di Salvatore Iacono
Nella frazione di Acquacalda di Lipari, appena fuori dall'abitato, ho notato questo rudere di una casa rurale che, grazie alla morfologia del terreno, è quasi un manuale delle tecniche costruttive locali. L'abitazione sorgeva probabilmente su di un terrazzamento (limmituni) formato da lapillo e pomice; lo deduco da ciò che rimane del terreno originario su cui poggia la cisterna con i resti della parte abitativa.
La composizione di questo terreno comporta una resistenza all'erosione meteorica assai modesta. Infatti, l'acqua piovana unita all'azione del vento devono aver determinato l'asportazione del terreno lasciando completamente scoperta la cisterna che nelle nostre case rurali risulta sempre interrata. E' possibile, quindi, che il piano di campagna sia quello che ho indicato con la linea gialla che insieme alla linea nera delimita la struttura della cisterna. Un indizio del piano di campagna è l'apertura nella stanza (sopra la cisterna stessa) che sicuramente non dava su di un balcone in quanto mancano le mensole di sostegno (cagnola) ma si apriva su un terrazzino (bagghiu).
Tutti i materiali di costruzione sono, come si dice oggi, a chilometro zero: è totalmente assente il cemento e l'acciaio. Infatti, la muratura è formata da pietre e malta (che ha, in questo caso, come agglomerante la calce e come inerte il lapillo e la pomice) mentre gli architravi e la travatura del solaio (a soletta) sono in legno. Da notare come la volta e gli spigoli della cisterna sono stati sapientemente arrotondati dai costruttori; questo evita la concentrazione degli sforzi dovuti ai carichi nelle superfici che presentano spigoli acuti. Purtroppo, al tempo della costruzione, non c'era alcun esperto di geologia tecnica che sconsigliasse di edificare su quel terreno. Ed oggi?
Un problema antico ma sempre attuale. Dal capitolo 88 di “La guerra peloponnesiaca” di Tucidide: “Gli Ateniesi che erano in Sicilia mossero con 30 navi, insieme agli abitanti di Reggio, contro le isole dette Eolie. Si era d’inverno; D’ESTATE NON ERA POSSIBILE PORTARVI A TERMINE UNA SPEDIZIONE MILITARE DATA LA SCARSITA’ D’ACQUA. Le isole sono occupate dai Liparesi, coloni di Cnido; essi però abitano un’isola sola e nemmeno grande, che si chiama Lipara e da questa muovono per coltivare le altre isole, che sono Didima, Stromboli e l’Isola Sacra. Gli abitanti del luogo ritengono che nell’Isola Sacra Efesto abbia la sua officina, perché di notte la vedono sprigionare molte fiamme e di giorno abbondante fumo. Sono situate di fronte al paese dei Siculi e a Messene ed erano allora alleate con Siracusa. Gli Ateniesi, dopo averne devastato il terreno, visto che non si sottomettevano, fecero ritorno a Reggio”.
Tutto ciò avveniva negli ultimi anni del quarto secolo avanti Cristo.
A tanti di noi la parola "cometa", anzi "la stella cometa", suscita il ricordo del Presepe e quindi del Natale. Ma nei vangeli non si parla mai di una cometa ma di una stella. Ed oggi sappiamo che le comete non sono stelle ma sono de blocchi di forma irregolare formate prevalentemente da roccia, polvere, ghiaccio d'acqua e ad altre sostanze che sulla Terra sono presenti in forma di gas, mentre nelle comete, a causa delle bassissime temperature (oltre i 200 gradi sotto lo zero), si presentano in forma solida, come il ghiaccio secco per intenderci. Quando la cometa, nella sua rivoluzione periodica intorno al Sole, è sufficientemente vicina a quest'ultimo, il calore scioglie il ghiaccio e libera i gas imprigionati nelle rocce e queste componenti volatili, sotto l'azione del vento solare (costituito da protoni ed elettroni), formano la coda della cometa stessa.
Le comete si sono formate quando si è formato il nostro sistema solare, insieme al Sole ed alla Terra; parliamo di circa quattro miliardi di anni fa. Ma contengono anche sostanze organiche, quelle sostanze, cioè, con cui si sono formate, in condizioni ambientali molto particolari, quelle molecole complesse dalle quali ha avuto origine la materia vivente. Conoscere quindi le comete, significa conoscere le origini della Terra e gli inizi della vita.
Per capirne di più si è deciso di andare a dare un occhiata da vicino. Così e stata approntata la missione Rosetta. E' stato deciso di darle questo nome in onore della stele di Rosetta con cui è stato possibile all'egittologo Champollion decifrare la scrittura geroglifica. La sonda, realizzata dall'Agenzia Spaziale Europea, è stata lanciata il 2 marzo del 2004 e dopo aver viaggiato per un totale di 7 miliardi e 982 milioni di km, ha raggiunto nell'agosto del 2014 una piccola cometa dal nome impronunciabile: Churyomov-Gerasimenko. Questa cometa ha una massa di circa 10 miliardi di tonnellate, una lunghezza massima di 4 km ed impiega 6 anni e 9 mesi per fare un orbita completa intorno al Sole. Il 12 novembre del 2014, Rosetta ha rilasciato il robottino Philae che è atterrato sulla cometa per fare le analisi del suolo inviando i dati alla sonda madre, che nel frattempo era rimasta in orbita, e che poi li ha rinviarti alle stazioni di terra.
Rosetta è rimasta in orbita per due anni intorno alla cometa studiando il suo nucleo roccioso, la sua chioma e la sua coda; tutti i dati richiederanno parecchio tempo per essere elaborati e studiati. Il 30 settembre, alla distanza di 720 milioni e 889 mila km dalla Terra, Rosetta ha toccato il suolo della cometa completando così la sua missione.
Al progetto Rosetta hanno partecipato aziende ed ingegneri italiani, compreso lo scrivente le cui competenze nel campo dell'ingegneria nucleare hanno riguardato i test per la verifica della resistenza alle radiazioni nucleari di alcuni componenti elettronici di volo cioè quei componenti che costituivano le unità della navicella spaziale.
*Ricopro l'incarico di ingegnere presso l'Azienda IMT di Roma. Ci occupiamo di ingegneria aerospaziale. I nostri clienti sono aziende costruttrici di satelliti sia italiane che europee. Siamo anche consulenti dell' Agenzia Spaziale Italiana.