Cari Amici lontani e vicini, Buon Natale dal Notiziario delle Eolie e un caro saluto a tutti Voi dal Sole sempre libero delle Eolie e come sempre buon Notiziario a tutti...


ascolta la musica in sottofondo clicca sul triangolo 

Pesca2.jpg

Dall’intervista rilasciata dal sindaco di Malfa, Clara Rametta alla giornalista Stefania Petrotta di Cronache di gusto apprendiamo che nell’arcipelago delle Eolie non ci sono più pesci e quest’estate la carenza di totani è dovuta alla mancata attuazione di un’area marina protetta.

Non sappiamo da quale fonte informativa, la sindaca di Malfa trae queste affermazioni che riteniamo assolutamente infondate e la causa di una carenza di pescato, sopratutto del totano, è dovuto, supponiamo ad eventi ambientali e ciclici di riproduzione che già oggi sono ritornati nella normalità.

I minori quantitativi di totani, inoltre, sono ridotti tanto da scoraggiare l’attività di pesca da parte dei pescatori, per la numerosa presenza di delfini che vanificano ogni battuta di pesca tanto da realizzare una perdita di quantitativi di ben oltre il 75%. La presenza dei delfini, oltre ad essere qualificante per l’ambiente di contro confligge, prioritariamente con la pesca del totano e con quella del tremaglio, determinando danni ai sistemi di pesca. La sperimentazione di dissuasori non ha sortito nessun risultato se non rappresentare una ulteriore fonte di richiamo.

La presenza delle altre specie nell’Arcipelago Eoliano è indiscussa, ma sussiste una condizione limitata di possibile cattura che dovrà essere oggetto di attento esame della “sostenibilità delle comunità costiere ed insulari”

Una attenzione particolare sarà riservata alla pesca ricreativa, esercitata, allo stato attuale, senza nessun controllo e riscontro di quantitativi e specie che vengono quotidianamente catturati
Non è l’area marina protetta delle Eolie che necessita, ma l’imminente attuazione del Piano di Gestione Locale, (12 miglia da ogni isola) di cui alla Legge Regionale del 20 giugno 2019 n. 9 che sancirà, con i diritti esclusivi di pesca, la gestione di quella professionale e ricreativa, oltre alla tutela e valorizzazione di tutti i siti naturalistici costieri e fondali archeologici con tutti gli annessi e connessi.

Le Isole Eolie, come le isole Faroe che hanno avuto approvato dalla Commissione Europea il loro piano di pesca per il 2021, presenteranno alla Commissione Europea, come richiesto dal Commissario per l’Ambiente, VIrginijus Sinkevicius, entro il prossimo 15 febbraio 2021, il proprio progetto di PGL e le osservazioni sulle misure tecniche di cui al Regolamento UE 2019/1241 del 20 giugno 2019.

COGEPA EOLIE

ansa-met.jpg

SALINA - “Alle Eolie la pesca scarseggia. A un certo punto, quest’estate, non si trovava più neanche un totano. Occorre urgentemente istituire l’Area marina protetta”. Lo dice Clara Rametta, sindaco del Comune di Malfa, uno dei tre dell’isola di Salina. Ma i vertici del consorzio Cogepa, che raggruppa buona parte dei pescatori eoliani, non la pensa così: il presidente Salvatore Rijtano e il vice Pinuccio Spinella si chiedono "da quale fonte informativa, la sindaca di Malfa trae queste affermazioni che riteniamo assolutamente infondate, La causa di una carenza di pescato, sopratutto del totano, è dovuta, supponiamo, a eventi ambientali e ciclici di riproduzione, oggi ritornati nella normalità. I minori quantitativi di totani, inoltre, scoraggiano l’attività di pesca per la numerosa presenza di delfini che vanificano ogni battuta, tanto da realizzare una perdita di ben oltre il 75%”.

“La presenza dei delfini – prosegue Rijtano - qualificante per l’ambiente, di contro confligge, prioritariamente con la pesca del totano e con quella del tremaglio, determinando danni ai sistemi di pesca. La sperimentazione di dissuasori non ha sortito nessun risultato e rappresenta, persino, una ulteriore fonte di richiamo. La presenza delle altre specie nell’arcipelago eoliano è indiscussa, ma sussiste una condizione limitata di possibile cattura che dovrà essere oggetto di attento esame”.

Una attenzione particolare sarà riservata alla pesca ricreativa, esercitata senza nessun controllo. “Non è l’Area marina protetta delle Eolie che serve – concludono gli esponenti di Cogepa - ma l’imminente attuazione del Piano di gestione locale, (12 miglia da ogni isola, di cui alla legge regionale del 20 giugno 2019 n. 9) che sancirà, con i diritti esclusivi di pesca, la gestione di quella professionale e ricreativa, oltre alla tutela e valorizzazione di tutti i siti naturalistici. Le Isole Eolie, come le isole Faroe che hanno avuto approvato dalla Commissione europea il loro piano di pesca per il 2021, presenteranno alla Commissione Ue, come richiesto dal Commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, entro il prossimo 15 febbraio 2021, il proprio progetto e le osservazioni sulle misure tecniche”.(ANSA)

L'INTERVENTO

pportelli1.jpg

di Pino Portelli

Il nostro è un mare oramai pieno di alghe e fango.

Nessuno è riuscito a gestire responsabilmente l’uso e l’abuso di fonti luminose, i cosidetti richiami per la pesca del totano. Considerate la media di 10 richiami a unità e moltiplicatelo per il numero di imbarcazioni (centinaia) e per un periodo di almeno 30 anni.

Nessuno ha avuto interesse o il coraggio, ancora oggi almeno qui a Lipari, a porre un limite numerico (o se questo limite esiste a farlo rispettare) a queste fonti luminose. Per troppi anni è stato consentito l’uso a volontà di questi artifizi razziando, tutto ciò che c’era da razziare.

Oggi ne paghiamo le conseguenze, abbiamo distrutto una delle risorse più importanti di sopravvivenza che Dio ha creato e regalato “IL MARE”. Per tutto ciò ringraziamo chi di dovere. Bisogna eliminare ogni fonte luminosa punto.

imagesvbhu7.jpg

 

candelamorte.jpg

Lipari, deceduti Roberto Finocchiaro e Vincenzo Riganò

Lipari, e' deceduto Roberto Finocchiaro 

Aveva 79 anni

E' deceduto Vincenzo Riganò

Aveva 72 anni

Ai familiari le condoglianze del Notiziario

Stromboli-Ginostra, 8 milioni per 4 opere

Il DRPC ha incaricato il DRT-Genio Civile di Messina di progettare e attuare 4 interventi per la sicurezza delle popolazioni di Stromboli e Ginostra. Gli interventi ammontano complessivamente a circa 8 milioni di euro.

di Marco Giorgianni*

Questa e’ l’ordinanza del dpcm per eruzione Stromboli con gli interventi richiesti dal comune e mentre ad Acquacalda sono io il soggetto attuatore. Per Strimboli e’ direttamente la Protezione civile regionale che ha incaricato della progettazione iI genio civile. I provvedimenti richiesti dal comune sono: strada per osservatorio, edificio piazza Santa Vincenzo ed a Ginostra costoni rocciosi e restauro chiesa. Poi c’è un altro intervento che riguarda il potenziamento del sistema allerta che non credo preveda progettazione del Genio civile.

*Sindaco

Malfa, 750 mila euro per mettere in sicurezza il costone di Punta Scario-Pollara

Nell’Isola di Salina i crolli dalla parete rocciosa compresa tra Punta Scario e Pollara non si sono mai fermati, con tutti i pericoli e i disagi che ne sono scaturiti per i residenti. E’ per questo che la Struttura contro il dissesto idrogeologico, che fa capo al governatore Nello Musumeci, è intervenuta, colmando un ritardo di oltre dieci anni.

Gli Uffici di piazza Florio, diretti da Maurizio Croce, hanno infatti finanziato, per un importo di settecentocinquantamila euro, un intervento di consolidamento, tanto atteso perché in grado di risolvere una volta e per tutte le criticità di quest’area.

Ci troviamo nel versante settentrionale, a una quota media di circa quindici metri sul livello del mare. L’area è delimitata a valle dal mare Tirreno e a monte dal centro del Comune di Malfa. Qui nessuno ricorda più da quanti anni la via Indipendenza sia chiusa al traffico veicolare: era l’arteria, alla sommità del costone, che congiungeva l’abitato con la zona costiera e le sue strutture ricettive, ma ha risentito del progressivo sgretolamento della roccia, con lesioni al manto stradale e smottamenti che l'hanno resa, di fatto, impraticabile.

Permane altresì il divieto di balneazione nel tratto di litorale in corrispondenza del costone, a causa del rischio di caduta massi. La superficie su cui incombe il fronte roccioso è di circa 700 metri quadrati. Le zone di arresto e di accumulo delle porzioni lapidee, e quindi più pericolose, risultano essere quella vicina alla strada che collega con il porto, e quelle in cui insistono fabbricati e infrastrutture.

Il progetto prevede la realizzazione di un muro in cemento armato su fondazione indiretta, lavori di ingegneria naturalistica per ridurre al minimo l’impatto ambientale, e attività di disgaggio e demolizione ma anche imbragature e chiodature per proteggere il versante.

Rist-Maria-Tindara.jpg