Operazione Siso 5: la Conrad scopre una rete derivante illegale nelle Isole Eolie
L’abbiamo cercata tutta la notte, ma alla fine l’abbiamo trovata.
L’attrezzo da pesca più letale di tutti, e per questo vietato da trent’anni: una rete “ferrettara” nel cuore dell’arcipelago Eoliano.
Una volta constatata l’irregolarità della larghezza della maglia, l’equipaggio della M/Y Conrad ha immediatamente effettuato la segnalazione al Corpo delle Capitanerie di Porto-Comando di Milazzo.
Alle prime luci dell’alba le operazioni di recupero sono iniziate. A poche miglia al traverso di Lipari la CP 920 “Bruno Gregoretti” ha salpato sei chilometri di rete derivante “ferrettara” illegale, liberando così il mare da un pericolo per tutti quei mammiferi marini, squali, tartarughe che rimangono inevitabilmente impigliati in questi "muri della morte".
Al suo interno sono stati purtroppo trovati tre tonnetti striati e un pesce spada, tutti soffocati da quella trappola che prende il nome di rete derivante.
Rimarremo in difesa della biodiversità del nostro mare finché ogni illegalità sarà sparita.
Ancora strage di pesci con reti illegali nel mare delle isole Eolie. Stavolta è toccato a tre tonnetti e un pesce spada rimasti soffocati. L’operazione "Siso 5" è stata portata a compimento dalla nave “Conrad”, di Sea Shepherd, che ha scoperto una rete derivante illegale. “L’abbiamo cercata tutta la notte, ma alla fine l’abbiamo trovata”, dicono gli ambientalisti. Si tratta dell’attrezzo da pesca più letale di tutti, e per questo vietato da trent’anni: una rete “ferrettara” nel cuore dell’arcipelago Eoliano.
Una volta constatata l’irregolarità della larghezza della maglia, l’equipaggio ha effettuato la segnalazione al corpo delle Capitanerie di Porto-comando di Milazzo. Alle prime luci dell’alba le operazioni di recupero sono iniziate. A poche miglia al traverso di Lipari la Cp 920 “Bruno Gregoretti” ha salpato sei chilometri di rete derivante “ferrettara” illegale, liberando così il mare da un pericolo per tutti quei mammiferi marini, squali, tartarughe che rimangono inevitabilmente impigliati in questi "muri della morte". Al suo interno sono stati purtroppo trovati tre tonnetti striati e un pesce spada, tutti soffocati da quella trappola che prende il nome di rete derivante.(ANSA)
L'intervento
di Pinuccio Spinella*
Vista la diffusa notorietà che si è stata data all’evento è bene fare alcune considerazioni in merito:
II Regolamento UE 404/2011 allegato XI “ codici degli attrezzi e delle operazioni di pesca” alla voce
RETI DA IMBROCCO E RETI DA POSTA IMPIGLIANTI – indica Reti da posta (derivanti) GND - senza alcuna limitazione all’uso.
Il Decreto 9 gennaio 2012 n 4, art. 2 – Denominazione degli attrezzi da posta – associa alla Piccola rete derivante GND la denominazione “ferrettara”,
Il Decreto 21 settembre 2011 “nuove modalità tecniche per l’utilizzo dell’attrezzo “ferretara” G.U. 223 del 25.09.2011:
- Art 2 “ lunghezza non superiore a km. 2.500; - apertura della maglia non superiore a 100 mm di apertura;
– Art 3 – comma 3 – vieta la cattura delle seguenti specie: tonno bianco; thunnus alalunga; tonno rosso; Tonno obeso;Tonnettostriato; palamita; Sarda sarda; tonno pinna gialla; Tonno onna nera; Tonnetti; tonno del sud; Tombarelli; Pesce castagna; Aguglie Imperiali; Pesci vela; pesce spada; costardelle; squali; Cefalopidi tutte le specie.
Decreto 28 luglio 2016 – catture accessorie – pesce spada non superiore al 5% del peso di altre specie a bordo.
Ciò premesso:
- la piccola rete derivante non è vietata ma può essere utilizzata dalle unità che hanno in licenza di pesca autorizzata “piccola rete derivante GND” (non è riportata in licenza di pesca la denominazione “ferrettara”)
- il decreto 21 settembre 2011 –art.3 – oltre le specie di cui è vietata la cattura – non specifica le modalità che il pescatore deve osservare al fine di evitare di catturare quelle indicate. Se esiste una modalità sarebbe il caso che ne fosse data spiegazione sul come attivarla e non giustificare una pesca accessoria pari al 5% di altre specie presenti a bordo. Anche in questo caso se le altre specie non fossero presenti, quale sarebbe
la soluzione : sanzione per pesca illegale; rigetto in mare; confisca del pescato ecc……
Occorre quindi, per ogni realtà, insulare e costiera, adottare specifica disposizione al fine di sostenere, tutelare la piccola pesca locale e sviluppare una attività di pesca nei principi dello sfruttamento massimo sostenibile e tutela della biodiversità.
Ciò è possibile nell’ambito dell’attuazione dei PGL (Piani di Gestione Locale) ed alla Legge Regionale n. 9 del 28 giugno 2019 ripristinando con appositi provvedimenti i “sistemi tradizionali di pesca” praticato per ogni singola area ed entro le 12 miglia delle proprie acque territoriali.
Nel caso proprio delle isole Eolie, da oltre 150 anni si è pratica una pesca di superficie con reti derivanti (ex palamitara o alalungara) per la catture delle specie pelagiche migratorie e non si sono mai registrate crisi di carenza di quantitativi. Oggi più che mai l’arcipelago abbonda di tonni, pesce spada, alalaunga, lampuga e totani. Ma abbonda anche la presenza dei delfini su cui occorre un dibattito a parte.
Oggi è possibile riattivare un sistema di pesca selettivo; non dispendioso nella gestione della imbarcazione con notevole economia del carburante; attenta gestione del sistema in acqua che si riduce da una lunghezza da km. 2,500 a meno di km. 1.250,00 appositamente contrassegnata con fonti luminose visibile a 5 miglia e con galleggianti ad ogni 250 metri e se del caso anche legata all’imbarcazione e catturare tutte le specie che impigliano- Con separato provvedimento, regolamentare i quantitativi da catturare per ogni singola unità da pesca rapportata alle proprie capacità di pesca ed equipaggio..
Un sistema selettivo che da ampia garanzia ad eventuali impatti di specie protette che possono essere tempestivamente liberate, oltre ad eliminare ogni forma di pesca illegale.
*Componente Consiglio Consultivo Pesca Regione Sicilia
PESCA COSTIERA ARTIGIANALE UE RACCOMANDAZIONI.pdf
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