"Per l’assessorato regionale al territorio non c’erano dubbi. Più volte aveva dato parere negativo a costruire in quell’area ma la Provincia di Messina reiteratamente ha rilasciato il nulla osta.
L’area è quella della frazione di Lingua a Salina, che ricade in area protetta (zona B) della Riserva “Fossa delle Felci e Monte dei Porri”, dove la ditta di Sergio Fasulo aveva chiesto l’autorizzazione a realizzare opere per la diretta fruizione del mare, un lido per intenderci che oggi è perfettamente operativo.
Una storia che entra a pieno titolo nell’inchiesta della procura di Barcellona “Isola Verde” sulla valanga di abusi edilizi nella piccola isola dell’arcipelago eoliano.
Un'indagine che partendo proprio dalla località Lingua, si sta espandendo a macchia d’olio in tutta la Sicilia per lo “spessore” dei personaggi coinvolti, 84 gli avvisi di garanzia fra amministratori, politici e giornalisti.
Spessore legato ai ruoli e agli interessi economici degli indagati non certo ai meccanismi che gli stessi riuscivano a mettere in atto dal momento che - come documentano gli inquirenti – la sicurezza e la tutela del territorio era ostaggio di qualche soggiorno gratuito perlopiù all’ombra di manifestazioni che ogni estate coinvolgono insieme ai protagonisti del mondo dello spettacolo anche decine di giornalisti, starlette e politici.
In primo piano, non solo per il nome, la figura di Primo Mario Cavaleri, giornalista-avvocato, caposervizio alla Gazzetta del Sud fino al 2018, ora in “meritato” riposo, nonché delegato provinciale dell’associazione ambientalista Marevivo e anche committente di opere edili da realizzarsi nella località Lingua per un piano di lottizzazione di un complesso turistico stagionale in zona C3. Per lui, una delle accuse del pm Federica Paiola, è corruzione in concorso con l’ex sindaco di Santa Marina Salina Massimo Lo Schiavo e il geometra responsabile dell’ufficio tecnico del Comune Giuseppe Caravaglio. Secondo i magistrati, Cavaleri, prometteva articoli a favore ma anche di intercedere personalmente a sostegno delle ambizioni politiche di Lo Schiavo alla Regione, in cambio di “ingiusti vantaggi patrimoniali” finalizzati alla realizzazione delle opere a Lingua. Una inchiesta che tira in ballo anche il capogruppo di minoranza Marcello Saija (noto docente di Storia delle istituzioni politiche prima presso l’Ateneo di Messina e poi a Palermo) e l’attuale soprintendente ai Beni culturali, Mirella Vinci, all’epoca dei fatti dirigente della soprintendenza ma anche l’associazione Prima Sicilia della quale è presidente Massimiliano Cavaleri, figlio di Mario, sulla quale venivano “caricati” i soggiorni-gadget per gli amici di turno.
Tanti gli interessi documentati dagli inquirenti nell’isola di Mario Primo Cavaleri, che da anni frequenta Salina dove il figlio è organizzatore del Mare Festival, manifestazione artistica di successo “che – documentano i carabinieri di Milazzo - anche grazie alle amicizie del padre, ottiene risalto nella stampa locale e nazionale assicurandosi, tra l’altro, contributi economici dal Comune di Salina”.
Una isola nel sacco, insomma. Una storia antica di scempio del territorio. Dove le regole si interpretano con pericolose discrezionalità.
Prova ne è che per il lido di Fasulo, a Lingua, lo stesso allora sindaco Lo Schiavo – secondo le informative dei carabinieri – si è scoperto ambientalista ed ha incoraggiato una campagna contro, nonostante l’autorizzazione definitiva concessa all'imprenditore, mentre su tante altre palesemente vietate si è chiuso più di un occhio.
Ad accorgersi dei vari inghippi a Lingua di Salina era stata comunque l’associazione di Legambiente presieduta da Gianfranco Zanna, che nel 2015 presenta un esposto-denuncia al procuratore della Repubblica del Tribunale di Barcellona sul lido di Fasulo. In quella denuncia, gli ambientalisti documentano i nulla osta dell’ex Provincia, ente gestore della Riserva, e della Soprintendenza ai Beni culturali nonostante le precedenti censure della Regione.
Fra tira e molla e ricorsi al Tar, il 17 marzo 2015 arriva l’ennesimo via libera a costruire con una motivazione che Legambiente contesta in più punti compresa quella che “la Regione siciliana non ha ancora predisposto i piani di gestione dei siti della Rete Natura 2000 che definiscono gli obiettivi di valutazione del sito e le misure di tutela e salvaguardia”.
Legambiente, infatti, nella denuncia di Zanna, allega il piano in questione firmato dal dirigente generale Vincenzo Sansone già a marzo del 2013. E allega anche foto, tante. Di uno scempio destinato a crescere, in realtà, in altre aree di Salina. Tanto che se è vero che questo lido di Fasulo a Lingua risulta comunque regolare, l’imprenditore è indagato per l'affidamento di un incarico tecnico nell’isola stessa. (messinatoday.it)
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