Vulcano - Sono trascorsi ben 80 anni dall’affondamento del piroscafo di linea “Santa Marina” al largo di Vulcano silurato da un sommergibile inglese. 9 maggio 1943-9 maggio 2023. La ricorrenza della piu’ grande tragedia nel mare delle Eolie è ancora viva per la perdita di ben 62 isolani persone. Il tragico evento si ricorda a Salina e a Lipari con la Santa Messa e con il transfert organizzato dalla giunta guidata dal sindaco Riccardo Gullo che a bordo del veliero “Sigismondo”, con le autorità religiose e militari si recherà al largo di Vulcano per depositare in mare una corona di fiori. Il piroscafo al comando di Onofrio Basile era partito da Lipari diretto a Milazzo. A bordo circa 200 passeggeri; per lo più ragazzi che dovevano recarsi ai distretti militari per la loro visita di leva.
Per rendere il dramma vissuto da quanti erano a bordo del piroscafo riportiamo in esclusiva la deposizione fatta al comandante della Capitaneria di Porto il 10 Maggio 1943 dal capo fuochista Angelo Natoli, che miracolosamente si salvò e detenuta preziosamente dal figlio, Aldo, geometra eoliano: “Partiti da Lipari regolarmente in orario alle ore 15,10 in linea 102-c diretti a Milazzo, mentre la navigazione si svolgeva senza rilievi degni di nota, verso le ore 15,45, mentre mi trovavo allo ingresso della cabina del radiotelegrafista e discutevo con il marinaio Re Giovanni di Salvatore e con lo stesso ufficiale Cuzzocrea Paolo, improvvisamente ho sentito un forte scoppio che non posso precisare se provocato da uno o due siluri lanciati da un sommergibile nemico sul lato sinistro della nave. La cabina del radiotelegrafista era situata sul lato destro e pertanto nulla posso precisare circa l’avvistamento del siluro, della scia o eventualmente del sommergibile come pure se i siluri lanciati sono stati due, come da impressione generale sul primo momento, oppure solamente uno. Con lo scoppio, provocato direttamente in carbonaia, il ponte di comando è saltato in aria con il comandante ed il personale di servizio, ed i relitti, con carbone, pezzi di ferro ed anche un uomo, sono da me stati visti cadere in mare”.
E ancora “E’ seguito un momento di confusione ed io mi sono precipitato prima verso la lancia di salvataggio per tagliare la dritta della stesa, però visto che la lancia già toccava acqua e che il piroscafo spezzato quasi al centro aveva la prua e la poppa già verso l’alto (ricordo anche di avere visto l’elica girare ancora a vuoto) mi sono lanciato in acqua afferrandomi ad un pezzo di legno capitatomi davanti ed in un secondo momento ad una zattera che dopo l’affondamento era venuta a galla. Il piroscafo è affondato in meno di un minuto e molte persone dello equipaggio e passeggeri, penso che siano periti per la esplosione. In mare, subito dopo la scomparsa del piroscafo, molta gente inesperta del nuoto chiedeva aiuto e parecchi di questi non avendo avuto la prontezza o la possibilità di aggrapparsi ad un qualsiasi relitto, dopo pochi istanti è scomparsa. Sulla zattera sono salito per il primo e successivamente si sono avvicinati il giovanotto Scarmato Antonio, Foti Antonino, una guardia di finanza, un militare, due passeggeri, un sottocapo militarizzato appartenente all’antimine e, una ventina di minuti dopo, il marò Miceli Concetto appartenente alla scorta militare di bordo”. “Cinque o dieci minuti dopo l’affondamento – continua la testimonianza di Angelo Natoli - ho nettamente visto emergere ad una distanza di circa mille metri parte della torretta del sommergibile e ricordo di avere anche visto la bandiera, non posso precisare però la nazionalità di appartenenza. Appena avvistato il sommergibile la nostra preoccupazione è stata quella di ripararsi da un eventuale mitragliamento riparandoci dietro la zattera davanti alla quale avevamo posto un barile. Passato un certo tempo e da lontano il marinaio Re Giovanni ha comunicato rincuorando tutti noi che da Lipari si scorgevano dei mezzi di salvataggio venire a tutta forza sulla zona; intanto la nostra preoccupazione era per il pericolo cui andavamo incontro i mezzi di salvataggio per la presenza in zona del sommergibile che si trovava ancora in agguato. In testa si trovava motoscafo M.3 perché più veloce seguito dallo antimine M.5; uno di noi alzatosi in piedi, a gran voce gridava “il sommergibile”, il sommergibile”, per avvertire dell’esistenza del pericolo. Il sommergibile affiorava ancora con la torretta e non appena il motoscafo è stato a distanza favorevole ho visto partire un siluro e contemporaneamente il sommergibile immergersi.
Il motoscafo aveva una discreta velocità ed avvistato il siluro ha fatto un gran giro mettendo la prua sul sommergibile che appunto contemporaneamente si immergeva credendosi attaccato da bombe di profondità. Il siluro scapolato il motoscafo è andato ad esplodere, sollevando una immensa colonna di acqua, sulla costa dell’isola di Vulcano. Il motoscafo, compiuta una manovra a tutta velocità, a cominciato ad accostare i naufraghi ed ad imbarcarli. L’antimine M.5 dal canto suo, venendo da sotto costa, ha preceduto al salvataggio di tutti gli altri superstiti. Mentre si svolgevano le operazioni di salvataggio, lontano, da Milazzo si sono visti accorrere due unità sottili che avvicinatisi ho riconosciuto essere due antisommergibili germanici. Successivamente sulla zona sono intervenuti tre aerei di ricognizione marittima e le motobarche V.6 e V.24 della R. Guardia di Finanza”. Il figlio Aldo Natoli ha auspicato che a Lipari “l’Amministrazione Comunale possa far erigere un monumento, che ricorda questa tragedia, da collocare Sottomonastero o a Marina Corta all’interno di un’aiuola, per conservare la memoria”.
Sulla tragedia altri particolari inediti sono stati raccontati dal ricercatore Antonio Famularo “Nel mese di Giugno del 1943 alcuni pescatori del borgo di mare di Barcellona P.G., antistante "Spine Sante", rinvennero sulla battigia dei resti umani e dei corpi mutilati di cadaveri sospinti e riversati sulla riva dalle correnti marine. Mi sono recato al cimitero di Barcellona e, grazie alla disponibilità del custode Felice Puliafito, ho visto con i miei occhi e mi sono messo a piangere, sapendo che un certo numero di vittime avevano un nome e la possibilità per i loro parenti, finalmente, di recarsi in quel luogo per piangere i loro Cari e portare Loro dei fiori! Come risultano dalle piccole lapidi erette in loro memoria, con onore e merito al Comune di Barcellona P.G. per la degna sepoltura riservata loro nel cimitero. Vi sono 11 lapidi, su 5 delle quali vi è solo riportata la dicitura: Italiano Ignoto. I Nominativi identificativi sono i seguenti: 1) Nieddu Paolo fu Michele e fu Brundu Rosalia nato il 4/ 2/1919 a Nule (Sassari); 2) Cap.le Marzeddu Antonio fu Gavino e fu Gabiddu Anna Maria nato a Sorio(?) (Sassari); 3) Marinaio Scamardella Raffaele matricola 115528 Classe 1923; 4) Marinaio Silurista Doni Armando matricola 76150 Classe 1922; 5) A.tiere Maggi Antonio di Francesco e di Moreno Felicia nato il 8/ 1/1918 a Cerignola (Foggia); 6) Soldato Mangiapane Giuseppe matricola 8836 Classe 1920 Distretto di Agrigento”.
LA CRONACA
Alle 15:10 il comandante Onofrio Basile da l’ordine alla sala macchine di dare potenza ai motori e lentamente l’elica inizia a muovere le 763 tonnellate del Santamarina che punta la sua prora verso la rotta in direzione di Milazzo. “I passeggeri – racconta il ricercatore Giuseppe Cirino - hanno preso posto, chi nei saloni interni chi in coperta sulle panche in legno, iniziando con i compagni di viaggio una partita a carte per ingannare il tempo. Alcuni degli uomini dell’equipaggio ultimate le manovre di partenza si recano in cabina per riposare, mentre altri si preparano al cambio turno previsto per le 14:00. Il comandante Turner è intento a perlustrare le acque intorno alle Eolie, quando alle ore 15:24 il suo periscopio inquadra la sagoma del piroscafo Santamarina e nel libro di bordo scrive “Rilevo lo stesso piccolo ausiliario di 800 tonnellate che avevamo visto durante il mattino.
È diretto a Milazzo”. Avviene l'attacco. Turner non comprende che si tratta di una nave passeggeri e scambia il piroscafo della società Eolia per una nave ausiliaria (nave appoggio armata in modo leggero), probabilmente per la presenza dei piccoli pezzi di artiglieria da difesa posti a prora e poppa. E quando ormai il Santamarina si trova a circa 6 miglia a sud est dal porto di Lipari, da ordine ai suoi uomini di iniziare l’attacco, lanciando verso la fiancata sinistra della nave 3 siluri dalla posizione 38°25’ N - 15°03’ E. Sul Santamarina nessuno sembra accorgersi dell’incombente minaccia e non vengono intraprese manovre elusive. Probabilmente solo all’ultimo minuto il 2° Capo Gallazzi Arnaldo si accorge della scia dei siluri e si porta rapidamente verso il lato sinistro della plancia (così come risulta dalle testimonianze del superstite marò Natoli Antonino). Ma ormai è troppo tardi, due dei tre siluri colpiscono la nave al centro sotto il ponte di comando. “ Nella posizione 38°25'N, 15 °03'E ho sparato tre siluri – scrive ancora - due colpi sono andati a segno e la nave è affondata. Il terzo siluro si è sentito esplodere sull'isola di Vulcano”. Il Piroscafo viene spezzato in due dall’impatto dei siluri ed il ponte di comando salta in aria per la forza dell’esplosione.
Un uomo identificato probabilmente come il 2° Capo Gallazzi viene proiettato violentemente in mare, insieme a pezzi di legno, ferro e rottami vari. Tutti gli ufficiali in plancia muoiono sul colpo travolti dallo scoppio. Così come i passeggeri che si trovavano nel salottino sottostante. Mentre quelli di coperta vengono scaraventati in acqua o buttati a terra dall’onda d’urto. Nelle cabine di poppa alcuni marinai balzati giù dalle cuccette, provano a uscire fuori per vedere cos’è accaduto, ma si accorgono che le porte non si aprono per via delle deformazioni subite dallo scafo. Chi può si mette in salvo lanciandosi in mare dagli oblò, mentre molti presi dal panico restano impietriti mentre la nave inesorabilmente e velocemente affonda.
I morti della tragedia
L’elenco delle vittime del Santamarina. Equipaggio: Onofrio Basile, Emilio Messina, Gennaro Di Meglio Torre Del Greco, Vincenzo Milani, Paolo Cuzzocrea Mossa S. Giovanni, Domenico Calvo Messina, Giuseppe Sacchettino Napoli, Giuseppe Formica Messina, Pasquale Florio Torre Faro, Michelangelo Alfonsetti Scilla, Vincenzo Foti Milazzo, Giuseppe Andaloro Milazzo, Vincenzo Bitto Messina. Equipaggio militare: Giuseppe Porretto Palermo, Arnaldo Gallazzi Milano, Natale Giovinazzo. Passeggeri militari: Alfonso D’Alessandro Napoli, Antonio Stramandino S.Filippo del Mela, Giovanni Beninati Lipari, Domenico Barca Lipari Pianoconte), Antonino Currò Lipari, Antonino Scuderi Acicastello, Francesco Mantello Grammichele, Salvatore Casella S.Angelo di Brolo, Sebastiano Pavone Acireale, Giuseppe Portelli Lipari (Canneto), Edoardo Leanza, Cesarò, Giuseppe Costa Lipari, Antonino D’Anieri Lipari, Antonino Martines Crotone, Felice Natoli Santa Marina Salina, Nicola Miano Castroreale.
Passeggeri civili: Antonino Picone Lipari (Pianoconte), Stefano Acunto Lipari, Giuseppe Marturano Lipari (Pianoconte), Grazia Russo Lipari, Bartolomeo Bonino Lipari Quattropani, Giovanni Basile Lipari, Rosario Mollica Lipari Canneto, Rosina Biviano New York, Francesco Russo Carini, Giuseppe Tauro Lipari, Iolanda Currò Lipari Acquacalda, Giacomo Maggiore Lipari, Tommaso Mannello Lipari, Antonino Spanò Lipari Canneto, Marino Bongiorno Santa Marina Salina, Salvatore Sgrò Santa Lucia Del Mela, Germano Edel Roma, Clara Germano Palermo, Giulia Pistoresi Lipari, Giuseppe Di Mento Spadafora, Giuseppe Greco Milazzo, Michele Casella Sant’Angelo di Brolo, Rosario Romagnolo Milazzo, Lorenzo Gitto Milazzo, Antonino Pentola Sant’Agata Militello, Luigi Vincenti Messina, Luigi Cassata Montalbano Elicona, Francesco Imbese Santa Lucia del Mela, Giuseppe Maiurana Lipari, Angela Liberatore Lipari.
COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DEL PIROSCAFO SANTAMARINA
CHIESA DI SANTA MARINA 09 MAGGIO 2023, ORE 10.30 LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE
RASSEGNA STAMPA DEI PRINCIPALI QUOTIDIANI ITALIANI
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