di Manuela Murgia
Crisi climatica e siccità invernale hanno riacceso il dibattito sulla crisi idrica e le strategie per combatterla.
In questo quadro Fondazione UniVerde e Marevivo rilanciano l’appello a governo e Parlamento ad adottare misure capaci, nel lungo periodo, di mitigate gli effetti del riscaldamento climatico.
Presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati è stato presentato lo studio “Costi ambientali ed economici della dissalazione”, l’analisi dei casi di Lipari e Lampedusa ha permesso di evidenziare la convenienza, tanto in termini di salvaguardia ambientale che economici, dell’adozione di dissalatori mobili per l’approvvigionamento idrico delle isole minori, che così eviterebbero lo sversamento in aree marine protette della salamoia prodotta durante il processo di dissalazione.
Tra i vantaggi dell’adozione della tecnologia del dissalatore mobile vi sono: l’abbattimento di costi e tempi di costruzione, il risparmio di consumo di suolo per installare strutture altamente energivore e la riduzione delle emissioni e degli impatti ambientali lungo le coste di isole che spesso ospitano aree marine protette.
Alfonso Pecoraro Scanio, presidente di Fondazione UniVerde ha dichiarato a TeleAmbiente: “L’Italia è un Paese ricco d’acqua che deve avere una buona capacità di gestione delle risorse. Abbiamo moltissima perdita ma abbiamo da ristrutturare e fare la manutenzione dei grandi invasi e la crisi climatica impatta molto sull’Italia perché è un Paese Mediterraneo già affetto da desertificazione. Ecco perché affrontare il tema dell’acqua in modo razionale e con una politica integrata è fondamentale. È importante una efficace valutazione scientifica dei costi economici, sociali e ambientali di qualunque opera. L’iniziativa di oggi prevede un focus sugli impatti della dissalazione con impianti fissi, che in base ai dati presentati possono essere molto rilevanti. Dobbiamo tenere conto di soluzioni meno impattanti e, in molti casi, meno costose per la fornitura di acqua potabile e per il risparmio idrico. È anche una questione di buon senso, poiché disseminare le isole minori o interi arcipelaghi di dissalatori fissi, energivori e particolarmente dannosi per la salute dei cittadini e per gli ecosistemi costieri non è una buona politica. L’ipotesi di adottare dissalatori mobili marini, realizzati con tecnologia italiana, rappresenta una valida risposta sia al consumo di suolo che alla necessità di tutelare flora e fauna marine e oggi rappresenta la soluzione più sicura per la fornitura di acqua potabile di qualità alle isole minori”.
A rappresentare le istituzioni, il Capo di Gabinetto del ministero dell’Ambiente, Mario Antonio Scino e la vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Patty L’Abbate.
Mario Antonio Scino: “Cogliamo l’opportunità di discutere di questo studio ‘Costi ambientali ed economici della dissalazione’ presentato dalla Fondazione UniVerde e dalla Fondazione Marevivo per approfondire a livello normativo e amministrativo le migliori soluzioni per accompagnare le tecnologie volte a risolvere le problematiche rappresentate nello studio stesso, anche in attesa dell’approvazione del regolamento europeo sulle acque”
Patty L’Abbate:“La siccità è un problema che si sta intensificando pertanto occorrono azioni concrete per contrastare cambiamento climatico. A livello locale, quando parliamo di isole minori, dobbiamo renderci conto che il dissalatore fisso ha il suo costo e può creare anche una problematica di natura ambientale perché la salamoia che viene fuori come scarto dall’impianto danneggia l’ecosistema. Una soluzione alternativa può essere quella del dissalatore mobile, ovviamente con una valutazione del rendimento e dei costi economici e ambientali.”
VIDEO