di Simonetta Conti
Elena Accati, studiosa di piante e fiori, è anche una ottima cuoca e ci ha inviato alcune ricette speciali delle Isole Eolie.
Spiega: «Sono pochi gli ingredienti, presenti nell'isola, ma dotati di profumi particolari, a cominciare dai capperi di 2 tipi, i boccioli piccolissimi e i frutti, i cucunci (che vengono disseminati dalle lucertole che depositano i semi negli anfratti dei muri), le olive, i pomodori e il pesce.
Ecco alcune ricette semplici e gustose.
Le Linguine: 500 gr di linguine, 100 gr di tonno sottolio, 100 di olive snocciolate, mazzetto di prezzemolo tritato, ½ bicchiere di olio, sale e pepe.
In un tegame cuocere per una decina di minuti nell'olio capperi, olive tagliate a pezzetti, aggiungere qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta, prezzemolo, una macinata di pepe e il tonno sminuzzato. Cuocere al dente le linguine, scolarle, metterle in piatto, condire con la salsa ancora calda.
Le Acciughe: 600 gr di acciughe, 1 spicchio di aglio, 40 gr di uva passa, 4 cucchiai di pangrattato, 2 grossi pomodori, 150 cc di malvasia.
Pulire le acciughe (testa e interiora), lavarle e asciugarle con un panno. Stenderle sui un foglio di carta forno, aggiungere i pomodori tagliati a dadini, aglio tagliato a lamelle, uva passa (prima lasciata a bagno in acqua tiepida per 10 minuti), aggiungere la malvasia. Chiudere la carta forno accuratamente e in forno a 160-180°C per circa 20 minuti.
Spaghetti di Fossa: 400 gr di spaghetti, succo di mezzo limone, 1 noce di burro, 1 cucchiaio di pecorino grattugiato, 1 cucchiaio di capperi, ½ cipolla tagliata fine, un cucchiaio di malvasia e sale.
Cuocere al dente gli spaghetti. Disporre in una terrina tutti gli ingredienti ben amalgamati. Scolare gli spaghetti porli nella terrina, aggiungendo il limone, rimescolare e servire.
Viscotta in casa: 500 gr di farina, 500 gr di mandorle abbrustolite e tritate fini, 400 gr di zucchero, 3 uova, 75 gr di burro, un cucchiaino di cannella.
Mescolare zucchero, farina, mandorle formando una fontana mettendo al centro il burro ammorbidito, cannella, tuorli e i bianchi montati a neve ben ferma. Mescolare e formare degli amaretti che verranno posti sulla placca da forno già unta leggermente di olio. Cuocere in forno già caldo a 180°C per 20 minuti.
di Paolo Russo
«Fine settembre può essere considerata una data ragionevole per la chiusura dei lavori ma sui tempi dovete chiedere al ministero delle Salute, sono loro che li regolano in base al decreto che ci ha nominati». Michele Baccarani presidente del comitato scientifico che dovrà in qualche modo porre la parola fine all'affare Stamina, ripassa la palla a Beatrice Lorenzin, dopo averla ricevuta lui stesso dal titolare della Giustizia, Andrea Orlando. In audizione al Senato il Guardasigilli aveva infatti difeso l'operato dei giudici che hanno continuato ad ordinare le infusioni a Brescia, sostenendo di fatto che altro non avrebbero potuto fare in assenza di un parere scientifico ufficiale che ne certificasse inutilità e tossicità. Parere sollecitato dallo stesso ministro ma che sembra richiedere ancora tempo. «È il ministero della Salute che detta i tempi», replica a distanza il professor Baccarani, aggiungendo di «non aver notato alcuna critica all'operato del comitato nelle parole di Orlando». Sulla tempistica e chi la regola, poi, spiega meglio. «Il pool è composto di 9 esperti, 5 dei quali di altre nazionalità che ancora devono ricevere la traduzione in inglese di una settantina di pagine di documentazione, in buona parte costituite dal protocollo Stamina secretato». «E per fare questo - aggiunge - non basta un traduttore qualsiasi ma serve un professionista qualificato e giurato, che spetta al ministero scegliere». E poi bisogna decidere quale documentazione inviare agli esperti oltre al protocollo Vannoni. Ad esempio, serviranno anche le cartelle cliniche dei pazienti ricoverati a Brescia, come in qualche modo aveva suggerito il Tar Lazio? «Anche su questo - spiega il professore - la decisione spetta al dicastero». «Dobbiamo decidere ogni cosa facendo attenzione a non infrangere l'ordinanza del Tar Lazio», precisa subito il direttore generale del ministero della Salute, Marcella Marletta. Che ci tiene a ricordare «che proprio quei giudici avevano criticato l'eccessiva fretta con la quale era giunto alle sue conclusioni il primo comitato di esperti». Che intanto hanno preso carta e penna per scrivere una lettera aperta e chiedere un'accelerazione dei lavori, facendo riferimento proprio a un articolo pubblicato da La Stampa mercoledì scorso, nel quale si lanciava una previsione di fine lavori a settembre. Le nostre conclusioni esistono, anche «se dopo l'intervento del Tar Lazio - scrivono - è scontato che non vengano trasmesse al nuovo comitato». Gli esperti chiedono inoltre quali saranno i tempi per la nuova valutazione e se anche il nuovo comitato accetterà il vincolo della segretezza imposto al primo dal presidente della fondazione Stamina, Davide Vannoni. Ma nella loro lettera gli esperti vedono un tirarla per le lunghe anche sulla necessità di tradurre la documentazione fornita da Stamina per i componenti stranieri del nuovo comitato. «Qual è il volume della documentazione da tradurre?» chiedono in modo un po' pleonastico i firmatari della lettera. Per poi rispondersi da soli che se tutto si riduce al solo protocollo non ci dovrebbe voler molto. «Forse - scrivono gli esperti - questa lettera è un break del segreto che tutti noi abbiamo fin qui rispettato. Però, mentre rimangono in un limbo di incertezza, rabbia e illusioni, le famiglie di bimbi tragicamente ammalati, avvilisce osservare - concludono gli esperti del primo comitato - che tra la ministra e il magistrale azzeccagarbugli Vannoni non c'è partita e che, almeno finora, la vittoria è senz'altro aggiudicata al secondo». Ma il vero match forse si deve ancora giocare.
--L'uomo più bistrattato delle isole Eolie ha una passione smisurata per la pesca subacquea in apnea e un nome esotico: Dario Lopes. Fisico asciutto, 53 anni trascorsi in riva al mare. È lui ad aver realizzato il video delle meduse di Filicudi che ha fatto il giro d'Italia. «Era il 2 giugno, quel giorno stavo pescando e avevo con me la telecamera subacquea. Mi sono ritrovato in mezzo a migliaia di esemplari. Uno spettacolo mozzafiato».Le immagini sono impressionanti: migliaia di animali cullati dalle correnti marine a pochi metri dalla costa. Si vedono nuvole biancastre, lattiginose: sono le efire, i piccoli di medusa. Il branco è in piena riproduzione. Il video fa il giro della Rete, La Stampa ne dà notizia con un intervento di Ferdinando Boero, professore di Zoologia all'Università del Salento, che spiega che cosa sta accadendo e pubblica il video sul sito web, i telegiornali trasmettono le immagini senza lesinare toni allarmistici: «pericolo», «invasione», «emergenza». L'effetto è scontato: turisti in fuga e isolani furiosi. Lopes è amareggiato: «Il sindaco di Lipari era arrabbiatissimo. Il presidente degli albergatori pure. Ma io - racconta - ho solo postato l'ennesimo video sul mio canale YouTube dedicato alla vita in mare».
Filicudi, Sicilia. 270 abitanti e nemmeno cento residenti, quattro ristoranti (aperti solo d'estate), tre spiagge di sassi, piante di capperi e un vulcano (spento). Tutt'intorno il mare è una tavola azzurra. Ecco l'isola epicentro dell'inesistente invasione. Inesistente perché basta immergersi nelle acque del borgo di Pecorini Mare - quelle in cui è stato realizzato il video - per scoprire che di meduse ce ne sono poche, pochissime.
Il nemico numero uno, da queste parti, si chiama Pelagia noctiluca. Colore violetto, ombrello di dieci centimetri e lunghi tentacoli trasparenti. Lascia sulla pelle un ricordo bruciante. La biofisica Monica Francesca Blasi ha abbandonato la caotica vita di Roma e da qualche anno censisce tartarughe e delfini alle Eolie. «Le meduse? Ci sono sempre state. È vero, in quel video erano parecchie. Ma succede tutti gli anni tra aprile e maggio. Risalgono dalla profondità e per un giorno riempiono il mare. Poi, come sono venute, spariscono disperdendosi nel Tirreno».
Nessuna emergenza, quindi. Men che meno alle Eolie. L'arcipelago è uno dei centri di riproduzione della specie, ma le meduse vivono sospese nell'acqua e non sono in grado di opporsi al moto delle correnti, gli esemplari di quel video oggi potrebbero già essere a Ostia o all'isola d'Elba. Ma a Filicudi la stagione estiva arranca e fioccano le disdette di turisti. «Hanno chiamato decine di famiglie e molte hanno deciso di annullare la prenotazione», conferma la ragazza dietro il bancone dell'Hotel Phenicusa. I villeggianti scappano per colpa delle meduse che non ci sono, ecco la beffarda contraddizione dell'estate filicudara. «Non abbiamo mai venduto così poca pomata per le punture rimediate in mare come quest'anno», assicura la titolare della mini-farmacia sul lungomare.
Idraulico d'inverno e tassista d'estate, il signor Pietro aspetta sul molo l'arrivo del traghetto. Scendono in due. Sul suo viso bruciato dal sole, c'è rassegnazione: «Quest'anno va così, non viene nessuno». A complicare ancor di più l'avvio della stagione turistica si sono messi anche i lavoratori marittimi della compagnia Siremar con due giorni di sciopero alla vigilia del primo weekend estivo. «Perché protestiamo? Per i piccioli», spiegano a gran voce. «Gli 80 euro di Renzi non ci bastano». In biglietteria a Milazzo regna un clima di fatalità. «What is bonus Irpef?», chiede al marito la signora inglese in coda.
A Filicudi intanto i bambini giocano in acqua. S'immergono e risalgono con un riccio di mare tra le mani. Due pescatori rientrano al porto con le reti piene di costardelle. «Le meduse? Meno male che ci sono, vuol dire che il mare è pulito. E comunque - sentenziano - l'invasione è una bufala della televisione». Il ragazzone seduto sul lungomare ha capelli rossicci e barba da eroe omerico. È nato su quest'isola trent'anni fa: «Quando da bambini facevamo il bagno, credevamo che essere sfiorati da una medusa portasse fortuna». Diventa nostalgico: «A quei tempi eravamo più felici. Poi sono arrivati i ricchi e noi, di colpo, abbiamo scoperto di essere poveri». Ride forte e di colpo si fa serio: «La stagione più bella qui è l'autunno. I turisti partono, i colori cambiano, Filicudi si riscopre selvaggia». Poi saluta e torna a guardare il mare.
------Sos meduse, quest’anno l’invasione parte dalle Eolie
Bagni a rischio Una spiaggia di Filicudi e sotto una fotografia di questi giorni che testimonia la massiccia presenza delle meduse
«Lei che studia le meduse, mi dice se quest’anno ci saranno tante meduse? Di solito, per spiegare l’assurdità di questa domanda, faccio il confronto con la meteorologia. Nessun meteorologo risponderebbe mai alla domanda: «Quest’anno l’estate sarà calda? O pioverà?». Nessun meteorologo predisse l’estate del 2003 (la più calda della storia) o quella del 2004, quando praticamente l’estate non ci fu. I meteorologi hanno sviluppato la teoria del caos per spiegare che è impossibile prevedere il tempo oltre tre-cinque giorni e Lorenz, l’artefice della teoria del caos, partorì la metafora del battito di ali di una farfalla a Rio de Janeiro che, con il dovuto intervallo di tempo, può scatenare un uragano a New York. Eventi insignificanti possono avere esiti che vanno al di là delle loro immediate proporzioni. Se non si prevede il tempo, come si può pensare di prevedere la presenza di meduse?
Eppure… eppure sono sei anni che con «Occhio alla Medusa» chiedo ai cittadini di inviarmi le segnalazioni di meduse a questo sito: http://meteomeduse.focus.it/ e, in questi sei anni, anche con l’aiuto di progetti europei, come Med-Jellyrisk, Vectors of Change, Perseus, CoCoNet e del progetto bandiera Ritmare, qualcosa di più possiamo dire. E in questi giorni ho ricevuto un video, postato da Dario Lopes su Youtube, c he mi ha fatto saltare sulla sedia: potrebbe essere il battito d’ali di farfalla che scatena l’uragano.
A Filicudi, nelle Eolie, Dario si è immerso per pescare in apnea, con una telecamera. Ma non ha visto pesci. Ha visto un brodo di meduse. Si tratta di Pelagia noctiluca: se siete stati punti da una medusa nel Mediterraneo, con ogni probabilità è stata lei! Violetta, ombrello di una decina di centimetri, quattro braccia orali e lunghi, lunghissimi tentacoli. Lascia un ricordo bruciante. Capita che ce ne siano molte, ma il filmato è senza precedenti. Ce ne sono molte, moltissime, e poi si vedono nuvole biancastre, lattiginose. Sono i piccoli.
I piccoli si chiamano efire. Pelagia si riproduce sessualmente e ogni atto amoroso dà origine a un’efira. Si tratta di un esserino che poi diventerà una medusa. Quelle nuvole biancastre erano efire. Miliardi. Il banco di Pelagia era in piena riproduzione. Negli anni scorsi, con il collega Stefano Piraino (che coordina Med-Jellyrisk, un progetto europeo dedicato alle meduse), abbiamo ricevuto altre segnalazioni di eventi del genere, proprio dalle Eolie. E poi, infatti, Pelagia dominò l’estate.
Le nostre osservazioni su Pelagia ci fanno pensare che la specie passi l’inverno nel mare profondo (soprattutto nel Mediterraneo occidentale) e poi, in primavera, risalga in superficie con le correnti ascensionali generate dai canyon sottomarini. Questa primavera abbiamo ricevuto segnalazioni di banchi di Pelagia a Pozzuoli e nel golfo di Salerno, proprio in corrispondenza dei canyon di quella parte del Tirreno. E anche alle Eolie ci sono risalite primaverili di acque profonde. Le Pelagia salgono, dopo l’inverno, si riproducono e muoiono. Le efire, in un mesetto, crescono e iniziano a riprodursi a loro volta. Se le condizioni sono buone, la popolazione cresce. La riproduzione ha particolare successo se le meduse sono aggregate dalle correnti, in modo che possano fecondarsi. Poi le aggregazioni si disperdono, portate dalle correnti. E possono invadere il Tirreno, in questo caso, risalendo lungo la costa per arrivare fino all’Elba, una sorta di diga alle correnti che vengono da Sud e vanno verso il Mar Ligure. Alla fine dell’estate tornano giù per riapparire la primavera seguente.
Non so se quelle nuvole di Pelagia avranno successo. Però rappresentano un potenziale nucleo di invasione per il bacino occidentale del Mediterraneo. Forse i loro predatori (tartarughe marine, pesci luna, ma anche le boghe, e altri pesci come il mangiameduse) le faranno fuori. La previsione non può essere certa. Però questo filmato, associato a quello che abbiamo imparato in questi anni, ci dice che questa potrebbe essere un’estate bruciante.
LE REAZIONI.
di Christian Del Bono*
Davvero sconcertante il servizio mandato in onda da alcune emittenti televisive che riprendono in modo fuorviante e distorto un articolo uscito su La Stampa a seguito di un video filmato da un subacqueo a Filicudi, dichiara Christian Del Bono, presidente di Federalberghi Eolie e isole minori Sicilia. L'articolo apparso su La Stampa presentava già qualche allarmismo di troppo ma nel servizio ripreso dalle TV (online e non) si rasenta davvero il ridicolo, arrivando a parlare di "possibile disastro ambientale di proporzioni inimmaginabili". Siamo allibiti da cotanta superficialità, incalza Del Bono. Il fenomeno di "risalita" al quale abbiamo assistito un paio di settimane fa a Filicudi è del tutto normale e si verifica ogni anno in diverse aree del mediterraneo, da alcuni milioni di anni (circa 700) proprio grazie alla qualità delle acque questione.
Non entrando nel merito degli aspetti scientifici, abbiamo comunque ritenuto di contattare immediatamente Stefano Piraino (che coordina Med-Jellyrisk, un progetto europeo dedicato alle meduse), il quale ci mette nelle condizioni di poter tranquillizzare quanti quest'anno decideranno di trascorrere le proprie vacanze nel Tirreno ed in particolare alle Eolie. Infatti, Piraino, nel riconoscere l'utilità scientifica di tali segnalazioni provenienti da tutto il mediterraneo, in merito al numero di meduse, non ha alcuna difficoltà ad affermare: "non ci sono elementi per poter dichiarare che questa estate sarà diversa da quelle degli ultimi anni".
*Presidente Federalberghi delle Eolie
di Stefano Piraino*
Non abbiamo motivo di ritenere che quest'anno le acque delle Eolie saranno infestate da meduse più di quanto non lo siano state negli anni passati. Anche con l'aiuto di cittadini, subacquei e pescatori, il progetto europeo MED-JELLYRISK di cui sono coordinatore sta registrando e studiando in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo fenomeni come quello riportato nel video diffuso dai media. La comprensione delle modalità con cui si realizzano questi eventi di proliferazione possono permettere di comprenderne la periodicità e l'importanza. Il video documenta un massivo evento di riproduzione ma tali fenomeni sono nella normalità per le popolazioni di specie marine soggette ad altissimi tassi di mortalità. L'eccezionalità del video consiste nel fatto che grazie ai programmi di monitoraggio ed al contributo dei cittadini questi fenomeni sono finalmente alla luce e possono essere portati all'attenzione ed allo studio dei ricercatori. Questo può permettere di interpretare correttamente i meccanismi biologici alla base della riproduzione di questi organismi e possibilmente di mettere in atto meccanismi di prevenzione (attraverso l'informazione del grande pubblico, anche attraverso App per telefonini) e di mitigazione (ad esempio, anche attraverso l'installazione di reti antimeduse per la creazione di aree di balneazione protetta). Allo stato attuale, la medusa Pelagia noctiluca rimane, come in passato, la specie di medusa più abbondante nel Mediterraneo occidentale, dallo Spagna alla Liguria al Canale di Sicilia. Ma ce ne sono molte altre che non sono urticanti per l'uomo. Chi conosce il mare sa che questi organismi possono occasionalmente essere più numerosi in alcune zone rispetto ad altre, ma con un minimo di informazione (per riconoscere le specie urticanti da quelle non urticanti) e di precauzioni iniziali (entrare in acqua con un paio di occhialini da nuoto o con una maschera per verificare l'assenza di meduse) anche quest'anno i turisti potranno godere di splendide vacanze in tutto il Tirreno, dalle Sicilia alla Liguria. Le Eolie restano uno dei paradisi balneari del Mediterraneo. Ho più volte messo in guardia i media, per evitare di creare un ingiustificato allarmismo che può facilmente determinare gravi penalizzazioni ad un settore turistico già in affanno per la critica contingenza economica in cui versa il Paese.
*Docente Università del Salento
di Marco Giorgianni*
In riferimento all' articolo pubblicato su TGCOM24 nella giornata di ieri 15 giugno 2014, che illustra una specie di invasione di meduse nel nostro arcipelago ed in particolare nel mare che circonda l'isola di Filicudi, l' Amministrazione Comunale di Lipari intende smentire categoricamente tale articolo informando che ad oggi non ci
sono nè gli elementi nè le condizioni che possano fare parlare di invasione di meduse.
Ad avvalorare la tesi vi sono varie motivazioni una fra tutte e che l 'arcipelago
eoliano trovandosi in mare aperto, e quindi esposto alle innumerevoli correnti marine, non soffre della stanzialità del fenomeno.
Diversamente se è stata avvistata una colonia di meduse in transito, parlare di disastro ambientale non sembra il modo migliore per descrivere il fenomeno, poiché quanto affermato appare piuttosto lesivo per l'immagine delle nostre isole che
come ogni anno e da tempo continuano a riscuotere riconoscimenti sia da parte di
Bandiera Blu per il nostro Comune che delle "Cinque Vele" da parte di Legambiente
per i nostri vicini del comune di Santa Marina Salina.
Pertanto, si invita la redazione del TGCOM24 a vigilare sui contenuti delle notizie da pubblicare e smentire quanto erroneamente affermato, così da salvaguardare l'immagine di luoghi e località turistiche, che perseguono un appeal di qualità.
*L'Amministrazione Comunale di Lipari.