L'assessore regionale al Territorio e Ambiente, Mariarita Sgarlata, si è dimessa dalla giunta di governo dopo tre giorni di veleni e polemiche. Coinvolta in un accertamento su presunte irregolarità nella realizzazione di una piscina nella sua villa al mare su cui indaga la Procura di Siracusa, Sgarlata ha cambiato posizione nel giro di 72 ore: tre giorni fa aveva assicurato che non si sarebbe dimessa archiviando le accuse nei suoi confronti come «metodo Boffo». Ora invece ha deciso di lasciare. «Proprio perché consapevole di voler continuare il mio impegno all'interno del Partito Democratico ma, al tempo stesso, di voler porre un freno ad un clima di veleni che rischia di danneggiare il futuro del partito, credo sia giusto che io rimetta il mio mandato da assessore», ha detto la Sgarlata.
Che ha aggiunto: «Recenti dichiarazioni di stampa da parte del Presidente Crocetta evidenziano che il rapporto di reciproca fiducia con il quale ho iniziato questa entusiasmante avventura si è incrinato».
«La mia persona - ha spiegato - la mia storia e le tante iniziative che ho portato avanti e concluso in questi mesi parlano da sole. La crescente confusione del quadro politico, in particolare del rapporto tra il Governo regionale e il Partito Democratico, comporta la difficoltà, per ogni assessore che si riconosce nella proposta politica del Pd, di poter svolgere con serenità il suo lavoro, essendo imbrigliato in meccanismi e strategie che non consentono alcuna continuità nell'azione politica e istituzionale». Cooptata in giunta prima in quota Megafono con delega all'Ambiente e poi in quota Pd post-rimpasto, l'assessore ha dovuto fare marcia indietro dopo le considerazioni del governatore Rosario Crocetta: il presidente della Regione dopo aver trasmesso gli atti di una relazione degli ispettori ai Beni culturali che contestavano le presunte anomalie nei confronti dell'assessore alla procura di Palermo, aveva bollato la vicenda definendola «una leggerezza politica». Le dimissioni della Sgarlata arrivano nel giorno in cui il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, ha annunciato che il partito toglie l'appoggio al governo Crocetta e a poche ore da un vertice del gruppo parlamentare dei democratici proprio sulla crisi politica. A Raciti ha fatto eco il M5S che ha invitato il Pd regionale a votare una mozione di sfiducia nei confronti del governatore. Il quale ha invece ribadito che non ha alcuna intenzione di dimettersi. «Non mi dimetterò mai, sono un combattente, uno che cade in battaglia. Sono stato eletto dal popolo siciliano, la prima volta dal Dopoguerra che il centrosinistra vince in Sicilia. Il Pd dovrebbe accendermi un cero, un lumicino», ha detto Crocetta durante un'intervista a La Zanzara su Radio 24. «Il Pd - ha incalzato Crocetta - dovrebbe fare un viaggio votivo a Lourdes per ringraziarmi. Sono stato eletto per liberare la Sicilia dal malaffare e la sto rimettendo sui binari dopo anni di sprechi». «Il problema - ha aggiunto - non sono i renziani ma l'opposizione, i cuperliani».
--Il presidente della Regione Rosario Crocetta è appena sbarcato a Vulcano con il traghetto della Comapgnia delle Isole. E' accompagnato da una decina di persone molte delle quali fanno parte della scorta. Al seguito anche due auto, Audi, blindate. Prima di sbarcare sull'isola eoliana è stato molto cordiale salutando tutte le persone e tutto l'equipaggio della nave. Tappa al museo archeologico di Lipari?
Il fine settiama eoliano del capo della Sicilia e ' passato con lo sbarco a Vulcano. Viaggio con nave traghetto di linea e con un seguito di 10 persone per garantire la sicurezza. Il corteo del presidente Crocetta, composto da due auto corazzate di grossa taglia, ha fatto apparire le Eolie piccole e grande l'uomo che le governa. Stanchi panorami consumati dall'estate hanno mostrato le bellezze ferite di questo Patrimonio dell'Umanita' che oltre alle promesse attende decisionini tecniche e non politiche.
---"Una piscina realizzata nella sua villa siracusana, a pochi metri dalla costa, e autorizzata in tempi record dalla sovrintendenza rischia di costare il posto all'assessore regionale al Territorio Maria Rita Sgarlata. Già scaricata da Crocetta, imbarazzato per il curioso caso di un assessore che ha fra le sue deleghe il controllo delle coste e la lotta all'abusivismo e che è finita accusata proprio di aver realizzato un'opera abusiva.
LA VICENDA. Un esposto anonimo firmato «Movimento 7 Stelle» ha avvisato l'assessorato regionale ai Beni culturali, curiosamente diretto dalla Sgarlata fino ad aprile. A quel punto la collega di giunta Giusy Furnari ha disposto una ispezione alla sovrintendenza di Siracusa scoprendo che l'iter autorizzativo della piscina della Sgarlata si era concluso con successo in appena 22 giorni mentre in molti altri casi c'erano stati tempi lunghi e dinieghi.
Il caso è subito costato il posto alla sovrintendente Bice Basile, perchè gli ispettori dei Beni culturali hanno segnalato che l'autorizzazione sarebbe stata data disattendendo le norme vigenti.
LA DIFESA DELL'ASSESSORE. La Sgarlata si è sempre difesa sostenendo che la sua piscina non avrebbe neppure avuto bisogno di autorizzazione, visto che si tratta di un'opera prefabbricata e fuoriterra. Per l'assessore, entrata in giunta in quota Megafono ma poi transitata all'ala renziana del Pd, dietro lo scandalo ci sarebbe la volontà di farla dimettere per sbloccare alcuni appalti da lei non voluti: «Le notizie calunniose sulla costruzione di una piscina abusiva sono il frutto di un attacco di natura politica che segna il momento finale di uno scontro che a Siracusa ha visto protagonisti associazioni e cittadini da una parte e alcuni imprenditori tesi a garantirsi porzioni di quel territorio per nuove edificazioni dall'altra. Nessun abuso è stato commesso: siamo dinanzi ad un castello maldestramente costruito su una piscina fuori terra prefabbricata per la quale è stato richiesto regolare permesso, sebbene manufatti di questo tipo vengano proposti in vendita proprio perchè esenti da richiesta di autorizzazione e realizzabili con una semplice comunicazione».
CROCETTA: SI DIMETTA. Ma nemmeno Crocetta sembra credere al suo assessore: «Non entro nel merito di una vicenda molto tecnica ma sicuramente l'assessore ha peccato di leggerezza politica». Il presidente spiega di avere ricevuto la relazione degli ispettori due settimane fa e di avere convocato la stessa sera l'assessore che all'epoca in cui si riferiscono i fatti aveva la delega ai Beni culturali: «Mi ha detto che secondo lei non ha commesso irregolarità - afferma Crocetta - Ma io non potevo agire altrimenti, per rispetto del popolo siciliano ho inviato gli atti alla Procura di Palermo. In 40 anni di attività politica non ho mai costruito piscine ne ho mai abitato in ville stile liberty». Per il presidente della Regione l'assessore dovrebbe dimettersi: «Un amministratore deve mantenere sobrietà anche perchè altrimenti sottopone ad attacchi e polemiche l'intero governo. L'assessore Sgarlata sa come la penso. Dal punto di vista politico l'assessore ha sbagliato e non penso come dice lei che sia vittima del "metodo Boffo". Non le avevo detto che avrei mandato gli atti alla Procura di Palermo, ma lo faccio sempre in questi casi e un assessore non è diverso dagli altri».
Sull'autorizzazione disposta dalla sovrintendenza in tempi record anche la Procura di Siracusa ha disposto una inchiesta.
CRACOLICI: E' DIVENTATA UNA FARSA. Il caso Sgarlata riaccende lo scontro fra il Pd (o almeno l'ala cuperliana) e Crocetta. Antonello Cracolici, leader dei cuperliani, lette le prime notizie ha affidato la sua critica a Twitter: «La commedia del governo Crocetta è ormai alla fine. Si è trasformata in una farsa. A questo punto è meglio chiuderla qui».
Cracolici esclude che un'eventuale uscita della Sgarlata possa portare a un ingresso in giunta dei cuperliani. Segnale che le distanze da Crocetta sono ormai incolmabili: «Crocetta denuncia un suo assessore ma non la rimuove? Forse non la il coraggio delle sue azioni - ha aggiunto Cracolici -. Dare il posto a noi? Questo è un governo da mandare a casa per intero. E ricordo che questo assessore è espressione di Davide Faraone. C'è un'ammucchiata che governa la Sicilia: Lumia, Leanza, D'Alia e Faraone stanno facendo un danno enorme».