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Panarea - Il lungomare si chiama Giuseppe Cincotta (1898-1969). Medico condotto e "pioniere" del turismo nella piccola isola delle Eolie. L'iniziativa è stata della giunta Giorgianni. Alla presenza delle commosse famiglie Cincotta-Tesoriero-Omero e Baratta, hanno partecipato le autorità locali e centinaia di amici provenienti dalle altre isole eoliane e da Messina e dintorni.

Nella sempre bella Panarea, é arrivato il momento. Nella giornata, particolarmente patriottica del 2 Giugno, é sbarcato il ricordo del dottor Giuseppe Cincotta. Colui che fu il fondatore del turismo di Panarea che fece da traino anche per le altre sei isole dell'arcipelago. L'accoglienza calorosa dei parenti nel momento della dedica del lungomare all'indimenticabile figura entrata nella storia di tutto il turismo eoliano. La commozione della nipote Angela Tesoriero che fra le lacrime ha ricordato come questo momento era atteso da mamma Margherita che ha raggiunto papà prima della dedica. Un bel momento per l'"isola-emozione" come ormai viene chiamata Panarea.

Le interviste al sindaco Marco Giorgianni, ai familiari, Edoardo Omero, Lina Cincotta, Lidia Cincotta, Angela Tesoriero, Achille Omero ed al deputato regionale Nino Germanà. 
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A seguire il video integrale della cerimonia con gli interventi di parenti ed amici, oltre che del parroco Lio Raffaele intervenuto eccezionalmente, visto che non è piu' sacerdote dell'isola.  

Un servizio speciale sarà anche realizzato dal regista Bartolino Costa e poi trasmesso dal Notiziario. 

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I VIDEO GIRATI IN DIRETTA A PANAREA

Bartolino Leone era in diretta

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LA STORIA

L'isola di Panarea era piccola e verde, le sue acque straordinarimanete limpide, la gente gentile e servizievole. Non vi erano strade che permettevano l'arrivo di automobili, non vi era luce elettrica, l'acqua bisognava pomparla dalle cisterne con rudimentali strumenti a mano, le comunicazioni difficili, si poteva parlare con il continente solo via radio e raramente si riusciva a capire qualcosa. Gli abitanti di Panarea erano meno di duecento, in maggioranza anziani. Sull'isola vegliava, e regnava, un vecchio Gattopardo. Era medico e si chiamava Giuseppe Cincotta. Era un uomo di grande intelligenza, dalla figura imponente, lo sguardo acuto, l'eloquio ironico e sibillino.

L'attività principale del vecchio Cincotta consisteva, oltre che nell'esercitare la professione di medico condotto, nel comprare case e nell'allevare i figli. Di case ne comprò decine. Di figli ne ebbe cinque, tre femmine e due maschi. Allora era facile comprare. Gli emigrati le vendevano a poco, un pò per tagliare tutti i ponti con l'isola mai amata.

Cincotta aveva tempo da spendere, e così si applicava a mettere d'accordo fratelli, sorelle, cugini, spesso proprietari della stessa casa, o di minuscoli pezzi di terra con un rudere da riattare. Nacque il villaggio Cincotta. Le case comprate dal vecchio dottore, divise in stanze a due letti sommariamente arredate, venivano affittate ai primi turisti che scoprivano Panarea.

In un ristorante centrale, su una terrazza a picco sul mare, venivano serviti enormi piatti di pastasciutta ed insalate di pomodoro.
Fu la nascita dell'albergo Cincotta a mettere in movimento il turismo a Panarea. Il vecchio dottore era nel giusto quando diceva che questo era uno dei posti più belli del mondo e che la gente avrebbe finito per accorgersene.

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RASSEGNA STAMPA. INTERVISTA DI SERGIO ZAVOLI PER LA RAI

Panarea, "il futuro delle Eolie...". Parla Giuseppe Cincotta. Intervista rilasciata a Sergio Zavoli nel 1959 

di Edoardo Omero

eomero

Per non dimenticare: intervista a mio nonno Giuseppe Cincotta, realizzata da Sergio Zavoli nel 1959 per la Rai.  Pensava al futuro di Panarea e delle Eolie. Innovativo già in quell'anno..

Indubbiamente non è facile oggi fare il sindaco ma ritengo ci voglia una visione nel lungo termine  Uomini che hanno visto il mondo e sono fuori dai provincialismi o piccoli interessi di bottega.

di Sergio Zavoli

Omaggio al dott. Giuseppe Cincotta, "uomo autorevole e lungimirante, perno sul quale cominciano a girare i giorni felici di Panarea

Video

PANAREA SI VESTE DI NUOVO servizio giornalistico di Sergio Zavoli 

 

I GATTOPARDI DI PANAREA NELL' ISOLA DEL PARADISO - la ...

 

PANAREA Viste dal finestrino d' un jet, le Eolie sembrano una manciata di sassi deposti sapientemente a fior d' acqua. E dall' alto si dice che ...

 
 

Hotel La Piazza Panarea
Hotel La Piazza S.r.l. 
Via San Pietro 98050 
Panarea Island
Eolie - Sicily - Italy
Tel: +39 090-983154
+39 090983003/176
Fax +39 090-983649
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REPUBBLICA.IT 9 AGOSTO 1988
di Alberto Iacoviello

I GATTOPARDI DI PANAREA NELL' ISOLA DEL PARADISO

PANAREA - Viste dal finestrino d' un jet, le Eolie sembrano una manciata di sassi deposti sapientemente a fior d' acqua. E dall' alto si dice che sia cominciata la leggenda di Panarea. La guerra era appena finita e un giorno di primavera Neno Vicentini, detto il comandante, un curioso personaggio che fu medaglia d' oro della Resistenza non so in quali formazioni, volava su un vecchio aereo militare.

Vide Panarea, vi girò sopra un paio di volte, e giurò a se stesso che in quell' isola si sarebbe costruito una casa. Ma quando, qualche tempo dopo, vi sbarcò, anche altri l'avevano scoperta: Leonardo Cremonini, Anselmo Francesconi, mezzo mercante e mezzo pittore, e Giulio Contarini, un romagnolo piccolo, magrissimo, nero nero, arredatore e gran cercatore di oggetti d' arte e di artigianato, che ancor oggi riempiono un negozietto sul porto, in una confusione voluta. Abitarono in casa d' un prete, pagando un fitto miserrimo. Si guardarono attorno e a poco a poco trovarono terreni da acquistare con vecchi ruderi da restaurare.

Cremonini si fece una casa a Drautto, la parte dell' isola rivolta verso Lipari, Francesconi e Contarini a Idditella, la parte che invece guarda verso Stromboli. Fu come un segnale. Anno dopo anno da una vecchia motonave, la Lipari, che una volta alla settimana d' inverno e due d' estate, faceva il giro delle isole partendo da Napoli, sbarcarono altri personaggi: i fratelli Verbisciach, con una fama di play boys, due anziane e inseparabili signore inglesi, di cui una aveva gallerie a Londra e a Zurigo, una contessa Bettelheim e quindi lo stesso Neno Vicentini.

Sebastiano Matta vi fu chiamato da Cremonini, con un telegramma che diceva: Se mi mandi duecentomila lire, ti compro un terreno e un rudere nel posto più bello del mondo. Matta non esitò: mandò il denaro a Cremonini, e quando vi arrivò assieme alla moglie di allora, Matilde, si trovò proprietario di un pezzo di terra situato su un cucuzzolo quasi a picco sul mare, di fronte a Stromboli, dalla cui cima, di sera, partivano verso il cielo scintillanti lingue di fuoco. E in poco tempo vi costruì una casa bellissima.

A tutti costoro Panarea sembrò un paradiso. L' isola era piccola e verde, le sue acque straordinariamente limpide, la gente gentile e servizievole. Non v' erano strade che permettevano l' arrivo di automobili, non v' era luce elettrica, l' acqua bisognava pomparla dalle cisterne con rudimentali strumenti a mano, le comunicazioni difficili, si poteva parlare con il continente solo via radio e raramente si riusciva a capire qualcosa.

La vecchia motonave Lipari, affiancata poi da una più piccola, la Eolo, si fermava a cento metri dalla terra dove si sbarcava a bordo di barche a remi chiamate rollo, sapientemente guidate dal vecchio don Salvatore Tesoriero, delegato del sindaco del comune di Lipari, di cui tutte le Eolie fanno parte, e dai suoi figli. Gli abitanti di Panarea erano meno di duecento, in maggioranza vecchi. I giovani emigravano in Australia appena potevano. Abbandonate, così, si presentavano le coltivazioni a terrazze di viti e di olivi. Quasi nessuno faceva il pescatore: per paura del mare, come in tutte le comunità contadine, e perché a quel tempo non si sapeva a chi vendere il pesce.

Sull' isola vegliava, e regnava, un vecchio Gattopardo. Era medico e si chiamava Giuseppe Cincotta. Era fuggito da Stromboli dopo un terremoto. Vi era tornato qualche tempo dopo per assistere al matrimonio d' un parente stretto e nel bel mezzo della festa la terra aveva tremato di nuovo. Ne ripartì precipitosamente giurando che non vi sarebbe tornato mai più. Era un uomo di grande intelligenza, dalla figura imponente, lo sguardo acuto, l' eloquio ironico e sibillino. Quando arrivai la prima volta a Panarea avevo la febbre.

Lo feci chiamare e lui, dopo avermi visitato, senza trovar nulla di grave, spalancò la porta della stanza e mostrandomi il mare con un gesto regale, disse: Lei è arrivato nel luogo più salubre del mondo. Anche se fossi il miglior medico della terra non potrei prescriverle medicina più efficace. L' attività principale del vecchio Cincotta, di cui diventai, negli anni, grande amico, consisteva, oltre che nell' esercitare la professione di medico condotto, nel comprare case e nell' allevare figli. Di case ne comprò decine.

Di figli ne ebbe cinque, tre femmine e due maschi. Allora era facile comprare. Gli emigrati le vendevano a poco, un po' per tagliare tutti i ponti con l' isola mai amata. Cincotta aveva tempo da spendere, e così si applicava a mettere d' accordo fratelli, sorelle, cugini spesso proprietari della stessa casa, o di minuscoli pezzi di terra con un rudere da riattare.

Nacque così quello che adesso si chiama il villaggio Cincotta. Le case comprate dal vecchio dottore, divise in stanze a due letti sommariamente arredate, venivano affittate ai primi turisti che scoprivano Panarea. In un ristorante centrale, un terrazza a picco sul mare, venivano serviti enormi piatti di pastasciutta, da un cameriere di Lipari, Giuseppe, che a Panarea si trasferiva durante l' estate.

Si trascorreva una vacanza bonaria, a prezzo modesto. Il mare era favoloso, si veniva caricati al mattino in grandi barconi che depositavano i bagnanti su uno degli scogli a poche centinaia di metri Lisca Bianca, Lisca Nera, Dattilo, Basiluzzo, Calajunco, la Calcara per essere ripresi qualche ora dopo cotti dal sole e stanchi delle lunghe nuotate. A sera era uno spettacolo assistere alla cena della famiglia Cincotta, riunita attorno a un tavolo dal quale si dominava il ristorante, con il dottore a capotavola e la moglie, una gentile signora sud-americana, unica donna nella vita di don Giuseppe, di fronte, silenziosa e schiva. Ogni tanto gettavano l' ancora in rada barche a vela dai proprietari con nome prestigiosi.

Si fermavano poco, e i loro occupanti scendevano a terra per bere un caffè nel bar del vecchio Catania o per dare uno sguardo, spesso trovandovi cose di grande gusto, al negozio di Giulio Contarini, che durante l' inverno girava la Sicilia per cercarle. Impossibile mancare, due volte alla settimana, la partenza struggente della Lipari che tornava a Napoli proveniente da Messina, e il cui arrivo veniva preannunciato, prima che sbucasse da dietro gli scogli del faro, da un lungo fischio di sirena.

Fu la nascita dell' albergo Cincotta a mettere in movimento il turismo a Panarea. Il vecchio dottore era nel giusto quando diceva che questo era uno dei posti più belli del mondo e che la gente avrebbe finito per accorgersene. Fosse stato per lui, però, l' isola sarebbe rimasta un luogo per persone di condizione modesta, in grado di spendere lo stretto necessario per una vacanza di mare. Matta, Cremonini, Vicentini, i Ruspoli, i Sirignano, Mauro Mancia, che a poco costruirono case, li considerava fiori all' occhiello.

Da costoro, del resto, Cincotta era rispettato, dato che a lui ci si poteva rivolgere contando sulla sua cortesia. Sbagliò, invece, nel pensare che il suo monopolio sarebbe durato a lungo. Sull' onda di un turismo che diventava sempre più numeroso, sorsero i primi ristoranti. Nino il Nero, con sua moglie Adelina, ne organizzò uno proprio sul porto. Vi si mangiava del buon pesce dato che Nino finì con l' imparare l' arte della pesca. E poi Fanino, gran muratore che ha costruito case splendide, Pina, Sulfaro, Tindaro, Paolino, con una dolce moglie diventata, forse per amore, gran cuoca e così via.

Da principio quasi tutti costoro si disputavano le cernie di Mario Alberti, formidabile subacqueo, che ancor oggi, giorno dopo giorno, rovista tutte le tane sparando solo alle grandi e aspettando che le piccole crescano. Anche Mario Alberti è stato uno dei pionieri dell' isola e ad essa è rimasto profondamente legato, come del resto quasi tutti gli altri sbarcati nell' immediato dopoguerra. Più tardi, però, il mestiere di pescatore si diffuse, e si diffusero anche le barche che a Panarea venivano a vendere il pesce spada, di cui si mangiavano fette enormi, alla pizzaiola o arrosto.

La più diretta concorrenza a Cincotta nacque con l' albergo La Piazza, costruito dai fratelli Verbisciach e animato da Maria Teresa, una donna di verve straordinaria, moglie di Gianni, uomo gentile e pigrissimo. Ma il vecchio dottore non se la prese. Capì, infatti, che il sogno dei Verbisciach, di fare di Panarea una specie di piccola Capri, non si sarebbe mai avverato.

L' isola si difendeva con la lontananza, l' assenza di tradizione, la difficoltà delle comunicazioni, la mancanza della luce, la necessità di risparmiare acqua e soprattutto l' assoluta impossibilità di circolare in un' automobile. La Piazza ebbe una sua clientela tra gente che amava il bridge e i cocktail d' un barista esperto.

Ma i vecchi patiti di Panarea non abbandonarono mai Cincotta. Ugo Baduel e Laura Lilli, ad esempio, che pur trascorrevano, per la verità più Ugo che Laura, interminabili serate al bar della Piazza continuarono regolarmente ad abitare una stanza di casa Caletta, una delle più belle dell' albergo del vecchio dottore. Né vi abitò mai Renato Nicolini, che da giovane architetto frequentò l' isola, nuotando per ore, maschera e pinne, fianco a fianco alla sua compagna di allora, Vanna Fraticelli. Decisivo, invece, per Cincotta e per l' isola, fu l' arrivo di Paolo Tilke, sbarcato negli anni sessanta da Parigi, assieme a una moglie bella e intraprendente.

Era un gigante biondo, di cui non si conosceva bene il passato ma che Cincotta, con il suo intuito infallibile, classificò subito come un nemico potenziale. E in effetti, dopo essersi installlato in una casa abbastanza malmessa, Tilke studiò i metodi adottati dal vecchio dottore per comprar case e terreni. E li copiò.

Dapprima piccole operazioni di compravendita che gli permisero di accumulare un capitale iniziale, poi un bar sullo scoglio del faro, poi case da lui costruite con grande maestria su terreni da lui comprati e poi venduti e infine l' albergo Raya, oggi assai frequentato, affiancato da una boutique piena di sete indonesiane. La gente di Panarea, all' inizio, non lo amò, anzi lo osteggiò apertamente, probabilmente per soggezione al vecchio dottore.

Al quale chiesi una volta come andassero i suoi rapporti con il nuovo concorrente. Quando ci incontriamo mi rispose ci abbracciamo con le spalle. Tilke dovette superare non poche difficoltà. Ed ebbe coraggio e talento. Per farsi rispettare dagli isolani escogitò un sistema assai originale. Comprata una barca di Matta, che si chiamava il Sant' Uccello, usciva da solo o con la moglie Miriam, quando il mare era in tempesta e i pochi pescatori avevano tirato a secco le loro, incrociando per ore tra Panarea e Basiluzzo.

La gente guardava il gigante biondo ritto al timone investito dai flutti ammirando la sua forza e il suo coraggio. E a poco a poco cominciò a rispettarlo. Lo stesso Cincotta, ormai vecchio e stanco, si trovò costretto ad annacquare la sua ostilità. Prima di morire dovette prendere atto che Tilke era riuscito a costruire un albergo in un punto che domina l' isola, più in alto di tutte le case da lui comprate nel corso di alcuni decenni. Il funerale, tuttavia, se avesse potuto vederlo, l' avrebbe ripagato da questa sola, grande amarezza della sua vita: quando il feretro venne sbarcato da Messina, dov' era morto, tutti gli abitanti di Panarea erano sul porto in lacrime.

Un addio corale e commovente a un uomo la cui scomparsa chiudeva per l' isola un' epoca. Son tornato a Panarea dopo molti anni. C' era Giulio Contarini, sempre più piccolo nel suo negozietto sempre più zeppo di cose belle e meno belle, c' era Alik Cavaliere, che come sempre navigava assieme alla moglie Adriana con la sua piccola vela senza motore, c' erano i Verbisciach non più proprietari della Piazza venduta agli eredi Cincotta, i quali come ogni anno, ai primi di luglio, hanno accolto sul molo il dottor Onofrio, l' unico della famiglia emigrato a New York dove vive, era atteso Leonardo Cremonini nella sua bella casa da Drautto, c' era Esmeralda Ruspoli, che dopo aver girato

L' Avventura di Antonioni non ha mai interrotto la tradizione di lunghe vacanze a Panarea nella piccola e graziosissima casa di Idditella, c' era Gianni Spanò come sempre infagottato in un camice bianco nel suo soffocante negozio di generi alimentari, c' era Malitte Matta, con il suo inconfondibile cappello arancione, c' era Anselmo Francesconi chiuso a dipingere da mattina a sera, e pochi altri della Panarea di allora, compreso Mario Alberti che continua a pescare cernie, e la signora Guadagni che d' estate continua ad aprire la sua bella boutique di Panarea. Il vecchio fornaio Catania, sempre più magro, che d' inverno costruisce anche lui case accurate, continua a sfornar pane due volte al giorno, l' unico pane che Panarea consuma. Gli altri, tutti gli altri, mi son sembrati folla anonima, che non si presta a storie. Ma l' isola, nel complesso, m' è sembrata migliorata.

Non ho visto brutture edilizie: qualche casa di troppo, forse, ma senza vistose deturpazioni del paesaggio. C' è la luce elettrica, benedetta dagli abitanti in contrasto con l' opinione, e la battaglia condotta da alcuni dei proprietari di case per l' estate che, fregandosene delle esigenze di chi a Panarea vive tutto l' anno, trovavano più romantici i lumi a petrolio. L' isola è più pulita, il mare è sempre splendido, le automobili sempre assenti, l' approvvigionamento idrico più regolare. Insomma il paradiso è rimasto.

Salvo forse quella concentrazione di barche di lusso che, chissà perché, si radunano tutte nelle stesse baie e alle stesse ore. Pare che molti ricchi preferiscano stare insieme negli stessi posti, per valutarsi l' un l' altro. Ma, a ben pensarci, è un bene. Angoli di straordinaria bellezza rimangono infatti, così, deserti, per la gioia di chi li conosce e ad essi giorno dopo giorno ritorna, rispettando però una vecchia regola non scritta che consiglia di passare oltre, di cercare altri posti se in quello desiderato qualcuno è arrivato prima.

A Panarea questa regola è ancora rispettata. E la tendenza a un certo imbarbarimento, altrove diffuso, qui m' è sembrata lontana. Persino la storica ostilità tra i Cincotta e i Tilke sembra essersi placata: hanno scoperto che rispettare gli uni il lavoro degli altri val meglio che continuare ad abbracciarsi con le spalle. Però io stesso, fedelissimo sostenitore del clan Cincotta, ho messo finalmente piede, ospite di Anselma e Giuliano Ferrara, nel ristorante di Tilke, rivangando piacevolmente con Paolo i tempi delle passate ostilità.

L'INTERVENTO

di Caterina Tesoriero

Caro Direttore (anticipatamente la ringrazio per lo spazio reservatomi. Amaro sfogo, incredulità e sorpresa per me, anche se son passati tanti anni!

Tre giorni fa' ho scoperto un'amara sorpresa, un giornalista, un tale Alberto Jacoviello ha pubblicato su: 'La Repubblica' nel
lontano 1988, menzionando personalità note e fatti del luogo (Panarea). Ma oggi, dopo aver letto quanto abbia scritto, prendo foglio e penna e smentisco categoricamente molti punti citati dal Signor giornalista 'attenzionandolo' che, non ha menzionato un altro 'Gattopardo di Panarea' (come li ha definiti lui), che come figlia, me ne vanto e sono orgogliosa di aver avuto un papà così regale ANDREA TESORIERO Agente Tecnico Capo Faro della stessa isola e anche il primo 'Capo Rollo' negli anni '50 e '60.
Non penso che sia stato un uomo invisible. "Invidiabile Si" per la sua bontà e animo gentile. Il suddetto giornalista ha cercato di annullarlo (pensa lui) per non far emergere la superiorità e le doti umane su tutti gli altri da lui citati.
Mi rammarico, per quanta ingiustizia e superficialità esista in questa gente 'ipocrita' su questo angolo meraviglioso del globo
terrestre. La ringrazio.

Le allego una documentazione dell'anno 2003:

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---Giovedi'  21 gennaio 2016 a Messina avrà luogo l'incontro su "TAX CREDIT DALLA RISTRUTTURAZIONE ALLA DIGITALIZZAZIONE Ammodernamento strutturale e sfida digitale per gli alberghi", organizzato da Associazione Italiana Confindustria Alberghi, in collaborazione con Confindustria Messina e con il supporto tecnico di HermesHotels. L'incontro si terrà presso la sede di Confindustria Messina alle ore 9.30 (Piazza Cavallotti Felice, 3)

Il Tax Credit Digitalizzazione invece permette, sia alle imprese ricettive e in parte alle AdV e ai TO, il recupero delle spese sostenute per tutte le attività legate all'informatizzazione e alla promozione on line.

Nel corso dell'incontro, si affronteranno temi legati ai Tax Credit, descrivendone modalità di funzionamento e relative opportunità per il settore, per poi passare alle strategie utili per promuovere il proprio prodotto sfruttando al massimo le presenza sul web.

*Confindustria Alberghi

Successo di presenze e tanta curiosità per lo stand della Associazione albergatori di Panarea a Rimini dove numerosi sono stati i riscontri da parte dei tour operator esterni presenti in fiera. Sorteggiati anche 3
soggiorni nell' amata isola delle Eolie, per la prossima stagione estiva. Il traguardo raggiunto dai diversi albergatori, in questa tre giorni in contatto con gli operatori del settore, ha inoltre stimolato
l' organizzazione per i prossimi appuntamenti in fiera a Londra e Monaco, per confermare e incrementare il "prodotto Panarea" nel circuito internazionale.
Mi ritengo soddisfatto per l'iniziativa ; aggiungo altresì che verrà inserita anche un manifestazione a Vienna e per il settembre 2015 sulla scorta di un protocollo di intesa sottoscritto con la provincia regionale di Messina , ospiteremo delegazione cinese ( giornalisti accreditati con le più importanti testate giornalistiche cinesi e mondiali) al fine di attingere anche all'importante segmento e flusso turistico. Auspichiamo un coinvolgimento delle istituzioni e dell'amministrazione locale.

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La Delegazione Confindustria Alberghi di Panarea parteciperà compatta alla 51° edizione di TTG Rimini, fiera internazionale del Turismo, che si svolgerà dal 9 all'11 ottobre.

Si tratta della prima volta in assoluto che tutti gli albergatori di Panarea si uniscono per promuovere l'isola, ed è anche la prima volta che il prodotto Panarea partecipa in autonomia, con il coordinamento della Delegazione Alberghi Eolie di Confindustria Messina, ad una manifestazione fieristica internazionale.

TTG Rimini è l'evento clou dell'anno per il settore, la fiera in cui tutta l'industria dei viaggi, nazionale e internazionale, si riunisce per presentarsi, contrattare, attivare nuovi business, confrontarsi.

"L'iniziativa di presentarsi uniti a questo importante appuntamento si è concretizzata grazie alla volontà e capacità di aggregazione degli Albergatori dell'Isola – dichiara il Presidente della Delegazione Eolie di Confindustria Messina, avv. Eduardo Omero – e si tratta solo un piccolo tassello nelle opportunità che possono nascere dal fare rete; perché la cooperazione, nelle sue varie forme, consente, soprattutto alle imprese di ridotte dimensioni, di ottimizzare le risorse, elevando la competitività".

"Dopo il supporto dato all'Amministrazione del Museo Eoliano per agevolare la riapertura dell'Antiquarium di Panarea, la presenza dalla Delegazione Confindustria Alberghi di Panarea, con tutti gli albergatori dell'isola, alla fiera internazionale conferma – dichiara il Presidente di Confindustria Messina, Alfredo Schipani - l'attenzione dell'Associazione verso la stretta correlazione tra industria turistica e territorio, che è il principale fattore di attrattività per le imprese che operano nel settore".

di Edoardo Omero

1) Accordo Associazione Italiana Confindustria Alberghi e UniCredit. Prosegue la serie di appuntamenti sul territorio per la presentazione dell'accordo tra Associazione Italiana Confindustria Alberghi e UniCredit e in questo quadro Confindustria Messina ha ospitato il quarto incontro seminariale a diretto vantaggio delle imprese alberghiere.

UniCredit ha stanziato un primo plafond di 300 milioni di euro per l'erogazione di finanziamenti tarati sulle esigenze specifiche degli operatori del turismo, per ampliare, costruire, acquistare, ammodernare strutture alberghiere, rinnovarne le attrezzature e gli arredamenti, rimuovere le barriere architettoniche, sistemare gli impianti e adeguare i materiali alle normative più recenti.

La durata del finanziamento, rimborsabile su un orizzonte temporale di 22 anni per i prestiti di natura ipotecaria, rappresenta l'aspetto più innovativo del prodotto finanziario.

"Il Turismo, stanziale e non di transito, è un indotto essenziale per lo sviluppo del nostro territorio. – dichiara Alfredo Schipani, Presidente di Confindustria Messina - Siamo, quindi, orgogliosi di questo accordo, trattato da Associazione Italiana Confindustria Alberghi per essere sempre vicini alle nostre imprese, volto a riqualificare l'offerta ricettiva, adeguandola agli standard internazionali".

"Grazie all'accordo con UniCredit – dichiara Barbara Casillo, Direttore di Associazione Italiana Confindustria Alberghi – le strutture alberghiere ottengono un supporto importante per garantire gli investimenti in una logica di lungo periodo e potenziare la propria competitività.

Poter essere qui oggi e rivolgerci ad uno dei maggiori poli di eccellenza del turismo italiano accresce, grazie anche al recente accordo di doppio inquadramento siglato con Confindustria Messina, l'ampia gamma di servizi messi a disposizione delle strutture ricettive associate".

"Il turismo rappresenta per tutta la Sicilia e in particolare per Messina un potente volano di sviluppo – dichiara Vincenzo Tumminello, Deputy Regional Manager Sicilia di UniCredit. L'accordo è la dimostrazione concreta che con azioni sinergiche si possono liberare risorse utili per innescare un ciclo virtuoso che travalichi i confini del singolo territorio e coinvolga numerosi settori industriali".

L'accesso all'intesa siglata con Unicredit è riservato alle strutture alberghiere aderenti a AICA - Associazione Italiana Confindustria Alberghi e il Direttore di Confindustria Messina, Laura Biason, ha illustrato le opportunità dell'accordo raggiunto con A.I.C.A. che "assicura alle Strutture ricettive associate a Confindustria Messina il doppio inquadramento nel sistema confindustriale. L'adesione anche all'Associazione nazionale di categoria consente il potenziamento dei servizi a disposizione delle imprese e la possibilità di acquisire i vantaggi di una serie di accordi, tra cui le migliori agevolazioni SIAE e l'accesso all'accordo con Unicredit per finanziare piani di investimento sulle strutture ricettive".

Sebastiano De Luca, Presidente della Sezione Turismo di Confindustria Messina e membro del board Associazione Italiana Confindustria Alberghi, ha concluso il lavori sottolineando che "l'intesa con UniCredit costituisce un'occasione unica per gli alberghi, in un momento in cui l'accesso al credito è difficilissimo. UniCredit crede nel nostro prodotto turistico, sul quale ha deciso di investire, e questo ci consente di renderlo maggiormente appetibile e competitivo. Oggi è essenziale investire per non restare fuori dal mercato e acquisire nuovi obiettivi, quali la domanda del turismo congressuale e culturale, destagionalizzando l'offerta e creando sviluppo e nuovi posti di lavoro".

2) Seminario "I territori all'Expo" - 19 marzo 2014 - h.10.00 – diretta streaming in Confindustria Messina.

L'Expo 2015 rappresenta la prima grande opportunità per il Sistema Paese e una formidabile vetrina per il Made in Italy, una leva di rilancio per il turismo e un volano di promozione e sviluppo per i territori.

Per sfruttare appieno il suo potenziale è fondamentale sviluppare un raccordo tra istituzioni, enti locali, camere di commercio e organizzazioni imprenditoriali, attraverso una vera e propria "cabina di regia" a livello regionale. Solo così potremo garantire una sinergia efficace sui progetti e le iniziative che nascono a livello locale per rendere più attrattivi i territori e convogliare flussi di turisti e operatori in tutto il Paese.

Per approfondire le diverse opportunità di partecipazione all'Expo 2015, Confindustria organizza, in collaborazione con il Direttore dell'Area Mezzogiorno Massimo Sabatini, un seminario tecnico per presentare il ruolo e le iniziative delle amministrazioni locali e illustrare le risorse finanziarie che le amministrazioni centrali, le regioni e i comuni intendono destinare al percorso di avvicinamento alla promozione del territorio.

Confindustria Messina offre la possibilità ai propri associati di seguire, presso i propri uffici, i lavori in diretta streaming. Pertanto gli interessati a partecipare, potranno comunicarlo alla D.ssa Annalisa Moschella (a.moschella@confindustria.messina.it).

---Senza almeno una pista non si va avanti. Mancano alle isole Eolie le infrastrutture. Per avere un'idea...

Non si ferma la crescita di Birgi: nel 2013 quasi 2 mln di pax

AEROPORTI. Uno stimolo in più verso il rinnovo del contratto quinquennale che legherà Ryanair all'aeroporto di Birgi. La crescita esponenziale dello scalo trapanese, per quanto riguarda il traffico passeggeri, non subisce flessioni e anzi il Vincenzo Florio continua a restare tra i primi aeroporti a livello nazionale con la crescita maggiore. I passeggeri transitati a Birgi da gennaio a novembre 2013 sono stati 1.783.377 di cui 1.198.934 per voli nazionali (+16%) e 582.804 per voli internazionali (+29%). Un aumento di oltre il 20% rispetto allo stesso periodo del 2012.

*Presidente Confindustria alberghi Isole Eolie - Componete direttivo ebit

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