di Roberto Longo
Salina, per me che sono napoletano, ha sempre rappresentato la 'sorella del Vesuvio' perché, quando la guardo dalla mia casa di Alicudi, il suo profilo ricorda moltissimo la forma del vulcano partenopeo. Ma è una forma gentile, dolce, a differenza dello ' sterminator Vesevo ' di leopardiana memoria, Salina non fa paura ma anzi ti conquista con il profumo dolce dell' uva
(ho amici cari che qui producono ottimi vini) e col verde intenso della sua montagna. In tutti questi anni di vita eoliana, ho sempre scoperto qualcosa di nuovo, un angolo che non conoscevo, un tratto di mare dove il blu è più profondo. Un giorno spero di riuscire a correre tutto il tratto di strada che va da Lingua a Rinella, inclusa la deviazione per Pollara. Dopo questo, l'isola sarà mia.
CAMURRÌA a cura di Marta Bandini e Elettra Bottazzi
GALLERIA AMANEÏ | www.amanei.com | SANTA MARINA SALINA | ISOLE EOLIE
in mostra dal 7 luglio al 10 agosto 2022
Roberto Longo (Napoli, 1975) in arte Contessa di Alicudi Schifanoja vive e lavora tra Roma e le Isole Eolie. Artista autodidatta, come i veri “pincisanti” (pittori su vetro), scelse diversi anni fa queste isole come dimora e il Mediterraneo come inesauribile fonte di ispirazione. Numerosi e mai banali i riferimenti a soggetti sacri e mitologici, a leggende e storie locali che l’artista combina in un sapiente dialogo e gioco tra antichità classica e folklore siciliano.
Camurria, mostra personale di Roberto Longo, che raccoglie oltre venticinque pitture su vetro, si rifà alle espressioni dialettali “Chi camurrìa” o “Sì 'na camurrìa”, utilizzate per fare riferimento ad un tipo di seccatura o di fastidio insistente e reiterato nel tempo. La stessa camurria che doveva affrontare Giovanni Lo Schiavo, abitante di Ginostra (Stromboli), ogni volta che doveva sistemare i suoi occhiali, vittime di plurimi incidenti. L’artista, profondamente affascinato da questo personaggio di Ginostra, impiega come base la sua “strana” storia per dispiegare una serie di opere popolate da sirene, mostri marini, asini, cantanti neomelodici e preti. Atmosfere oniriche e surreali si intrecciano creando un universo magico e seduttivo, di finzione e cultura popolare.
L’amore per la Sicilia, le Eolie ed in particolare per Alicudi, hanno alimentato la sua passione per la pittura su vetro. La scoperta continua di piccoli quadretti dipinti
con Madonne e Santi, di pareti con decori nelle case abbandonate, di vetrate delle piccole chiese, sono un continuum nel linguaggio dell’artista in una eterna contemplazione e attenzione alla bellezza sia naturale che architettonica di questi paesaggi.
Questa pittura poco diffusa e “scomparsa” (come la definì Gustave Flaubert nel suo Dizionario dei luoghi comuni), vanta una tecnica molto complessa. Una delle sue peculiarità è il dovere dipingere al contrario: occorre quindi ragionare in maniera opposta rispetto ad un quadro “normale”. Si svela ciò che si dipinge solo quando si gira il vetro dalla parte contraria alla superficie dove si stende il colore, una sorpresa continua. La sorpresa, lo stupore, sono contrari alla noia, ciò da cui Roberto fugge. Ne è un esempio la scelta del suo nome d’arte, che deriva da un racconto familiare e dal palazzo ferrarese di Schifanoja, impiegato per immedesimarsi in una contessa che allontana la monotonia del quotidiano. Un nome che è anche il manifesto di vita e lavoro di questo contemporaneo pincisanti: sfuggire la noia attraverso la bellezza e la immaginazione.
Note biografiche:
Roberto di Alicudi o Contessa di Alicudi Schifanoja (Napoli 1975), laureato in Storia dell’arte, debutta come pittore alla XIII Biennale dell’isola di Filicudi nel 2018 e nello stesso anno espone a Parigi presso la galleria 3M2 di Palais Royale. Dal 2020 collabora con la galleria Amaneï di Santa Marina Salina (Salina-Isole Eolie). Recentemente si sono concluse le sue due ultime esposizioni, la prima a Palazzo Riso a Palermo e la seconda come unico artista ospite della manifestazione ‘Artigianato d’Eccellenza‘, nell’ex Chiesa di San Francesco della Scarpa di Lecce.
Ha realizzato alcune opere per manifesti cinematografici come “La terra dentro” di Cosimo Terlizzi presentato al festival del cinema di Torino nel 2019 e per copertine di libri come ‘Amuri’ di Catena Fiorello’ edito da Giunti editore. I suoi quadri sono presenti in prestigiose collezioni italiane e straniere.
NOTIZIARIOEOLIE.IT
13 MAGGIO 2021
L’intervista del Notiziario a Roberto Longo, il “pincisanto”