Salina - Nella seconda isola delle Eolie i tre Comuni tornano ad essere a rischio.

salinapiccolaSanta Marina, Leni e Malfa (Comune unico fino al 1909), tra gli enti locali piu' piccoli d'Italia con quasi 3 mila abitanti che nel periodo estivo arrivano a circa 10 mila, addirittura potrebbero "accorpare" le "funzioni" al vicino municipio di Lipari, separato da un tratto di mare, che gestisce altre cinque isole dell'Arcipelago, con una popolazione estiva che arriva anche a 60 mila presenze.

I sindaci di Leni, Malfa e Santa Marina Riccardo Gullo, Salvatore Longhitano e il vice Domenico Arabia - però - hanno sempre difeso la "storica autonomia dell'isola che è stata utilissima a far decollare la verde isola eoliana". "Diversi servizi - puntualizza il sindaco di Malfa Salvatore Longhitano - sono già accorpati tra gli stessi Comuni: il trasporto urbano con i bus del Citis e la gestione dei rifiuti...". Ma non è un caso che con la "spending review" in una piccola isola non vi potranno piu' essere tre sindaci, 12 assessori, 36 consiglieri comunali, 3 segretari comunali, tre comandanti dei vigili urbani, tre capi urbanistica, tre capi ragionieria, tre capi del settore amministrativo e una cinquantina di dipendenti. Tra i piccoli Comuni italiani - tuttavia - è già scontro con il governo Renzi.

Difatti hanno presentato ricorso al tar contro la circolare del ministero dell'interno che prevede il commissariamento per gli enti inadempienti alla norma sull'accorpamento coatto delle funzioni comunali. Nel ricorso si evidenzia "l'incostituzionalità della norma perchè lede il principio di autonomia garantito dalla Costituzione". L'iniziativa è partita da Asmel, l'associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali, che raggruppa oltre 2.200 Comuni in tutta Italia e che si è costituita come espressione esponenziale dei 5.700 Comuni italiani a rischio accorpamento.

L'accorpamento coatto dei piccoli comuni prevede l'obbligo per i Comuni con meno di 5mila abitanti di esercitare in forma associata, con unione da almeno 10mila abitanti, le funzioni fondamentali. Secondo i Comuni ricorrenti la norma è "anticostituzionale perché lede il principio di autonomia degli enti locali, garantito dalla Costituzione" e "irragionevole in quanto i dati Istat sulla spesa dei Comuni evidenziano che i piccoli Comuni hanno una spesa annua di 852 euro pro capite a fronte della media nazionale di 910 euro e della media dei grandi comuni pari a 1256 euro". Il ministero dell'interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, ha pubblicato uno studio sulle fusioni di comuni che è di tutt'altro avviso.

Viene precisato "l'utilità di ipotizzare processi di razionalizzazione della spesa che possano liberare risorse a vantaggio delle collettività locali, anche attraverso l'incentivazione dei processi di accorpamento e di fusione tra i comuni appartenenti alle più ridotte fasce demografiche, proprio al fine di superare l'inadeguatezza dimensionale di tali enti. Salina, famosa in tutto il mondo grazie al film "Il Postino" con Massimo Troisi, riserva naturale orientata, con i monti gemelli (Fossa delle Felci, la cima delle Eolie con 962 metri e Monte dei Porri), oltre che di turismo vive anche di agricoltura soprattutto per i capperi e il buon vino, come la rinomata malvasia, dal gusto dolce e raffinato da dessert.

I piccoli Comuni allo scontro con il governo: hanno presentato ricorso al tar contro la circolare del ministero dell'interno che prevede il commissariamento per gli enti inadempienti alla norma sull'accorpamento coatto delle funzioni comunali. Nel ricorso si evidenzia "l'incostituzionalità della norma perchè lede il principio di autonomia garantito dalla Costituzione".

---I piccoli Comuni ricorrono al Tar della Campania contro l'accorpamento coatto delle funzioni comunali previsto dalla circolare dell'Interno del 12 gennaio scorso. L'iniziativa parte da Asmel, l'associazione per la sussidiarietà e la modernizzazione degli enti locali, che raggruppa oltre 2.200 Comuni in tutta Italia e che si è costituita come espressione esponenziale dei 5.700 Comuni italiani a rischio accorpamento, affiancando nel ricorso al Tar Campania i comuni di Liveri (Napoli), Dragoni, Baia e Latina (Caserta), Buonalbergo (Benevento) e Teora (Avellino). L'accorpamento coatto dei piccoli comuni prevede l'obbligo per i Comuni con meno di 5mila abitanti di esercitare in forma associata, con unione da almeno 10mila abitanti, le funzioni fondamentali. Secondo i Comuni ricorrenti la norma è "anticostituzionale perché lede il principio di autonomia degli enti locali, garantito dalla Costituzione" e "irragionevole in quanto i dati Istat sulla spesa dei Comuni evidenziano che i piccoli Comuni hanno una spesa annua di 852 euro pro capite a fronte della media nazionale di 910 euro e della media dei grandi comuni pari a 1256 euro".

---di Nino Emilio Borgese

Approfonditi i vantaggi derivanti dai risparmi teorici in caso di accorpamento dei comuni di minore dimensione demografica.

Il Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali, ha pubblicato uno studio sulle fusioni di comuni che viene contestualizzato in un ambito di finanza pubblica attualmente caratterizzato da una congiuntura economica sfavorevole e da provvedimenti di riduzione della spesa pubblica che hanno interessato anche il comparto degli enti locali. (Clicca sulla foto per leggere lo studio)

Da qui, viene precisato nello studio, l’utilità di ipotizzare processi di razionalizzazione della spesa che possano liberare risorse a vantaggio delle collettività locali, anche attraverso l’incentivazione dei processi di accorpamento e di fusione tra i comuni appartenenti alle più ridotte fasce demografiche, proprio al fine di superare l’inadeguatezza dimensionale di tali enti.

La fonte dei dati è costituita, per la prima parte del presente studio, dai certificati di conto consuntivo dei comuni relativi all’anno 2013, (pari a 7.236 su un totale complessivo di 8.093 enti), pervenuti al Ministero dell’interno e disaggregati nelle dodici fasce demografiche definite dall’articolo 156 del Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali (Tuel), approvato con il decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267.

Per l’analisi relativa al personale, la base dati è costituita dal Censimento del personale in servizio presso gli enti locali relativo all’anno 2013, sempre curato dal Ministero dell’interno. Le informazioni sono state raccordate, per quanto riguarda la relativa spesa (impegni), con i dati estratti dal certificato del conto consuntivo dei comuni per lo stesso anno (o comunque ultimo anno disponibile), per 7.866 comuni  su un totale complessivo di 8.093. Non sono stati presi in considerazione gli ulteriori vantaggi derivanti dalla riduzione dei costi della politica.

Nel volume vengono approfonditi nello specifico i seguenti argomenti:

1. Cenni storici sulle fusioni di comuni.

2. Quadro normativo di riferimento per le fusioni tra comuni e legislazione recente.

3. Situazione delle fusioni approvate e riepilogo delle assegnazioni finanziarie attribuite.

4. Analisi delle spese complessive e correnti dei comuni per fascia demografica.

5. Ipotesi di intervento sulle spese del personale degli enti locali.

6. Conclusioni.

(Fonte: ilquotidianodellapa.it)

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