Nell’isola madre delle Eolie primo tutto esaurito nei quattro pontili galleggianti e a Pignataro, porticciolo rifugio.
Ma i mega yacht di 50 metri in su che continuano a transitare nelle sei isole del Comune di Lipari – da Stromboli a Panarea a Filicudi e Vulcano, oltre che Lipari per mancanza di strutture portuali adeguate – sono costretti a fermarsi in rada. Anche se non si fanno mancare i luoghi panoramici. Le pomici, i faraglioni, gli isolotti di Basiluzzo e la Sciara del Fuoco.
A Lipari la giunta Gullo dopo aver approvato il piano regolatore dei porti sta lavorando su idee progettuali, ma ancora ufficialmente le intenzioni non trapelano, anche dopo aver organizzato una serie di incontri con gli abitanti in tutte le isole.
Il problema piu’ grande ovviamente è Lipari ove con aliscafi e navi non c’è sicurezza di attraccare se nella baia – da Sottomonastero a Pignataro – soffia, per esempio, lo scirocco. E così è capitato piu’ volte nel recente passato che i mezzi di linea si sono dovuti riportare i passeggeri a Milazzo. Non si è ancora messo in funzione neppure lo scalo alternativo di Pignataro che potrebbe essere la soluzione.
“Per rendere la baia sicura – dicono i lupi di mare isolani – basterebbe allungare le due estremità di Punta Scaliddi a Sottomonastero e di Pignataro e si avrebbe finalmente un porto sicuro e adeguato sul modello di Ischia dove però è naturale. Oltre che allungare un braccio a Bagnamare e recuperare il finanziamento di circa 3 milioni di euro per allungare l’approdo degli aliscafi di 120 metri. Si avrebbe anche la protezione di tutto l’abitato che piu’ volte con lo scirocco si ritrova il mare nei negozi e nelle case…”.
In realtà, è accaduto anche che con lievi folate di scirocco le barche attraccate ballavano a piu’ non posso e sui social un video del “filicudaro-milanese” Dargen D’Amico con “Dove si balla” è divenuto virale.
Con il cambiamento climatico si è anche a rischio di “mini cicloni”. Già si sono fatte esperienze di vento – per fortuna di ponente – a 60 chilometri orari.
“Per riflettere seriamente – dicono gli isolani con i capelli bianchi – basti vedere quello che sta accadendo nei Caraibi con il ciclone “Beryl” che si è rafforzato fino a diventare una tempesta di categoria 5 "potenzialmente catastrofica".
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Caraibi, "Beryl" sale a uragano categoria 5 'potenzialmente catastrofico'
Beryl si è rafforzato fino a diventare una tempesta di categoria 5 "potenzialmente catastrofica", afferma il Centro nazionale uragani (Nhc) degli Stati Uniti mentre il ciclone tropicale continua a colpire i Caraibi.
"Beryl è ora un uragano di categoria 5 potenzialmente catastrofico: sono probabili fluttuazioni di intensità, ma si prevede che sarà ancora vicino a tale grande intensità" quando oggi (martedì) si sposterà verso la Giamaica, si legge in un comunicato dell'Nhc.
Secondo un bollettino del Centro nazionale per gli uragani degli Stati Uniti il fenomeno meteoreologico estremo attraverserà i Caraibi con un un potenziale di una grande distruzione.
Si tratta della prima volta nella storia che un uragano colpisce questa zona nel mese di giugno. Una tempesta così potente all'inizio della stagione degli uragani, che nell'Atlantico va dall'inizio di giugno alla fine di novembre, è infatti considerata estremamente rara. Tutte le isole caraibiche sono in allerta dal fine settimana, quando Beryl è passato da tempesta tropicale a uragano di categoria 4 (su un totale di 5).
Secondo le previsioni i venti oltre i 100 chilometri all'ora e le piogge torrenziali dovrebbero colpire anche Dominica e le isole Martinica e Tobago, prima di raggiungere la costa sud-orientale del Messico dove dovrebbe giungere già declassato a tempesta tropicale. I governi locali hanno attivato un allarme uragano ed esortato le persone a cercare rifugi sicuri.
I VIDEO inviati da Alex Giustolisi
https://youtu.be/7Hlhqkm-tjQ?si=9czFU30WcUkUH-6R
https://youtu.be/N7ce0TUdiGc?si=UKr-luc8iRo3pNK1
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2 LUGLIO 2024
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Rassegna stampa GDS.IT
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