Ennio Morricone-2.jpeg

di Carmelo Sciascia

"Raccogliere un fiore” può rappresentare un modo gentile di prendere possesso di qualcosa, di rapportarsi in modo naturale e con leggerezza con il mondo circostante. Ed in effetti lo è: si raccoglie un fiore per i suoi colori, per il suo profumo, per offrirlo ad altri o poterlo ammirare in solitudine. Difficilmente lo si accosta ad un altro termine: Antologia. Anche se il gesto di raccogliere un fiore ne costituisce l’etimologia. Ed in effetti un’antologia è una raccolta di ciò che si ritiene più interessante, più prezioso, più significativo, in altri termini ciò che più ci piace. Queste considerazioni, a primo acchito astratte, sono invece quanto di più concreto e pertinente si può dire dopo avere visto un film particolare, no anzi un docufilm. Sì perché anche se viene proposto come film in realtà è un documentario intervallato da spezzoni di film.

La pellicola emoziona e seduce, emoziona per i riferimenti a vecchi film e seduce per la personalità del protagonista principale: il musicista e compositore Ennio Morricone. Il film è un collage della migliore musica che va dagli anni sessanta del secolo scorso al primo ventennio di questo Duemila. Il titolo è Ennio, il regista Giuseppe Tornatore. Questo film risulta la silloge della mia vita o meglio di tutta una generazione che attraverso le prime esperienze adolescenziali negli anni Sessanta è maturata negli anni Settanta ed ha continuato a curiosare nei misteriosi meandri che la vita ci ha continuamente proposto ed imposto.

C’era negli anni Sessanta a Racalmuto, il mio paese, un cinema. Per la verità non era una vera e propria sala cinematografica come siamo abituati a vederne oggi, in effetti era stato un teatro, un vero e proprio teatro, dove famose compagnie ne avevano calcato le scene con rappresentazioni di opere sia in prosa che liriche. Il teatro era stato battezzato Regina Margherita (nome proprio ma diventato comune in omaggio alla prima Regina d’Italia), con il mutare dei tempi, come era avvenuto per la maggior parte dei teatri negli anni sessanta, era stato trasformato in cinematografo.

Proprio come era avvenuto nella sala cinematografica che troviamo nel film Nuovo cinema paradiso, film di Giuseppe Tornatore, girato negli anni Ottanta, in più paesi della Sicilia: un vero e proprio tour isolano: dall’interno montuoso alle coste marine. La maggior parte delle scene ha visto coinvolto un piccolo paese dei Monti Sicani, nel cuore dell’Isola, un antico paese fondato da milizie albanesi fuoriusciti nel XV secolo a causa dell’invasione turca proprio il paese arbereshe Palazzo Adriano. Ebbene nei primi anni Ottanta proprio in quel paese, per casuali coincidenze parentali, nasceva mio figlio.

Al cinema, ex teatro Regina Margherita di Racalmuto, ho visto i primi film della mia vita. La domenica mio padre mi dava quanto bastava per andare al cinema e poter comprare qualche leccornia, di solito datteri o noccioline. I primi film sono stati i western di Sergio Leone: Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono il brutto ed il cattivo. Di questi film, non si ricorderanno le trame e le frasi celebri, ma l’accompagnamento musicale, o meglio la musica soltanto. Un solo motivo di poche note che si ripetono ma con strumenti diversi: un flauto per il buono, un’ocarina per il cattivo, la voce per il brutto. E l’ululato del coyote ed i fischi.

E così di film in film, da colonna sonora a colonna sonora, è successo per i tanti film visti successivamente. Fino a C’era una volta in America, l’ultimo film da regista di Sergio Leone, dove Morricone, suo compagno di scuola, amico da sempre, compone la sua migliore colonna sonora: un patchwork musicale irripetibile, dove inserisce brani come Yesterday di Paul McCartney dei Beatles, sinfonie come La Gazza ladra di Rossini o Summertime di George Gershwin.

E poi da non tralasciare la capacità della sua musica di rendere trascendentali semplici canzonette, ricreando nostalgici momenti della nostra vita. Gino Paoli ha composto Sapore di sale in Sicilia, a Capo D’Orlando nel messinese, dove ci si imbarca per le Eolie. Morricone ne ha fatto la colonna sonora di intere generazioni: il discreto sottofondo per un sogno che si ripete ogni estate quando la pelle viene a contatto col sapore del sale. Sapore di mare è il desiderio che suscita ogni nuovo incontro sul bagnasciuga, il piacere del primo bacio che sogna ogni adolescente. Tornatore è un regista da Oscar, conseguito nel 1989, Morricone è stato un compositore da Oscar, da sempre, anche se lo ha conseguito alla carriera solo nel 2007.

Tornatore è un regista onesto e bravo che rende omaggio ad un compositore altrettanto bravo ed onesto, il che oggi non è facile e così scontato. Ho solo accennato a qualche film, in realtà questo film è un intreccio di dichiarazioni di personaggi, italiani e stranieri, di primo piano che hanno fatto la storia del cinema, ce ne sono veramente tanti, attori, registi e musicisti che hanno avuto familiarità con gli Oscar.

Potrebbe sembrare un film biografico, ed in parte lo è, visto che c’è tutta la storia della vita di Morricone. Era stato Il padre suonatore di tromba, strumento che gli aveva consentito di mantenere la famiglia, che lo aveva avviato agli studi musicali. Negli anni Sessanta aveva scritto la musica delle canzoni più popolari, Gianni Morandi ne è stato un esempio. A seguire l’incontro con il cinema e con il suo compagno di scuola Sergio Leone l’avevano portato a diventare il più richiesto compositore ed arrangiatore musicale. Negli anni Settanta, due film: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri e Novecento di Bernardo Bertolucci stimoleranno maggiormente il mio personale impegno politico.

La musica cadenzata di Ennio con i suoi intervalli regolari, s’inserisce anche il marranzano, renderà oltre che visiva, palpabile l’arroganza del potere espressa dal Commissario dell’Ufficio Politico Gian Maria Volonté, che sappiamo purtroppo quanto essere vera per la presenza dei poteri deviati dello Stato: “Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano” anche se un assassino! Chi non ricorda in quegli anni la voce da sirena che accendeva gli animi di Joan Baez: Here’s to You, colonna sonora del film Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo. Volevo parlare solo di un film Ennio (una confessione autobiografica di Ennio Morricone) e di un regista (Giuseppe Tornatore), mi accorgo invece di scrivere di un periodo della storia d’Italia e di una parte importante della mia formazione politica e culturale.

Una formazione cui ha contribuito notevolmente il cinema e con esso la musica di Morricone che, malgrado le sue stesse convinzioni di cattolico moderato, ha ispirato storie e vicende rivoluzionarie. Mi piace concludere con un suo pensiero sulla Sicilia che ha conosciuto bene in primis perché la moglie Maria era dalle parti di Messina, in secundis attraverso l’arte di Tornatore: “Quello siciliano è un popolo eletto nei migliori casi e nei peggiori. E credo che a prevalere sia certamente il suo lato positivo". Speriamo… si possano raccogliere bei fiori tanto da poter fare delle buone antologie, come questo film!(ilpiacenza.it)

banner_notiziario_cst.jpg