europee Matteo Renzi aveva detto che il voto europeo, sul fronte italiano, sarebbe stato un «derby» tra speranza e rabbia. E stando ai numeri quel derby alla fine lo ha vinto lui. Le proiezioni danno il Partito Democratico al 41,2% dei consensi contro il 20,8% del Movimento 5 Stelle e il 16,6% di Forza Italia. Un dato accolto con entusiasmo dal capo del governo, che non ha commentato il risultato con i giornalisti affidando però la sua soddisfazione a Twitter: «Un risultato storico. Commosso e determinato, adesso al lavoro per un'Italia che cambi l'Europa». Una percentuale superiore al 40% nella storia repubblicana era riuscita a conquistarla solo la Dc di De Gasperi e neppure Berlinguer,evocato nei giorni scorsi proprio dai grillini che ne avevano rivendicato l'eredità sulla questione morale, ci si era mai avvicinato. ] Matteo Renzi aveva detto che il voto europeo, sul fronte italiano, sarebbe stato un «derby» tra speranza e rabbia. E stando ai numeri quel derby alla fine lo ha vinto lui. Le proiezioni danno il Partito Democratico al 41,2% dei consensi contro il 20,8% del Movimento 5 Stelle e il 16,6% di Forza Italia. Un dato accolto con entusiasmo dal capo del governo, che non ha commentato il risultato con i giornalisti affidando però la sua soddisfazione a Twitter: «Un risultato storico. Commosso e determinato, adesso al lavoro per un'Italia che cambi l'Europa». Una percentuale superiore al 40% nella storia repubblicana era riuscita a conquistarla solo la Dc di De Gasperi e neppure Berlinguer,evocato nei giorni scorsi proprio dai grillini che ne avevano rivendicato l'eredità sulla questione morale, ci si era mai avvicinato.

Matteo Renzi         @matteorenzi

Un risultato storico. Commosso e determinato adesso al lavoro per un'Italia che cambi l'Europa. Grazie . @pdnetwork

Delusione a 5 stelle. Beppe Grillo è il grande sconfitto di questa tornata elettorale. I 17 europarlamentari che dovrebbe avere conquistato non sono pochi, ma il M5S puntava a ben altri risultati. Il sorpasso non c'è stato e l'hashtag #vinciamonoi ora suona beffardo. L'ex comico deve fare i conti non solo con un netto calo di consensi rispetto alle elezioni politiche dello scorso anno, ma anche con un distacco pesantissimo dal suo principale avversario - 20 punti sono di fatto un altro partito - che sembra difficilmente colmabile nel breve periodo. E che oltretutto finisce col legittimare Renzi spegnendo le polemiche sulla sua ascesa a Palazzo Chigi senza un passaggio elettorale. Il leader del M5S non si è fatto sentire nella notte elettorale («Forse sta già dormendo» hanno detto i suoi davanti alle telecamere), e anche gli altri esponenti di punta del Movimento hanno preferito prendere tempo rimandando le valutazioni a quando i dati saranno definitivi. Resta da vedere se ci sarà un passo indietro di Grillo, che nei giorni scorsi non aveva escluso questa ipotesi nel caso di un risultato deludente.

«Il centrodestra non esiste più» Grande la soddisfazione al Nazareno, dove i commenti sono entusiastici e dove si fa notare con orgoglio come il Pd sia ora anche il principale gruppo in seno al Pse. Canta vittoria anche la Lega, unico a crescere tra le forze dell'opposizione: «Ci davano per morti e invece ci siamo» sottolinea il segretario Matteo Salvini. Forte invece la delusione di Forza Italia, che nei commenti a caldo preferisce minimizzare parlando di risultato «non esaltante» e che punta il dito contro Alfano e il Nuovo Centrodestra, accusati di fatto di avere favorito la crescita di Renzi e di esserne rimasti poi fagocitati. Giovanni Toti, consigliere politico di Silvio Berlusconi, parla della possibilità di ricostruire il centrodestra in Italia recuperando proprio il rapporto con gli alfaniani, ma anche con la Lega e Fratelli d'Italia, anche se il quadro politico è cambiato e se attualmente le quattro forze politiche stanno su fronti opposti. Facile per Ignazio La Russa mettere le mani avanti, sottolineando che se verrà portata avanti la nuova legge elettorale (frutto di un accordo tra Renzi e Berlusconi) «le possibilità di trovare un'intesa sono pari a zero». Anche il leghista Salvini è alquanto netto: «Ovunque in Europa si è affermato il centrodestra, tranne che in Italia. Il problema è che il centrodestra non c'è più: bisognerà reinventarlo». ] «Il centrodestra non esiste più»

Il dato europeo A livello continentale i due dati più eclatanti sono la vittoria del Front National di Marine Le Pen in Francia e il successo di Nigel Farage in Gran Bretagna. Le ultime proiezioni confermano il Partito popolare a 212 seggi con il 28,2% dei voti, e segnano un leggero incremento dei socialdemocratici che passano a 186 seggi da 185 precedentemente stimati, con il 24,7% dei voti. I liberali scendono a 70 seggi (9,3%). Sostanzialmente invariati i numeri degli euroscettici (141) e dei partiti non schierati in famiglie politiche europee. L'Efd ottiene 36 seggi, gli eurodeputati indipendenti salgono a 38, gli altri partiti non allineati restano a 67 eurodeputati. I conservatori e riformisti registrano 44 seggi, mentre la sinistra di Tsipras scende a 43 seggi e i verdi restano a 55. ] Il dato europeo

A livello continentale i due dati più eclatanti sono la vittoria del Front National di Marine Le Pen in Francia e il successo di Nigel Farage in Gran Bretagna. Le ultime proiezioni confermano il Partito popolare a 212 seggi con il 28,2% dei voti, e segnano un leggero incremento dei socialdemocratici che passano a 186 seggi da 185 precedentemente stimati, con il 24,7% dei voti. I liberali scendono a 70 seggi (9,3%). Sostanzialmente invariati i numeri degli euroscettici (141) e dei partiti non schierati in famiglie politiche europee. L'Efd ottiene 36 seggi, gli eurodeputati indipendenti salgono a 38, gli altri partiti non allineati restano a 67 eurodeputati. I conservatori e riformisti registrano 44 seggi, mentre la sinistra di Tsipras scende a 43 seggi e i verdi restano a 55.

lsciacchitanogruppo1

La campagna elettorale si è conclusa ufficialmente alla mezzanotte dell'altro ieri, ma nei comitati elettorali dei candidati al Parlamento europeo l'attività continua frenetica. Si vota solo domenica dalle ore 7 alle ore 23. Lo stesso nei 37 comuni siciliani (c'è anche Leni) che dovranno eleggere sindaci e consigli comunali. In Sicilia unico comune capoluogo di provincia in cui saranno aperte le urne è Caltanissetta. I riflettori sono particolarmente puntati sulle elezioni europee, anche per i risvolti politici che il voto per il Parlamento di Strasburgo avrà sui governi nazionale e regionale.

Come è noto, l'Italia è divisa in cinque macro-circoscrizioni. La Sicilia con la Sardegna fa parte della circoscrizione Insulare dove gli elettori, al seggio, riceveranno una scheda di colore rosa. Ogni elettore, oltre ad esprimere il gradimento per una lista, facendo una croce sopra o accanto al simbolo, può anche dare fino a tre preferenze. In questo caso, le preferenze espresse devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l'annullamento della terza preferenza.

L'Italia nel Parlamento europeo sarà rappresentata da 73 deputati (nel 2009 erano 72); la circoscrizione Sicilia-Sardegna, sulla carta, ne dovrà eleggere 8. Nella passata legislatura, però, Sicilia e Sardegna riuscirono a portare in Europa solo 6 parlamentari. Ma anche nelle legislature precedenti la rappresentanza Insulare è stata parziale. Per due motivi soprattutto: la scarsa affluenza alle urne (in Sicilia nel 2009 votò il 49% degli aventi diritto); e perché avendo la circoscrizione Insulare il minore numero di elettori, rispetto alle altre circoscrizioni, è penalizzata nell'assegnazione dei seggi con i resti più alti in termini di voti assoluti. Pertanto, uno o due eurodeputati scattano in altre circoscrizioni, piuttosto che in quella Insulare. In ciò è particolarmente penalizzata la Sardegna, che a sua volta, avendo circa un terzo della popolazione siciliana, difficilmente riescirà ad eleggere un proprio rappresentante. In ogni caso, non parteciperanno alla divisione dei seggi le forze politiche che non supereranno lo sbarramento del 4%.

Lo spoglio delle schede per il Parlamento europeo inizierà subito dopo la chiusura delle urne, alle ore 23. Le prime proiezioni sull'andamento del voto, dunque, si avranno a tarda notte. Anche perché, oltre il voto di lista, bisognerà anche attribuire le preferenze. La lettura delle schede, dunque, si annuncia piuttosto lenta. Peraltro, i componenti del seggio, che dovranno già presentarsi nelle rispettive sezioni alle ore 6, dovranno continuare a lavorare senza soluzione di continuità, fino al completamento dello scrutinio delle schede per il Parlamento europeo.

Lo spoglio delle schede nei 37 comuni siciliani in cui si voterà in concomitanza con le elezioni europee, comincerà alle ore 14 di lunedì. Presidenti di seggio, segretari e scrutatori avranno la possibilità di fare qualche ora di sonno ristoratore, prima di riprendere il lavoro. I comuni più popolosi in cui si voterà  oltre Caltanissetta, sono: Acireale, Mazara del Vallo, Bagheria, Monreale e Termini Imerese. In provincia di Trapani, dopo lo scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, si è ricandidato a sindaco il critico d'arte Vittorio Sgarbi che che si era dimesso dalla carica di primo cittadino, prima che l'ispezione avviata dalla Prefettura di Trapani mettesse in moto la procedura dello scioglimento per infiltrazioni mafiose.

Ogni scheda dovrà essere timbrata e vidimata dal presidente del seggio. Come è noto, è vietato fotografare la scheda votata con i telefoni cellulari.

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