Lipari - Inaugurata grazie ai privati la "resturata" chiesa delle Anime del Purgatorio. Ha presenziato Don Peppino Mirabito, insieme ai grandi protagonisti: i soci dell'associazione "Cosma e Damiano", diretti da Mimmo Ziino e l'ingegnere Emanuele Carnevale che con il suo studio ha curato la progettazione.

Presenti le massime autorità locali ed un folto pubblico nella splendida penisoletta del Purgatorio. Un "gioiellino" del 1545 è ritornato a splendere in uno degli angoli piu' belli dell'Arcipelago Eoliano. Ma come sentirete è solo il primo passo...

Le interviste a Don Peppino Mirabito, all'ingegnere Emanuele Carnevale, al vice presidente Mimmo Ziino ed al dirigente della Soprintendenza di Messina Marisa Mercurio.

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Eolian Bunker Sel

IL VIDEO DELLA CERIMONIA.

L'INTERVENTO

di Felice D’Ambra

Stasera I° Luglio Ore 20,00 Inaugurazione Restauro Chiesa del Purgatorio.

La Chiesa del Purgatorio e la vecchia Capitaneria di Porto di allora, era il biglietto da visita e di benvenuto a Lipari, era il primo meraviglioso impatto che i forestieri appena sbarcati sulla banchina potevano ammirare.

La Chiesetta del Purgatorio è la più bella e anche la più misera Chiesa di Lipari, tanto da sembrare non Chiesa di appartenenza del mondo ecclesiastico e non solo. Non esistono statue marmoree, lignee, di ceramica o di gesso, e soltanto un quadro sull’altare raffigura la Madonna SS della Neve Anime del Purgatorio. Eppure questa piccola chiesetta senza ricchezza, antica come le altre, ha solo una triste memoria di solitudine e d’abbandono. Poche feste, e poche gioie, ma, tanti dolori allo stesso tempo, soprattutto da quando da quella vecchia banchina, partivano le barche rolli stipate di migranti che sbarcavano sul piroscafo in partenza da Lipari, per mondi lontani. Erano tempi bui quando durante le gelide e lunghe nottate invernali, piene di tempeste di vento e burrasche di mare molto mosso, e le piangenti mamme, mogli, nonne, figli con gli occhi gonfi di lacrime, in apprensione correvano tremanti dal freddo e dall’emozione sulla banchina e in quella chiesetta a pregare e ad aspettare che i propri congiunti potessero rientrare in porto, sani e salvi. Erano tutti pescatori che giornalmente andavano a pesca, rischiavano la vita per sfamare la famiglia; e quando le onde si facevano altissime, e loro senza possibilità di un riparo sicuro, restavano in balia del burrascoso mare e del fortissimo vento di Eolo.

La Chiesetta di Marina Corta è anche il simbolo di Supra a Terra, legata a un filo d’istmo alla grande Piazza, che conservava due piccole spiagge, una totalmente divorata dal cemento per, fare spazio a un piccolo molo, l’altra sta per scomparire. Era il sogno di noi ragazzi di Marina Corta, che abbiamo vissuto gli anni più belli, prima di lasciare Lipari. Due sole vie importanti collegano Piazza Marina Corta con: Via Roma che spesso veniva allagata dal fiume, e Via Garibaldi (allora Via dello Shopping), che collega il Castello e l’altra meravigliosa “Piazza:Mazzini” sede del Municipio, la casa del popolo. Marina Corta, era anche la più bella Piazza sul mare che mamma natura abbia creato con una vista affascinante, mozzafiato, che porta alla vecchia casa del pesce, dove i pescatori abitualmente depositavano il pescato del giorno.

Stasera primo luglio 2016, alle ore 20 circa, gli uomini dell’Associazione Cosma e Damiano, che stanno ultimando gli ultimi ritocchi, tutti insiemi appassionatamente a Don Giuseppe Mirabito, Mimmo Ziino, Salvatore Basile, Peppuccio Costanzo, Antonio Iacullo e tutti gli altri, riapriranno per il pubblico presente e non solo, il nuovo portoncino della Chiesetta delle Anime del Purgatorio, per essere assieme allo storico vicoletto acciottolato, potuto visitare. Emanuele Carnevale, assiduo portavoce dell’Associazione esporrà assieme ai due Architetti della Sovrintendenza alle Belle Arti di Messina, tutto l’iter burocratico.

Non ci saranno gli Sponsor ma, in compenso ci sarà la presenza di Tanino Cassarà ch'è stato l’artefice della sponsorizzazione della Tradimalt Magistra Heritage.

Un grande apprezzamento per tutti gli uomini dell’Associazione Cosma e Damiano, che con il loro impegno, hanno compiuto una grande opera. A tutti un grande in “bocca al lupo”.

Per le persone di buona volontà che desiderano aiutare con un'offerta, questi volontari coraggiosi uomini dell’Associazione Cosma e Damiano, che contribuirà ad incoraggiarli ulteriormente (l’unione fa la forza), qui di seguito il Codice Iban dell’Associazione:

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BANCA AGRICOLA POPOLARE DI RAGUSA DI CANNETO

CAUSALE DÌ VERSAMENTO: Lavori Restauro Chiesa del Purgatorio.

 

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Lipari & Restauro Chiesa del Purgatorio.

L’impalcatura che per mesi la teneva gelosamente nascosta, la chiesetta delle Anime del Purgatorio, anticamente costruita sul mare di fronte al Castello che la sovrasta, da alcune settimane è stata rimossa. Sono passati quasi sei mesi di delicato restauro effettuato dai tecnici della ditta Tradimalt per restituirla agli affezionati uomini dell’Associazione Cosma e Damiano, che quanto prima la renderà splendida a tutta la comunità liparota, Eoliana e a tutti gli estimatori, in attesa. Ora questo piccolo gioiello nella sua nuova veste ammantata di bianco candido, come la “neve” la “Chiesa Maria SS. Della Neve Anime Del Purgatorio” nel tempo passato, è anche chiamata di San Cosma e Damiano o semplicemente, Anime del Purgatorio. Nomi a parte, ora la magnifica Chiesa dalla semplice facciata rifatta a nuovo dall’eccellente opera di certosino restauro, ha del miracoloso per un edificio abbandonato all’intemperie dei secoli, di grande interesse storico seicentesco.

Da quest' unico ed emozionante lembo di terra, avveniva la partenza dei migranti Eoliani (gran parte pescatori e contadini), nel dopo guerra, che per sopravvivere alla miseria, ha visto partire per mondi mai conosciuti, padri di famiglia, figli, parenti e amici. Uomini forti, umili, abituati a zappare la terra o a tirare la rete, dal viso bruciato dal sole cocente e dalla salsedine, che prima di lasciare Lipari, si recavano nella chiesetta a pregare in assoluto silenzio e con le lacrime agli occhi pieni di lacrime che scendevano sul viso, che umilmente imploravano la SS. Madonna. E’ quando il piroscafo lacerava l’aria con i tre fischi, lo straziante distacco si faceva più intenso, e i bambini attaccati alla veste della mamma, piangevano assieme a lei, poiché non capivano il perché, il loro papà, li lasciava soli. Fortunatamente quei tempi sono ormai lontani, scomparsi dalla mente di migliaia di persone, anche se la chiesetta, testimone di tante tristezze, è ancora lì, più bella di prima a ricordarcelo, con la speranza che quello scempio di allora, non avvenga mai piu'.

Il campanile della storica chiesetta delle Anime del Purgatorio a pochi passi dalla seducente Marina Corta, una delle piazze più affascinanti che il mondo invidia, era per i migranti e non solo, l’ultimo baluardo, l’ultimo, lembo di terra dell’Isola, che lentamente il piroscafo allontanandosi, scompariva all’orizzonte; mentre sulla banchina, continuavano sventolare i fazzoletti bianchi dei parenti.

La previsione per la consegna dei lavori sarebbe dovuta avvenire per fine marzo, prima della SS. Pasqua di Resurrezione, ma, il restauro di questa importante chiesetta, a causa della salsedine e dei lunghi anni di abbandono, ha richiesto un’attenzione meticolosa, molto complessa per il particolare lavoro, che c’è voluto un supplemento di tempo superiore a quello stabilito e conseguentemente con l’utilizzo di materiali speciali, inizialmente non previsti, e che esigevano anche condizioni meteo climatiche adeguate.

Nell’inverno scorso quando a Lipari faceva molto freddo e il tasso di umidità, era molto elevato, i tecnici di Tradimalt capitanati dall’Ing. Francesco Grungo, consapevoli della delicatezza dell’impegno del progetto di recupero, come sponsor, hanno fornito prodotti e competenze di alto livello e di grande professionalità della Magistra Heritage. Il loro impegno è stato condiviso dall'Edilcisa S.r.l., di Tanino Cassarà, Patron assieme ai figli anche del magnifico Hotel Aktea di Lipari.Tutta, l’attenta operazione non sarebbe potuto andate in porto, se non ci fosse stato, la “grande” collaborazione dell’Ing. Emanuele Carnevale; che sin dall’inizio del progetto, ha preso a cuore la delicata operazione “Restauro della chiesetta del Purgatorio”. I suoi frequenti interventi mirati con la Soprintendenza di Messina, in particolar modo con l’Arch. Dott.ssa Anna Piccione, Dirigente Sezione Resp. Beni culturali e con l’Arch. Dott.ssa Marisa Mercurio, Resp. sezione beni architettonici, ha permesso lo snellimento di lunghi tempi burocratici. In quell'ultima assolata domenica di marzo di Pasqua di Resurrezione, in una Marina Corta dei grandi eventi religiosi, assiepata da una moltitudine di partecipanti: fedeli, curiosi, turisti, per assistere alla struggente e suggestiva processione del rito pasquale dell’incontro, fra la Madonna e Gesù.

Durante il volo delle colombe lasciate in libertà dal manto della Madonna, il numeroso pubblico, presente, alzando lo sguardo verso il cielo, hanno avuto modo di notare con un filo di disappunto e di nostalgia, che l’amata chiesetta del Purgatorio, di quel piccolo angolo di paradiso, che il mondo invidia, era ancora tristemente tappezzata. L’impegno degli associati di San Cosma e Damiano è sempre stato costante con le maestranze del restauro, mentre molto si deve alla grande prestazione, e preziosa opera di Salvatore Basile, considerato, la punta di Diamante dell’Associazione Cosma e Damiano. Ma, grazie all’appassionante manodopera di tutti i volontari, prestissimo, la Chiesetta del Purgatorio, del Presepe del Mare e la Sacrestia, con l’inaugurazione che avverrà il primo luglio p.v. davanti alla chiesetta, ritornerà a splendere in tutta la loro “rara bellezza allo stato puro”.

Un grazie particolare di tutti, per il dinamico “Don Giuseppe Mirabito”Parroco anche della Chiesa di San Giuseppe”, per la sua preziosa, collaborazione. L’annuncio ufficiale dell’inaugurazione, sarà diramato dall’Associazione San Cosma e Damiano, prossimamente tramite il Notiziario Eolie online di Bartolino Leone e non solo. L’occasione tanto attesa, sarà anche, una grande gioia per gli uomini dell'Associazione Cosma e Damiano, che con grande sacrificio personale e ferrea volontà; desiderano ardentemente ridare ai cittadini liparoti, vacanzieri, turisti, visitatori internazionali ed Eoliani sparsi nel mondo, la splendida Chiesa delle Anime del Purgatorio, che potrà essere, ammirata giornalmente fino a notte inoltrata, grazie anche alla collaborazione di Luigi Monaldi. “Mi auguro con tutto il cuore, che l'Associazione Cosma e Damiano, raccolga e voglia prendere in seria considerazione, la creazione, nella stessa chiesetta, di un “simbolo”, un gesto, un segno di riconoscimento, per ricordare e onorare tutti gli emigranti che sono partiti da questo piccolo angolo di paradiso; e che l'antica chiesetta, sia per sempre, la memoria dei Migranti Eoliani Nel Mondo”.

---Pensiero per un Amico che non c'è più "Giacomo Greco".

Tornando a Lipari alcuni giorni fa, mi sono trovato al cimitero per dare l'ultimo saluto a Peppino Casserà. Proseguendo nelle visite ai miei avi, parenti e amici cari, ad un tratto, non credevo ai miei occhi, mi sono soffermato, era proprio la tomba dell'amico Giacomo Greco, scomparso prematuramente. Avevo una grande stima per Giacomo ed ebbi un grande dispiacere per l'amico perduto. La morte è una grande sofferenza, è come una faida, non ha termine e non finisce mai. I canti di morte delle madri, delle vedove, dei parenti di una volta, e ancora oggi, non erano e non sono solo di dolore, ma anche di rabbia verso la sventura di quell'ignoto che si accanisce prematuramente, contro la vita.

Quando alcuni anni fa ritornai a Lipari per l'apertura dell'Hotel Aktea, proprietà di Tanino Cassarà e famiglia e dell'Hotel Bougainville dell'indimenticato e indimenticabile Federico Finocchiaro, fu per me un "full immersion" e giorno dopo giorno, frequentando e intervistando centinaia di persone: donne, ragazzi, uomini giovani alla ricerca di un posto di lavoro alberghiero, mi resi conto della realtà del mio paese, di una realtà e mentalità a me sconosciuta.

Prima dell'apertura dell'Hotel Aktea, ebbi modo di conoscere, Tour Operatore, Agenti di viaggio, Rappresentanti, agenti di commercio, fornitori che operavano alle Eolie: e fra queste affabile persone, ebbi il privilegio di conoscere e collaborare come fornitore abituale Giacomo Greco di Marina Corta. Ebbi anche il piacere di conoscere il padre di Giacomo Nino. Loro conoscevano bene mio fratello Aurelio e mio padre, mentre Giacomo era compagno di scuola di mio fratello Nino, ed io mi sono subito sentito a mio agio con loro. Dopo la mia partenza da Lipari, non avevo più avuto modo di rivedere Giacomo tranne due anni fa quanto con grande gioia lo incontrai a Marina Corta al Bar Gabbiano di Mimmo e Bartolo.

Di Giacomo Greco ho un ricordo bellissimo, meraviglioso anche di stima, di amicizia pura. e di una grande collaborazione, soprattutto quando i primi di ottobre del 2006, per il Congresso di Medicina che si teneva a Lipari e coinvolgeva quasi tutti gli alberghi di Lipari, Giacomo era stato un prezioso fornitore. D'accordo con il Chef Nino D'Ambra, chiedemmo il parere a Giacomo che ci consigliò di utilizzare in quel periodo il "Pagro" pesce simile al dentice. Inizialmente il congresso prevedeva un numero di 150 partecipanti. Giornalmente però il numero dei partecipanti aumentava di continuo ed io chiamavo Giacomo per aumentare la quantità di pesce. Il giorno prima del Congresso il numero dei partecipanti era passato a trecento partecipanti. Alla fine con l'ultima mia telefonata agli organizzatori comunicai la nostra ultima disponibilità a 335 posti a sedere nella sala ristorante e intorno alla piscina. Giacomo puntuale come un orologio svizzero fece arrivare tutta la fornitura dei Pagro e del resto dei pesci: molluschi, mitili, crostacei, gamberi, scampi e altro. Per l'occasione feci venire da Taormina il mio amico Maitre d'Hotel Bartolo Torrisi, Luigi di Bartolo ed altri Chef de Rang, oltre al personale del posto. Fu un evento memorabile, tutto lo spazio interno ed esterno e intorno alla meravigliosa piscina di mosaico, era a completo. Un gioco di luci illuminava tutto l'esterno e la piscina, ricordo ancora che quella sera si esibiva una Band locale, mentre una Soprano e un Tenore si esibivano al pianoforte. Una magnifica serata mondana, fantastica da sembrare una meravigliosa scena da set cinematografico di Federico Fellini, che a Lipari non si era mai visto una cosa del genere.

Al padre Nino, alla moglie Sig.ra Angela, ai familiari, figli e a tutti, addolorato per il grave lutto per la prematura perdita del figlio, del marito, padre e parenti ed, io per l'amico Giacomo Greco, esprimo con grande affetto a tutti, le mie più sincere condoglianze.

Il Mare &I Pescatori di Ricci.

 Il mare mi ha sempre appassionato, mi ricordo come se fosse stato ieri, quando da ragazzotto insieme a due cari amici, per la prima volta iniziai a viaggiare. Non era un viaggio vero e proprio, poiché da Lipari con una barca a remi, dalla spiaggetta di Marina Corta, impiegammo alcune ore prima di arrivare a Panarea. L’Isola allora era quasi disabitata, gli abitanti erano e partivano emigranti per la lontana e sconosciuta Australia o per le Americhe, in cerca di lavoro e di migliore condizione di vita, anche se non era tutto, oro quello che luccicava in quei mondi lontani. Abitammo per alcuni giorni in una casa di parenti che l’avevano quasi abbandonata. Di giorno ci cibavamo di una grande quantità di ricci, patelle raccolti in quel mare azzurro allora incontaminato, limpidissimo e anche di maccheroni lunghi di mare (da molti anni scomparsi anche dagli scogli di Lipari). I miei amici non ci sono più, ma io li porto ancora nel mio cuore. I ricci di mare vivono generalmente a basse profondità, popolano le pregiate praterie dei Posidonia, i polmoni verdi dei nostri mari, piante di cui i ricci si nutrono. Fanno parte della stessa famiglia delle stelle marine, di cui spesso sono vittime, infatti, con i loro tentacoli prensili le stelle marine non temono gli aculei dei ricci Una volta si diceva che i ricci si mangiassero nei mesi con la “R” e soprattutto quando l’inverno lascia filtrare i raggi di sole per lasciare spazio alla dolce primavera che arriva. E’ abitudine della gente dei paesi di mare e vicini correre al lungo mare Poetto di Cagliari e Quartu Sant’Elena, e accaparrarsi un posto in quei localini sulla spiaggia a pochi passi dal mare per gustare i ricci crudi. Di solito i cagliaritani preferiscono gustate i ricci con un pezzo di pane rustico, come la pagnotta di Sanluri (cittadina medioevale del Medio Campidano), facendo la scarpetta e con fave fresche e formaggio pecorino, sorseggiando vino vernaccia di Tresnuraghes, paese della tipica produzione dell’oristanese.

Il lungomare Poetto cagliaritano, m'incanta come la meravigliosa spiaggia che con i suoi dieci chilometri di sabbia e di mare cristallino, non ha niente da invidiare a quella più famosa brasiliana “Cobacabana” con, alle spalle palazzoni e grattacieli di Rio de Janeiro e l’Oceano davanti. L'antica Karalis è stata definita “Città turistica”la città delle saline abbandonate, e dell’oasi dello stagno di Molentargius, habitat naturale dei Fenicotteri rosa che a migliaia nidificano indisturbati di fronte al mare. La meravigliosa Cagliari, carica di fascino delle città marinare bagnate dal Mediterraneo, che col promontorio della Sella del diavolo, a picco sul mare, da l’inizio alla più bella e frastagliata Orientale Sarda. L’antica SS,125 che dal Sud dell’Isola con i suoi 335 chilometri, la collega a Quartu Sant’Elena. al Golfo di Orosei, Olbia, a Santa Teresa Gallura, e attraverso le Bocche di Bonifacio, alla Corsica francese. La Sardegna è ormai parte della mia esistenza, e da Eoliano di Lipari l’amo fortemente come amo il suo mare. Nell’ottobre scorso, di ritorno dall’aeroporto, preferisco passare dal lungo mare di Via Roma di fronte al porto cittadino, e dal lungomare Poetto, e con mia sorpresa, ho notato che dopo la pausa estiva, è ripresa l’attività dei pescatori di ricci. Ammirato, mi fermo a guardare il mare e respirare a pieni polmoni la brezza marina che il vento di maestrale mi sbatte in faccia. Incuriosito, guardo i pescatori aprire con maestria i variopinti ricci pescati durante le primissime ore del mattino, ancora vivi sistemati a montagna su un rustico tavolo di legno coperto di alghe che profumano anch’esse fortemente di mare. Gli automobilisti di passaggio che come me evita il traffico cittadino si fermano per fare una sosta di Relax e per gustare i prelibati ricci a due passi dal mare e a pochi minuti dalla città.

La pesca di questo prelibato frutto di mare, ormai prezioso come la bottarga di muggine o di tonno è regolamentata da una rigida legge regionale e trasgredirla, sarebbe incorrere in multe salatissime e ritiro della licenza di pesca. Il loro mestiere è la pesca in generale ma, da novembre a marzo e anche aprile, i pescatori si dedicano preferibilmente alla raccolta dei ricci, considerata molto redditizia vista la specifica richiesta dei ristoratori, trattorie e di moltissimi consumatori di questo prelibato frutto di mare.

Durante le festività, i pescatori aumentano sempre di più, soprattutto con l’aumento della disoccupazione, uomini e donne senza lavoro, s’improvvisati venditori di ricci e di altro, per sbarcare il lunario e per portare qualcosa da mangiare ai figli a casa. Essi tutti uniti nella lotta alla sopravvivenza, come i pani dell’ultima Cena, si sono moltiplicati e li trovi ovunque, soprattutto nei punti strategici di grande traffico cittadino, e oltre ai ricci, a vendere tutto ciò che la natura crea di fresco, anche di domenica, ma soltanto fino all’una. La preziosa e prelibata polpa di ricci (che costa quasi quanto il caviale Beluga Malossol o il Calvisius italiano), è talmente richiesta che nei ristoranti e trattorie è il piatto del giorno più richiesto dalla clientela di passaggio, da turisti e vacanzieri che sbarcano dalle navi crociere.

Lipari & Trasporti.

Non avevo messo in conto di perdere alcuni giorni e non sono caduto dalle nuvole, né venuto dalla steppa siberiana moscovita e neppure dalla penisola iberica di Gibilterra, la terra d’oltremare che da 300 anni vuole essere inglese, per impiegare tre notti e quasi quattro giorni, per arrivare nell’Arcipelago delle Eolie, a Lipari.

Impensabile davvero se si considera che io sia stato in viaggio da venerdì pomeriggio 20 novembre, da quando senza alcun problema, partito dal porto di Cagliari, con la nave “Dimonios” di Tirrenia Cin; che solca lo stesso mar Tirreno, e che settimanalmente è l’unica che collega la Sardegna a Palermo, la Capitale siciliana chiamata “Il Giardino dell’Europa”.

Anche se le avverse condizioni meteo mare e non solo, che in quei giorni affliggeva anche la Sardegna, il mar Tirreno e le Isole minori, mi sembra però esagerato impiegare così, tanto tempo, considerato che sono sbarcato a Lipari con la NGI, lunedì mattina 23.

Per imbarcarsi a Milazzo per le Eolie, c’è troppa burocrazia, un complicato iter che non esiste altrove, e mi sembra assurto poiché siamo nel territorio italiano, anche se siamo nel profondo Sud, ma pur sempre in Europa, anche se lontana.

Ho acquistato il biglietto per l’attraversamento con auto al seguito di 2° gruppo e due passeggeri per Lipari al costo di 76,00 euro, non mi è stato fatto, ne parlato di difficoltà della partenza, e a Milazzo, almeno a me sembrava tutto calmo; ammetto di non son un lupo di mare e in caso contrario, me ne sarei andato a Taormina.

Poiché avevo visto la nave Laurana ferma, chiedo da dove parte la nave per Lipari, mi risponde l’impiegato qui a lato da questa parte. Era da molto tempo che non portavo l’auto a Lipari e di conseguenza nulla sapevo della trafila che bisogna fare e non sapevo neppure che per imbarcarsi, è necessario compiere il tragitto di alcuni chilometri, rasentando la cortina di recinzione di ferro e di rete metallica che recinge tutto il perimetro del lungo mare portuale che porta all’ingresso della prima vidimazione (voglio ricordare che il muro di Berlino venne costruito nel 1961, e che grazie alla Perestrojka di Michail Gorbaciov, fu abbattuto nel 1989).

Dopo la vidimazione del biglietto, si deve proseguire per l’altro ingresso a sbarre, per un’altra verifica e controllo targa del mezzo, poi proseguire ancora per mettersi in fila per l’ultimo controllo finale, ritiro del biglietto e finalmente il tanto sospirato imbarco. Imbarco che quella sera non è c’è stato, poiché mentre ero in fila e in attesa della partenza,

si avvicina il bigliettaio che mi dice di recarmi col biglietto in agenzia per il rimborso, perché la nave non sarebbe partita. La nave era la Filippo Lippi ch’era già arrivata in porto e stava iniziando a far sbarcare passeggeri e auto, venuti da Lipari e Vulcano.

Per non aspettare la lunga fila, lasciai l’auto ben parcheggiata e da dentro il porto mi avviai a prenotare una camera al Petit Hotel. Mai l’avessi fatto, mi sono trovato a piedi prigioniero dentro il porto senza possibilità d’uscita, giacché, tutto era recintato e non essendovi un’uscita o un passaggio di sicurezza, senza perdermi d’animo e per non tornare indietro, saltai la recinzione.

Disorientato e dopo aver avuto conferma della camera e del parcheggio del garage, tornai indietro all’esterno per recuperare l’auto e recarmi insoddisfatto ma rassegnato all’Hotel per il pernottamento.

A Cagliari ho acquistato il biglietto di viaggio all’agenzia Tirrenia in Viale La Plaia. Come fan tutti mi sono recato direttamente al porto per l’imbarco, passo il controllo documenti della Security e tranquillamente mi reco davanti alla nave prima dell’imbarco, dove, mi’ha rilasciato la documentazione necessaria per salire a bordo, parcheggiare nell’aria assegnatami e da li stesso recarmi alla Reception per il ritiro della chiave della cabina. Lo stesso procedimento sarà così anche all’imbarco al porto (desolante per la Capitale della Sicilia), di Palermo .

Devo anche dire che il giorno della partenza da Milazzo per Lipari, erano le 5 e 20 circa, mi sono recato alla biglietteria della NGI tutto chiuso e nessun accenno che la biglietteria era aperta o trasferita all’ingresso dove ha inizio la muraglia di ferro. Devo anche confermare, che il costo del passaggio (essendo nativo di Lipari), è dimezzato in rapporto alla tariffa applicata dalla Compagnia delle Isole ex Siremar, infatti, ho speso solo 35 euro circa.

Qualche pecca sicuramente causata dall’indifferenza di qualcuno dell’equipaggio c’è stata, poiché a bordo della NGI non ci sono servizi di ristoro in funzione durante la traversata, soltanto un distributore di bibite e qualcos’altro mentre il distributore di caffè e bevande calde era fuori uso.

Eppure la nave, era ferma in porto da due giorni, visto che il sabato e domenica non fa servizio, qualcuno avrebbe potuto avere l’accortezza e tutto il tempo necessario per farlo sistemare.

Una spiacevole disattenzione dell'addetto alla manutenzione, che probabilmente non s’è neppure reso conto che ha creato un disservizio, poiché nel locale bar affianco, in disuso per il pubblico, una macchina di caffè era in funzione, poiché dal salone passeggeri, si sentiva il macina caffè e il ciarlare dell’equipaggio che si rifocillava.

Un altro piccolo inconveniente senza conseguenze, è stato quello di un apparecchio da riscaldamento posto in bella vista al centro del salone, che un addetto dell’equipaggio, impietositosi dei pochi passeggeri infreddoliti, ha messo in funzione per scaldare l’ambiente gelido, ma che dopo pochi minuti di funzionamento, purtroppo è stato spento.

Credo che un servizio di cortesia come quello del mattino ma anche durante le ore di navigazione, siano molto importanti, anche in un periodo di poco traffico. Sono solo frivolezze, potrei anche chiamarle piccole disattenzioni, ma non è così, poiché come una nota musicale stonata, crea imbarazzo anche nel delicatissimo mondo dell’accoglienza e ospitalità turistica, lasciando un amaro in bocca, un segno d’indifferenza, molto negativo nei confronti dei passeggeri.

Le Stagioni & Il Romantico Autunno.

Eppure non tutti fanno caso al magnifico autunno, considerato forse, soltanto dagli innamorati, Come sinonimo di romanticismo, e non solo per la caduta delle foglie morte. Mentre persino le collezioni di moda dei grandi stilisti italiani e non, assumono linee avvolgenti di colori caldi, sensuali, ideate per le passerelle, e per il lancio pubblicitario nel mondo. L’autunno è davvero una stagione meravigliosa, gradevole, soprattutto, quando nell’aria si respira una freschezza frizzantina che inebria il corpo e la mente. Con l'avanzare dell’autunno, le giornate si accorciano sempre di più, come i vestiti delle donne incinte, che diventano ogni giorno, sempre più corte. L'autunno è sognatore, nostalgico, rubacuori che per l’occasione, si fa sempre accompagnare da meravigliosi frutti della natura, come quelli del melograno, dei rossi frutti del corbezzolo, mele, giuggiole, sorbole, profumate carrube e mele cotogne, e dall’uva, la regina della tavola. Le belle e caldissime giornate del solleone, sono solo un ricordo dell’estate appena passata, mentre con l’autunno, la luce del giorno si fa più radente; ed è già l’ora del rientro, non prima però, di aver raccolto il profumo dell’ebbrezza che sale dal mare, che trasporta nell'aria un cocktail di aromi e di sapori. Il romantico autunno è anche sinonimo di fascinosi aneddoti, novelle e storie d’amore, che s’intrecciano nei sentieri della passione, fra i colori della natura selvaggia, quella bruciata dal sole. E’ in questo periodo che gli innamorati dell’autunno, prediligano una fuga romantica fra quelle assolate campagne circondate da estesi vigneti ormai in letargo. E quando mano, nella mano, passeggiando su un manto di foglie secche, gli amanti in un abbraccio romantico, si lasciano trasportare al ricordo di quel meraviglioso “Autumn in New York”. Il fantastico film impersonato da Richard Gere e dall’incantevole attrice Wynona Rider, e di “September Morn” di Neil Diamond, dolce, struggente che fece innamorare intere generazioni nel mondo. Pensando all’autunno che scorre frettolosamente, anche a me viene da ricordare quelli vissuti alcuni anni fa a Oliena, Orgosolo, Fonni, Belvì, Ovodda, e lo scorso anno tra Aritzo e Desulo in piena Barbagia, dove “Cortes Apertas”, per l’occasione prende il nome de “La Montagna Produce”. L’Autunno in Barbagia è un'esclusiva, un modo nuovo di fare turismo rurale. Ha inizio subito dopo il calar del grosso flusso turistico di alta stagione e con l'inizio della calata di turisti che in gruppo, aiutano l’andazzo turistico alberghiero e non solo, almeno per le spese. Una manifestazione che richiama una partecipata marea di visitatori in auto, Bus organizzati, pulmini, che per l'occasione, strada facendo, vanno alla ricerca di funghi, noccioline, noci e castagne. Un volano economico non indifferente se si considera che coinvolga paesi, Comuni, Pro Loco, imprenditori turistici, operatori vari del territorio barbaricino, del Gennargentu, Monte Corrasi e Perda’ Liana, tutti sotto l’egida della Camera di Commercio Artigianato e Turismo.

Il 2015 segna la svolta della prima manifestazione di Autunno in Barbagia, in terra di Gallura, nella blasonata “Costa Smeralda”. A fare da cornice in bella vista all'Yachting Club, installata su un podio brilla“Azzurra” la prima barca che ha fatto la storia della vela italiana. Voluta per l'occasione da S.E. Il Principe Karim AGA KHAN, e il grande personaggio, l’italiano più conosciuto nel mondo, l’Avv. Gianni Agnelli e il grande Skipper, Cino Ricci; che ci riportano indietro all’America’s Cup, di 30 anni fa. La famosa località costiera che da oltre 50 anni, ospita il mito del turismo del Jet Set mondiale, ha fortemente voluto “Autunno in Barbagia”, che era di solo appannaggio dei paesi e borghi dell’incontaminato regno dei mufloni, cervi sardi, avvoltoi, grifoni e aquile reali. Così nella mitica e gloriosa “Piazzetta di Porto Cervo”, sfila la mitica kermesse “Cortes Apertas” che per la prima volta, ha avuto il privilegio di presentare ai blasonati vacanzieri e visitatori internazionali degli esclusivi alberghi di gran lusso, quello che è il più mondano e caratteristico Autunno in Barbagia. Sbalorditi da tanta bellezza, gli ospiti hanno vissuto dal vivo la famosa accoglienza e l’ospitalità di una terra antica, qual, è la Sardegna delle autentiche tradizioni. A pochi passi da quel mare che a ogni alito di vento cambia colore, l'Autunno in Barbagia, ha mostrato l’eleganza delle bellissime donne nei loro pregiati costumi, ingioiellati di coralli e di artistica filigrana, che hanno danzato i balli della tradizione in modo appassionante. Per i vacanzieri del mondo riservato per pochi, è stata un’esperienza unica e indimenticabile. Una grande occasione, che oltre a far gustare i prodotti tipici, è stato per loro, un modo nuovo di fare Shopping di lusso a buon mercato, direttamente dal produttore al consumatore. Ottimo è stato l’affare per i vacanzieri soprattutto americani, che approfittando del forte dollaro nei confronti dell’euro che scende a vista d’occhio, hanno fatto incetta di: Scialli di seta ricamati a mano d’Oliena, tappeti, arazzi, copriletto, tovaglie da tavola, tendaggi in lino antico, scendiletto, cesti d’asfodelo e tanto altro di pregiato artigianato di ceramica. I canti e balli della tradizione folclorica dell’Isola che danza, fatto con grande passione, hanno incantato l’attento pubblico d’alto rango, che sbalorditi da tanta serietà e sentimento, hanno a lungo applaudito i simpatici ballerini, che li hanno invitati a ballare. Gli ospiti hanno potuto provare prima di acquistarli, i saporiti salumi (è vietato esportarli fuori Sardegna), dolcetti tipici, il pecorino sardo che ha già superato il parmigiano), sorseggiando il famoso Cannonau di Jerzu, il Nepente d’Oliena (definito nettare degli dei da Gabriele D’Annunzio), il “Capichera”vermentino di Arzachena, e l’Anghelu Ruju, genuino vino da dessert, di Alghero. Altri prodotti molto apprezzati sono stati: il miele amaro di corbezzolo (che si mette sulla Sebadas, tipico dolce fritto), il tipico torrone bianco (di mandorla, noci, nocciole) di Tonara, e “sa carapigna”, l’antico gelato al limone, lavorato a mano nei pozzetti con la neve conservata in affranti rocciosi delle montagne di Aritzo, famosa amena località turistica montana, in provincia di Nuoro.

Giornata dell'Unità Nazionale delle Forze Armate.

"Era il 24 maggio 1915, quando all'alba gli italiani attraversano il Piave che ancora non mormorava; diretti al fronte a combattere la prima grande guerra firmata il 28 luglio 1914, dall'Imperatore Francesco Giuseppe dell'Austria – Ungheria alla Serbia, che secondo l'Italia, la guerra sarebbe durata soltanto pochi mesi".(Trascorsero 4 anni e costò al mondo, migliaia di morti).
Dopo la Commemorazione dei Defunti, oggi 4 novembre, si festeggia in tutta la nostra penisola, soprattutto a Roma alla presenza del Presidente della Repubblica Mattarella che si recherà'altare della Patria, per la Giornata dell'Unità Nazionale delle Forze Armate. Ma, quest'anno si ricorda anche per noi il centesimo anno dell'inizio della prima Grande Guerra Mondiale del 15/18.
Mi trovavo nell'incantevole Località montana della Valle D'Aosta, per la stagione turistica estiva nel paese di Cogne, all'Hotel Bellevue, quando mi arriva la cartolina per la partenza per il servizio militare. In una settimana, senza ritornare a Taormina, nella data del 3 luglio mi sono presentato direttamente nella città toscana di Arezzo, sede del C.A.R. (Centro Addestramento Reclute). Per un corso avanzato di specialista al tiro (si studiava la velocità del vento Obici e cannoni, per stabilire l'allungamento o accorciamento del tiro dei proiettili in canna di Obici e Cannoni, onde colpire il bersaglio).
A quei tempi la festività, si chiamava "Festa delle Forze Armate".
Terminato il corso e con la specializzazione in mano, era la prima settimana di ottobre, mi spedirono alla Caserma Romagnoli, in forza all' 84mo Reggimento Artiglieria Pesante Campale di Padova, la città di Sant'Antonio , di Savonarola, di Prato della Valle, e del Pedrocchi, lo storico Caffè senza porte di fama internazionale e prestigioso punto d'incontro, frequentato da intellettuali, accademici, Studenti e politici, aperto 24 ore al giorno (allora).
E pensare che io fossi quasi sicuro che avrei fatto il servizio militare in Marina, visto che venivo da un'Isola, invece mi sono trovato in mezzo a proiettili giganti, cannoni e mezzi pesanti, altro che mare e marina militare. Solo a Lipari, lo scorso ho sofferto lo stesso intenso freddo umido che ho patito a Padova, tanto che una sera a causa dell'alto tasso d'umidità e freddo intenso, al rientro in Caserma mi colava di continuo sangue dal naso. Recatomi in infermeria della Caserma, mi fecero immediatamente un'iniezione di penicillina e lì, mi ricoverarono. Ci rimasi per parecchi mesi poiché mi affidarono l'incarico di scritturale.
Sono passati ormai tanti anni, eppure ricordo le due giornate come se fosse oggi, quando in divisa militare e con cappotto, scarponi, ghette, elmetto e guanti, e con un M1 Garand, il primo fucile militare semiautomatico a presa di gas in dotazione che pesava quasi cinque chili, partecipai per la parata militare, devo dire anche con orgoglio, per servire la mia patria per la Festa delle Forze Armate. Questo fucile di provenienza americana, ha fatto la storia della naia di due generazioni, ormai quasi introvabile, poiché era anche un gran bel fucile, oggi considerato un'arma da Museo. Oltre ad aver sparato durante le esercitazioni, ho anche avuto il fucile durante le due ore di turno al servizio di guardia alla polveriera. Questo mi è stato inferto come punizione, solo per il fatto di essere rientrato dalla licenza in Caserma con sei ore di ritardo. Per questo ritardo ho avuto anche come punizione tre giorni di Camera rigore, e la sera mi dovevo recare in prigione (sempre in caserma) e dormire sui tavolacci. E per giunta sono stato congedato con tre giorni di ritardo, perché ho dovuto scontare i tre giorni di C.P.R. (camera punizione rigore). Nonostante tutto Credo comunque, che nonostante io fossi abituato già a lavorare con una certa ferrea disciplina, sono ancora oggi dell'opinione che il servizio militare farebbe bene e sarebbe di grande utilità per tanti giovani e anche donne che la vita militare di allora, almeno per sei mesi, male non farebbe di certo, ma, tutt'altro aiuterebbe a maturare e avere una disciplina che molti non hanno.
La giornata di oggi, mi ricorda anche il grande "cimitero" Sacrario Militare di Redipuglia, il più grande Sacrario Militare italiano, realizzato sulle pendici del Monte Sei Busi, poco lontano da Gorizia, Questo monte richiama alla memoria l'aspra contesa della prima fase della Grande Guerra. Alla base del Sacrario è custodita la Tomba del Duca D'Aosta, Comandante della III Armata e ai laterali quella di tutti i suoi Generali.
Nel Sacrario della cappella votiva, riposano le salme di 60.330 militati Caduti Ignoti, mentre 39.857 sono le Salme dei Caduti identificati che dal 1938 anno dell'inaugurazione, riposano le salme dei 100.000 Caduti per la Grande Guerra del Piave che mormorava. Nella Cappella e in due sale adiacenti, sono custoditi oggetti personali dei soldati italiani e Austro - ungheresi.
Nel presente, sembra che le due Grandi Guerre, non abbiano insegnato nulla a quegli uomini del mondo che comandano e che per motivi di vendita d'armi e non solo, le guerre sono politicamente alimentate anche dal sapore di petrolio "incandescente" .

L'INTERVENTO.

di Michele Sequenzia

Chi mai il 4 novembre 2015 ricorda i nostri Padri , i nostri Nonni..., anniversario di anni di sacrifici , di continue privazioni, di tanti dolorosi ricordi....separazioni, spaventosa fame e sete.. tribolazioni..ansie e pericoli.... la loro vita senza riposo...senza sapere nulla, figli senza padri..mandati di proposito allo sbaraglio... ignoti gli uni agli altri...linguaggi astrusi, sconosciuti popoli.....una marea di poveri contadini, braccianti.. miseri cafoni del latifondo ... sfruttati in miseria...poverissimi analfabeti..mandati al macello, nudi corpi indifesi, nelle anguste, fredde , fangose, sporche, insalubri trincee, tra le rocce, in montagne lontane , affamati, laceri..bruciati dalla canicola, congelati tra ignoti ghiacciai, terre assurde e nemiche.... mal equipaggiati, alla baionetta, attaccati senza pietà, odiosi nemici, bombardati , mitragliati, giorno e notte, in una sporca guerra, Corpi d'Armata.. posti di osservazione ... .bombe a mano, reticolati, campi minati.. maschere anti-gas.....brandelli di viscere.. di uomini contro uomini, odioso conflitto ?
Tutto questa " sale guerre " , spaventosa tragedia mondiale.. immensa carneficina , maledizione biblica, ha falciato via tante giovani vite, costata 600.000 morti, molti insepolti in lande desolate, martiri sacrificati, decorati al valor militare, Croce al Valor militare, medaglia d'oro...alla memoria... Monumento funebre di Caduti per la Patria..in ogni villaggio in Europa.. ..oggi vi si deposita un fiore di plastica....anche per chi ha perso tutto....onore e Patria..con il suo bell'elenco di morti.....famiglie intere ..padri e figli.....spariti ...non è rimasto Nulla... per una inutile, assurda conquista di una vittoria...quasi insperata.. .
Ma quale altissimo prezzo stiamo ancora pagando? Chi in definitiva ha vinto? E che cosa?
Quanti sono i giovani europei, da nord a sud, oggi,......le nuove egoiste generazioni del selfie...con lo smart-phone di ultima generazione che la ricordano?

IL TESTO INTEGRALE DEL BOLLETTINO DELLA VITTORIA.

Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12.

La guerra contro l'Austria-Ungheria che, sotto l'alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.

La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso Ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuna divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatre divisioni austroungariche, è finita.

La fulminea e arditissima avanzata del XXIX corpo d'armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria.

Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, dell'VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente.

Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute.

L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perdute quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi.

Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecento mila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinque mila cannoni.

I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.

Armando Diaz

La Cinematografia & “Le Regine dell’Eros".

Nell’antica Cina del grande Kublai Khan e ancora prima nel Giappone delle Geishe, i disegni e le scritture erotiche erano severamente proibite e perseguitate, mentre la lettura era tenuta e letta di nascosto.

L’India di duemila anni fa, era il gioiello dell’Impero britannico e la letteratura erotica esisteva ed era un argomento innocente di cui si discuteva apertamente. Il saggio Vatsyayana aveva già terminato di scrivere il “Kama Sutra” la famosa scrittura conosciuta in tutto il mondo, che insegna con sapienza all’uomo e alla donna, l’importanza del corteggiamento e dei preliminari che si deve avere nel rapporto sessuale. Da allora, la conoscenza dell’erotismo, era ampiamente dimostrata nelle grandi biblioteche di tutto il mondo, che avevano a disposizione intere sezioni a esso dedicato.

Questo racconto ricorda la storia di tante giovani e bellissime attrici, grandi Icone del passato e non solo, che hanno offerto all’occhio vigile astuto dei fotografi, della cinepresa cinematografica, il proprio attraente corpo mozzafiato. Alcune delle magnifiche donne come le bellissime e grandi attrici: l’Inglese Jacqueline Bisset, debutta giovanissima nel film “Non tutti ce l’anno” e Cul de Sac, mentre Corinne Clèry, bellezza solare francese, è stata la discussa protagonista e grande interprete del film “Histoire d’O” e del “Il miele del Diavolo”.

La bellissima slava Sylva Koscina venuta dalla Croazia, con oltre cento film di varia natura interpretati, è stata anche una grande Diva dell’Eros. Il suo sorriso meraviglioso, continuò per molti anni anche dopo la morte avvenuta nel 1993, quando pubblicizzava uno spot televisivo di una nota pellicceria in cui lei ammiccando sussurrava la frase: ve lo dice Sylva Koscina. Venuta dall’Olanda invece è la Sylvia Kristel, la prima protagonista di Emmanuelle.

Entrambe meravigliose e bellissime donne di grande levatura artistica e sensuale, iniziarono giovanissime un’intensa esistenza di attrazione cinematografica. Interpretarono moltissimi film quasi esclusivamente di concezione erotica che per la raffinata fatturazione, resteranno nella memoria di quanti, le videro eccelse, interpreti di quelle ottime pellicole erotiche quasi hard.

Le grandi attrici, tranne Jacqueline Bisset e Corinne Clèry, ancora oggi, bellissime donne mature, sono scomparse in epoche diverse, all’età di sessant’anni. La loro memoria resterà per sempre legata al loro alter ego e alle loro fantasie sessuali di quella generazione che ha lanciato i film erotici in tutto il mondo.

La loro morte come di tante altre Grandi Donne famose, è il pretesto per eseguire un tuffo nel passato, per scoprirle per ricordare la loro bellezza e il loro style unico, inimitabile che, influenzò intere generazioni. Attori e Attrici, principesse e Rockstar e non solo, sicuramente hanno lasciato un segno indelebile nella storia del costume, carisma, eleganza, sex appeal che ancora oggi, continuano a ispirare il lavoro d'importanti creativi personaggi maschili e femminili, stilisti, hair stylist, e creativi apprezzati ovunque nel mondo, anche con una punta di nostalgia.

Le scritture e i film erotici, hanno da sempre rappresentato una tipologia cinematografica di cui l’erotismo è parte integrante della struttura narrativa come si avverte in tantissimi film. Per citarne alcuni a caso: Ultimo Tango a Parigi di Bernardo Bertolucci e la giovanissima protagonista Maria Schneider è stata resa senza volerlo, una Sex Simbol di una generazione.

Sulla famosa scena del burro, prima di morire alcuni anni fa, la Schneider, intervistata dal Daily Mail londinese, ammise di essersi quasi sentita violentata, poiché quella scena non prevista nel copione, fu un’idea del grande Marlon Brando. Le lacrime che scendono sul viso dell’attrice, che si vedono nel film, erano proprio vere e dolorose. Un film che sconvolse il mondo, per le continue scene di sesso, fu "L’Impero dei Sensi", scritto e diretto dal giapponese Oshima Nagisa, forse un estremo e trasgressivo film che si possa ricordare presentato al 29m° Festival di Cannes. Il film per l’appassionante storia d’amore e di possessione, ebbe un successo tale da costringere gli organizzatori a passare dalle cinque alle dodici proiezioni.

A destare scalpore negli anni cinquanta in poi, furono i seducenti corpi di alcune protagoniste cinematografiche come: Carol Baker nel film Baby Doll, la provocante Brigitte Bardot, nel film Et Dieu crèa la Femme di Roger Vadim. In Europa la cinematografia scandinava introdusse elementi esplicitamente erotici, che non mancarono di scandalizzare gli appassionati spettatori delle sale cinematografiche.

Anche l’Italia nella formula dei film inchiesta, perlustrava morbosamente comportamenti sessuali proibiti, vita notturna scandalosa, dove si vive un erotismo selvaggio che aprì una nuova strada tutta nostrana del film erotico sexy.Registi come: Cesare Zavattini, Pier Paolo Pasolini, Alessandro Blasetti e tanti altri, affrontò con entusiasmo il tema erotismo, soprattutto nell’epoca sessantottina, quando la liberazione sessuale era all’ordine del giorno.

Il regista Salvatore Samperi, realizzò proprio in quell’anno, il cult movie Grazie Zia, interpretato dalla bellissima e magica Lisa Gastoni dagli occhi verdi, che assieme a Gabriele Ferzetti, ebbe un enorme successo personale. Iniziò nel 1960 il regista Mauro Bolognini che gira a Catania il film “Il Bell’Antonio” tratto dal romanzo di Vitaliano Brancati, con Claudia Cardinale e il grande Marcello Mastroianni.

Marco Vicario il giovane regista del cinema, prosegue nel filone dei romanzi di Brancati col film Paolo il Caldo, dove unì scene erotiche, azzardate e di nudo, con le meravigliose protagoniste: Ornella Muti, Rossana Podestà (la moglie), Adriana Asti e dal magnifico Giancarlo Giannini. Ancora Il Maestro dell’erotismo Samperi regista di Malizia, ambienta il film ad Acireale, interpretato dalla bravissima e sfortunata Antonella Lualdi, Angela Luce, Turi Ferro, Pino Caruso e il giovane Momo. Iniziò così un filone cinematografico quasi meridionale ricco di sfumature, umori popolari e di fantasie adolescenziali, considerato tra le più fortunate commedie erotiche all’italiana.

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