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di Salvatore Leone

Nel più bello della realtà politica eoliana viene fuori, in fretta&furia, l’esigenza di vincolare il mare, limitandone il godimento. Tutti d’accordo. Il mare va protetto. Adesso bisogna per primo punto tornare indietro. Bisogna rimettere la natura al punto di partenza e poi parlare ed applicare un vincolo generale per tutto il territorio. Senza discriminazioni e senza l’A-B-C. Puzza, lontano qualche miglio abbondante, di solite stranezze vestite di premi di campagna e di compagnia.

I vincoli terrestri corrispondono solo per le classi meno agiate o alquanto agitate. Sarà sempre il solito caso o la solita causalità che per mancanza di vincoli o per sopraggiunte calamità improvvise e naturali che si riesce sempre a sorpassare, con velocità da formula uno, i vincoli. La maggior parte dei vincolati resta a guardare le opere impensabili e realizzate nelle Eolie tutelate. Con la terra promessa si passa al mare. Mare vincolato che diventerà sempre meno godibile dalla collettività. Non si potranno costeggiare tranquillamente le coste in quei cento giorni estivi. C’é chi ha sommato a tavolino la tutela.

Pronto a costruirla anche se già costruita semplicemente per i soliti scopi da far fruttare sotto forme diverse di patriottismo elettorale. Tutti in fila per due e disponibili cantare l’inno prima della grossa partita da spartire. Si sente la voce del maestro con la bacchetta in mano che dice: “si ti piaci è accussì, altrimenti tinni po’ iri. O pigghi o lassi”. La zona “D” non si può più fare perché diventerebbe il totale esatto dell’A-B-C

bacialemani

Mascarponeoliano
Il male dell'Italia e degli italiani è la distanza o vicinanza. L’essere lontani&vicini. La Sicilia, a differenza della Sardegna, è troppo vicina alla punta dello stivale. Se l’Italia invece della forma di stivale avesse avuto la forma di scarpone sarebbe stata più in forma e più mascarpone! Solo così ci saremmo potuti allontanare benevolmente dall'Italia. Nel vero senso della parola. L’Italia ci ama ma non ci vuole. Noi siamo l’Africa del nord. Il ponte con l’Europa ma non per l’Europa.
 
Nessuno avrebbe mai proposto un ponte irrealizzabile ed evitato l’antieconomica causa per danni con la società vincitrice del “megappalto”. Renzi dà già torto allo Stato che governa. La politica vince quando perde. Una Sicilia, Eolie comprese, più lontana dal resto d'Italia, avrebbe ottenuto risultati migliori. Ma c’é sempre chi dice che i migliori  risultati potevano venire dalle Eolie lontane dalla Sicilia e anche dall’Italia. Con lo scarpone sarebbe stato anche più facile mollare qualche pedata.
 
Ormai non è più tempo di stivali e neanche di stivaletti, tramontate anche le infradito, calziamo Crocs e simil Crocs con buchi in ogni parte, partendo dai piedi che non toccano più quella terra che manca sotto gli arti inferiori.

Eolie putrellate

La foto di Crocetta che sostava sulle putrelle in bella vista del porto di Filicudi ha creato un pizzico d’invidia a Renzi. Avrebbe voluto saltare lui su qualche putrella d’oro per il Ponte di Messina. Sotto le elezioni si fanno ponti d’oro anche senza progetti. Così c’é chi propone a Matteuccio di spedire subito la Boschi a Milazzo, non per aprire qualche filiale della Banca Etruria, ma  per proporre (per non rimanere in linea con Berlusconi) un tunnel di collegamento sottomarino tra Milazzo e Napoli, che prenderà in gergo il nome di asso nella manica per rendere più vantaggioso il collegamento sommerso per un pezzo d’Italia che è meglio non vedere, anche se bella. Subito dopo, appurati gli abbassamenti dei costi di trasporto e l’alzamento del numero dei voti ricevuti,  Renzi proporrà dei “tunnelletti”sottomarini tra le 7 isole Eolie, Basiluzzo compreso. Tutto con riserva, ad impatto zero e costi parchi. Le proposte di questi progetti senza limiti saranno graduali e politicamente connessi. Prima la Boschi a Milazzo per il sì e poi Renzi ad Alicudi per la vicina tornata elettorale giusto per stare vicino e lontano da Crocetta. Un porto, un ponte e un tunnel non si nega a nessuno, basta sapere chi firma le cambiali elettorali ed avere sempre le putrelle in bella vista.

Eolie, "simuamari"

Indipendentemente dall’età, un ricordo ai tempi dell’asilo tocca a tutti. Con e senza grembiulino prima di andare in esilio per una certa voglia di allontanamento, perpetuo o temporaneo, dal suolo natio. All'asilo imparammo le lettere dell'alfabeto. Oggi, a distanza di oltre 60 anni, abbiamo imparato e ripetiamo le frasi fatte, anzi sempre la solita: “simuamari”. Peggio di così, conviene lasciare definitivamente le Eolie.

Se si riuscirà ad andare a mare, tra un controllo e l'altro, riusciremo ad ossigenarci la mente oltre i capelli, toccando per mano le bellezze straordinarie della nostra testa e della nostra terra. Da entrambe le toccate nasce il desiderio di possedere l'unico vero vincolo, quello del cuore degli eoliani, che dovrebbero essere i veri custodi di queste meraviglie. Di vincoli e di “vinculeti”ce ne sono troppi anche nei vicoli più o meno ciechi. Fermate gli altri. Le isole devono essere godute così come sono, civilmente selvagge.

Bisogna solo dare la possibilità, alla mano dell'uomo, di pennellare facoltativamente le proprie esigenze. Poi la natura ed il mare, con e senza tempesta, daranno l'ultimo tocco finale per le farle diventare più sceniche e meno sceme.

Eolie, il "meritonestà"

Meno male che il Presidente Crocetta ha trascorso le vacanze a Filicudi senza coppola di paglia e senza visiera. Altrimenti il porto restava con i ferri pericolosi in bella vista a vita. Invece come onestamente ammesso dal Sindaco di Lipari dove non arrivò il Comune che aveva perso tutte le speranze, arrivò Crocetta, ormai innamorato pazzo delle Eolie. Effettivamente si da da fare. Porta soldi e tanti, anche di più. Adesso, tutti hanno potuto notare come fra Crocetta e Giorgianni sia scoppiato l'amore politico e umano. Il resto dei presenti è stato solo una prova testimoniale che una bella dote è sbarcata al Comune di Lipari. Crocetta ha detto chiaramente che ha lavorato per contare i soldi, gli altri lavoreranno per spenderli. Speriamo bene dicono gli assenti, mentre una voce di donna grida trionfalmente: "All'appalto, all'appalto". Anche questo è lavorare per merito e per onestà. Quando si vuole si può, anche prima di votare.

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