di Pietro Lo Cascio*
Al sindaco ed al presidente del consiglio comunale
Oggetto: interrogazione consiliare su locazione ex-asilo via San Giorgio.
Gentile Signor Sindaco,
ho appreso oggi la notizia del rilascio dell'autorizzazione n. 188 del 09/09/2016 per procedere alla locazione dell'ex-asilo nido di via San Giorgio a opera del funzionario preposto e su indirizzo politico fornito dalla Sua amministrazione in data 8 settembre 2016.
Ammetto di essere vivamente sorpreso da tale decisione, perché – pur comprendendo le difficoltà finanziarie nelle quali versa l'Ente – l'immobile in questione è stato ristrutturato grazie a un finanziamento di circa 500.000 euro che la precedente amministrazione aveva ottenuto con la precisa finalità di destinarlo a "casa dello studente"; evidentemente la legge vi mette in condizione di potere modificare la destinazione di un'opera pubblica una volta completati i lavori, e ciò onestamente non fa che aumentare la mia sorpresa, perché – forse ingenuamente – ritenevo che ciò non fosse possibile.
Ma, ritenendo al contempo che il nostro comune e in generale l'arcipelago necessitino di una sistemazione adeguata per gli studenti delle scuole secondarie che provengono dalle altre isole (anche se non numerosi, la legge dello Stato li obbliga comunque alla frequenza scolastica e viaggiare tra le isole e Lipari non è sempre agevole o possibile), la interrogo per conoscere:
1) quali iniziative sono state avviate finora dagli uffici del Comune di Lipari per conoscere l'effettiva entità numerica degli studenti delle scuole secondarie provenienti dalle altre isole e l'eventuale disponibilità delle rispettive famiglie ad affidarli a una struttura pubblica di accoglienza, come quella cui sarebbero stati destinati i locali dell'ex asilo;
2) quali soluzioni alternative intende predisporre la Sua amministrazione per garantire il diritto all'istruzione (e dunque l'ospitalità) agli studenti disagiati che oggi si vedono privare della prospettiva di utilizzo del plesso a loro inizialmente destinato.
RicordandoLe che una risposta mi è dovuta entro trenta giorni dalla comunicazione della presente, La ringrazio anticipatamente e porgo distinti saluti.
*Consigliere comunale de La Sinistra
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Al Sindaco di Lipari, all'amministrazione comunale e alla cittadinanza
Lettera aperta sull’abbandono di Marina Corta.
Caro Sindaco, se dovessimo fare un inventario dei luoghi dell’abbandono nel territorio del comune che lei amministra, molti sarebbero quelli candidati al primo posto – con buona pace del suo ex-portavoce Michele Giacomantonio e della sua condivisibile protesta per le condizioni del cimitero – in una classifica, purtroppo, assai poco gratificante.
Personalmente, metto Marina Corta al vertice, e non per una mia particolare affezione, ma per una mera questione numerica. A Marina Corta, infatti, sbarcano e si imbarcano ogni giorno migliaia di visitatori, e probabilmente altrettanti sono quelli che vi transitano, attratti dalla fama del “salotto dell’isola”.
Ma che salotto può essere quel luogo dove vigono indisturbati l’arbitrio e la confusione più totali? In teoria esiste una ZTL, vigente fino alle 11.00, ma non è stato mai chiarito chi è effettivamente autorizzato e chi non lo è, e dunque chiunque si sente in diritto di entrare e uscire senza alcun controllo; se non lo sapete, basta fare una verifica incrociata tra il numero dei pass e quello delle auto che transitano.
L’unico cartello di divieto di sosta è appeso a un palo dell’illuminazione pubblica – dunque non conforme alle disposizioni del codice della strada – e di conseguenza ognuno parcheggia dove e come vuole, senza il rischio di essere multato (se ricorre, infatti, il giudice annulla il verbale). Vi rendete conto che Marina Corta è probabilmente il luogo più espressivo del paese, ed è come se si lasciassero parcheggiare le auto a Piazza della Signoria a Firenze, o a San Pietro a Roma?
Oltre che dalle automobili private e dai camion delle pescherie, ogni mattina la piazza è ingombra di decine di taxi e furgoncini, perché siete incapaci di delimitare un numero ragionevole di stalli e, soprattutto, di farli rispettare. In tutto questo, il personale della polizia municipale – quando va bene – si vede fino alle 11.00, orario dopo il quale la piazza diventa terra di nessuno.
Non c’è un cartello che indichi dove si trovi la fermata dell’autobus – un mistero per pochi iniziati, e tra questi sicuramente non figurano gli sventurati turisti – né tantomeno gli orari del servizio pubblico. Li avete mai chiesti, o avete mai sollecitato il titolare del servizio a provvedere?
A parte i cassonetti sulla banchina, non ci sono cestini per i rifiuti, perché evidentemente li considerate superflui. Tralascio il problema dei bagni pubblici, perché appare irrisolvibile, e perché sull’argomento abbiamo speso fiumi di parole, purtroppo vane. Io non sostengo questa amministrazione, ma ogni volta che passo da Marina Corta provo comunque un forte disagio, e mi vergogno di ricoprire la carica di consigliere comunale. Mi chiedo come facciano altri consiglieri, che hanno attività commerciali sul posto o che lo frequentano quotidianamente. Sono costretto a domandarmi, pubblicamente, se Marina Corta rappresenti l’esempio di cosa l’amministrazione intenda per “decoro” e “accoglienza”, in una località che vive essenzialmente di turismo.
È forse questo il “progetto” con il quale l’amministrazione si è presentata quattro anni fa agli elettori, e per il quale ha raccolto il consenso della cittadinanza? Immiserire il luogo più espressivo e identitario dell’isola? Punirlo? Trasformarlo in un megaparcheggio? In una zona franca, dove il più furbo si sente in diritto di fare quello che vuole? Forse non avete un’esatta percezione dello stato delle cose. Forse uscite dalle stanze del municipio soltanto in occasione delle processioni, quando le transenne sono vigilate e tutto – o quasi – funziona a meraviglia.
Ma, per quanto numerose, le processioni non bastano a risolvere problemi che avviliscono luoghi, animi, volontà. Qualche volta, provate a fare due passi anche senza impegni a carattere religioso-istituzionale; provate a rendervi conto della sgradevole sensazione di abbandono, di quanto la vostra incapacità di definire delle regole e di farle rispettare sia pericolosamente contagiosa, e apparentemente irreversibile.
*Consigliere comunale de La Sinistra
I COMMENTI.
di Michele Giacomantonio
Caro Pietro,
Ho letto la tua "Lettera aperta sull'abbandono di Marina Corta" al Sindaco, all'Amministrazione comunale, alla cittadinanza. Una lettera che condivido pienamente ma non capisco perché l'hai scritta con "mia buona pace". Io non ho mai sostenuto che quello del cimitero di Lipari sia il primo problema della nostra comunità.
Tutt'altro. Nel primo intervento ho indicato una lunga sfilza di problemi tutti disattesi e tutti più gravi. Per rimanere nel campo delle opere pubbliche e del decoro urbano, lasciando stare Piazza Mazzini che forse è un caso a parte, indubbiamente c'è Marina Corta, ma c'è anche Marina lunga che è la nostra passeggiata a mare e che ora pare che l'Amministrazione voglia affidarla a Condotte Acque contro tutte le assicurazioni elettorali ("Il porto si, ma non così"), e c'è indubbiamente il lungomare di Canneto dove si è venduta la pelle dell'Orso prima ancora di averlo preso, e rimane indietro...indietro...indietro sempre Acquacalda.
E questo senza affrontare temi più sostanziosi come il rifornimento idrico e la sua incredibile bollettazione, la depurazione dei reflui, la raccolta e smaltimento di rifiuti di cui non parlo perché si tratta di un'area particolarmente sensibile in cui il diritto di critica non vale e ti becchi subito una querela, il servizio marittimo, ecc. Ho parlato del cimitero perché ci vado tutte le mattine e tutte le mattine una rabbia sorda mi stringe le viscere perché vedo che le cose ogni giorno sono peggio del precedente.
Per il Cimitero di Lipari ho citato tre problemi in ordine di importanza crescente: la pulizia ed il decoro a cominciare dal taglio dell'erba che ormai sovrasta molte tombe e quando piove impedisce di raggiungerle se non si vuole correre il rischio di un brutto scivolone; la buca dove l'acqua di questi giorni è penetrata abbondantemente e scava sotto le tombe e le fondamenta della Chiesa e del convento dei Cappuccini; le cuccette del piano all'entrata che aspettano da quindici anni di essere restaurate e da sei di essere riutilizzate mentre la mancanza di loculi crea problemi alle famiglie.
Ho citato tre problemi ma si potrebbe parlare del degrado di moltissime tombe che si distruggono nel disinteresse di tutti. Una museo monumentale il nostro? Potrebbe esserlo forse ma se ci fosse la volontà di curarlo e gestirlo.
Diciamo che ho parlato del Cimitero di Lipari come metafora di una amministrazione incapace che ormai dovrebbe gettare la spugna e dichiarare il fallimento amministrativo prima ancora di quello finanziario che pare comunque essere un rischio incombente. E dico questo da cittadino e da iscritto ad un partito, Il PD, che appoggia l'Amministrazione e che farebbe bene a dissociarsene al più presto.
di Pietro Lo Cascio
Caro Michele, “con buona pace” voleva soltanto essere un’espressione scherzosa per riagganciarmi al problema che hai posto nei giorni scorsi e che, naturalmente, condivido in pieno; ho invece tralasciato di ricordare il lungo elenco di criticità che avevi già evidenziato, alle quali si aggiunge Marina Corta, e per questa svista ti chiedo scusa.
Non posso fare altrettanto, invece, per non avere mai condiviso le scelte politiche che ti hanno portato a sostenere – almeno in un primo tempo – l’attuale amministrazione, e che hanno condotto il PD in questo vicolo cieco. Comprendo che talvolta le vie della politica, come sostiene qualcuno certamente più pragmatico di me, siano imperscrutabili, ma vederti al fianco di chi anni fa avversava la tua amministrazione – indubbiamente la migliore che Lipari ricordi – mi sembrava per certi versi inspiegabile, per altri versi una scelta “di comodo”.
Avrei finito per comprenderlo, e magari anche per accettarlo, se da questo connubio fosse scaturito un progetto concreto, migliore, di reale rinnovamento del paese, ma non se il risultato si traduce nel suo scientifico abbandono. Il PD ha evidenti responsabilità in tutto questo, ma non è il mio partito, dunque non posso permettermi di auspicare un dibattito interno, una revisione del percorso, qualcosa che guardi alla situazione attuale da una prospettiva diversa.
Tuttavia, mi chiedo come sia possibile che tanti vecchi “compagni” di strada, con i quali in passato ho condiviso importanti scelte ed esperienze, oggi assistano in complice silenzio al desolante spiaggiamento di idee, obiettivi, proposte, programmi che si percepisce quotidianamente, e del quale Marina Corta, il cimitero, la distribuzione dell’acqua o la gestione dei rifiuti sono soltanto esempi sintomatici, indizi di un processo più vasto che rischia di diventare irreversibile, che sta portando la gente a nutrire una sfiducia profonda nei confronti della politica locale e delle sue prospettive future. Io siedo all’opposizione, avanzo critiche e obiezioni, ma anche proposte, sebbene raramente qualcuno abbia la bontà di ascoltarle e raccoglierle. Ma voi, per favore, fate qualcosa, se ci siete.
LA RISPOSTA DEL SINDACO.
di Marco Giorgianni*
Colgo l'occasione dell'ultimo articolo del Dott Giacomantonio per una puntualizzazione necessaria. Se questa Amministrazione sia o meno fallimentare, spetta ai miei concittadini deciderlo e se lo riterranno opportuno confermeranno a questo governo locale la loro fiducia e cosa ancora più importante la loro stima.
Nonostante le difficoltà incontrate, che non hanno precedenti negli ultimi decenni, il nostro impegno è stato totale, la nostra dedizione assoluta, se lo sforzo sia stato utile e l'attività produttività, verrà valutato, nel luogo adatto e nel momento giusto, da ogni cittadino, che in quanto tale è anche un elettore.
Nel frattempo ogni singola critica o richiamo sul nostro operato da parte di ognuno è legittimo, anche se non sempre giusto, quando non tiene conto delle difficoltà oggettive, del contesto sociale, politico ed economico nel quale operiamo e delle disponibilità finanziarie con cui interveniamo, ma resta comunque legittimo. Un' amministrazione non può che recepirli nel modo più costruttivo e utilizzarli per fare salutare autocritica e conseguentemente, tentare di migliorarsi, non cadendo nella tentazione di innescare una polemica.
Ma se il Dott Giacomantonio puntualizza che le sue considerazioni sono fatte anche come componente del direttivo del PD, che conta in questa Amministrazione un Vicesindaco ed un Assessore, allora mi trova assolutamente d'accordo sul fatto che questo partito deve decidere su cosa pensa di questa esperienza amministrativa. Non mi riferisco al singolo appunto, ma al giudizio complessivo espresso.
Avendo tutti gli elementi per decidere e facendone parte integrante e fondamentale, il direttivo Pd o chi lo rappresenta, dica una volta per tutte se la nostra è una Amministrazione di incompetenti o meno, dica se sta operando per il bene del paese, pur se tra mille difficoltà o se vive solo per sopravvivere. Lo dica ora e se condivide le considerazioni del suo iscritto tragga le dovute conseguenze, chiedendo ai suoi assessori di dimettersi immediatamente. In caso contrario smentisca il componente del suo direttivo.
Se il PD locale vuole esercitarsi nel facile sport, spesso praticato, di recitare contemporaneamente il ruolo di governo e di opposizione ha scelto l'Amministrazione e il Sindaco sbagliati. Io da parte mia, sono soddisfatto dell'apporto determinante offerto dagli assessori del Pd in giunta e dai suoi consiglieri in Consiglio Comunale, dei loro risultati per le tante cose fatte e del loro impegno anche nelle cose ancora da fare o non riuscite, consapevole del fatto che in questo periodo amministrare non favorisce certo la popolarità, né conduce ad un consenso facile.
Io posso attestare il loro impegno e la loro dedizione e anche la loro insoddisfazione quando, nostro malgrado, non riusciamo a superare tempestivamente le tante difficoltà burocratiche ed economiche che incontriamo. Non consento però a nessuno, neanche al PD, di indicare e proporre delle persone che ho ritenuto adeguate e che per questo ho nominato e poi condurre, a mezzo di componenti del proprio direttivo, una costante e quasi quotidiana opera di demolizione dell'operato della giunta i cui membri hanno loro stessi indicato.
Non sono accettabili gli interventi come quelli del dott Giacomantonio o il complice silenzio degli altri componenti. Partecipare da quattro anni a questa Amministrazione e puntualizzarne ogni inadempienza,vera o presunta che sia, senza che mai se ne siano attestate le positività o i meriti, né riconosciuti i risultati, non è coerente con il ruolo ricoperto da codesta parte politica in questa compagine amministrativa.
Per cui credo che sia giusto e che sia giunto il momento che come Pd esprimiate su questa Amministrazione un giudizio obiettivo e sereno, scevro da velleitari calcoli politici e che compiate i doverosi atti consequenziali.
*Sindaco
GIOVEDI' SUMMIT DEI "PIDDINI".
di Saverio Merlino*
Sulla vicenda della nota del Dott. Michele Giacomantonio era già stata convocata una riunione del Direttivo del Partito Democratico per lunedì 9 maggio alle ore 18.30 con all’ordine del giorno “valutazioni sulla situazione politica amministrativa e decisioni conseguenti”. La stessa è stata anticipata a giovedì 5 maggio
*Segretario Pd Eolie
di Piero Roux
Elegante, puntuale ed ineccepibile la risposta del sindaco Giorgianni alle critiche dell'ex portavoce Giacomantonio.
Il PD giochi un ruolo chiaro, appoggiare la maggioranza assumendo la responsabilità del fallimento di questa amministrazione o far dimettere i propri assessori e sfiduciare il primo cittadino per palese incapacità amministrativa
Il sindaco si giustifica affermando: Nonostante le difficoltà incontrate, che non hanno precedenti negli ultimi decenni, il nostro impegno è stato totale, la nostra dedizione assoluta Nulla da obiettare sull'impegno e la dedizione che, in verità, si riconoscono e che- si ricorda- vengono proficuamente remunerati con soldi pubblici.
Il problema resta la capacità individuale e collettiva dell'esecutivo che, sempre a mio modesto parere, non ha i numeri per portare profitti ad una comunità complessa quale la nostra. Continuo a sentire, da parte di alcuni componenti l'esecutivo, che: si fa il possibile; che si può far poco, considerato lo stato passivo lasciato dallamministrazione uscente.
Non ricordo una sola amministrazione che non abbia riversato le proprie incapacità sugli altri, quelli di diverso colore politico. Questo scaricabarile, quest'attribuire ad altri la causa di quello che, in realtà, è solo frutto dell'incapacità individuale, questandazzo, specificatamente politico mi fa imbestialire. Nessuno ha implorato il sindaco a proporsi per tale ruolo. Se lo ha fatto è (si suppone o almeno si spera), perché aveva una ipotesi di programma che gli avrebbe permesso di modificare lo stato di cose in positivo.
Stiamo parlando di un politico chè stato- in varie fasi, assessore e vice-sindaco... quindi profondo conoscitore della macchina politica e amministrativa del nostro comune. La maggioranza elettorale gli ha affidato un mandato importante, ricompattare il tessuto sociale ridotto a brandelli da anni di politica clientelare e rilanciare leconomia sofferente dalla mancanza di una seria programmazione turistica.
Gli annessi erano ovvii e ben elencati dal consigliere Lo Cascio perché sottolineati per anni: riqualificazione del territorio (compresi piazza Marina Corta e completamento lavori in Piazza Mazzini) lotta all'ambulantato selvaggio e ai procacciatori abusivi, rifacimento manto stradale centrale e periferico, riapertura e messa in sicurezza dei sentieri, raccolta differenziata dei rifiuti, area artigianale e via elencando (tutti i cittadini sono a conoscenza delle criticità delle nostre isole).
Tralasciando dette criticità che col passare del tempo sono diventate veri e propri problemi che assillano ogni singolo cittadino, ci è dato chiedere: - Come sia possibile procedere ad una seria programmazione in un settore vitale quale quello turistico se, in quattro anni, sono stati cambiati quattro assessori al turismo?
- Che fine ha fatto il ventennale progetto dell'area artigianale del quale, l'attuale sindaco è stato- nel passato- ispiratore e strenuo difensore? - Quale sono le linee guida dell'accantonato ed oggi riapparso progetto della Lipari Porto e cosa, questa amministrazione sia pronta a cedere per la sua realizzazione? (Ieri avversata attraverso un pubblico manifesto)..
- Che fine ha fatto l'imminente inizio lavori della diga foranea di Sottomonastero finanziata con fondi pubblici? - A che punto è la promessa messa in sicurezza dell'abitato di Acquacalda? In fase elettorale qualcuno sè prodigato nel promettere tutto a tutti ma questo nel tempo non è bastato, cosi come non bastano limpegno e la dedizione profusi.
Servono qualità gestionali, idee, programmazione. Servono sogni ed una squadra di persone capaci di realizzarli. Spero che il sindaco trovi legittimo anche il mio cahier de doleances che e- con le sue parole, possa recepirlo nel modo più costruttivo.