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Lipari&Museo: Conferenza su "Destino di un reperto archeologico". Le interviste al dirigente Rosario Vilardo e all'avvocato Francesco Rizzo. Oltre del programma "Il Museo si Racconta", si parla anche del ticket che potrebbe scattare per entrare al castello. 

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 VISITA GUIDATA

Come ogni prima domenica del mese in tutti i musei statali, anche domenica 5 agosto il Museo archeologico Bernabò Brea permette l'ingresso alle sale gratuitamente.
Sarà pertanto possibile visitare gli scavi e il museo archeologico gratis e usufruire di un tour all'interno del museo accompagnati da una guida turistica abilitata pagando solo la guida.
Infatti l'Associazione Guide Turistiche Eolie Messina Taormina offre il tour del museo, dello scavo, della cattedrale e del chiostro normanno al prezzo di € 6,00 per gli adulti, € 2,00 per i ragazzi dai 12 ai 18 anni. 
L'appuntamento è alle ore 10.30 all'ingresso principale del Castello (accanto biglietteria del Museo).

--Domenica 4 Maggio 2014, alle ore 10.30, si svolgerà l'Invasione Digitale al Museo Archeologico Eoliano Luigi Bernabò Brea. L'iniziativa, organizzata dall'Associazione PFM, con la collaborazione dell'Associazione Amici del Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea, aderisce al circuito nazionale delle Invasioni Digitali, un'idea che prevede l'organizzazione di diversi mini-eventi (invasioni) presso musei e luoghi d'arte italiani, nei giorni compresi tra il 24 Aprile e il 4 Maggio. L'obiettivo è quello di diffondere la cultura dell'utilizzo di internet e dei social media per la promozione e diffusione della cultura. I partecipanti sono invitati ad "invadere" pacificamente il luogo nella data e ora programmata con smartphone, macchina fotografica o videocamera, e a condividere la propria esperienza sui social media. Per maggiori informazioni sul progetto e sulle finalità delle Invasioni Digitali visitate il sito web www.invasionidigitali.it.
Di seguito il dettaglio dell'Invasione Digitale in programma:
L'Invasione Digitale comprenderà la visita del Museo Archeologico Eoliano Luigi Bernabò Brea che sorge sul roccione riolitico del "Castello" di Lipari, un'imponente cupola di formazione vulcanica con caratteristiche di fortezza naturale, dove gli abitanti si sono insediati in tutti i periodi in cui si è sentita una necessità di difesa e che contiene, per la maggior parte, reperti archeologici provenienti da sistematiche campagne di scavo, condotte nel territorio delle isole Eolie da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier. Esso è costituito da oltre 40 sale, ubicate in diversi edifici del complesso del Castello.
Punto di registrazione partecipanti e partenza dell'invasione digitale è: Via Castello n.2, davanti l'ingresso del Museo, alle ore 10.30.
La partecipazione all'Invasione Digitale è gratuita. E' previsto solo il costo per l'ingresso al Museo di Lipari (€ 6 intero, € 3 ridotto, fino a 18 e oltre i 65 anni l'ingresso è gratuito)
All'Invasione Digitale in programma sono invitati a partecipare sia i turisti, che avranno in questo modo la possibilità di conoscere il Museo di Lipari, sia i residenti che già lo conoscono e vogliono in questo modo contribuire a far conoscere in tutto il mondo l'immenso patrimonio culturale in esso presente, attraverso la diffusione sul web delle foto più belle scattate durante la visita, diventando in questo modo ambasciatori del proprio territorio.
Per fare in modo che le foto scattate durante le visite guidate finiscano nei giusti canali web ed abbiano maggiore visibilità si invitano i partecipanti a taggare le foto e/o i video pubblicati sui social network usando i seguenti hashtag: #invasionidigitali #siciliainvasa2014 #museolipari

di Lino Natoli

Cari amici, vi allego la mail ricevuta dall'associazione PFM. Credo che ciascuno di noi dovrebbe partecipare all'invasione del Museo armato di macchina fotografica ed entusiasmo.

Allegato troverete il modulo da compilare e consegnare prima della visita. Spero che il Museo di Lipari metta a disposizione un archeologo che guidi il gruppo, altrimenti andremo in giro ugualmente.

La visita è aperta a tutti, quindi avvertite chiunque possa essere interessato a passare un'oretta tra il museo ed il parco a scattare foto e a fare una bella passeggiata domenicale in un luogo straordinario e mai abbastanza valorizzato.

*Presidente associazione "Amici del Museo Luigi Bernabò Brea"

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---di Lino Natoli

Una delle conseguenze della paura è la precarietà. Quando si ha paura non si fa mai nulla di definitivo, di stabile, di solido: ci si rifugia nel precario. Infatti ciò che è precario è facilmente (si dice) rimovibile; è (nel tempo) trasformabile, rivedibile, correggibile, sanabile.
Invertendo i termini, la precarietà produce paura, insicurezza, aggressività. Un circolo vizioso dal quale si esce soltanto se si hanno la capacità ed il coraggio di programmare, di guardare al futuro con ottimismo, di progettare in vista di un bene certo e duraturo.
La precarietà è uno dei limiti che affligge le nostre isole. Abbiamo vissuto per anni nella precarietà per l'assenza di piani urbanistici definitivi, viviamo nella precarietà perché non riusciamo a stabilire delle regole certe per quanto riguarda, ad esempio, l'utilizzazione del suolo pubblico, le gestione del traffico veicolare, i servizi marittimi, lo sviluppo delle strutture portuali. Così la precarietà diventa un alibi sia per chi si rifugia nella realizzazione di strutture precarie (tanto si può sempre smontare), sia in chi le autorizza (tanto si può sempre far smontare). Così il panorama architettonico, pian piano, assume l'aspetto della baraccopoli, le strade si trasformano in un mercato all'aperto tra capanne e bancarelle.
Baracche e bancarelle che testimoniano la nostra indole ed i nostri sentimenti attuali. Per non far perdere tempo nella comprensione a chi viene a visitarci, anche il porto di Sottomonastero sta assumendo la singolare caratteristica del campo per terremotati. Baracche e capanne che s'inseguono rifugiando le più varie tra le attività: servizi, gite, lavoratori portuali, biglietterie in un turbinio di precari prefabbricati che si offre all'ospite che finalmente ha raggiunto la sua meta.
Il porto, qualsiasi porto, ha una dimensione industriale che non si può cancellare, però si può organizzare anche tenendo conto del buon gusto. Non sarebbe una cattiva idea se si definisse un piano nel quale stabilire dove collocare i prefabbricati, quanti, quali caratteristiche imporre, quali materiali di costruzione ed infine identificare chi e perché può richiedere la collocazione di una baracca sul porto, ancorché di gusto e confortevole.
Dico del porto perché ce l'ho a portata di mano, anzi di vista, e perché so che installare un prefabbricato coinvolge più enti, più competenze, più autorità che forse dovrebbero parlarsi tra di loro prima di esprimere un parere.
Si potrebbe continuare parlando delle piazze, delle strade del centro storico, dei punti panoramici, di certe strutture pubbliche e private, ma si rischierebbe di mettere in discussione lo sforzo di coloro che hanno saputo tradurre nella realtà l'afflato romantico dell'antica ed ingannevole metafora dell'amore trionfante; in fondo, ammettiamolo, tutti noi non desidereremmo altro che vivere due cuori e una capanna.

---Egregio Signor Sindaco, mi rivolgo a lei quale massima autorità del Comune di Lipari ma anche appassionato cultore di storia locale. Le invio questo appello perché non so a chi rivolgermi e perché spero che un suo autorevole intervento possa spingere ad agire chi ha poteri e responsabilità.
Sugli organi di stampa e sui siti di informazione online stanno circolando spietate e dolorose immagini di come è ridotta l'area prospiciente il museo archeologico Luigi Bernabò Brea, area che ospita le capanne dell'età del bronzo e i resti più antichi della città greca, gelosamente custoditi prima dal Prof. Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier, quindi da tutti i direttori che si sono susseguiti alla guida le museo.
Uno spettacolo indecoroso che ci offende tutti perché è la testimonianza immediata ed inconfutabile di come tuteliamo e valorizziamo il nostro patrimonio culturale.
Non sembri strano che abbia deciso di rivolgermi a lei. Il museo è il museo di Lipari, insiste sul nostro territorio, racconta la nostra storia, è la struttura culturale più importante e pregiata che Lipari può vantare, ma di cui ha anche la responsabilità, essendo uno dei più importanti musei al mondo. Lo spettacolo delle capanne dell'età del bronzo rappresenta la prima, più importante immagine che accoglie i visitatori dell'area dell'acropoli. Una specie di affresco naturale che s'incastona tra la chiesa dell'Immacolata, l'Addolorata, la Cattedrale ed i padiglioni del museo. Un panorama che ogni anno circa un milione di persone visita e porta con se ansioso di poterlo descrivere e raccontare al resto del mondo. Quell'immagine è parte fondamentale dell'immagine di Lipari, quindi innanzitutto noi eoliani dobbiamo intervenire, secondo le nostre responsabilità e possibilità.
Le chiedo dunque di farsi partecipe presso le autorità competenti perché si proceda immediatamente alla bonifica e ripulitura di quei luoghi restituendoli alla loro dignità, affermando con forza che né il Sindaco di Lipari, né la comunità intera tollererà il ripetersi di simili situazioni. Se è il caso chieda l'affidamento di quelle aree, sono sicuro che il Comune di Lipari saprà assumersi anche le responsabilità altrui pur di restituire il dovuto decoro a quei luoghi. La ringrazio per quanto vorrà e potrà fare.

*Presidente associazione "Amici del Museo Luigi Bernabò Brea"

smerlinodi Saverio Merlino*

Leggere sullo stato di totale abbandono in cui versa il sito archeologico delle Capanne dell'Età del Bronzo nell'area prospiciente il museo archeologico Luigi Bernabò mortifica anche noi dell'Associazione Borgata Lami.
Poiché quel luogo di testimonianza appartiene, principalmente, a tutti gli eoliani e valorizzarlo e tutelarlo è fondamentale per tutta la comunità, noi dell'Associazione Borgata Lami, se autorizzati dalla Direzione del Museo Archeologico o da chi di competenza, siamo disponibili, già da domenica prossima, ad eseguire il diserbamento dell'area delle Capanne dell'Età del Bronzo nell'area del Castello di Lipari.

*Presidente Associazione Borgata Lami

cdelbonodi Christian Del Bono*

La pulizia e la manutenzione dei siti archeologici e dei sentieri vanno inserite in modo inequivocabile e concreto tra le priorità delle amministrazioni locali delle piccole isole. Tali risorse oltre a costituire un patrimonio di inestimabile valore, dovrebbero rappresentare per molte isole il principale elemento di attrazione turistica. Non possiamo che associarci e rilanciare con forza l'appello di Angelo Natoli, relativamente allo stato di scarsa attenzione in cui versano le capanne dell'età del bronzo, situate nella splendida rocca del Castello di Lipari'. Provai analogo imbarazzo e dispiacere, l'anno scorso quando proprio di questi tempi - accompagnando fotografi, giornalisti e studenti del master in comunicazione e cultura del viaggio - ci ritrovammo, in visita ai villaggi di Capo Graziano e Calajunco, con l'erba che sormontava i resti delle capanne preistoriche'. La preoccupazione, va inoltre estesa - sia pure interessando ambiti diversi di competenza - anche allo stato di parziale abbandono in cui versa la sentieristica: preziosa risorsa delle isole minori siciliane; sempre sbandierata ma solo sporadicamente valorizzata in modo adeguato. Non possiamo continuare a sperare di vivere di rendita per quanto ereditato da un'economia rurale ormai in larga parte scomparsa; i sentieri e i muretti a secco necessitano di una manutenzione sistematica per poter mantenere le proprie caratteristiche e continuare ad essere l'unico accesso attraverso il quale esplorare alcuni angoli incontaminati e spettacolari di queste isole. Bene fa, Angelo Natoli ad appellarsi al sindaco. Sono gli amministratori locali che devono tutelare e farsi portavoce in prima persona di istanze fondamentali per la salvaguardia e la valorizzazione dei nostri territori.

*Presidente Federalberghi delle Eolie

---C'è fermento, diceva l'aviatore del film Mediterraneo. C'è fermento potremmo dire anche noi se solo avessimo un po' di tempo per osservare quanto sta accadendo negli ultimi mesi dalle nostre parti. Le associazioni culturali e sociali si moltiplicano, prendono iniziative, si incontrano, elaborano programmi. Giovani scrivono, pubblicano, partecipano a rassegne, fanno concerti, organizzano aperitivi culturali, elaborano soggetti per corti cinematografici, guardano all'arte con sempre più consapevolezza e sempre meno improvvisazione.
Leggono, e lo fanno con puntiglioso spirito critico. Partecipano a quasi tutto ciò che viene organizzato avendo il coraggio di dire ciò che piace e ciò che non sopportano. Insomma, sembra che stia spirando aria nuova, aria capace di risvegliare dalla catalessi una comunità che sembrava morta. Un'aria che contamina persone di ogni età, pronte ad impegnare il proprio tempo senza lamentarsi per contribuire alla realizzazione nuove iniziative. Certo, forse tutto questo, se paragonato a quanto succedeva qualche decennio fa, potrà sembrare poco, ma se solo si pensa a quanto è accaduto negli ultimi anni viene voglia di gridare al miracolo. E senza che intervengano finanziamenti pubblici, talvolta senza neppure che alcuno li richieda.
Ci si chiede allora da cosa nasca questo fermento e quali potranno esserne le conseguenze.
Intanto nasce dalla consapevolezza che delegare, rinunciare alle proprie responsabilità ha quasi distrutto la nostra comunità. Educata ad anni di cloroformio, indolenza, corruttela intellettuale e morale, politica di comparaggio e pressapochismo, la comunità eoliana si è progressivamente spenta consegnandosi nelle mani di furbi ed opportunisti che sopportavano e tollerano ancora la cultura come fumo negli occhi. La riverivano formalmente ma la mettevano sotto i piedi praticamente con comportamenti che una volta si definivano piccolo borghesi, tutti dedicati all'apparenza senza alcuna cura per la sostanza. Proprio perché nessuna forma di contraddittorio potesse mettere in dubbio certi equilibri di potere. Oggi la politica locale si dibatte ancora intorno a questioni di sgradevole interesse. Sarei ingiusto se coinvolgessi tutti in questa critica, ma sembra che l'orizzonte non sia immaginare il futuro e prepararsi a renderlo migliore, ma sistemare l'orto di fronte casa magari affidandosi a ripicche, rancori personali, ambizioni patetiche ed insignificanti. Tutti comportamenti che vengono svergognati da quanto di nuovo sembra prospettarsi. Anziché avvilirsi, ci sono giovani che formano consulte, avviano associazioni; persone che prendono a cuore lo straordinario patrimonio comune di storia, tradizioni, arti e conoscenze senza lasciarsi frenare dal disfacimento della cosiddetta classe dirigente, lavorano perché le cose comincino a cambiare insieme ad altri che negli anni hanno resistito eroicamente.

C'è fermento e questo piace. Ma piace ancora di più e da speranza sentire il fastidio di chi se ne preoccupa.

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