di Linda Sidoti*
09 maggio 2016....73 anni senza il SantaMarina
Chi non rispetta la morte non può sperare di «non perire», ossia di salvare la propria anima, ma andrà incontro alla morte morale, ancora più spaventosa della morte fisica.
I COMMENTI.
di Aldo Natoli
Anche Lipari, su iniziativa del Rev. Gaetano Sardella, nella Chiesetta del Pozzo, si è ricordata, con la celebrazione di una S. Messa, la 73° ricorrenza dell'affondamento del piroscafo S.Marina Salina, silurato da un sommergibile inglese il 9 Maggio del 1943, e che ha causato la morte di 61 persone. Una cerimonia semplice ma che ci ha consentito di ricordare il tragico evento grazie alle parole del Rev. Sardella che ha scandito i nomi di quanti riposano nel mare di Vulcano. Per rendere il dramma vissuto da quanti erano a bordo del piroscafo riporto la deposizione fatta al Comandante della Capitaneria di Porto il 10 Maggio 1943 dal Capo Fuochista Angelo Natoli, mio padre, che miracolosamente si è salvato:
“Partiti da Lipari regolarmente in orario alle ore 15,10 in linea 102-c diretti a Milazzo, mentre la navigazione si svolgeva senza rilievi degni di nota, verso le ore 15,45, mentre mi trovavo allo ingresso della cabina del Radiotelegrafista e discutevo con il marinaio Re Giovanni di Salvatore e con lo stesso ufficiale Radiotelegrafista Cuzzocrea Paolo, improvvisamente ho sentito un forte scoppio che non posso precisare se provocato da uno o due siluri lanciati da un sommergibile nemico sul lato sinistro della nave. La cabina del radiotelegrafista era situata sul lato destro e pertanto nulla posso precisare circa l’avvistamento del siluro, della scia o eventualmente del sommergibile come pure se i siluri lanciati sono stati due, come da impressione generale sul primo momento, oppure solamente uno. Con lo scoppio, provocato direttamente in carbonaia, il ponte di comando è saltato in aria con il Comandante ed il personale di servizio, ed i relitti, con carbone, pezzi di ferro ed anche un uomo, sono da me stati visti cadere in mare.
E’ seguito un momento di confusione ed io mi sono precipitato prima verso la lancia di salvataggio per tagliare la dritta della stesa, però visto che la lancia già toccava acqua e che il piroscafo spezzato quasi al centro aveva la prua e la poppa già verso l’alto (ricordo anche di avere visto l’elica girare ancora a vuoto) mi sono lanciato in acqua afferrandomi ad un pezzo di legno capitatomi davanti ed in un secondo momento ad una zattera che dopo l’affondamento era venuta a galla. Il piroscafo è affondato in meno di un minuto e molte persone dello equipaggio e passeggeri, penso che siano periti per la esplosione. In mare, subito dopo la scomparsa del piroscafo, molta gente inesperta del nuoto chiedeva aiuto e parecchi di questi non avendo avuto la prontezza o la possibilità di aggrapparsi ad un qualsiasi relitto, dopo pochi istanti è scomparsa. Sulla zattera sono salito per il primo e successivamente si sono avvicinati il giovanotto Scarmato Antonio, Foti Antonino, una guardia di finanza, un militare, due passeggeri, un sottocapo militarizzato appartenente all’antimine e, una ventina di minuti dopo, il marò Miceli Concetto appartenente alla scorta militare di bordo.
Cinque o dieci minuti dopo l’affondamento ho nettamente visto emergere ad una distanza di circa mille metri parte della torretta del sommergibile e ricordo di avere anche visto la bandiera, non posso precisare però la nazionalità di appartenenza. Appena avvistato il sommergibile la nostra preoccupazione è stata quella di ripararsi da un eventuale mitragliamento riparandoci dietro la zattera davanti alla quale avevamo posto un barile. Passato un certo tempo e da lontano il marinaio Re Giovanni ha comunicato rincuorando tutti noi che da Lipari si scorgevano dei mezzi di salvataggio venire a tutta forza sulla zona; intanto la nostra preoccupazione era per il pericolo cui andavamo incontro i mezzi di salvataggio per la presenza in zona del sommergibile che si trovava ancora in agguato. In testa si trovava motoscafo M.3 perché più veloce seguito dallo antimine M.5; uno di noi alzatosi in piedi, a gran voce gridava “il sommergibile”, il sommergibile”, per avvertire dell’esistenza del pericolo.
Il sommergibile affiorava ancora con la torretta e non appena il motoscafo è stato a distanza favorevole ho visto partire un siluro e contemporaneamente il sommergibile immergersi. Il motoscafo aveva una discreta velocità ed avvistato il siluro ha fatto un gran giro mettendo la prua sul sommergibile che appunto contemporaneamente si immergeva credendosi attaccato da bombe di profondità. Il siluro scapolato il motoscafo è andato ad esplodere, sollevando una immensa colonna di acqua, sulla costa dell’isola di Vulcano. Il motoscafo, compiuta una manovra a tutta velocità, a cominciato ad accostare i naufraghi ed ad imbarcarli. L’antimine M.5 dal canto suo, venendo da sotto costa, ha preceduto al salvataggio di tutti gli altri superstiti. Mentre si svolgevano le operazioni di salvataggio, lontano, da Milazzo si sono visti accorrere due unità sottili che avvicinatisi ho riconosciuto essere due antisommergibili germanici. Successivamente sulla zona sono intervenuti tre aerei di ricognizione marittima e le motobarche V.6 e V.24 della R. Guardia di Finanza”. In fede del vero mi sottoscrivo Natoli Angelo.
Altri verbali di interrogatorio sono stati resi da Scarmati Antonio, Sidoti Antonino, Re Giovanni, Quadara Francesco, Foti Antonino, Giunta Domenico, Arcadi Antonio, Foti Gaetano, Natoli Antonino , Bacchi Antonino, Federico Giuseppe e Miceli Concetto.
di Michele Giacomantonio
Lunedì 9 maggio alle ore 19 nella Chiesa del Pozzo si è svolta una raccolta funzione per ricordare e pregare per i 61 morti dell’affondamento del Santamarina avvenuto il 9 maggio del 1943. L’evento fu un grande dramma per la popolazione eoliana perché non ci fu famiglia che non fosse toccata dalla tragedia.
Il piroscafo era salpato nel pomeriggio intorno alle 15 e 10 da Marina Corta per far rotta su Vulcano- Milazzo… Il mare era particolarmente mosso, ma non creava preoccupazione per una imbarcazione considerata d’avanguardia. Lasciato lo scalo di Vulcano, il Santamaria proseguiva speditamente il suo percorso, quando a nove miglia da Lipari e non più di tre o quattrocento metri da Punta Luccia, un siluro lanciato da un sommergibile inglese, lo colpiva al centro ed esattamente all’altezza della sala macchina spaccandolo in due e facendolo colare a picco in pochissimi minuti: portandosi dietro il suo immane carico di morte e disperazione.
Ha celebrato la S. Messa Mons. Gaetano Sardella che all’omelia ha ricordato l’evento ma ha voluto collegarlo a tutti i morti innocenti delle guerre che hanno perso la vita e continuano a perderla ancora in questi anni ed in questi giorni. Fra l’altro don Gaetano ha sottolineato come “non si deve perdere la memoria di questi fatti e di questi drammi che fanno parte della nostra storia e della nostra civiltà e che devono stimolarci ad operare per la pace perché situazioni del genere non abbiano più a ripetersi”.
di Leo Giuffrè
Ieri sera ho partecipato alla Chiesa del Pozzo alla messa di suffragio per i morti dell'affondamento del piroscafo Santa Marina, una ventina di persone in tutto, una cerimonia spartana, quasi anonima, solo un ex sindaco e le solite devote, più qualche parente dei morti e dei sopravvissuti...nessun marinaio, nessun rappresentante delle forze dell'ordine, nessuna bandiera, nessuno stendardo, nessun gonfalone...Il parroco, Don Gaetano Sardella, ha nominato alcuni dei dispersi di quel giorno funesto, ha parlato quasi superficialmente , così come si fa...parlando delle tragedie di quegli anni, dell'accaduto, della guerra, di quella guerra dove l'alleato diventa nemico ed il nemico diventa alleato, liberatore...scrivono sui libri di storia... Ha parlato di pace...quasi improponibile ai giorni nostri, con l'attuale situazione mondiale....Sembra quasi che col passare degli anni, il ricordo sbiadisca, l'avvenimento luttuoso perda di significato, che la tristezza di quel giorno sia accantonata...qualcuno ha detto di aver sentito dei rintocchi di campana, stamane a mezzogiorno, qualcun altro me lo ha confermato, io non li ho avvertiti...non mi aspetto una salve di cannone il prossimo anno...ma un tamburo che accompagni una bandiera, o una ghirlanda in mare, sarebbe quasi opportuna, così giusto per ricordare che un sommergibile cattivo ha colpito ed affondato un piroscafo sfortunato, così tanto per dire che il 9 maggio del 1943, qualcuno ha pianto molte lacrime...
LINK UTILI
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Maggio con gusto sta per partire, meno due giorni e l'isola di Salina si potra' visitare ancora con più gusto. Evento fortemente voluto dall'amministrazione di Santa Marina Salina che grazie allo splendido lavoro della comunità del cibo di Salina Isola Slow è riuscito a coinvolgere e travolgere dall' entusiasmo tutta l'isola in questa nuova avventura con la speranza che possa crescere e ripetersi ogni anno. Maggio con gusto aspettando Salina Isola slow con il patrocinio di tutti e tre i comuni dell'isola, la preziosa collaborazione dell'associazione degli albergatori salina isola verde, di tutte le attività dell'isola, i produttori che sono riusciti a lavorare insieme si svolgerà con un programma fitto di eventi dal 1 al 29 maggio.
Chi sceglierà Salina potrà viverla con gusto, con le tradizioni locali, l'agricoltura sostenibile e con la tutela dell'ambiente. L'obiettivo principale dell'iniziativa è quello di far tracorrere ai turisti che giungeranno sull'isola nel mese di maggio una esperienza piacevole dando un contatto con la realtà locale e una visione dell'autenticità. Ci saranno attività enogastronomiche ed attività nelle aziende agricole in cui sarà dato ampio spazio al presidio del cappero di Salina ,visite in cantina, street food, laboratori del gusto, mercati del contadino, immersioni alla scoperta della biodiversità marina, passeggiate naturalistiche, book mob, spettacoli teatrali e folkloristici. Insomma a Salina, chi ci viene sa perché. Anche se solo per un giorno! Un intero mese di eventi per coloro che hanno già scelto, o che per questo sceglieranno di visitare Salina con tantissime occasioni per gustare il territorio.