Filippo Calabrese, di Messina, Stefano Triolo di Roma e Samira Marhlouthi, tunisina, difesi dall'avvocato Carmelo Raspaolo, sono stati condannati al tribunale di Messina a un anno e 10 mesi, a 900 euro di multa e al risarcimento dei danni in favore delle parti o oltre al risarcimento danni in favore di Rosanna Castrianni, Elena Benasti, Egidio Bongiorno, Eugenio Curasi che sono stati difesi dagli avvocati Rita Monica Ristuccia e Maurizio Cucinotta. Per i reati commessi a Filicudi vi è stata la prescrizione per Rutilio Taranto e Mathlouthi. Taranto era difeso da Saro Venuto.
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----processo per i "ruderi d'oro" delle Eolie continua al tribunale di Messina. Nella scorsa udienza erano state sentite le parti offese, alcune delle quali però non ricordavano nemmeno quali erano gli immobili acquistati. Stamane sono stati sentiti i testi delle parti offese che hanno confermato la titolarità degli immobili ai possessori residenti alle Eolie. In pratica, cominciano ad emergere le contraddizioni. Prossima udienza il 12 ottobre.
LA NOTA PRECEDENTE. Ai "domiciliari" erano finiti Stefano Triolo, 59 anni, originario delle Eolie, ma di fatto domiciliato a Roma, e la compagna Samira Nathlouthi, 42 anni. origini tunisine, ultimo domicilio a Napoli, cui è stato imposto l'obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Per Triolo è stato deciso l'obbligo di dimora ad Anzio, in sostituzione degli arresti domiciliari. E' stato difeso dall'avvocato Carmelo Raspaolo. Le parti offese sono difese da avvocati Antonella Longo, Monica Restuccia, Maurizio Cucinotta, Angelo Pajno e Francesco Rizzo. Per la vicenda vi erano già stati cinque rinvii a giudizio, decisi dal gup Maria Arena. Riguardano: Maria Bernadette Cincotta, residente ad Alicudi, Rutilio Taranto, di Santa Marina Salina, Antonio Ilone di San Filippo del Mela e Samira Mahlouthi, tunisino e Stefano Triolo, di Alicudi, quest'ultimi due già agli arresti domiciliari. L'accusa è di associazione a delinquere e truffa. Gli imputati erano riusciti a intestarsi con vari espedienti nelle Eolie case di isolani emigrati in Australia negli anni '50 e '60 e non più tornati per poi rivenderle con lucrose transazioni. Lo aveva scoperto la guardia di finanza di Milazzo e Lipari. Erano stati anche sequestrati 13 immobili ubicati nelle isole di Filicudi, Alicudi e Salina. L'inchiesta, è stata coordinata dal sostituto procuratore di Messina Maria Pellegrino, era durata per oltre tre anni e aveva messo in luce anche la complicità di alcuni professionisti. Gli indagati avevano utilizzato illecitamente le procure loro conferite dagli emigrati e ricorrevano all'usucapione o ad altre procedure di successione, secondo l'accusa senza averne titolo, per acquisire la proprietà degli immobili e quindi rivenderli.