Parte il piano di investimenti che finanzia 59 ospedali in Sicilia e nelle isole minori.

L'assessore regionale della Salute, Ruggero Razza, ha firmato il decreto che prevede interventi per circa 224 milioni di euro, destinati a opere di potenziamento tecnologico, infrastrutturale e agli adeguamenti a norma di strutture già esistenti, che ne avevano fatto richiesta negli anni scorsi. Si tratta del primo atto concreto che sblocca l'Accordo di programma a valere sulle risorse finanziarie ex articolo 20 della legge 67/88. Il decreto finanzia progetti immediatamente cantierabili, in prevalenza a carattere territoriale. Sono stati esclusi invece, quelli di ingente portata e di non immediata realizzazione. Il 95% degli investimenti previsti sarà a carico dallo Stato, la parte restante sarà cofinanziata dalla Regione Siciliana. 

"Questo intervento - afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci - rientra nel miliardo di euro che vogliamo prestissimo attivare anche per dare una boccata d'ossigeno alle piccole e medie imprese. Stiamo lavorando a pieno ritmo per rimettere in moto un'economia stagnante, che ha prodotto in Sicilia solo miseria e povertà. L'altro obiettivo è quello di ammodernare strutture sanitarie rimaste fuori legge per tanto tempo".
Questi i finanziamenti per provincia: Agrigento 5,7 milioni, Caltanissetta 14,8, Catania 52,9, Enna 18,2, Messina 13,5, Palermo 53,4, Ragusa 8, Siracusa 14 e Trapani 43,5. Per le isole minori, 500 mila euro saranno destinati alla ristrutturazione del presidio ospedaliero 'Nagar' di Pantelleria, mentre parte dei 5 milioni richiesti per acquisto attrezzature nel Messinese andranno all'ospedale di Lipari.
"Abbiamo lavorato - spiega l'assessore della Salute Ruggero Razza - per integrare, in breve tempo, le istanze del Ministero, che aveva chiesto modifiche rispetto alla precedente programmazione e sbloccato una situazione che, per anni, non permetteva l'adeguamento a norma di diverse strutture ospedaliere. Molte di queste erano fatiscenti e in attesa, da oltre un lustro, dei finanziamenti previsti dal precedente Accordo di programma. Da oggi potranno adeguarsi alla normativa vigente e compiere un passo avanti importante, con risvolti positivi sia sul rischio clinico dei pazienti che sul miglioramento dell'assistenza".
Tra i progetti, quindici riguardano opere di ristrutturazione e messa in sicurezza, diciannove l'adeguamento e la messa a norma di strutture, nove l'acquisto di arredi e attrezzature. Diversi quelli che includono la realizzazione di Presidi territoriali di assistenza a Palazzolo Acreide, Pozzallo, Salemi e Ragusa. Tra gli investimenti più ingenti c'è quello di 21 milioni per il nuovo presidio sanitario polivalente di Alcamo, dove saranno trasferiti tutti i servizi finora erogati in strutture fatiscenti. A Palermo, invece, per il completamento dell'Ospedale 'Di Cristina' sono destinati 13 milioni (realizzazione del secondo stralcio) e altri 13 per la messa a norma del padiglione "A" dell'ospedale 'Cervello'. Interventi anche a Catania per la realizzazione del poliambulatorio presso l'ospedale 'Cannizzaro' (13 milioni) e per l'acquisto di attrezzature specialistiche per il pronto soccorso e il poliambulatorio del Policlinico universitario 'Rodolico' (altri 13 milioni).

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 Prime decisioni della giunta regionale di governo appena insediata. Riunita a Palermo, nella Sala Alessi di Palazzo d'Orleans, sotto la presidenza da Nello Musumeci ha approvato un primo disegno di legge e soprattutto promosso il primo contenzioso con lo Stato.
Dopo un'introduzione del presidente della Regione, che ha augurato buon lavoro a tutti gli assessori e fornito alcune indicazioni utili per il corretto funzionamento dell'esecutivo, si è passati all'approvazione delle prime deliberazioni.
Il governo ha deciso di autorizzare il presidente a presentare ricorso innanzi la Corte Costituzionale a seguito dell'impugnazione della legge che ha reintrodotto la elezione diretta dei vertici delle ex Province e, quindi, per tutelare la potestà statutaria della Sicilia in materia di ordinamento degli Enti locali e per difendere il diritto dei cittadini ad eleggere i propri rappresentanti, anche a seguito del voto popolare sul referendum costituzionale dello scorso dicembre e, quindi, nel solco dei principi di democrazia diretta fatti propri dall'Unione Europea.
La Giunta ha, inoltre, approvato la presentazione di un disegno di legge di iniziativa governativa per la istituzione, nell'ambito dell'assessorato alle Autonomie locali, di una specifica competenza per le Isole minori.
I lavori sono stati aggiornati ad oggi per l'esame di ulteriori atti urgenti. Sul tavolo certamente il bilancio con il ricorso praticamente inevitabile all'esercizio provvisorio.(blogsicilia.it)

----Governo fatto. Nello Musumeci ha la sua squadra. Il presidente della Regione, proclamato undici giorni fa in Corte d'appello a Palermo, ha chiuso la quadra. Manca solo l'ufficializzazione, che potrebbe arrivare a ore dopo la firma dei decreti di nomina dei dodici assessori, tra cui due donne.
"Domani riunirò la giunta per la prima seduta" ha detto il presidente della Regione. La squadra di governo, aggiunge Musumeci, sarà presentata in Assemblea. Non appena riceverà dagli uffici di Palazzo dei Normanni la comunicazione dell'avvenuta proclamazione di tutti i deputati eletti da parte delle Corti d'appello provinciali, il governatore indicherà la data della prima seduta dell'Ars.

Ecco i nomi e le deleghe: l'avvocato Gaetano Armao (Forza Italia) all'Economia e vice presidente; l'agronomo Edy Bandiera (Forza Italia) all'Agricoltura; l'avvocato Toto Cordaro (Popolari e Autonomisti) al Territorio e Ambiente; l'avvocato Marco Falcone (Forza Italia) a Infrastrutture e Mobilità; Vincenzo Figuccia (Udc) a Energia e Servizi di pubblica utilità; l'avvocato Bernadette Grasso (Forza Italia) alle Autonomie locali e Funzione pubblica; la farmacista Mariella Ippolito (Popolari e Autonomisti) alla Famiglia, Politiche sociali e Lavoro; Roberto Lagalla (Idea Sicilia) all'Istruzione e Formazione professionale; il colonnello Sandro Pappalardo (Fratelli d'Italia) al Turismo, Sport e Spettacolo; l'avvocato Ruggero Razza (Diventerà Bellissima) alla Salute; Vittorio Sgarbi (Ind.) ai Beni culturali e Identità siciliana; l'avvocato Girolamo Turano (Udc) alle Attività produttive.Nessun esponente per la Lega di Salvini. E proprio su questo oggi si sono registrati malumori in casa Lega per il mancato ingresso nella giunta. Il partito di Salvini aveva chiesto un riconoscimento per il risultato elettorale, ma alla fine nel governo è entrato Pappalardo, esponente di Fratelli d'Italia, il partito della Meloni con cui Noi con Salvini aveva fatto lista comune alle regionali, superando lo sbarramento del 5%, che ha permesso l'elezione all'Assemblea del leghista Tony Rizzotto. Il parlamentare andrà ora al gruppo Misto.
"L'esclusione della Lega dalla giunta è molto grave politicamente - dice il coordinatore della Lega-Noi con Salvini in Sicilia orientale, Angelo Attaguile -. Meloni e La Russa non hanno mantenuto gli impegni presi con noi: loro hanno chiesto e ottenuto un posto nel listo del presidente Musumeci e toccava a noi l'indicazione in giunta, invece non è andata così. Quando abbiamo posto la questione a Musumeci, ci ha risposto vedetevela voi".
"Dopo quanto accaduto con la Lega estromessa dalla giunta Musumeci andremo da soli in aula - aggiunge Attaguile -. Il nostro deputato Rizzotto farà gruppo a sé. All'Assemblea voteremo le leggi caso per caso. La maggioranza di centrodestra non è più di 36 deputati, ma di 35. Non cerchiamo vendette, non ci metteremo di traverso su Gianfranco Miccichè, anzi proprio lui ha riconosciuto che c'era un accordo con FdI per la giunta, che non è stato rispettato".(gds.it)

---La giunta Musumeci ormai c'è già. E le sorprese sono tutte nell'Udc. I centristi sono stati gli ultimi a fornire i nomi al presidente: rispetto ai pronostici resta fuori la siracusana Costanza Castello ed entra il palermitano Vincenzo Figuccia che avrà la delega ai Rifiuti.
L'altro nome dello Scudocrociato è quello del trapanese Mimmo Turano che avrà le Attività Produttive, mentre il popolare Totò Cordaro il Territorio.

Bellissima avrà la Sanità per Ruggero Razza e Fratelli d'Italia il Turismo per Sandro Pappalardo. Roberto Lagalla (Popolari) va alla Formazione. In Forza Italia è Marco Falcone a «perdere» l'Agricoltura: avrà le Infrastrutture. Mentre l'Agricoltura sarà retta dal siracusano Edy Bandiera.
Bernadette Grasso avrà la Funzione Pubblica/Enti Locali, Vittorio Sgarbi i Beni Culturali (ma si dimetterà fra qualche mese per lasciare spazio a un altro forzista) e Gaetano Armao l'Economia. L'ultimo nome l'ha fatto Raffaele Lombardo: Mariella Ippolito rappresenterà gli Autonomisti e avrà la pesantissima delega al Lavoro.

L'ex presidente ha strappato da Catania accordi di grande peso: Miccichè gli ha ceduto un assessorato in cambio della certezza di avere una maggioranza compatta in suo sostegno per la corsa alla presidenza dell'Ars. E contemporaneamente un altro autonomista, Roberto Di Mauro, dovrebbe essere il vicepresidente vicario dell'Ars.
Infine, Armao, forzista che con Lombardo ha un gran feeling, sarà il vicepresidente della Regione. Questo il quadro maturato ieri sera. Che permetterebbe di chiudere il capitolo giunta e aprire quello relativo all'Ars: da chiudere l'11 dicembre nella prima seduta. Anche se a Palazzo dei Normanni la situazione si annuncia ancora complicata. Perchè il Pd sta provando a bloccare le manovre di Gianfranco Miccichè per conquistare i voti che gli sono necessari nella corsa alla presidenza dell'Ars.
Antonello Cracolici, assessore uscente all'Agricoltura, non ha gradito le rivelazioni dello stesso Miccichè, pronto ad ammettere di avere trattato con singoli deputati Dem il voto in suo favore in cambio di posizioni di rilievo all'interno dei futuri assetti del Parlamento. «Leggo affermazioni che stupiscono per l'assoluta ingenuità e improvvisazione - ha detto ieri Cracolici -. Questo è uno stile da Vietnam parlamentare. Il presidente e gli assetti del Parlamento, che devono durare 5 anni, non si creano con una corsa a chi arriva prima».

Cracolici punta su un accordo istituzionale. Che rilancia un piano già rimbalzato dalla corrente renziana del Pd. Se la mossa di Miccichè punta a offrire una vicepresidenza al Pd negandola al più nutrito gruppo dei grillini che ne avrebbe diritto per prassi istituzionale, il rilancio di Cracolici prevede la cessione di entrambe le vicepresidenze alle due opposizioni nel quadro di un accordo alla luce del sole: «La maggioranza ha il dovere di indicare una strada e un metodo che tengano insieme il Parlamento. Ricordo che la maggioranza ha appena 36 deputati su 90. Il centrodestra ha numeri risicati e che possa quindi prevalere una dinamica personalistica è da sprovveduti».
Ma Miccichè non può cedere entrambe le vicepresidenze per non rompere le intese nella maggioranza: la coperta è sempre troppo corta. E va detto che anche Musumeci ha provato a bloccare le trattative di Miccichè, chiedendo di non rompere la prassi istituzionale (dunque di non fare accordi col Pd). Miccichè ha risposto picche ed è andato avanti a caccia di quei 4/5 voti del Pd che lo metterebbero al riparo dai franchi tiratori della sua stessa maggioranza: sterilizzando quindi il voto contrario degli esclusi e delusi dalla giunta.

Ma Cracolici ha mandato un avviso ai naviganti: «La maggioranza proponga una candidatura e spieghi come immagina tutto l'ufficio di presidenza. Se poi si vuole una corrida, ci attrezzeremo per sovvertire i pronostici». È un modo per ricordare che Pd e grillini insieme avrebbero quasi i numeri (fra 31 e 33 deputati) per eleggere almeno i vicepresidenti e sfruttare al massimo i franchi tiratori. «Non si governa con gli amici, altrimenti è inevitabile che i nemici diventano di più. Se non c'è un ordine, il disordine sarà la regola per tutta la legislatura. E se qualcuno anche nel mio partito insegue questo, è uno stupido»: Cracolici dixit.(gds.it)

---Mancano appena un paio di nomi. Poi la giunta Musumeci sarà completa e non a caso il presidente ha fatto sapere ieri agli alleati di essere pronto ad annunciarla fra oggi e domani.
Le certezze sono gli uomini di Diventerà Bellissima, cioè Ruggero Razza, e Fratelli d'Italia, che punterà su Sandro Pappalardo. Niente assessori alla Lega.

Gli altri posti andranno a Forza Italia, Udc e Popolari Autonomisti. I forzisti dovrebbero avere tre assessori che si aggiungono a Gaetano Armao e Vittorio Sgarbi. Miccichè indicherà di sicuro l'etneo Marco Falcone e la messinese Bernadette Grasso. Il giallo riguarda l'ultimo uomo che potrebbe essere il siracusano Edy Bandiera.
I Popolari avranno in giunta il palermitano Toto Cordaro e gli autonomisti la nissena Mariella Ippolito. Fuori quota viene considerato l'assessorato che andrà al palermitano Roberto Lagalla.
Gli ultimi nodi da sciogliere riguardano l'Udc che avrà due posti e potrebbe puntare sul trapanese Mimmo Turano e sulla siracusana Costanza Castello. Ma qui le sorprese non sono escluse.

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----Tre assessori certi. Gli altri ancora da valutare. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ufficializza i primi nomi della sua giunta, nel corso dell'intervista pubblica con il direttore di Panorama Giorgio Mulè per Panorama d'Italia a Ragusa.
"L'unico tecnico suggeritomi è il professor Armao, docente all'università di Palermo, avvocato amministrativista". "Me lo ha suggerito Berlusconi, per unire le forze e scongiurare meglio una vittoria grillina - aggiunge - Ho pensato fosse giusto aprire dialogo con professor Armao, gli ho offerto la vicepresidenza, un ruolo di grande dignità, tra l'altro si occupa di economia. Poi ci saranno il professor Lagalla, già rettore dell'università, e Vittorio Sgarbi che conosce patrimonio culturale siciliano come nessun altro tra i non siciliani. Starà forse due o tre mesi, ma lo faremo lavorare per fargli dare il massimo, ha talento ed è sregolato come tutte le persone geniali e sono contento di averlo in giunta".

Intanto, è in corso a Scillato, nelle Madonie, il vertice di maggioranza del centrodestra. Presenti i leader dei partiti. Si discute della squadra di governo e degli assetti all'Assemblea regionale siciliana. In forza Italia sono già certi del posto Gaetano Armao e Marco Falcone, due degli altri tre posti dovrebbero andare al palermitano Paolo Inglese e alla messinese Bernadette Grasso.
"Non sono interessato ai vertici di maggioranza - commenta il governatore -. In questo momento c'è una riunione della maggioranza per gli equilibri d'aula e la guida delle commissioni. Sono i partiti che devono occuparsi di questo e non il presidente che invece deve pensare a governare".
"Ho grande rispetto per i partiti - dice ancora Musumeci -, tutte le forze politiche avranno il diritto di offrirmi una rosa di candidati, se dovrò sceglierne due chiederò 4 nomi, se tre, ne chiederò 6 e sarò io a valutare chi potrà essere candidato migliore a far parte della mia giunta".

E ancora: "Non conosco vita morte e miracoli di tutti, non sempre gli uomini politici e i partiti sono dotati di strumenti conoscitivi particolari, ci muoviamo su terreno minato - dice Musumeci - Poi siccome solo il Vangelo e i 10 comandamenti non sono modificabili, dovessero emergere problemi inviterò gli eventuali interessati ad andarsene o provvederò io stesso. Io mi gioco la credibilità e lo faccio mettendo a profitto ogni mia competenza e ogni mia energia fisica, morale e intellettuale".
Sul caso Genovese commenta: "Io non conosco il figlio di di Fracantonio Genovese, ma credo che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli. E se a mio figlio, persona per bene, dicessero che sia impresentabile, prenderei a calci il giornalista e l'avversario politico", ha ribadito a Ragusa il presidente della Regione. "Al posto del padre avrei candidato il figlio? Io non lo avrei candidato. Alcuni esponenti politici non sono impresentabili per la legge dello Stato ma per un senso dell'etica".

"Nei prossimi 15 giorni convocherò i vertici di Cas e Anas perché voglio conoscere qual è lo stato di salute delle autostrade e delle strade statali in Sicilia", annuncia Musumeci. "Voglio sapere poi da loro - aggiunge - i piani di investimenti che hanno per la Sicilia e perché il 70% delle strade statali sono pressoché impercorribili. Voglio capirlo perché qualcuno deve assumersi la responsabilità. E capiremo se con i fondi del Sud faremo la manutenzione dell'esistente o potenzieremo il trasporto ferroviario?".
Sulle Province: "Restituiremo alle loro funzioni e alla loro integrità istituzionale le ex Province. Ho saputo governare bene la Provincia di Catania e so qual è il ruolo che questo Ente può avere nel miglioramento della viabilità e dei servizi in favore della scuola nonché della difesa dell'ambiente".

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---Dopo una riunione fiume tra il governatore Nello Musumeci e il commissario regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè, il presidente della Regione, è riuscito a ottenere il via libera su un punto per lui importante: il nuovo governo verrà presentato in tempi brevissimi, forse fra sabato e lunedì, dunque prima dell'elezione di Miccichè alla presidenza dell'Ars, come Forza Italia aveva chiesto nei giorni scorsi.
Musumeci ha fretta per potersi mettere subito al lavoro. Il governatore ha le idee abbastanza chiare su nomi e deleghe ma vuole chiudere con l'avallo della coalizione. L'intesa con Miccichè prevede quattro assessorati a Forza Italia (più la delega all'Economia per Gaetano Armao). Ma il governatore ha già raggiunto accordi per gran parte della giunta: Ruggero Razza (Diventerà Bellissima) andrà alla Sanità, Sandro Pappalardo (Fratelli d'Italia) ai Rifiuti.

Vittorio Sgarbi fuori dalla giunta. Gli ultimi asset in quota Forza Italia, a cui dovrebbero andare 5 assessorati, non prevedono il nome del critico d'arte ai Beni culturali. Si parla di un possibile incarico tecnico, come la direzione di Villa del Casale a Piazza Armerina oppure una candidatura alle vicine elezioni politichei. Intanto ieri è saltato il faccia a faccia tra Musumeci e Micciché, rinviato a oggi.
Confermati, tra gli assessori forzisti, ci sarebbe Gaetano Armao all'Economia, mentre torna il nome di Marco Falcone, indicato per Sanità o Agricoltura. Gli altri tre assessori dovrebbero arrivare da Agrigento, Trapani e Messina. Al posto di Sgarbi, che era un fuori quota, potrebbe entrare addirittura un sesto di Forza Italia. In quota Udc, tra gli assessori torna il nome di Ester Bonafede (già assessore regionale alla Famiglia nel primo governo Crocetta), ma pare che Musumeci abbia mostrato dissenso dato che c'è un'indagine in corso a Firenze in cui è coinvolta. I centristi hanno indicato anche Margherita La Rocca Ruvolo. La partita si gioca non solo sul toto-assessori ma anche sull'affidamento delle due vicepresidenze all'Ars, una delle quali Forza Italia vorrebbe assegnarla a Luca Sammartino (noto come "mister preferenze" con 32mila voti), scalzando così il M5s, nonostante sia stato il partito più votato. Per l'altra invece si fa il nome dell'autonomista Roberto Di Mauro. Tanto in giunta quanto all'Ars lo scacchiere degli accordi è tutto ancora da definire.

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Ecco i nomi in gioco per le cariche più richieste di Palazzo dei Normanni: c'è già una intesa di massima generale, ma le variabili in gioco ancora sono molte, per cui la suddivisione delle poltrone dell'Ars necessariamente anche dalla composizione del governo. Ragionando lucidamente gli incarichi di vertice nel Parlamento siciliano valgono almeno quanto, se non di più degli stessi assessorati. Incarichi che spesso "blindano" il deputato fino alla fine della legislatura, immuni da eventuali rimpasti e che contribuiscono a irrobustire gli introiti del parlamentare. Gianfranco Micciché punta al vertice di Palazzo dei Normanni. Per centrare l'elezione a scrutinio segreto, però, servirà una maggioranza coesa. Proprio per questo motivo sembra non esserci molta fretta per chiudere la partita della giunta che inevitabilmente potrebbe creare qualche tensione da sfogare nel voto segreto. L'alternativa è quella di trovare un accordo. E una traccia in realtà ci sarebbe. Se Micciché dovesse diventare Presidente, un vicepresidente spetterebbe alla maggioranza, e in questo caso il nome più gettonato è quello dell'autonomista Roberto Di Mauro, mentre un altro vicepresidente andrebbe all'opposizione. Se l'Ars eleggerà un uomo del Pd, allora verrà confermato Giuseppe Lupo, se invece toccherà ai grillini, potrebbe essere Giancarlo Cancelleri. Poi ci sono i questori di Palazzo dei Normanni. In questo caso chi, tra Lupo e Cancelleri, dovesse restare fuori dalla vice-presidenza, quasi certamente andrebbe alla guida del collegio dei questori: all'interno del Consiglio di presidenza sono loro che si occupano sostanzialmente anche della gestione economica del Palazzo. Oltre al presidente, i componenti sono due. E l'accordo di massima di cui si discute in queste ore, prevede una poltrona da assegnare all'Udc e l'altra a Forza Italia. Nel primo caso, i nomi più caldi sono quelli di Vincenzo Figuccia e Margherita La Rocca Ruvolo, anche se quest'ultima – ancora in corsa per un posto in giunta – preferirebbe la presidenza di una commissione importante, come quella della Sanità. Per FI, invece, i nomi più caldi sono quelli di Marianna Caronia e del catanese Alfio Papale. Intanto sembra di capire che due ruoli chiave che Nello Musumeci vuole blindare con nomi di sue stretta fiducia che avrebbe già scelto sarebbero: la segreteria generale e l'assessore alla Sanità. Per la segreteria generale Musumeci punterebbe sulla nipote del Presidente della Repubblica, Maria Mattarella, come nuova segretaria generale. Mentre all'assessorato Sanità vorrebbe nominare un suo fedelissimo: Ruggero Razza.(mondonuovonews.com)

---E alla fine fu grande coalizione ma di centro destra. Dopo il confronto di tacco e punta il centrodestra trova la quadra e andrà compatto alle elezioni del 5 novembre. L’ufficialità è venuta questa mattina da una grande conferenza stampa in Assemblea regionale siciliana.

L’accordo è per ‘tutti dentro’. Il candidato presidente della Regione è Nello Musumeci ma nel programma di governo ci saranno le proposte dei Sicilianindignati di Gaetano Armao che corre con Musumeci come suo vice presidente ed assessore regionale all’economia in caso di vittoria. Della partita anche Roberto Lagalla ex rettore di Palermo ed ex assessore alla sanità durante il governo Cuffaro. Anche lui si era lanciato con ‘IdeaSicilia’ nella corsa alla Presidenza ma ieri sera ha raggiunto in extremis l’accordo a destra come auspicato già ieri da Gianfranco Miccichè.

Che l’accordo, sul quale da una decina di giorni nessuno nutriva più dubbi, fosse stato realmente chiuso era apparso chiaro già in nottata ma adesso è anche ufficiale.

Dietro i tre candidati, oggi all’Ars c’erano tutti i segretari di partito da Fratelli d’Italia a Forza Italia, da Cantiere Popolare ai salvianiani, e tutti i movimenti dei candidati. La strada è segnata. Il centrodestra, unito, prova a vincere queste elezioni e ad avviare il grande ritorno. E proprio Saverio Romano per Cantiere popolare ha ufficializzato su twitter l’appoggio a Musumeci per fugare qualsiasi dubbio. Una sfida difficile quella che parte da oggi ma almeno unitaria.

“Il centrodestra siciliano offre ai siciliani un’ancora di speranza con una coalizione unita, compatta responsabile e motivata – ha detto Musumeci – E’ l’epilogo di un percorso lungo e faticoso ma alla fine le scelte sono state meditate e condivise. Il senso di responsabilità di ciascuno di noi è servito come elemento essenziale. Voglio ringraziare i leader di queste forze politiche a cominciare da Gianfranco Micciché, col quale ho un rapporto più dolce che amaro. Abbiamo saputo trovare le ragioni che uniscono”.

“Ringrazio Gaetano Armao e Roberto Lagalla: con Armao prima che sui ruoli abbiamo trovato un’ intesa sulle cose da fare – ha detto – ; a lui mi lega una visione dell’istituto autonomistico nella convinzione che va rilanciato, in una visione che deve tenere in considerazione il mutato contrasto europeo e nazionale”.

“Il professore Armao ha redatto il programma per la parte economica, porterà il frutto della sua competenza di economista e accademica all’interno della Giunta con il ruolo di vicepresidente. Al rettore Lagalla, che è un protagonista nel dibattito politico italiano ho chiesto di consolidare la forza di questa coalizione per evitare che le divisioni potessero facilitare la cattiva politica e la demagogia politica”.

“A Lagalla dico grazie per la disponibilità dimostrata – ha aggiunto – nel volere entrare in giunta, non possiamo privarci della sua competenza. Contribuirà a rendere più competente l’organo di governo”.

“Ai partiti che hanno consentito il varo di questa coalizione – ha concluso – ognuno con la propria identità ma con il crogiolo della sintesi, dico grazie perché noi vogliamo essere un partito di alternativa, nei metodi, nell’impostazione del lavoro quotidiano. Il programma sarà definito nei prossimi giorni per poterlo divulgare”.

“Grazie a Nello Musumeci e grazie alla coalizione che si ritrova unita, sarà una campagna elettorale dura, saranno anni duri per rimettere in piedi un sistema regionale portato al collasso – ja detto Gaetano Armao – la nostra è una prospettiva di speranza: la Sicilia con l’autonomia può ritrovare la speranza”.

“In questi mesi di duro lavoro abbiamo cercato di ricreare tra la gente la speranza cercando di riannodare la buona politica e il diritto dei cittadini a essere rappresentati – ha aggiunto Roberto Lagalla – il senso di responsabilità ci porta a sposare un progetto comune, che sulla base della solidità di una coalizione guarda al programma nell’interesse dei cittadini. Ho sentito doveroso portare il contributo di Idea Sicilia per un progetto per la Sicilia e per far riacquistare speranza ai siciliani”.(blogsicilia.it)

CENTRO SINISTRA SPACCATO

L'obiettivo è scongiurare la 'fuga' verso il centrodestra ed evitare pericolose spaccature dentro il partito alla vigilia delle elezioni d'autunno in Sicilia. La parola d'ordine è unità e per provare a serrare le fila e mettere a tacere mal di pancia sempre più evidenti il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, chiama a raccolta i suoi. Sul tappeto la candidatura a Palazzo d'Orleans nell'area di centrosinistra del rettore Fabrizio Micari, sponsorizzato dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e su cui il Pd durante la segreteria convocata nei giorni scorsi nel capoluogo siciliano aveva espresso "sostanziale apprezzamento". Ma se i distinguo tra i democratici non mancano, è proprio all'interno di Ap che la candidatura per alcuni risulta indigesta.

L'ufficializzazione sul nome e sull'accordo ancora non arriva come ha ribadito l'ex sottosegretario Simona Vicari. "Dobbiamo prima incontrarlo e ragionare sul programma" aveva detto il sottosegretario Giuseppe Castiglione, affrettandosi a precisare, però, che quella del rettore è "una candidatura autorevolissima che allarga l'alleanza a esperienze civiche, all'area progressista e ai moderati". Di più. "Micari è l'unica vera novità in campo. Per il resto ci sono il presidente uscente Crocetta, Fava che ha già tentato cinque anni fa così come Cancelleri e Musumeci che ci riprova per la terza volta. E' indiscutibile che su cinque candidati in campo, per quattro è un'esperienza già tentata". Eppure il rettore non sembra aver fatto centro nel cuore di tutti gli uomini dell'inquilino della Farnesina.

 

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