Unione Buddhista Italiana è impegnata nella cura di tutti gli esseri senzienti: Sea Shepherd è una delle numerose realtà supportate sul territorio in tutta Italia
Con “Operazione Siso” Sea Shepherd Italia, a fianco e a supporto delle autorità italiane, combatte la pesca illegale e tutela l’ecosistema marino del mare Mediterraneo, grazie al sostegno dei fondi 8xmille di Unione Buddhista Italiana
Grazie alla collaborazione tra la Guardia Costiera italiana, la Guardia di Finanza e le costanti attività di pattugliamento delle navi di Sea Shepherd, solo nell’ultimo anno sono stati individuati e recuperati: 224 Km di lenze illegali e migliaia di ami, segnalate imbarcazioni e censite aree di pesca potenziando le attività di polizia in mare delle autorità italiane, 300 FAD (dispositivi di aggregazione dei pesci composti da polipropilene e plastica che rimane nel mare) per un totale di circa 500 km di polipropilene, lenze, ami e reti letali per tante specie marine
“Operazione Siso” di Sea Shepherd - movimento di conservazione degli oceani con attività in tutto il mondo per fermare le attività illegali in alto mare e difendere l’habitat naturale e le specie che lo abitano - prende il nome dal capodoglio ucciso da una rete illegale nel 2017 nelle acque delle Eolie e il cui scheletro è ora simbolo e protagonista del MuMa, il museo del mare di Milazzo (Messina).
Lanciata nel 2018 in collaborazione con Guardia Costiera, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza, Operazione Siso ha l'obiettivo di salvaguardare il delicato ecosistema marino delle Isole Eolie dalle pratiche di bracconaggio e pesca illegale. Operazione Siso è sostenuta anche dai fondi 8xmille dell’Unione Buddhista Italiana, che ha tra le sue priorità l’ambiente e la tutela di tutti gli esseri senzienti.
La vicenda del capodoglio Siso testimonia la presenza di attrezzature di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, nel Tirreno. Le reti derivanti (messe al bando nel 2002 ma ancora oggi utilizzate da criminali del mare) catturano specie di pesci pelagici migratori (come tonni e pesci spada) oltre a rappresentare una trappola mortale anche per altre specie marine, come tartarughe, delfini e gran parte dei mammiferi marini. I FAD, dispositivi di aggregazione dei pesci, oltre ad essere il più grande disastro ambientale per l’inquinamento da plastica dell’intero Mediterraneo, rappresentano un serio pericolo per le tartarughe marine che vi rimangono impigliate, a volte mortalmente.
Spiega Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia: “Abbiamo in comune con la filosofia buddhista il concetto di interdipendenza e compassione per tutti gli esseri.
È esattamente la nostra missione perché tutti dipendiamo da altri esseri viventi, due respiri su tre 'vengono dal mare', perché l’ossigeno è prodotto dal fitoplancton. Il Mediterraneo è il mare più sovrasfruttato al mondo, con oltre il 70% delle specie sovra pescate, in alcune zone il 40% del pescato è illegale, il 30% è frutto di pesca accidentale, se lo sommiamo a un mare ormai riempito di micro e nano plastiche, capiamo che è un ambiente dove la vita dei suoi abitanti è in grande pericolo e noi ‘interdipendiamo’ da loro per continuare a vivere come specie”.
Operazione Siso ha permesso di individuare, solo nell’ultimo anno, oltre 1.700 FAD, per un totale di circa 2000 km di filo e plastica, per lo più in polipropilene, e decine di migliaia di contenitori di plastica inquinanti, abbandonati per sempre nel mare.
Andrea Morello ha anche buone notizie: “Il mare, che ospita l’80% della vita sul pianeta, è resiliente: dove si tutela l’ecosistema, ad esempio stabilendo aree protette, la natura rinasce. Nelle aree marine protette - che nel Mediterraneo sono il 9,7% ma meno del 2% è realmente tutelato - la vita rinasce in fretta. Per esempio nell’Area Marina Protetta del Plemmirio (Siracusa), dove Sea Shepherd è impegnata da più di 10 anni in attività costante di pattugliamento in collaborazione con le autorità locali, in pochi anni è stato registrato il 500% di biodiversità in più. L’Obiettivo 14 dell’ONU 'Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine' si dà come traguardo il 30% dei mari protetti entro il 2030. Dobbiamo raggiungere questo obiettivo rendendolo una priorità per il nostro Paese”.
È dal 2016 che l’Unione Buddhista Italiana sostiene progetti umanitari e sociali in Italia e all’estero, grazie ai fondi 8xmille che, attraverso la dichiarazione dei redditi, si può destinare a una confessione religiosa o allo Stato. Nel 2022 sono stati più di 150 i progetti umanitari sostenuti dall’Unione Buddhista e 40mila i beneficiari raggiunti. Ciascun progetto è selezionato in coerenza con l’idea, che sta alla base del pensiero buddhista, dell’interdipendenza e del prendersi cura, perché ogni essere senziente, umano o animale che sia, è interconnesso e quando ci si prende cura di qualcuno si agisce a favore dell’intera collettività.
L’Unione Buddhista predilige piccole realtà non profit che sviluppano progetti concreti sul territorio rivolti alle categorie più fragili, con particolare attenzione ai diritti umani, al rispetto dell’ambiente e allo sviluppo di una cultura della sostenibilità umana, sociale ed economica. Si tratta di progetti non confessionali a favore della pluralità e della responsabilità sociale, dove l’Unione Buddhista porta un aiuto concreto supportando le reti territoriali esistenti.
Tra gli esempi nel 2023: la produzione di salsa di pomodoro caporalato-free nel leccese; la liberazione dalle reti illegali da pesca che provocano la morte di preziose specie marine nell’arcipelago delle Eolie; i percorsi di meditazione in carcere, da Milano a Palermo, per acquisire consapevolezza e agevolare il reinserimento sociale; gli sportelli di ascolto, cura e cittadinanza attiva presenti in diversi quartieri di Torino; il rifugio in provincia di Rimini dove centinaia di cani, gatti e capre sono accolti e curati; il laboratorio tessile di prodotti artigianali creati dalle donne migranti accolte nel piccolo borgo calabrese di Camini.
L’impatto delle attività finanziate con l’8xmille è evidenziato nell’Impact Report 2022, il primo rapporto di sostenibilità realizzato da una confessione religiosa in Italia. Stilato sulla base degli indicatori dell’Agenda 2030 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, il rapporto è uno strumento di trasparenza nei confronti dei cittadini, utile per pianificare le future azioni di sostegno.
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