Sono stati segnalati all’autorità giudiziaria i comportamenti tenuti dal sindaco di Messina Cateno De Luca “perché censurabili sotto il profilo della violazione dell’articolo 290 del Codice penale (Vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni costituzionali e delle Forze armate)».
La decisione, informa il Viminale, è stata assunta dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, «a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell’immagine per l’intera istituzione che lei rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari».
«Proprio in una fase emergenziale in cui dovrebbe prevalere il senso di solidarietà e lo spirito di leale collaborazione – sottolinea il Viminale – le insistenti espressioni di offesa e di disprezzo, ripetute per giorni davanti ai media da parte del primo cittadino di Messina all’indirizzo del ministero dell’Interno, appaiono inaccettabili, e quindi censurabili sotto il profilo penale, per il rispetto che è dovuto da tutti i cittadini – e a maggior ragione da chi riveste una funzione pubblica anche indossando la fascia tricolore – alle istituzioni repubblicane e ai suoi rappresentanti».(stampalibera.it)
LA SOLIDARIETà
Coronavirus, Viminale denuncia sindaco De Luca, solidarietà dagli Amministratori siciliani: “Seppur con toni eccessivi è in trincea per contenere l’esodo sullo Stretto”
A seguito della denuncia per vilipendio ad opera del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, nei confronti del Sindaco di Messina, on. Cateno De Luca, un nutrito gruppo di Amministratori locali, ha espresso solidarietà e vicinanza al Primo cittadino di Messina, il quale a causa della situazione emergenziale sullo Stretto, ha preso una netta posizione – seppur con travolgente fervore – in favore di un territorio che rischia il crollo sanitario.
“Pur comprendendo che i toni utilizzati dal Sindaco di Messina siano stati eccessivi, ma sicuramente dettati dalla grande tensione a cui ogni giorno siamo sottoposti noi Sindaci, da sempre in trincea, riteniamo che la decisione del Viminale, di denunciare per Vilipendio il Sindaco De Luca, sia quanto mai eccessiva, in considerazione del ruolo e del sacrificio che ognuno di noi sta portando avanti, nell’esclusivo interesse di salvaguardare le nostre comunità. Al sindaco di Messina esprimiamo piena vicinanza e solidarietà, anche in considerazione dell’esodo che da solo si è trovato a contenere, essendo Messina la principale via d’accesso all’Isola”. Questo il coro unanime dei sindaci che hanno mostrato la loro vicinanza all’iniziativa promossa dal Sindaco di Santa Teresa di Riva e parlamentare siciliano, on. Danilo Lo Giudice, a seguito delle numerose telefonate e attestazioni di stima degli Amministratori siciliani, nei confronti del Sindaco De Luca.
Di seguito i nomi dei Sindaci firmatari
Ali – Natale Rao
Ali Terme – Carlo Giaquinta
Caprileone – Filippo Borrello
Castell’umberto – Vincenzo Lionetto Civa
Castelmola – Orlando Russo
Fiumedinisi – Giovanni De Luca
Fondachelli Fantina – Marco Pettinato
Forza d’Agro – Bruno Miliadò
Francavilla di Sicilia – Vincenzo Pulizzi
Furci Siculo – Matteo Francilia
Gaggi - Giuseppe Cundari
Gallodoro – Alfio Currenti
Giardinello – Antonio De Luca
Giardini Naxos – Pancrazio Lo Turco
Letojanni – Alessandro Costa
Librizzi – Renato Di Blasi
Limina – Marcello Bartolotta
Mandanici – Giuseppe Briguglio
Mazzarra Sant’Andrea – Carmelo Pietrafitta
Moio Alcantara – Bruno Pennisi
Mongiuffi Melia – Rosario D’Amore
Montagnareale – Rosario Sidoti
Montalbano Elicona – Filippo Taranto
Nizza di Sicilia – Piero Briguglio
Novara di Sicilia – Gino Bertolami
Oliveri – Francesco Iarrera
Pagliara - Sebastiano Gugliotta
Patti – Mauro Aquino
Roccalumera – Gaetano Argiroffi
Roccella Valdemone – Giuseppe Spartà
Rodì Milici – Aliberti Eugenio
San Teodoro – Valentina Costantino
Sant’Agata Militello – Bruno Mancuso
Sant’Alessio Siculo – Giovanni Foti
Santa Domenica Vittoria - Giuseppe Patorniti
Santa Teresa di Riva - Danilo Lo Giudice
Trappeto – Santo Cosentino
Tripi – Michele Lemmo
Venetico - Francesco Rizzo
Coronavirus, così l’aggiornamento nelle nove province della Sicilia
Questi i casi di coronavirus riscontrati nelle varie province dell’Isola, aggiornati alle ore 12 di oggi (giovedì 26 marzo), così come segnalati dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
In totale sono 1.164 i casi positivi registrati dall'inizio, ma attualmente ne risultano 1.095 perché 36 sono già guariti e 33 deceduti. Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 52; Caltanissetta, 48; Catania, 321; Enna, 126; Messina, 212; Palermo, 197; Ragusa, 27; Siracusa, 63; Trapani, 49.
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.
Si raccomanda di attenersi scrupolosamente alle indicazioni fornite dal ministero della Salute per contenere la diffusione del virus. Per ulteriori approfondimenti visitare il sito dedicato www.siciliacoronavirus.it o chiamare il numero verde 800.45.87.87.
Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 12 di oggi (giovedì 26 marzo), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all'Unità di crisi nazionale.
Dall'inizio dei controlli, i tamponi validati dai laboratori regionali di riferimento sono 9.658. Di questi sono risultati positivi 1.164 (170 + di ieri), mentre, attualmente, sono ancora contagiate 1.095 persone (+159 rispetto a ieri).
Sono ricoverati 414 pazienti, di cui 68 in terapia intensiva, mentre 681 sono in isolamento domiciliare, 36 guariti e 33 deceduti (1 ad Agrigento, 2 a Caltanissetta, Palermo e Siracusa, 4 a Messina, 6 a Enna e 16 a Catania).
Il prossimo aggiornamento avverrà domani. Lo comunica la presidenza della Regione Siciliana.
Si è svolta stamane, a Palazzo dei Leoni, la conferenza stampa del Sindaco metropolitano Cateno De Luca.
Nel corso dell'incontro con i giornalisti il Sindaco Cateno de Luca ha illustrato la situazione finanziaria delle ex Province alla luce della discussione, in atto in queste ore in Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, dove è stata previsto lo stanziamento di 140 milioni sul Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) a fronte dei 350 milioni necessari ad evitare il dissesto finanziario delle ex Province siciliane.
Si tratta di una somma nettamente insufficiente a ripianare il deficit dei nove enti siciliani e addirittura, così come specificato dallo stesso Sindaco metropolitano, solo 100 milioni saranno destinati alle ex Province.
Nel testo in discussione, inoltre, non si prevede la definizione dei bilanci degli anni pregressi e si autorizza una programmazione finanziaria annuale, scelta che impedirà alle Città Metropolitane e ai Liberi Consorzi di poter effettuare investimenti strategici che si articolano su più bilanci annuali.
“Non possiamo accettare la decretazione istituzionale del fallimento di tutte le ex Province siciliane – ha dichiarato il Sindaco metropolitano Cateno De Luca – e spero che in queste ore qualcuno si ravveda e di conseguenza si modifichi il testo in discussione. Abbiamo dimostrato in tutte le sedi che, per evitare il dissesto di tutti i nove Enti, servono 350 milioni prelevabili dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione; d'altronde la Sicilia ha avuto assegnati ben 2 miliardi e 300 milioni sul FSC e, allo stato attuale, ha speso solo 100 milioni di questa ingente somma.
Comprendo la difficoltà dell'Assessore Armao nel certificare il totale fallimento del sistema Sicilia ma a questo punto credo che, per come sono state condotte le trattative nell'ambito dell'accordo Stato-Regione Siciliana, le sue dimissioni siano un atto dovuto.
Al Presidente Musumeci chiedo di affrontare con una diversa prospettiva la grave situazione finanziaria delle ex Province, sulla base dell'imbarazzo manifestato il 15 maggio scorso quando, nel corso dell'incontro con la delegazione dei Sindaci, ha compreso che quell'accordo non avrebbe consentito di sbloccare la situazione di default degli Enti di Area vasta.
Anzichè discutere sullo slittamento o sull'anticipazione delle elezione degli organi degli enti sarebbe il caso di inserire all'ordine del giorno il testo, già presentato, per individuare le risorse per salvare il sistema delle ex Province siciliane. Non possiamo continuare in questi termini e quello odierno è il gesto estremo, prima dell'avvio delle procedure di dissesto.
L'intento è quello di lanciare un monito forte al Parlamento siciliano e nazionale affinché si eviti questo delitto irreversibile perché, dichiarato il dissesto della Città Metropolitana di Messina, salteranno quasi 400 milioni di investimenti, i precari non potranno essere salvati e, ovviamente, i servizi salteranno definitivamente. Abbiamo numerose procedure di investimento bloccate, basti pensare al Cuppari, al Don Orione e alla Panoramica dello Stretto, ben 7 milioni di gare anche aggiudicate.
Consentire di approvare soltanto il bilancio del 2019, in deroga al principio di programmazione triennale, non consente di poter riavviare queste gare perché sono lavori che riguardano due o tre anni contabili. Tutto questo è stato spiegato ad Armao in quella discussione ma, non avendo mai amministrato neppure un condominio, ad oggi non si rende conto di cosa significhi rispettare il cronoprogramma degli interventi per opere pubbliche che, in questo caso, non potrebbero essere nuovamente appaltate con la conseguenza che si andranno a perdere risorse ingenti per il territorio.
Stamattina ho avuto contezza dell'emendamento 38030, che sarà discusso tra poche ore, ed ho appreso che, mentre noi ancora aspettavamo di essere riconvocati per discutere con il Ministro, già la Regione Siciliana aveva concluso l'intesa con lo Stato a far data dal 15 maggio scorso. È ovvio che mi sento preso in giro e sono mortificato per cui questo atto rappresenta l'ultimo monito; ho già firmato la nota che sarà inviata ai Revisori dei Conti che dovranno redigere la relazione per l'avvio della procedura di dissesto perché né io né i dirigenti possiamo continuare a subire questa situazione”.
I responsabili del settore tecnico e di quello finanziario, rispettivamente il dott. Francesco Roccaforte e il dott. Massimo Ranieri, hanno analizzato la situazione finanziaria della Città Metropolitana di Messina fornendo dati incontrovertibili.
“La paralisi amministrativa che costringe l'Ente ad operare in regime di gestione provvisoria, - hanno dichiarato i responsabili Roccaforte e Ranieri – impedisce l'attivazione delle procedure di appalto e di esecuzione degli interventi da programmare o già definiti, nell'ambito del Masterplan e di altri programmi a valenza regionale e nazionale.
Si rischia di perdere o di veder bloccati investimenti pari, nell'immediato, a circa 44.500.000 di euro ed a medio termine a circa 132.000.000 di euro nel settore delle strade provinciali e dell'edilizia scolastica. In queste condizioni le attività in corso nei settori dell'edilizia scolastica e della viabilità, e quelle portate avanti durante il 2018, con la redazione di oltre 60 progetti cantierabili e con lo svolgimento di circa 50 procedure di gara d'appalto, risultano praticamente vanificate”.
Al termine della conferenza stampa il Sindaco Metropolitano Cateno De Luca ha annunciato che da subito procederà a barricarsi nella stanza della Presidenza, attuando lo sciopero della fame ad oltranza, e ha dichiarato che da lunedì 10 giugno, se non dovessero giungere notizie positive, procederà alla chiusura di Palazzo dei Leoni.