola attività turistica, la quale sotto strutturata e priva di quei supporti necessari alla sua crescita, come la mancanza di infrastrutture quali porti, aeroporti, collegamenti marittimi e promozione sui mercati internazionali, da sola non può garantire la crescita economica dell’arcipelago.

Purtroppo, in questo caso si paga il prezzo di una visione miope delle potenzialità di questo comparto dell’economia e della mancanza di sinergie tra i vari attori in scena. Ma qui ci avventuriamo su altre strade, rischiando di andare “fuori tema“. Intanto il vento della polemica mediatica alza le polveri della pomice come ai tempi in cui le cave erano in piena attività. Troppo rumore per nulla? Sotto certi versi sì. Prima ho scritto non a caso di ”proposta” piuttosto che di “acquisizione” della ex Pumex poiché pare ci siano ancora delle attività sulle procedure fallimentari da chiarire, dato il ricorso di un creditore che si ritiene insoddisfatto della proposta avanzata dall’azienda proponente che pare sia rappresentata da un imprenditore oriundo Eoliano. Una “newco” come si usa fare in questi casi per prassi ormai consolidata nel mondo degli affari e della finanza. Ma rumore veramente tanto, al punto che sono scese in campo firme egregie della carta stampata e testate giornalistiche altrettanto blasonate. Perché tutto questo? Il compendio industriale è il più vasto complesso esistente nell’isola di Lipari e come tale genera molti appetiti ed aspettative che vanno da quelle di natura socioculturali a quelle prettamente d’impresa e mi auguro queste ultime non di natura strettamente speculativa. Così, si agita il partito degli ambientalisti, dopo che ha assistito inerme alla catastrofe ambientale verificatasi in questi decenni in cui gli impianti sono stati lasciati andare in rovina e con essi il territorio circostante, senza nel frattempo cercare una valida e fattiva interlocuzione con la curatela fallimentare, si agita l’appetito di chi vorrebbe ritagliarsi il suo pezzo di attività di microimpresa stagionale, si agita anche il proponente, che con un recente comunicato stampa dai toni “accusatio non petita, excusatio manifesta “si affretta a precisare che il suo non sarà un intento destrutturante i luoghi e la storia.

Staremo a vedere. Intanto, a ben riflettere e con uno spirito distaccato e sereno, proprio da chi “guarda dal balcone” in un’area così vasta c’è veramente spazio per tutto quanto si voglia fare in termini di valorizzazione dell’ambiente ed impresa, anzi, è opportuno che si concerti un progetto a grande respiro dove pubblico e privato possano, devono, proficuamente coesistere. Ma qui manca il terzo convitato. Abbiamo i movimenti ambientalisti, la “newco” con i suoi progetti d’impresa, ma è silente la politica, locale e regionale, a partecipare alla cabina di regia per evitare che le forze in campo anziché catalizzanti diventino centrifughe con il risultato che tutta l’iniziativa vada in stallo a benefico di nessuno e l’area continui per anni a degradarsi ulteriormente. Speriamo ciò non avvenga. Le intenzioni palesate nel comunicato stampa della azienda proponente l’acquisizione, presentano tuttavia uno spiraglio, verso una ipotesi di concertazione sul futuro dell’area, anche se concretamente non è dato capire su cosa di preciso, ma vogliamo concedere in questa fase la inevitabile riservatezza sugli obiettivi. Il punto è, a maggior ragione, che in mancanza di una presa di posizione della politica questa cabina di regia che si vuole costituire non vedrà mai la luce. Il mio augurio, per il bene di tutti coloro che passano da sotto il balcone è che si tenga presente questa fondamentale collaborazione e che la politica si affretti a prendere posizione nell’interesse di tutta la comunità Eoliana. “Tantu, a Pumex murù”.

Da Roma in linea Francesco Biancheri. Cave pomice Lipari. Puntata n.1

Da Roma in linea Francesco Biancheri. Cave pomice Lipari. Puntata n.2 

L’intervista del Notiziario al dr. Francesco Biancheri, l’emigrante eoliano di alte vedute e sentimenti. La nota

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