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di Manlio Viola

Destagionalizzazione e uniformità dell’offerta. Sono queste le due direzioni in cui bisogna lavorare per costruire una offerta turistica vera sulla base della quale rilanciare la Sicilia. della prima si parla da tempo ma senza grandi risultati, della seconda si comincia a parlare negli ultimi anni e nulla è stato fatto.

Sono queste le priorità dell’assessore regionale al turismo Anthony Barbagallo che, nelle intenzioni di nascita di questo governo della regione, dovrebbe guidare il turismo fino alle elezioni dell’autunno del prossimo anno, beghe politiche fra Crocetta e alleati permettendo.

“E’ stata l’assenza di questi due elementi a creare grande disagio all’offerta turistica siciliana fino ad oggi – dice Barbagallo a BlogSicilia – creando disagi a chi vende la Sicilia, al turista che vuole venire e a chi di turismo in Sicilia deve vivere. Ci siamo frammentati, divisi, non abbiamo mai parlato con una voce unica”.

“In questi primi mesi del mio mandato, perso contatto con la situazione, ho avviato attività in questo senso. Per la destagionalizzazione ci viene incontro la norma approvata in finanziaria e che il collega all’ambiente Maurizio Croce, ha subito messo in atto, quella sull’apertura 365 giorni l’anno dei lidi balneari senza più vincoli stagionali. Sempre sul fronte della destagionalizzazione ma anche dell’uniformità dell’offerta lavoriamo sull’offerta culturale attraverso il rapporto maturato con i 42 comuni del circuito dei siti Unesco. Poi spingiamo fortemente sull’enogastronomico. Veniamo da un Vinitaly dagli ottimi risultati durante il quale abbiamo anche appreso che circa il 70% dei turisti che sono motivati a venire in Sicilia lo fanno sulla spinta proprio dell’enogastronomico, della dieta mediterranea che è un bene Unesco immateriale”.

“Sull’enogastronomico abbiamo messo a punto un protocollo d’intesa con Slowfood e costruito una ventina di itinerari in sicilia e una decina intorno all’Etna. Saremo presenti al salone del gusto di Torino e lì porteremo le nostre eccellenze per proseguire il percorso di crescita. Per quanto riguarda, poi, il vino, abbiamo un partner d’eccellenza come Assovini con il quale abbiamo creato le dodici strade del vino e pubblicato slowbook abbinando 12 itinerari turistici alle dodici strade del vino. A fine mese, poi, inauguriamo il treno del vino dell’Etna intorno al vulcano intorno al quale ci sono attese importanti. Partirà da Riposto e arriverà fino a Bronte e lungo il percorso ci saranno possibilità di fermate con vari collegamenti per raggiungere in bus le cantine e degustare i vini”

“Nelle mezze stagioni bisogna lavorare sugli itinerari naturalistici e per questo è un’ottima notizia l’aver scongiurato la chiusura delle riserva naturali. Proprio oggi si è rischiato di chiudere tutti i cancelli di 21 riserve ma questo non avverrà. sarebbe stato un vero problema visto che proprio su questo fronte vogliamo puntare per il turismo di primavera e d’autunno”.

Una grande sfida è rappresentata dalla programmazione comunitaria 2014 /2020 che è ai nastri di partenza. ci sono risorse anche per il turismo ma non sono tante

“Abbiamo tre interventi che ci stanno a cuore e che potremo finanziare con questi assi. Il primo riguarda proprio l’univocità dell’offerta e con un asse di spesa comunitaria intendiamo mettere in rete tutti gli itinerari turistici dai borghi più belli ai comuni Unesco fino ai Comuni grandi attrattori. Bisogna mettere insieme le offerte fra loro e creare una rete di servizi collegata che vada dal bike sharing, alle città intelligenti per giungere fino alle vie del vino, ai sentieri enogastronomici e così via. Bisogna, insomma, mettere tutto a portata di turista come offerta e come servizi”.

“Ma non ci fermiamo certamente qui. Il secondo asse di spesa che vale circa 220 milioni per i grandi attrattori su turismo e Beni culturali ma che riguardano anche interventi per le Eolie e Pantelleria e infine 60 milioni di euro per gli aiuti alle imprese turistiche, misura gestita insieme alle attività produttive. Divideremo l’intervento in due fasi. una riguarderà le attività turistiche pubbliche, la seconda fase gli aiuti alle imprese private del settore con tagli entro i 500 mila euro in modo da poter intervenire su molte aziende”.

Su questo fronte non di rischia di frammentare gli interventi?

“Non credo, è una misura di 60 milioni di euro che con questa ‘pezzatura’ può avere effetti positivi. pensiamo al sud est con un +30,8% di crescita e lì si può intervenire sulla concentrazione delle strutture ricettive nelle province che si può risolvere con questa misura”.

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