LA GIURISDIZIONE RIPARTE NEL CAOS: IL DOSSIER DELL'ORGANISMO CONGRESSUALE FORENSE
TRIBUNALE CHE VAI, GIUSTIZIA CHE TROVI. AVVOCATI OCF: LA FASE 2 SARA' UN DELIRIO
Ogni ufficio decide per sé, ma non solo ogni tribunale, perfino ogni sezione, talvolta. È l'Organismo Congressuale Forense a fare il punto su come si accinge a ripartire la macchina della giustizia in vista della fase 2. "Con una sola certezza - dichiara Giovanni Malinconico, Coordinatore dell'OCF - se il Governo non fissa delle linee guida comuni per tutti sarà il caos. Abbiamo parlato di babele giudiziaria, e mai termine fu più appropriato: ciascun ufficio appunto parla una lingua propria senza dialogare con gli altri".
E allora, vediamo nel dettaglio come si articola questa babele giudiziaria.
GIUSTIZIA ORDINARIA - L’art. 83 del D.L. n. 18/2020 ha predisposto un ventaglio, per non dire un caleidoscopio di soluzioni:
A - udienza in compresenza fisica, con assunzione di precauzioni nell’accesso e nell’interazione all’interno degli ambienti giudiziari;
B - udienza svolta da remoto con l’ausilio di strumenti telematici;
C- sostituzione dell’udienza con lo scambio di atti scritti la cui modulazione però è demandata ai regolamenti e ai provvedimenti emanati dei capi dei singoli uffici giudiziari.
GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA - Il regime emergenziale è retto da disposizioni totalmente differenti. Inspiegabilmente i termini processuali hanno ricominciato il loro decorso a far data dal 16.04.2020. Per tutta la durata della fase due inoltre, “tutte le controversie fissate per la trattazione, sia in udienza camerale sia in udienza pubblica, passano in decisione, senza discussione orale, sulla base degli atti depositati".
GIUSTIZIA CONTABILE - Le attività sono regolate attraverso un generico richiamo alle disposizioni in materia di Giustizia Ordinaria e Amministrativa, ma “in quanto compatibili”, con ampia possibilità di regolamentazione da parte dei vertici degli uffici territoriali e centrali. Si prevede in via ordinaria il rinvio dei giudizi alla fine della fase due, ma con la possibilità di trattazione da remoto mediante strumenti telematici.
GIUSTIZIA MILITARE - Anche qui formalmente si applicano le disposizioni per la giustizia ordinaria, ma solo “in quanto compatibili”. Per il resto decide il giudice.
"Un caos regolamentato insomma, che però non fa i conti con i classici problemi dell'inadeguatezza dell'apparato giudiziario italiano - conclude Malinconico - Qualche esempio: ovunque si registra tanto una grave insufficienza dei presidi sanitari atti a consentire l'accesso sicuro agli uffici, quanto la carenza di strumentazioni informatiche per il cosiddetto processo telematico. E per finire, nessuno ha pensato a garantire l’esercizio della funzione difensiva ai colleghi con disabilità. Una dimenticanza inaccettabile".
Giustizia dimenticata, avvocati OCF: Babele giudiziaria e risorse inesistenti, manca una visione organica
L’Organismo Congressuale Forense, alla luce delle dichiarazioni rese dal Presidente del Consiglio dei Ministri il 26 aprile e dei contenuti del nuovo D.P.C.M., oltre che dei precedenti provvedimenti, ha preso atto con crescente preoccupazione della inadeguatezza delle risorse destinate dal Governo alla Giustizia e della disorganicità delle misure adottate, nei vari settori e da parte dei vari Ministeri competenti, per tentare di assicurare la continuità della Giurisdizione nonostante le misure di distanziamento.
"L’Avvocatura italiana valuta queste misure insufficienti e contraddittorie, non adeguate a permettere la continuità della funzione giurisdizionale, e potenzialmente idonee a creare condizioni di ingiustizia e disparità per i cittadini in attesa di tutela dei propri diritti - spiega il Coordinatore dell'Ocf Giovanni Malinconico - Di fronte alla più grave crisi socio-economica del dopo-guerra, una Giustizia credibile e certa dovrebbe costituire il primo imprescindibile sostegno alla Comunità Nazionale e al nostro sistema produttivo. Invece assistiamo sgomenti al totale disinteresse dell'Esecutivo, mentre ciascun ufficio decide in piena autonomia le misure di sicurezza in una babele giudiziaria senza precedenti".
L’Organismo Congressuale Forense rivendica la necessità che la Giustizia Italiana, cui è demandata la tutela e l’effettivo conseguimento dei diritti dei cittadini e senza il cui supporto non è immaginabile alcuna reale ripresa né economica né sociale, sia urgentemente sostenuta con adeguate risorse, che consentano di adottare un piano integrato straordinario per una adeguata e piena ripresa dell’attività giudiziaria.
La ricetta, secondo Malinconico, prevede “la predisposizione di idonei protocolli di accesso agli uffici giudiziari; l’approntamento di adeguati presidi sanitari e di distanziamento; la programmazione delle presenze in sede di Magistrati e personale di cancelleria; la compiuta realizzazione di un progetto di smart-working che, per le attività per le quali sia possibile lo svolgimento da remoto, consenta l’accesso ai fascicoli telematici anche al personale amministrativo abilitato in piena sicurezza; il sostegno agli uffici del Giudice di Pace, che rappresentano il presidio giudiziario di prossimità e sostegno alle fasce sociali meno abbienti".
Un programma che può essere attuato secondo OCF solo in una visione unitaria della Giurisdizione che, riducendo le inutili differenziazioni tra i vari settori, veda al centro il ruolo propulsivo del Dicastero della Giustizia e, con una concertazione piena ed effettiva con le rappresentanze istituzionali e politiche dell’Avvocatura, ne consenta l’esercizio nella salvaguardia delle garanzie costituzionali per le parti.