di Giacinto Pipitone
È iniziato l'azzeramento nelle società partecipate. Malgrado il proposito di rinviare a dopo le elezioni la scelta dei nuovi vertici, Nello Musumeci ha indotto al siluramento dei presidenti e dei consigli di amministrazione di tutte le società della galassia regionale. La fase di transizione, in attesa della scelta dei nuovi presidenti, è stata affidata per lo più a membri dello staff di Palazzo d'Orleans.
Il colpo di scena è arrivato dall'Irfis. Anche nella cassaforte regionale sono stati azzerati i vertici malgrado il presidente Alessandro Dagnino non fosse identificato come crocettiano ortodosso e potesse vantare pure un certo gradimento da parte di Forza Italia.
Invece, almeno per il momento, deve lasciare la carica su input di Palazzo d'Orleans. Via anche Patrizia Monterosso e Salvatore Parlato, membri del consiglio di amministrazione. Il nuovo presidente è il capo della segreteria tecnica di Musumeci: Giacomo Gargano. Insieme a lui sono stati nominati Sebastiano Conti Nibali e Lucia Di Fatta, capo di gabinetto dell'assessore al Turismo. Quella dell'Irfis resta la poltrona più ambita fra le 13 da assegnare a partire dal 5 marzo.
Ast, via il presidente Massimo Finocchiaro, uno dei fedelissimi di Crocetta, e via anche Serafina Perra e Giancarlo Costa (altro fedelissimo dell'ex presidente). Alla guida della società è stato nominato Mario La Rocca, capo di gabinetto della Sanità: con lui arrivano Rosalia Pipia (capo di gabinetto dell'assessorato alla Funzione Pubblica) e Giuseppe Battaglia (capo di gabinetto dell'Ambiente).
Alla Sas, la più grande partecipata regionale, via il crocettiano Sergio Tufano: come amministratore unico è stato scelto, per ora, il capo di gabinetto di Musumeci Gianluigi Amico.
------Musumeci, "lo spreco alimentare un insulto alla povertà..."
"Lo spreco alimentare è un insulto alla povertà e al disagio sociale, specie nella nostra Isola, dove i livelli di indigenza hanno raggiunto percentuali allarmanti. E' necessario un cambiamento culturale, con una maggiore sensibilizzazione delle famiglie, cominciando dai più piccoli. Appartengo, per dato anagrafico, a quella generazione di siciliani abituati da bambini a non buttare la rimanenza del pane di casa: "U Signuri nun voli", ammonivano le mamme. E così, affettato e fritto con l'uovo o bagnato nell'acqua con lo zucchero sopra, con quel pane spezzettato o raffermo si rimediava la merenda o finiva nella pentola per diventare un gustoso 'pane cotto'. Per questo sono convinto che la Giornata di oggi debba invitare tutti alla riflessione sullo spreco di cibo, mentre su questo tema è richiesta una sempre maggiore attenzione da parte di chi governa".
Lo afferma, in una nota, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in occasione della quinta Giornata di prevenzione dello spreco alimentare, istituita nel 2014 dal ministero dell'Ambiente, che si celebrera oggi.
"Agli esempi positivi di alcuni progetti di solidarietà - continua - bisogna affiancare il supporto di validi strumenti legislativi che puntino a ridurre il consumo illimitato e la cultura dello scarto, ormai inconciliabili con lo sviluppo economico. Negli scorsi anni, all'Assemblea regionale siciliana sono stati presentati diversi disegni di legge in materia, mai approdati in Aula. In questa legislatura, il governo si farà promotore di un'iniziativa legislativa che possa rappresentare la sintesi di tutte le proposte avanzate, per arrivare a un testo condiviso, che auspico possa essere approvato all'unanimità".
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"In Sicilia abbiamo avviato una manovra anticiclica che rimetta in circolazione, prestissimo, almeno un miliardo di euro, per ridare fiato alle piccole e medie imprese, dall'edilizia all'agricoltura, dall'artigianato alla pesca, dall'innovazione tecnologica al turismo. Una cura ricostituente per riportare in carreggiata la nostra Isola e avviare una seria inclusione socio-lavorativa".
Lo dichiara, in una nota, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, commentando il report sulla povertà nell'Isola diffuso dal Cevas.
"I dati allarmanti resi noti - continua - confermano le nostre denunce sulla incapacità della Regione a gestire, nel passato, una serie politica degli investimenti e a perseguire un chiaro modello di sviluppo. Inoltre, al nuovo governo nazionale chiederemo una sorta di 'Piamo Marshall' per le aree interne dell'Isola, travagliate da un profondo degrado e da una desertificazione di risorse umane che, se non arrestate in tempo, potrebbero pregiudicare ogni futura possibile crescita".
---«L'emergenza attuale è determinata soprattutto dal fatto che il sistema delle discariche in Sicilia, più private che pubbliche - e questo dato deve fare riflettere - ha portato al collasso. Se non partiamo da questo dato, fra sette o otto mesi in Sicilia avremo i rifiuti per strada, e se qualcuno getta un cerino la montagna di rifiuti diventa un falò. Ed in piena estate le tv nazionali e straniere parleranno della Sicilia non come 'terra del sole' ma come 'terra che brucia». Così il governatore della Sicilia Nello Musumeci intervenendo all'Ars sulla questione rifiuti.
Il programma contro l'emergenza rifiuti
«Questo è il nostro crono-programma: entro febbraio vogliamo realizzare un piano-stralcio per la realizzazione di dieci piattaforme per la gestione della differenziata, compostaggio e conferimento da post-trattamento; un bando per accordi in ambito nazionale ed europeo per il conferimento di almeno la metà dei rifiuti attualmente destinati alle discariche; la definizione di un piano ordinario per la gestione del sistema dei rifiuti in Sicilia». Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, intervenendo all'Assemblea regionale.
«Entro maggio vogliamo riportare il numero degli ambiti territoriali a 9, liquidare le società d'ambito - ha detto - attivare misure di fiscalità di vantaggio per le imprese che investono nel riciclo e penalità per chi non raggiunge almeno il 50% della differenziata. Entro un anno contiamo di potere arrivare alla approvazione del piano di gestione e dei piani d'ambito. Entro la fine del 2019 puntiamo alla messa in attività delle dieci piattaforme per differenziata, compostaggio e conferimento da post-trattamento».
«Per il nostro governo il ciclo dei rifiuti, che ne comprende anche il riuso, dovrà aprirsi e chiudersi nella stessa provincia - ha proseguito - In alcune province potremmo pensare a due ambiti o comprensori, per altre ne basterebbe uno, così come potrebbe bastarne uno per due province contigue: questo lo deciderà il Parlamento regionale. In Sicilia non c'è bisogno di termovalorizzatori, che comunque non demonizzo: penso però che la soluzione sia data dagli impianti di compostaggio».
Musumeci ha sottolineato che "è impossibile affrontare con sistemi ordinari una situazione straordinaria: abbiamo bisogno di nuovi impianti, e i tempi non sono compatibili con quelli attuali della capacità delle discariche". "Abbiamo bisogno di ridurre il conferimento in discarica - ha evidenziato - Il ministero dell'Ambiente dice che la metà dei rifiuti dobbiamo mandarli fuori dalla Sicilia, ma non dice come fare e che possiamo spedire i nostri rifiuti in altre regioni solo per qualche settimana, e non per qualche mese o per un anno, che è il tempo che ci serve". "Resta la soluzione della spedizione all'estero, che ci costerebbe il 20-25% in più rispetto ai costi attuali, ma non abbiamo ancora trovato una ditta disposta a spedire i rifiuti in altri Paesi europei - ha detto - C'è da dire, poi, che a volte nel sistema di smistamento si annidano imprenditori contigui agli interessi mafiosi".
Al termine del lungo dibattito d'aula, Musumeci aveva chiesto un confronto fra i capigruppo "per giungere ad una mozione unificata, con un dispositivo condiviso che impegni il governo regionale a tenere informata l'aula su ogni iniziativa relativa alle politiche ed alle iniziative in tema di rifiuti". Ma dopo una sospensione dei lavori, si è proceduto con la votazione delle singole mozioni presentate dai diversi gruppi parlamentari.
Tutte le mozioni delle opposizioni a firma M5S, Pd e Claudio Fava sono state respinte, l'unica mozione approvata è la numero "15" presentata da alcuni deputati di maggioranza, primo firmatario Alessandro Aricò, che impegna il governo a "porre in essere tutte le azioni necessarie e urgenti, compresa la richiesta al governo nazionale di pieni poteri, per sopperire alla saturazione delle discariche, incluso il trasferimento dei rifiuti al di fuori dell'isola", ed a "riportare il numero degli ambiti territoriali a 9, quanti sono i territori provinciali". La seduta è stata rinviata a martedì prossimo alle 16. (gds.it)
---Dare nuova linfa e più competenze alle Province, piena attuazione dello Statuto, ripensare il ruolo di Irfis, Ircac e Crias. Sono queste alcune delle azioni annunciate dal presidente della Regione, Nello Musumeci, nel corso delle dichiarazioni programmatiche rese all'Ars.
«Collaborazione leale con lo Stato, senza sciocco rivendicazionismo e senza irresponsabile atteggiamento remissivo. Noi chiediamo la piena attuazione dello statuto autonomo della Sicilia - ha detto Musumeci - L'obiettivo finale è riconsegnare ai siciliani una Regione normale».
Musumeci ha parlato «rapporto tra imprese, politica e burocrazia è stato sempre più difficile e controverso» nell'ultimo decennio. E ha sottolineato che bisogna «ripensare alla sorte dell'Irfis venuta meno alla propria funzione istituzionale, ma anche alla sorte dell'Ircac e della Crias e ipotizzare, perché no, una sola struttura per il credito alle piccole e medie imprese».
«Alle Province bisogna attribuire maggiori competenze, altro che smantellarle». Musumeci ha confermato la linea del governo sull'elezione diretta degli organismi delle ex Province (oggi Liberi consorzi) e delle tre città metropolitane (Palermo, Messina e Catania). In attesa dell'esito del ricorso presentato dal governo della Regione contro l'impugnativa da parte del Cdm della legge regionale sulle ex Province, Musumeci ha invitato l'Assemblea a modificare la legge sugli enti intermedi.
Ricordando l'azione dell'ex presidente della Regione Piersanti Mattarella, assassinato il giorno dell'Epifania nel 1980, il governatore ha messo in guardia dalla mafia che «prima di cercare i morti, lo dico soprattutto ai giovani, cerca alleati nella società civile e nelle istituzioni pubbliche». E ricordando il recente dossier dell'ufficio statistica della Regione, Musumeci ha definito «assai preoccupanti» i dati sulla corruzione nell'isola, «se è vero che la percentuale supera la media nazionale».
«La lotta all'abusivismo non è uno slogan da campagna elettorale, ma non esiste l'abusivismo di necessità: esiste l'abusivismo. Sarebbe però da sprovveduti dire che tutte le case abusive vanno abbattute, bisogna verificare caso per caso senza legittimare un abusivismo di serie A e un abusivismo di serie B».
Pur dando atto all'ex assessore alla Salute del «buon lavoro» fatto, il presidente della Regione siciliana, ha annunciato che «si provvederà in questi mesi alla parziale revisione della rete ospedaliera» in Sicilia. Poi sui rifiuti lancia l'allarme: «In Sicilia le discariche pubbliche e private sono al collasso, hanno 7-8 mesi di autonomia. Per guadagnare un anno di tempo, bisogna fare in modo che nelle discariche arrivi la metà delle 5mila tonnellate ogni giorno sono smaltite nelle vasche. Il ministero dell'Ambiente ci ha detto di portare questi rifiuti all'estero - ha detto il governatore - ma abbiamo problemi logistici». Musumeci ha sottolineato di avere trovato «una emergenza» e che «sette governi, 5 commissari straordinari, un prefetto e due magistrati in vent'anni non sono riusciti a trovare soluzioni strutturali».
«Questa coalizione di centrodestra è ben consapevole dei propri limitati numeri in aula per una legge elettorale che va cambiata e anche presto». Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, nel suo intervento all'Ars e dicendosi favorevole all'introduzione nella legge elettorale del premio di maggioranza per dare maggiore governabilità.
«Il governo non cerca in questa Assemblea supporti numerici clandestini, confidiamo di trovare nelle opposizioni convergenze programmatiche alla luce del sole».
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