di Gianluca Veneroso
A PUNTA MEGNA "MITOLOGIA" FA RIMA CON....MAGIA
Per quanto noi del Piccolo Borgo Antico siamo ormai di casa a Salina - e ancor più nel magnifico teatro a cielo aperto di Punta Megna-, calcare tale palcoscenico restituisce un bagaglio di percezioni sempre nuove e inesplorate. Ieri pomeriggio, alle ore 18:30, in asse con la tradizione greco-classica di spettacoli diurni alla luce del sole, noi interpreti, guidati dalla regista TINDARA FALANGA, abbiamo animato AMORI E DISONORI, un testo inedito ideato a quattro mani da me e Claudia Di Pasquale e adeguato da Tindara alle pose della recitazione. Gabriele Famularo, Tiziana Lauricella e i suddetti autori si sono imbevuti di identità, essenze e parvenze differenti, incarnando dei e uomini, traditori e tradite, vizi e vezzi di un Olimpo che incombe sul viver terreno e ne è proiezione speculare. Il tutto impreziosito da una cornice sonoro-musicale che ha assunto l'arte sopraffina dei MUSICI DI EOLO: Moira Biviano, Salvatore e Marco Manni, miti contemporanei di armonie senza tempo che, lì, dove natura e memoria danzano ancestrali, si fanno inno sacro, invito sensuale, messaggio di cuore prima che di mente. Pubblico d'eccezione: una delegazione di quaranta Maltesi, coinvolti in un gemellaggio-scambio turistico-culturale in cui l' amicizia eoliana e il verace spirito di ospitalità uniscono, attorno alla SKENÈ, questi figli del Mediterraneo.....armonizzando distanze in legami.
IPPOLITO: EURIPIDE RIVIVE TRA MUSEO E TEATRO E IL MITO INFIAMMA IL PUBBLICO
La vicenda di Ippolito, creatura plasmata ad arte dal tragediografo EURIPIDE ben 2400 anni or sono, ha dell'osceno, del truculento....del paradossale e, nell'intenso coacervo di dolore e morte che porta in sé, appare un'opera di nicchia da ascrivere al passato. È una fabula noire in cui Afrodite, indispettita dall'indifferenza del casto principe di Atene, lo "butta" tra le braccia della matrigna Fedra, arsa d'amore per lui, muovendo così una serie di rovinose pedine declinate infine nel suicidio di lei e nello schianto di lui. Immaginarne una trasposizione teatrale libera dai crismi della classicità è arduo. Proporne una sinossi innovativa in cui ira ed eros respirino un'aria contemporanea ha dell'intentato. Eppure il geniale e versatile regista Nicola Alberto Orofino ha centrato tale mission con mirabile esito, animando un Ippolito vicino al nostro sentire, restituito a quell'universalità delle umane emozioni che è, in fondo, la quintessenza della mimesi scenica. Quattro attori del Teatro Stabile di Catania - a fronte degli otto personaggi da copione più l'immancabile coro - appartenenti all'Associazione Madè, ieri sera, hanno occupato la quinta tappa della Rassegna teatrale LE MASCHERE DI DIONISO. A loro il merito di aver stregato il pubblico con un riadattamento tra il serio e il faceto in cui l'Atene arcaica veste le pose di un' America dalle sonorità boogie boogie, Afrodite si muta in una ridanciana maitresse e Ippolito è un timido ragazzo occhialuto tutto castità e preghiera. Superbo lo studio della fotografia, cioè del sottile rapporto visivo tra luci, colori, forme e corpi: filtri rossi hanno scandito con violenta incidenza i tratti della morbosa passione, fissandola nello sguardo dello spettatore, come una serie di "bagni freddi di blu" hanno portato in scena la glacialità notturna dell'impiccagione di Fedra o dell'agonia silente di Ippolito. Un'altissima pagina di recitazione e pathos, dove l'estrema destrezza dell'interprete si misura nella ricerca del dettaglio. Dopo VIRGINEDDA ADURATA, rappresentata al Palacongressi questo inverno, la regista eoliana Tindara Falanga e il presidente del Piccolo Borgo Antico Angelo Biviano hanno, con insistenza, riaperto le porte al teatro dei professionisti, confidando su nomi come quello di Egle Doria, simbolo di un'energia espressiva che sa farsi luce e merita spazio anche tra noi.
Sin dal pomeriggio, per richiesta della dotto.ssa Martinelli e del Direttore del Museo Luigi Bernabò Brea, il dott. Rosario Vilardo, la presenza di Ippolito si aggirava tra le mura della Civita. Ho, infatti, io stesso - con umiltà e malcelata emozione - animato un monologo, intorno alle ore 18:00, nella Sala che custodisce il cratere raffigurante il mito del figlio di Teseo, indossando la tunica del triste personaggio tragico e narrandone il vissuto. Un modo nuovo e sperimentale per rilanciare e fondere parola e reperto, racconto e materia. Viva Dea Cultura, osannata nell'entità meno stucchevole di ciò che suscita emozioni! Viva quel teatro che sa essere studio e impegno, ricerca e scavo.... liaison tra passato e presente....altalena librata su un futuro incerto che merita erudizione e memoria!
PIRANDELLO APPRODA A PUNTA MEGNA: QUANDO IL TEATRO INTERROGA LA COSCIENZA!
Per noi interpreti del PICCOLO BORGO ANTICO c'è una tappa obbligata a cui amiamo fare riferimento nella stagione estiva: Punta Megna di Leni-Rinella! Lì....dove natura e uomo si fondono; lì...dove il rapporto scenico, spaziale e psicologico tra personaggio e pubblico ha dell'unico; lì...dove amici come Riccardo Gullo, il sindaco neoeletto prof. Giacomo Montecristo e l'assessore Tina Pollicino fanno dell'accoglienza la più squisita forma di valorizzazione del nostro operato.... lì, ieri sera, intorno alle 21:30, abbiamo messo in piedi UNO, NESSUNO E CENTOMILA, ispirato all'omonimo romanzo di Luigi Pirandello. La sete mai paga di sfide e ricerca ha portato la nostra regista TINDARA FALANGA a trasformare il noto romanzo in una sorta di farsa paradossale dell'esistenza umana: una rapida successione di quadri in cui Gengè, comune banchiere, trascina se stesso e chi lo circonda ( affetti e collaboratori) nella trappola della pazzia, sovvertendo l'ordine convenzionale delle certezze "liquide" e inconsistenti. All'evidenza, così, si addossa il fittizio, l'invisibile ma....pur presente: maschere, voci, proiezioni esteriori della mente! Una gremita adunanza di Salinari e turisti ha ripercorso, attraverso la nostra recitazione, il dramma eterno della scissione dell'io. Il teatro vuol essere anche questo! Deve esserlo, in nome dell'impegno educativo che, sin dall'antichità, gli è proprio e che in luoghi "mitici" del genere riaffiora senza forzature. Ritorneremo a breve nella bella Salina. Il 17 porteremo una commedia brillante ( L'INCIDENTE, di L. Lunari), nella piazzetta di Leni. Il nostro viaggio tra applausi ed emozioni non si arresta. Salite sul carrozzone della meraviglie... c'è posto per tutti!
MOTO: CRESCITA IN TOTO
Tripudio di bimbi festanti, coinvolti in sane competizioni e prodezze motorie capitanate dall'inossidabile GAETANO BISAZZA. Il Palazzetto dello Sport di Lipari ha ospitato gli alunni delle sezioni Infanzia e Primaria di Canneto e Vulcano, pronti a dare una dimostrazione ginnico-sportiva di quanto acquisito e ..."messo in moto" al termine di un Progetto annuale condotto, nei singoli plessi, dal Maestro/Mister Gaetano. Fuori da ogni retorica celebrativa, assistere al coordinamento di tanti corpicini sprint - alla ricerca di un ostacolo da bipassare e di un obiettivo da conquistare - è stato entusiasmante e insolito.Oggi più che mai L'INTELLIGENZA DEL CORPO va spronata ed educata, ascoltata e ben orientata. Dalla corsa libera ai percorsi strutturati : tutto ciò che i nostri PICCOLI ATLETI hanno condiviso non si esaurisce tra medaglie, foto e tappetini. Tale bagaglio va a toccare la sfera relazionale. Arricchisce la percezione del sé, implementando l' autostima. Ridisegna le traiettorie del divertimento e della socialità a tu per tu, ma soprattutto abbatte i muri di titubanze, fobie e sigle (BES, ODA, H...) che solo il gioco può vanificare. Podio d'onore allora a BISAZZA, paladino di una scuola in cui fermezza, regole e divertimento si mescolano perfettamente. E che dire della nostra Cettina Forestieri, teacher-scout di una progettualità didattica attenta a tutte le imperdibili PALESTRE del territorio? Staffettista DOC, in grado di diblare le buche della diffidenza coi mattoni del LA MIA SCUOLA C'È, il nostro Dirigente RENATO CANDIA, che da 15 anni crede fermamente nella valorizzazione dello sport per affrontare ben carichi partite in ogni CAMPO DEL FUTURO. Presenti all'evento le Istituzioni: il sindaco Marco Giorgianni e l'Assessore allo Sport Davide Merenda hanno fregiato ancor più la risonanza di una giornata in cui la semplicità del muoversi insieme ha regalato un sorriso a tutti.
Ieri mattina, il rientro post-pasquale in aula per i bimbi di Quattropani è stato allietato da una presenza d'eccezione: Davide Cortese, poeta, insegnante, cacciatore di emozioni, amico di tutti....sognatore a occhi aperti, affabulatore come pochi! Davide ha incontrato gli alunni della Scuola elementare "Fratelli Rosselli", scuola che lui stesso ha frequentato da bambino (fatto che ha caricato questo incontro di un'eccitazione ancora più autentica) . Le classi quarte e quinte hanno ascoltato delle poesie lette dall'autore eoliano ed elaborato, in seguito, dei testi individuali per arrivare poi a costruire, coi mattoni della fantasia e la malta dell'affiatamento, una poesia collettiva. Davide ha invitato i bambini di Quattropani ad usare i versi come strumento per l'espressione di sé e delle proprie sensazioni, coltivando creatività e immaginazione come risorse per guardare il mondo con la profondità che merita. È stato in grado, con semplici domande-stimolo, di stuzzicare la curiosità dei piccoli e di trasformare in giocattoli, quasi dei "Lego" da smontare e rimescolare con infinite combinazioni, idee, frasi e immagini emerse di getto. Il valore della poesia come strumento espressivo è stato ribadito dal preside Renato Candia che ha voluto essere presente all'incontro, insieme alle maestre Maria Urso e Annunziata Pavone. In un'epoca in cui tutto corre, sfuma, sparisce tra un click e un colpo di mouse, Cortese ha voluto invitare i nostri piccoli poeti a riscoprire il piacere del fantasticare, il brivido dell'accarezzare il reale coi cinque sensi....il raro miracolo del concretizzare in forme, colori, profumi elementi astratti che solo creature speciali quali i bambini possono toccare con l'anima e offrire all'evidenza.
Grazie a chi, come Davide, porta tra i banchi il gioco delle parole...parole che non si limitano a descrivere, ma riescono ad arricchire. A voi, il testo collettivo di Asia, Jennifer, Marco, Paolo, Nicolò, Emma, Matilde, Matteo, Desideria, Dennis, Andrea, Nicole e Lucy. ---- Passeggiavo sulla luna e mi chiedevo:/ "Di che colore è la vita?/ Perchè la rabbia è così arrabbiata?/ I fiori colorati chi li ha dipinti? / Preferireste mangiare per sempre salato / o per sempre dolce? / Che verso fa un gatto volante?/ Perchè esisto?/ I gatti si buttano col paracadute? /Com'è la vita al tatto? / Di cosa sono fatte le emozioni? / Perchè la terra è rotonda? Che verso fa l'unicorno?/Gli elefanti fanno feste?" / Solo noi sappiamo le risposte giuste.
UNO, NESSUNO E CENTOMILA: IL PICCOLO BORGO ANTICO SVELA L'AMARA SCISSIONE DELL'IO
Ancora Rassegna, cultura e soprattutto teatro con l'instancabile squadra del PICCOLO BORGO ANTICO, capitanata dall'eclettica Tindara Falanga! Ieri sera, presso l'Anfiteatro di Lipari, i riflettori sono stati accesi su un testo "sacro" del Maestro Luigi Pirandello: UNO, NESSUNO E CENTOMILA. Una pietra miliare della letteratura del '900. Motto e statuto di una revisione globale dell'uomo, scisso e combattuto tra essenza ed apparenze, magma in perenne divenire che frattura in assoluto gli assoluti SÌ del certo. A dir poco geniali e avanguardistiche le chiavi di regia escogitate dalla Falanga: in primis, l'attribuzione del ruolo principale ( il noto Gengè ) a tre interpreti "ingabbiati" sotto la medesima maschera e simultaneamente presenti in scena.
Superando la comune associazione ATTORE-PERSONAGGIO, il gioco delle molteplici identità si è arricchito di allusioni e sfumature dinamiche e d'effetto, trasformate in evidenza fisica. Il triplice Gengè, colpito dalle insinuazioni estetiche della moglie Dida, scivola in un rovinoso vortice di scoperte-rivelazioni scomode e inquietanti, che, da un lato, lo avvolgono nelle spire della follia, dall'altro lo illuminano sulle reali intenzioni di chi lo attornia. La scenografia? Uno spazio aperto, trapuntato da cornici/specchi, un dipinto surrealista screziato di nero (l'assenza, il non essere) e sagomato di rosso (enfasi, intensitá, sragione). Insomma:una stilizzazione della nostra anima, buia e labirintica, a tratti vuota ed essenziale, a tratti, invece, corrosa da spigoli irregolari. E che dire del coro onnipresente, quasi ossessivo, delle maschere, chiamate a fungere ora da coscienza...ora da giudici esterni! Oscillando, macabre e inflessibili, tra personaggi fluidi ed espressioni vitree, esse hanno assolto il loro duplice compito di nascondere/svelare. Di coprire-(s)coprire! Incredibile e accurata la sinergia tra musiche, luci e snodi della trama, creando passaggi mai scontati. Facendo delle fratture discontinue una regola del caos esistenziale. Rendendo gli urti e le brutture del mondo fonti di una nuova bellezza: LA BELLEZZA DELLE VERITÁ SMARRITE! Un ulteriore omaggio all'autore siciliano, sapientemente rivisitato, portando in teatro un'opera "paradossalmente" non teatrale ( trattasi di un romanzo!). Su le maschere, UOMINI! La vita va guardata spesso attraverso i fori e le pieghe del dramma e della farsa!
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----Definire VIENTU una raccolta di versi sarebbe semplicistico e riduttivo. Ne tradirebbe l'essenza, svilirebbe l'intensità, appiattirebbe gli scintillanti salti evocativi che si rincorrono di pagina in pagina, proprio come bimbi brulicanti tra i vicoli che una preziosa foto seppia, da tempo cercata, restituisce alla più familiare tenerezza. VIENTU, ultima prodezza poetica dell'eoliano Davide Cortese, è l'alito di un'anima magicamente libera dagli schemi della "parola per dire". E' la parabola di uno spirito che, come un Icaro coraggioso, sa e può volare fin dove le cose scritte "vedono, profumano, stridono, fondono, SCAVANO e SCOVANO!". Cortese, poeta dimesso, dal viso fanciullesco, grandioso per la capacità di consegnare al "solito" e al "noto" le chiavi di un'inattesa eccezionalità, ci ha accarezzati e travolti col suo VIENTU, nel cortile del Centro Studi. In un'atmosfera di colloquiale raccoglimento, la lettura e l'ascolto delle sue multiformi creature hanno smosso impeti e ricordi di cui ciascuno è impastato e vi si immerge piacevolmente, per ritrovare, lontano e ripulito dalle caligini del quotidiano, quei sè smarriti che non vuol perdere. Eh già! Nel suo semplice excursus, in cui nulla (spazio, tempo, logica) ha ordine o senso, se non attraverso uno sguardo introspettivo serrato tra cuore e cuore stesso, abbiamo inalato gli zefiri di una "liparitudine" fatta di personaggi mai estinti ( a Carvunara, u zu'Claudiu, Giacuminu, i defunti accolti Unni Faraci....),perchè il miracolo della poesia ne sublima la fine fisica in immortalità morale. Abbiamo esposto viso e petto agli scirocchi impetuosi di tradizioni ancora vive (dalla preparazione del pane, definita ritualmente "maharia", al dignitoso dialetto, "scrigno" di NA PALORA ANTICA, TUNNA, SMUSSATA). Ci siamo abbandonati, con ipnotico trasporto, agli sbuffi generosi di un mare di sirene e sciabordii melodiosi, di "alìvi" verd-argento, di un SILENZIU che ha "ali di sera"..... E che dire delle gentili brezze inarcatesi tra le pieghe di una schiena ANUDA o sorprese tra le foglie che i BABBALACI avvolgono audaci? I cirri più alti a cui Davide ha dato forma e luce li ritrovo nei versi di EOLIANU, appello a un senso di appartenenza che è al contempo corporeo e psichico, passato e presente, geografico e onirico. Li contemplo nelle irregolari sinfonie di VARTULU, più che un nome... un grido di storia e santità che raccoglie disparati figli/padri in un continuum indissolubile. Li scorgo/raccolgo nelle schegge sovrapposte con caotica armonia in INVENTARIO, finissimo abecedario di quanto (cose, persone, identità o astrazioni) popola e costituisce il cosmo eoliano, dandogli vita e materia. Bravo, Davide! Che il "tuo" VIENTU alimenti altre geniali intuizioni, disegnando traiettorie, ardite ma palpabili, tra scrittura e sentimento.
IL PICCOLO BORGO ANTICO "RIACCENDE" IL CLASSICO A PUNTA MEGNA DI RINELLA.
Applausi e soddisfazione per la regista Tindara Falanga e i suoi interpreti. Abbandonate - ma solo per poco - le fatiche della Rassegna liparota LE MASCHERE DI DIONISO, la nostra infaticabile "armata" ha raggiunto, su caloroso invito del caro Riccardo Gullo, il suggestivo "palcoscenico a cielo aperto" di Punta Megna. La versatile artista eoliana ha colto l'ennesima sfida: rappresentare LA DONNA DI SAMO, testo classico di Menandro, in un territorio che alla commedia e al teatro deve un consistente... incancellabile tributo di storia e cultura. Gullo, fine estimatore delle prodezze arcaiche, paradigma lui stesso di una combinazione "compostezza/stravaganza" che sembra oscillare tra Dioniso e Apollo, ha conferito la dovuta risonanza alla serata, ricreando, con candele e ancelle, un filellenismo di forte presa e invitando, oltre agli affezionatissimi fratelli salinari, una nutrita rappresentanza di turisti e visitatori. Ed ecco che noi del PICCOLO BORGO abbiamo respirato tutto il calore empatico di un gremito e attentissimo pubblico capace di riprendere, a ritroso nel tempo, emozioni e temi, input e spunti di vita ( menzogne, tradimenti, amore partendo, orgoglio...) sopravvissuti ben oltre Menandro! Al termine dello spettacolo Gullo ha coinvolto l'Ammiraglio Pettorino, prossimo al conferimento della cittadinanza onoraria, il quale si è mostrato entusiasta del nostro "viaggio evocativo nel passato", sottolineando quanto il recupero delle radici completi l'identità e restituisca un vettore di senso al nostro percorso. È stato commovente per noi, umili e dimessi "nani del quotidiano" che ci cimentiamo per diletto e passione in un'Arte gigantesca, ricevere consensi e complimenti. Lo stesso Mario Prosperi- come ha rammentato Riccardo Gullo - dopo una vita prolifera di teatro e scrittura spesa ovunque, riusciva, negli ultimi anni, a trovare una Musa ispiratrice solo nell'angolo ameno di Punta Megna, follemente innamorato delle chicche teatrali animate da una piccola, ma immensamente appassionata, compagnia eoliana. Dove la vita depone le armi....la scena trasforma le guerre incompiute in danze di sconfinata bellezza.
---Sono passati più di 15 anni dal tormentone berlusconiano della SCUOLA DELLE TRE I, con palese riferimento all'ingresso delle innovazioni tecnologiche in classe. Purtroppo, le tre accattivanti I nazionali subiscono ben altre declinazioni nelle aree periferiche e decentrate quale la nostra, sussumendo I-SOLAMENTO, I-NEFFICIENZA LOGISTICA e I-TER BUROCRATICI dalle spinose lungaggini e dai notevoli gap rispetto agli standard previsti. Laddove, tuttavia, spazi e tempi ostruiscono questo naturale evolversi degli strumenti educativi, per fortuna un altro fattore I gioca a favore del cambiamento: l'IMPEGNO degli Individui chiamati a Istruire.
La tenacia costante del Dirigente dell'IC Lipari-Santa Lucia, Renato Candia, da anni promotore delle sfide dell'e-learning, e la prontezza operativa dell'insegnante Cettina Forestieri, docente fiduciaria, hanno fatto sì che l'attesa connessione del Plesso di Canneto diventasse una meravigliosa certezza. Parafrasando il noto proverbio, tra il dire e il navigare....c'è di mezzo l'ennesima I dell'INSTALLARE! Orbene, mano salvifica e provvidenziale, in questo crogiuolo di lavagne interattive, Pc e proiettori dal forzato letargo, è stato l'esperto informatico Tony Saltalamacchia, opportunamente indirizzato e pazientemente immerso nel ruolo di manutentore, perito e tecnico installatore. Grazie a tali risorse, oggi i nostri bambini possono affacciarsi con uno sguardo più consapevole alle offerte formative del web, spingere l'acceleratore dell'EUREKA ! attraverso gli accattivanti input del digitale....arginare i tanto inflazionati disturbi dell'apprendimento, vivendo esperienze interattive ad alto coinvolgimento.
Come ogni postazione multimediale che si rispetti risulta dotata di MEMORIA, anche per il nostro Comprensivo esiste una FONTE MNEMONICA che dirami ordini, richieste, domande e risposte. Alludo al corpus di segreteria, un groviglio di energie che defluiscono ovunque senza blackout o cortocircuito e il cui cavo alimentatore ha il volto dell'infaticabile segretaria dott.ssa Francesca La Macchia. Una scuola connessa - in un evo super@ - di I da INGLOBARE ne ha tante: I-ndicare i limiti/rischi del pensiero interattivo, I-mmunizzare i nostri baby-men dall'insana ansia da social, I-ncidere significativamente su un modo di sentirsi I-nsegnanti sicuramente nuovo, ma non I-gnaro delle care e I-ntoccabili carta e penna di sempre. Un'ultima I-ncitazione mi sia concessa! Che le scuole connesse, come la nostra, sappiano porre I-n essere progetti culturali e I-tinerari territoriali, I-nvitando così I nostri I-nterfriends a navigare realmente verso questo I-mmenso patrimonio di sapori e saperi. Start: che la RETE catturi il meglio dei nostri mari!
C DI CHIESA, CATECHISMO, COMUNITA'...C COME...CRESCITA
Le piccole e amene province – per quanto irrida loro un fascino naturalistico impareggiabile – restano confinate nella triste condizione di "periferie alla periferia", dove il fattore distanza rima spesso e purtroppo con la condizione di "mancanza". Beh, a Lipari (isola di un'isola), questa alfa privativa stride anche nelle opportunità formative-informative e in quelle occasioni di crescita/confronto che in pochi (scuola, strutture sportive...) possono animare e garantire.
Ed ecco il ruolo assolutamente salvifico e preponderante di MATER ECCLESIA: non la chiesa con la minuscola vista come spazio, ritrovo o sito, ma la CHIESA che è istituzione che organizza, che sa farsi volano in grado di avviare o frenare....che diventa raccordo sociale....o meglio ancora che si riscopre "faro" per ricercatori disorientati o per relitti "nello spirito" da restaurare, prima che l'agnosticismo li affondi del tutto.
Fuor di metafora, l'azione catechistica delle nostre benemerite parrocchie non può ridursi all'indottrinamento teologico pre o post sacramento! Certo che no! Va riletta nella chiave globale e contemporanea di chi evade Dio per soffermarsi davanti al bar; di chi ai fumi dell'incenso preferisce altro fumo; di chi nel peccato non ravvisa pentimento ma fascino; di chi, insomma, all'operaio che "zappa la vigna" allegorica delle anime acerbe preferisce l'OPERATORE DI TELEFONIA che offre giga in WHATS'APP alle anime social.
Stasera, questa funzione centro-spettiva dei catechisti ha costituito il motore carburante della splendida celebrazione eucaristica, officiata, presso la Cattedrale del Patrono, da Padre Gaetano Sardella e da Don Giuseppe Mirabito. Un pulpito "al plurale", quindi, per DIRE E DARE DI PIU' alle numerose presenze adunatesi prima dell'incipit del nuovo anno catechistico. Bambini, ragazzi, familiari, catechisti e fedeli: tutti e ciascuno alla mensa del Padre per riflettere su come camminare sotto l'ala del Signore costituisca un'eccezionale prerogativa, soprattutto se si è pronti a trasformare il CRISTIANESIMO DEL CREDERE in CRISTIANITA' DEL VIVERE, informando dei valori dell'altruismo, dell'agapè, del perdono....ogni nostra cellula esistenziale. Nell'evo delle dipendenze, delle solitudini on-line e in presenza e delle crisi di certezze, CATECHIZZARE non può dirsi solo un passaggio, ma un bisogno imprescindibile che rimagnetizzi le bussole delle troppe coscienze deragliate. CATECHIZZARE significa intonare il diapason dei linguaggi evangelici sulle frequenze degli slang giovanili, creando comunicazione laddove si ravvisa frattura. Distogliere dai luoghi dell'autodistruzione chi merita altri "dove", più genuini e rassicuranti: ecco la Magna Charta di una catechesi ad hoc.
Padre Sardella e Padre Mirabito hanno, in diversi passaggi della Santa Messa, posto l'accento sulla pedadogia catechistica del Terzo Millennio e su come, in un lembo di terra quale la nostra, l'educazione pastorale possa trasformare in arcipelaghi compatti le rarefatte isole degli emarginati, degli introversi, degli incompresi, degli iperattivi.....dei viziati/viziosi!
Ogni fibra dell'eucarestia domenicale ci ha parlato a chiare lettere di questo: dal tema della "Sapienza" (Prima lettura), sinonimo di conoscenza dottrinaria e accortezza umana per il buon catechista, al richiamo paolino al dono dell'immortalità (seconda lettura), punto focale per una catechesi della salvezza che liberi l'uomo dall'evidente attaccamento alla materia. E che dire, poi, dell'incisiva parabola delle Vergini con cui Matteo ha fregiato il momento del Vangelo! Come accuratamente evidenziato da Padre Giuseppe durante l'omelia, quella paura che le lampade notturne restino senza olio è un'evidente trasposizione simbolica del rischio di oscurità morale in cui le lampade dei nostri figli/nipoti/neo-cittadini....incappano senza le opportune fiaccole riparatrici.
Stando all'origine etimologica del termine, CATECHEO è un verbo greco che richiama all'insegnamento ad alta voce"! E... se proprio di voce parliamo, concedete una minima "nota" (è proprio il caso) di merito anche al nostro coro che ha armonizzato importanti verità di fede attraverso un fitto programma di canti mariani, cristologici e centrati sull'emozione del credere in Dio. Uno su tutti: il Cantico delle Creature di M. Frisina, eseguito alla Comunione, ultima "fatica" proposta entusiasticamente dal nostro maestro Gianluca Zanca. Mai precettore migliore del Fraticello di Assisi, che di SORA POVERTA' fece somma maestra, poteva essere scelto nella Domenica dedicata alla catechesi. Felice settimana a tutti e grazie ai nostri pastori spirituali, esempi indefessi di un parlare che si fa azione e di un agire imbevuto negli stretti abiti del vivere.
L'INTERVENTO
di Paola Martinotti
Bellissimo l'articolo di Gianluca Veneroso che non conosco personalmente, ma con la "magia"del Web, sento molto vicinoo ai miei pensieri e voglio condividerli. L'alfa privativa dell'Isola è illuminata dall'Omega quindi di Cristo,nostro Padre, che ci invita ad ascoltare con il cuore, a leggere non in modo superficiale la Parola, ma ad interiorizzarla... A radicarla dentro noi con radici profonde che, innaffiate dallo Spirito Santo, acqua vivificante, può e deve essere riversata nei cuori di coloro (e sono tanti..) che si sentono soli, stanchi, sfiduciati a volte "confinati" in questa isola così bella, ma tanto triste. Ma non siamo soli! Chiesa,come dice saggiamente Gianluca, siamo TUTTI noi cristiani chiamati a condividere, a celebrare, a VIVERE la Sua Parola.
Viverla nella nostra vita, nessuno escluso...Nessuno si può salvare da solo, ora l'ho compreso,TUTTI insieme senza differenze, senza pregiudizi di ogni sorta siamo invitati a camminare su strade diverse personali, ma accomunate da una sola meta. Ricordiamoci sempre che il Signore,Creatore dell'Universo, ha bisogno di noi e ci chiama per raggiungere i suoi progetti.
È Lui che sceglie di portare a termine i Suoi piani attraverso noi, umili strumenti umani. Nessuno dovrebbe considerarsi inutile perché Dio ha bisogno di noi e ce lo chiede ogni giorno attraverso gli eventi tristi o allegri, attraverso le persone, tutto ciò che succede nella nostra storia quotidiana. Ascoltiamolo e così potremo costruire la Chiesa Vera, quella delle piccole, ma importanti, azioni quotidiane alimentate dall'olio della Sua Sapienza e rese vive dall'Amore che ci trasmette! Amore che ci dà la forza per lottare, per denunciare le ingiustizie, per cercare sempre la vita vera, uniti dalla consapevolezza di essere figli di un unico Padre che vuole Pace e Giustizia per tutti!
Mare Vivo: ripartiamo dall'educazione eco-ambientale
Dario, Alberto, Dada....ormai rappresentano per i nostri alunni qualcosa di più di comuni amici e qualcosa di meglio di ordinari insegnanti. Questi giovani ed energici operatori di Mare Vivo, Ente Ambientale a tutela delle immense risorse ittico-marine, ci ripropongono per il secondo anno il progetto DELFINI GUARDIANI, riconfermando le loro capacità di "pionieri dell'amica natura". Muniti di berrettini e con tanto di bandiera a tema, gli scolari di III, IV e V della sezione Primaria di Canneto sono partiti alla scoperta - o meglio "riscoperta"- del nostro MARE da aMARE!
Una gradevolissima capatina a Marina Corta, sulla spiaggetta attigua alla Chiesa del Purgatorio, a caccia di reperti da classificare: da un lato i meravigliosi lasciti di Papà Nettuno, dall'altro i tristi sedimenti dell'incuria umana. Un modo semplice e dinamico per esplorare con occhi diversi gli spazi già conosciuti, formulando valide strategie per essere attori e fautori di una Terra sana. Suddiviso un fazzoletto di litorale in una sorta di scacchiere numerato, i nostri Delfini Guida hanno disposto reperti di varia natura all'interno del geo-labirinto e chiesto alle nostre Agili Pinne di localizzarli e definirli correttamente.
L'immancabile arte del disegno ha mutato in magici simboli ciò che il mondo dona generoso. Spirito di ricerca, curiosità esplorativa. esercizio dei sensi e una buona dose di sole eoliano: queste le perle di una mattinata indimenticabile in cui il mare smette di fare da cornice e diventa centro assoluto del nostro vivere. Da sfondo statico a "noi dinamico" che ci appartiene in modo unico e imprescindibile. Tuffiamoci tra i flutti di una scolarizzazione a suon di laboratori e a folate di esperienze "a-tu-per-tu" con la realtà. Auguriamo agli altri Piccoli Delfini del Progetto di nuotare rapidi e intrepidi verso gli orizzonti dell'educazione ambientale.....dove azione e istruzione si confondono, stagliandosi sugli scenari di un domani eco-favoloso!
Siamo soliti, anche per via dei bombardamenti mediatici che subiamo a iosa, associare marachelle e stramberie di ogni sorta ai nostri studenti, spesso in vena di bizzarre sorprese inscenate tra le mura scolastiche. Questa mattina, contravvenendo alla regola, la parte dei discoli in aria di gag e scherzi la abbiamo "giocata" proprio noi insegnanti della scuola primaria di Canneto! Eh già, amici, perché se, come asseriva la Montessori, pilastro indiscusso della didattica, imparare significa fare esperienza diretta, noi educatori non potevamo limitarci a rappresentare l'essenza del Natale coi meri mezzi libreschi. No! Dovevamo proprio metterci la faccia! Trascinare i piccoli in un singolare face-to-face con ciò che l'immaginario evoca. Ci siamo, quindi, inventati "alla buona" una ricostruzione in costume dei protagonisti del Santo Natale, vestendo i variopinti abiti di Befana, Babbo Natale e renne. I nostri alunni, ignari della scoppiettante trovata, si sono così ritrovati, durante la consueta adunanza festosa di genitori per lo scambio degli auguri, letteralmente sommersi da questi DOCENTI DIVERTENTI. Indescrivibili le espressioni di stupore di fronte all'insolito corteo. A suon di caramelle e omaggi vari, dispensati tramite i tradizionali sacchi, i nostri bimbi hanno vissuto una lieta anteprima di quanto li attende sotto l'albero. Attenzione! L'intento non era certo una goffa sponsorizzazione dei simboli materiali delle prossime festività quanto la voglia di regalare (e regalarci) un esilarante momento di brio, vivendo il privilegio dello stare insieme con quel sorriso che solo la meraviglia di un bambino sa e può strapparci. Auguri sinceri, da chi INSEGNA anche all'INSEGNA dell'evasione.
Maria è indubbiamente, col Suo carico di umanità e il carisma materno che Le è proprio, un segno potente e innegabile dell’ingresso del divino nella sfera del terreno. Ella è l’incontro, mirabile e mai scontato, dei principali sapori e saperi della parabola cristiana: del dolore con la grazia, del semplice con l’eccezionale… del quotidiano con lo straordinario. Nell’anno giubilare della Misericordia, la Santa Vergine simboleggia la strada maestra e il viatico più immediato per orientare noi fedeli verso la remissione dei peccati. Proprio per questo speciale evento, dopo ben 16 anni di permanenza nel Santuario di Valdichiesa, presso Leni di Salina, la statua della Madonna del Terzito ha mosso i suoi beati passi verso Lipari e Vulcano, dando vita a una peregrinatio iniziata il 29 Aprile e terminata qualche giorno fa.
Un intenso percorso, quello dell’icona mariana, che ha lambito le principali chiese dell’ISOLA MADRE, dall’antica Cattedrale ai sacri siti delle contrade. Noi del Coro di Porto Salvo, appartenenti a una parrocchia mariana, abbiamo vissuto e animato le tappe fondamentali di questo meraviglioso viaggio all’insegna della meditazione e della preghiera. Eravamo in Cattedrale quel 29 Aprile 2016 che ha segnato l’attesissimo ritorno della Vergine del Terzito a Lipari e con zelo e devozione, per ben 7 giorni, ne abbiamo invocato le lodi con le armi meravigliose del canto e l’abbraccio collettivo del nostro sentirci gruppo. L’incedere di Maria verso il portone della Cattedrale, al termine della prima tappa, è stato per noi motivo di profonda commozione. L’accorata commozione di figli che si allontanano dall’amorevole madre e provano uno struggente smarrimento, colmato, però, dalla certezza di una protezione perenne e da un legame alimentato dalle inspiegabili leggi del cuore. Per fortuna si è trattato di un semplice “arrivederci”!
Abbiamo ritrovato, infatti, quel volto luminoso di donna e santa sia nella sosta presso Pirrera (Santissimo Nome di Maria) che durante la capatina a Pianoconte (Santa Croce), per poi riascoltare il suono, deciso ma infinitamente dolce, della campanella del Terzito quando la Venerabile Statua ha raggiunto le parrocchie liparote di Porto Salvo e San Pietro. Bastava incrociare quello sguardo, impastato di sentimento e maestà, per far sparire in noi ogni traccia di stanchezza, rendendo così ogni celebrazione un appuntamento desiderato e imperdibile. Come potevamo, quindi, da seguaci innamorati quali siamo, mancare all’epilogo di questa peregrinatio? Tramite il nostro amato parroco, Padre Gaetano Sardella, ci siamo messi in contatto con Padre Alessandro Lo Nardo, responsabile del Santuario di Valdichiesa, sede ospitante l’icona mariana, per dar – letteralmente – voce all’ennesimo saluto filiale. Accolti con rispetto e fraternità dai fedeli locali e dagli anziani ospitati nell’attigua Casa di riposo, abbiamo così animato, questa mattina, la celebrazione delle ore 9:00.
Un clima misto di pace e solennità ha accompagnato la messa, rendendo più armonioso e sentito il nostro appello canoro alla MADRE UNIVERSALE. Valicare la Porta Santa dell’Indulgenza, presso il Santuario di Leni, è stato come lasciarsi alle spalle le impurità e gli stress di routine per ritrovare una rinnovata purezza. È stato come trasferire lo spirito giubilare in una dimensione eoliana profondamente familiare e magnificamente nostra. È stato come abbandonare le nostre orecchie, assordate dai frastuoni caotici della modernità, al tintinnio di quel delicato campanello, richiamo a una cristianità fatta di slanci interiori semplici, ma miracolosamente unici.
PRIMO SOCCORSO a scuola: prevenzione fa rima con informazione
Si è concluso il corso di formazione sui rudimenti essenziali di "Primo soccorso e prevenzione dei principali rischi legati alla salute", che ha coinvolto l'intero personale (docente, di segreteria e collaborativo) dell'I.C. Lipari.
Relatore dell'intervento, strutturato in due lezioni pomeridiane, il dottor Pietro Antonuccio, indiscussa eminenza nel settore sanitario provinciale e regionale. A lui, nonostante la giovane età, vanno ascritte e riconosciute diverse pubblicazioni scientifiche in campo pediatrico e un'esperienza pluriennale di docente associato presso l'Ateneo medico messinese.
Una breve, ma efficace, incursione, quella animata dall'Antonuccio, nelle fibre più intrinseche e vive del PRIMO SOCCORSO (scolastico e non). Un viaggio a tutto tondo tra incombenze etiche e adempimenti deontologici all'insegna di delicatissimi hot-point della professionalità pubblica: il corretto discernimento tra "pronto soccorso" e "primo soccorso"; una ricognizione generica, ma ben orientata, circa gli organi vitali più esposti a lesioni e incidenti, che - statistiche alla mano - assumono tragici epiloghi spesso per omissioni di soccorso o per la netta impreparazione dei presenti al fatto; un veloce abecedario intorno ai"facere" e non "facere" dei soccorritori occasionali; una lettura ragionata delle norme vigenti che disciplinano la sicurezza sanitaria, dal noto D.Lgs.626/94 - germe nativo della fomazione sul lavoro anche in materia di salute- all'articolo 593 del Codice penale, punto cruciale del principio di responsabilità "pro omnibus", di fronte a casi di infortunio/incidente.
Da buon militante nel campo della docenza, il dottor Antonuccio ha fornito validissimi spunti affinchè i suoi uditori (NOI!) capissero e memorizzassero un maggior numero di informazioni e regole il più velocemente possibile. A tale scopo, le slide scorse e commentate nell'Aula Magna che ha ospitato gli incontri, oltre a essere corredate da immagini esplicative, hanno proposto a chiare lettere degli acronimi esaurienti sulle principali mission del soccorritore. Proprio per ragioni di rapidità di apprendimento e facilità di esposizione, infatti, tutti i principi del BLS (il Basic Life Support che le aziende pubbliche e/o private sono chiamate a conoscere e porre in essere ormai da oltre un 15ennio) si muovono su espressioni sincopate e scivolano lungo sigle di immediata fruizione.
Le prime tre lettere dell'alfabeto, per esempio, contengono gli step imprescindibili del Primo Soccorso: A di AIRWAYS (controllo del cavo orale)/ B come BREATHING (cioè accertamento della respirazione)/ C sta per CIRCULATION (riattivazione della circolazione interna del soggetto). Altro acronimo da fissare con accuratezza, su cui il nostro benemerito Tutor ha insistito più volte, è G.A.S., in cui si condensano le tre azioni (Guardare il movimento del torace- Ascoltare il respiro- Sentire il flusso d'aria sulla guancia) che rendono la manovra "breathing" completa e svolta correttamente.
Se, per un intervento tempestivo, urge una consapevolezza fulminea circa il da farsi, il metodo didattico che struttura tale prassi non può che essere sintetico, spicciolo, insomma ... tout-court, obbedendo così alla sua spendibilità su campo. In questo l'Antonuccio ha ottimizzato al meglio l'equazione TEMPO/PRODOTTO.
Le osservazioni e i consigli del nostro Teacher, spesso stemperati con arguta ironia, avrebbero di certo tradito la natura pragmatica dell'intervento da lui proposto, fermandosi al mero nozionismo e alla scientificità formale degli argomenti presentati. Pertanto, come il Maestro Ippocrate docet, l'arte non cammina...se non si fa esperienza della stessa! Ed ecco che alla fase informativa è seguita quella, ben più illuminante, di natura operativa. Muniti di un maneggevole manichino BLS, gentilmente ceduto per l'occasione dalla CRI locale, abbiamo prima osservato e poi messo in pratica le azioni-a-catena - come si suol dire in gergo - necessarie a riportare allo stato cosciente un eventuale malcapitato (o comunque a consegnarlo nelle condizioni vitali migliori al personale addetto sopraggiunto ad hoc sul posto).
Un plauso più che meritato al Dottor Antonuccio, pioniere di un lavoro che rifiuta le scomode palettature del mestiere per incontrare gli slanci morali - talvolta eroici- della missione. A lui dobbiamo la capacità, non comune, di rendere estremamente palpabili e alla portata pericoli che, lambendo le nostre paure nascoste, sfuggono alla sfera dell'agire. Egli ce li ha mostrati sotto una luce nuova, come fattori che possono annidarsi nei nostri spazi palesi....anche in quelli scolastici, rientrando appieno nello spettrometro dei doveri espletabili.
Una nota di eccellenza, in calce, al D.S. Renato Candia il quale, nonostante il PIANETA SCUOLA venga investito da flussi magnetici dai poli discordanti, continua ad orientare la bussola della formazione verso rotte concrete e scenari abitabili, invitandoci a concepire la BUONA SCUOLA come SPAZIO DI TUTTI E PER TUTTI!
Raccontare la Sicilia vuol dire inebriarsi di cultura, ripercorrere sentieri d'arte imbrigliatisi tra un tramonto saraceno e una torre normanna, imbattersi in una bellezza disarmante di colori, profumi ed essenze agrodolci che si fondono in mille e più combinazioni. Catturare e trasferire tale bagaglio diventa di certo più semplice e immediato se il filo del racconto si dipana dalle Eolie, dove ogni "lontano" appare accessibile, dove natura e mare superano la parvenza di semplici confini e.... la memoria dell'antico può trovare ancora pieno respiro nel quotidiano. Questo straordinario potenziale eoliano, già immortalato da prestigiose firme del cinema d'autore ( Taviani, Scola, Antonioni, Rossellini....), ritorna sotto i riflettori del set, stimolando l'estro creativo del giovane regista messinese Francesco Cannavà, ideatore del documentario " Il Carnevale Eoliano. L'isola delle maschere". Il movie è stato presentato Giovedì 18, a Taormina, in occasione della 61^ Edizione del Festival del Cinema, concorrendo per la sezione Filmsmaker di Sicilia. All'evento ha partecipato anche una nutrita rappresentanza eoliana, costituita dall'avvocato Francesco Rizzo, dalla regista Tindara Falanga con alcuni suoi interpreti e da Matteo Nicastro, 21enne liparota che ha messo la sua passione per la fotografia al servizio del progetto cinenatografico, supportato da altri audaci campioni dello scatto (Alessio Pellegrino e Martina Villanti) impossibilitati a presenziare per impegni personali. In soli 59 minuti, Cannavà, attraverso l'espediente del viaggio-inchiesta di un'intervistatrice colombiana in visita alle Eolie, è riuscito a svelare l'arcana continuità esistente fra il culto dionisiaco per le maschere, la tragedia classica, i riti apotropaici ante mortem.... e l'attualissima tradizione carnevalesca. Un incalzante carillon di immagini dal forte impatto paesaggistico e di inserti altamente evocativi ( in primis la ricostruzione di un baccanale mutuato da uno stralcio delle Baccanti di Euripide, a cui i componenti del Piccolo Borgo Antico hanno ridato voce e corpo ). Tutto ciò opportunamente arricchito con interventi a cura delle più accreditate eminenze locali e nazionali in materia di classicità, dal compianto Bernabò Brea alla sempre disponibile dott.ssa Mastelloni, direttrice del Museo di Lipari, passando poi il testimone a volti noti dell'antropologia e della semiologia antica. Di certo, però, il valore aggiunto del prodotto restano le donne eoliane (d'origine o di adozione) che, messa a nudo la propria identità pulsante sotto la maschera delle apparenze, hanno sviscerato le retrospettive interiori di mamme, mogli, figlie, nonne ... accomunate da un'insularità scomoda quanto liberatoria, vincolante ma pur sempre esclusiva. Della funzione catartica della maschera, del teatro, del sesso, dell'ebrezza, della sregolatezza, della morte... eravamo già al corrente. Eppure tale energia nelle Eolie - ecco la svolta che rende il movie un lascito prezioso per gli abitanti dell'arcipelago - acquista un'aura unica, che altrove svilisce. I vulcani ivi presenti e che la tradizione orale descriverebbe come "antri dell'oltretomba" e porte degli Inferi, rendono le Sette Sorelle vere e proprie regioni di vita che penetrano nelle ragioni della morte. Terre arcane, solcate dal volo di streghe-pescatrici, che diventano esse stesse maschere per nascondere al mondo le evidenze del razionale e vivere sospesi tra miti e misteri, cullati da una natura che accoglie e inghiotte, limita e ricrea. Allora deponiamo la maschera degli schiavi ciechi dell'ordinario e ritroviamo i nostri opachi io sotto le ceneri di una fierezza mediterranea mai smarrita. Bravo a Francesco, al suo impeccabile staff e a queli isolani "attori per caso" che hanno inscenato l'opera prima più maestosa: il copione della loro esistenza, in cui l'imperfetto trasuda verità e ogni ruga è un'incantevole carezza del tempo.
Grande soddisfazione per l'I. C. LIPARI-SANTA LUCIA e per l'alunno Alex Pellegrino ( Sc. Primaria di Canneto, classe V) classificatosi al secondo posto di un concorso letterario indetto dall'Accademia degli Oscuri toscana. Ieri pomeriggio, alle ore 16:30, presso il Teatro Comunale di Torrita di Siena, il nostro "scrittorino eoliano" è stato insignito di diversi premi: un attestato personale, un attestato per l'Istituto di appartenenza, buoni libri e il prestigioso annuario degli Accademici in cui il suo testo, meritevole di pubblicazione, apre la sezione dei racconti. Si tratta di una vittoria tutta eoliana, considerando che "Diverse.... eppure sorelle", il brano pluripremiato, anima un immaginario dialogo tra pomice e ossidiana che, seppure di colori opposti, condividono un'origine comune. La scelta del tema, in asse con l'input dato dagli Oscuri ai 500 studenti partecipanti ( IL BIANCO E IL NERO), è stata applaudita e apprezzata dalla Giuria del prestigioso Premio, sia perché evoca le meraviglie naturalistiche e le particolarità geologiche del nostro ammiratissimo Arcipelago, sia per lo spessore morale a cui rimanda. Dietro la pomice e l'ossidiana, infatti, possiamo intravedere i mille e più volti del pregiudizio e delle diversità (razziali, culturali, comunicative....). Complimenti al nostro Alex che, con la spontaneità propria dei bambini, ha illuminato gli amici Oscuri di Siena, portando un po'di sana luce liparota in una terra consacrata dalle più grandi firme dell'Umanesimo e del Rinascimento. Lodi ed encomi agli organizzatori dell'evento e, in modo particolare, all'insegnante Lucia della Giovampaola, un vulcano di simpatia e di umanità che difende a spada tratta i valori educativi della scrittura e della scrittura. A Torrita lasciamo un frammento importante della nostra essenza mediterranea: non l'anima torva del Sud dei problemi, ma quella -splendida e ricercata - degli intraprendenti creatori di novità. Bravo Alex!
C'era una volta e ora...cosa c'è?
Prendete un mucchio di fiabe note, aggiungete una dose massiccia di battute, amalgamate il tutto con esilaranti canzonette e una spolverata multicolor di risate, azioni, equivoci volontari , detti e contraddizioni dal ritmo scoppiettante. Avrete la possibilità di gustare uno spettacolo unico nel suo genere: "La favola che non c'è " a cura della CompagniaTeatro d'autore di Napoli. Tre simpatici interpreti-trasformisti, presso il Palacongressi di Lipari, hanno animato un'ora e mezza di gag, vestendo i panni di Pinocchio, Geppetto, Aladino, la piccola fiammiferaia e di altri leggendari beniamini rivisitati in una salsa inedita, in cui la dolcezza del già raccontato si mescola con la frizzante sete di novità. Grandi e piccini, insegnanti, genitori e alunni, convenuti da Canneto, Vulcano, Pianoconte e Quattropani, hanno rievocato i "C'era una volta" più cari all'infanzia, ma in un mix irriverente e ironico di intrecci arditi e fantasiosi. La morale? Beh, le vecchie storie di un tempo rischiano, in quest'epoca di corse e di mode temporanee, di perdere la consueta linearità . Cosa possiamo fare? O ritroviamo il loro senso originario o impariamo a trasformare la terribile STREGA CONFUSIONE nella strepitosa PRINCIPESSA CREATIVITÀ. Niente incantesimi o formule arcane. Solo tanta fantasia!
La Compagnia teatrale di Pianoconte di Lipari "Piccolo Borgo Antico", diretta dalla sapiente e instancabile regia di Tindara Falanga, porta Scarpetta a Bronte. La trasferta dei giovani interpreti eoliani è avvenuta lo scorso week end, in concomitanza con uno scambio artistico culturale che si protrae ormai da tre anni. Un sodalizio cementato da solidi rapporti di stima reciproca e che si fonda sulla comune passione per la scena. Sabato e Domenica scorso, gli amici del Piccolo Borgo hanno animato la vivace e scoppiettante "O'tuono e'marzo", commedia firmata dal napoletano Vincenzo Scarpetta, giocata su equivoci, false identità e sbavature grottesche di un improbabile triangolo amoroso tra una zitella rivelatasi madre dopo 25 anni, un servo imbroglione e un cavaliere pronto a rivendicare una paternità scoperta per caso. Risate e consenso per gli oltre 200 spettatori del Teatro Comunale di Bronte, che hanno assistito all'originale rivisitazione in chiave siciliano di un classico partenopeo. Grazie ai ragazzi "simpaticamente instabili" della splendida cittadina catanese, modelli esemplari di valori -ospitalità, apertura al confronto...- che, oltre la finzione di una sceneggiatura, sa farsi VITA!
Splendida mattinata di sole e di moto per i bimbi del Comprensivo Lipari-Santa Lucia. Gli alunni del secondo ciclo (III, IV e V) di Canneto, Pianoconte e Quattropani hanno coronato un progetto di motricità svoltosi nei vari plessi, nel trimestre Gennaio-Marzo. Progetto condotto con encomiabile disponibilità e trasporto umano dall'esperta Veronica Capitti, animatrice di attività disparate (percorsi strutturati, giochi di squadra, gare di velocità, prove di equilibrio....) finalizzate a un duplice obiettivo: affinare le abilità motorie e vivere lo sport come motivo di integrazione. Location d'eccezione: la palestra di Quattropani, punto di raccordo dotato di attrezzature idonee alle proposte. Un ottimo pretesto per stare insieme e per tessere meravigliose esperienze coi colori dell'integrazione, i linguaggi del corpo, il fremito dell'agonismo.... le emozioni del farsi unità nella pluralità, riscoprendo nelle differenze quei terreni fertili dove far germogliare il dialogo educativo. Il gioco e lo sport aggregano, rendendo così meno faticosa la corsa verso il futuro che i nostri piccoli cittadini si apprestano ad affrontare. Grazie a chi, come i docenti delle scuole aderenti, il Dirigente Candia e l'ins. Capitti, crede ancora nel sodalizio SPORT-VITA, perché, per essere campioni nelle sfide reali, occorre allenarsi a vincere il pregiudizio dell'esclusione.
---Progetto multiculturale AMCM Malta: insieme per crescere, imparare....condividere!
In una società globalizzata quale la nostra, in cui il concetto di cittadinanza supera ormai gli steccati –angusti e comuni - dei luoghi di appartenenza, il confronto con realtà sempre diverse diventa sinonimo di CULTURA, CRESCITA, EDUCAZIONE....CONOSCENZA !
È un'esigenza che rivoluziona radicalmente modi di pensare e sistemi comunicativi, richiedendo ai nostri giovani cittadini del domani nuove competenze e freepass per accedere a dimensioni che spaziano dall'informazione al lavoro.
Proprio con questo spirito di apertura e arricchimento, un nutrito gruppo di docenti e studenti (66 in tutto) di Lipari e Salina sta "vivendo", presso la ridente isola di Malta, un progetto multiculturale che li vede impegnati, dallo scorso Lunedì 9 al prossimo 16 Marzo, in attività intensive di studio dell'inglese e di esplorazione dei tesori architettonico-paesaggistici del territorio.
Alunni di età compresa fra i 9 e i 17 anni, confluiti da tre istituti isolani (I.C. Lipari 1, I.C. Lipari Santa Lucia e l'Istituto Isa Conti), sono al centro di un'esperienza a dir poco unica nel suo genere, basata sulla convivenza socio-culturale di Eoliani di diverse fasce anagrafiche, pronti a immergersi in una realtà linguistica e antropologica ricca di fascino e stimoli.
Un esperimento che si sta rivelando vincente e che, oltre a irrobustire di notevole spessore la familiarità con l'inglese, si tinge di ulteriori e importanti valenze umane, spronando i ragazzi coinvolti a sentirsi autonomi e responsabili di fronte a contesti e situazioni fuori dall'ordinario.
Dall'albergo alle escursioni, dalle classroom ai momenti di relax, si sono create – e giorno per giorno consolidate - relazioni di aiuto e forme di sinergia fra generazioni differenti, all'insegna di un senso del gruppo che ha aiutato tutti e ciascuno a credere nella mission del progetto. Contravvenendo, tra l'altro, ai soliti luoghi comuni sui piccoli, i bambini della Primaria hanno dimostrato uno zelo e una motivazione davvero esemplari, non solo nell'affrontare l'esperienza didattica in sè, ma anche nel curare meticolosamente l'ordine delle camere, nel rispettare le regole condivise e nell'adattarsi a stili di vita non certo abituali.
Anche gli studenti più grandi hanno risposto con entusiasmo alla proposta multiculturale, arricchendo le righe di questa lieta pagina di viaggio-studio con squisiti aneddoti di amicizia, ironia, curiosità....che ne hanno fatto un team costantemente affiatato e mai pago di scoprire.
Beh, ogni merito nasconde dei meritevoli a cui tributare i doverosi ringraziamenti.
Innanzitutto, grazie ai tre Dirigenti Scolastici (Fanti, Candia e Basile) che hanno approvato l'iniziativa, ritenendola una risposta avanguardistica ed efficace ai cambiamenti che investono l'istruzione, allargandola a orizzonti e scenari eterogenei. In secondo luogo un plauso ai docenti (Milone, Veneroso, Forestieri, Mancuso e Stroscio) che si sono prestati a fare da accompagnatori, perché, dietro la parvenza di una bella gita all'estero, si celano non pochi oneri e responsabilità, considerando la durata dell'esperienza, l'età degli utenti e l'indubbia sfilza di variabili che comporta la presenza di minori in un'area straniera. A tal proposito, una menzione speciale va spesa a favore della "teacher" Maria Angela Milone, vera animatrice del progetto che, con impeccabile abnegazione, ha unito alle sue spiccate doti professionali (da anni segue e organizza stage e corsi di lingua inglese per bambini e ragazzi) l'umanità e le attenzioni di una mamma sempre propensa al sorriso e alla soluzione opportuna .... per qualsiasi evenienza.
Infine, ma non per certo per ordine di importanza, un ruolo fondamentale lo hanno giocato i genitori, che hanno finanziato – in momenti non certo semplici per le famiglie – tale progetto, accordando stima e fiducia a quanti lo hanno posto in essere. Alcuni di essi hanno accolto con tale enfasi l'invito multiculturale da unirsi ai propri figli, diventando così coprotagonisti - estremamente collaborativi e mai inopportuni – della settimana maltese .
Oltre alla comune insularità mediterranea, da oggi un altro filo rosso renderà più vicine e sorelle le Eolie e Malta: la MULTICULTURA!
Laudata sì Sorella Terra!
Mai potrei trovare parole più accorate e adatte di quelle usate dal fraticello di Assisi per ringraziare il Signore degli infiniti doni che ha dispensato a nostro favore. Fra essi, di certo, un posto d'onore spetta a Madre Natura. Eh già, proprio lei, la NATURA: quello scrigno prezioso che qui, dove Eolo si incunea tra miti ineffabili e ispide ossidiane, custodisce mille e più delle sue perle. NATURA a Lipari non è solo mare e spiaggia, ma diventa sinonimo di altre magnifiche componenti, quali le lussureggianti macchie che trapuntano la contrada di Lami.
Proprio a Lami, dove EOLIANITA' continua a rimare con RURALITA', ieri, 28 Ottobre, noi docenti delle classi II e IV della Scuola Primaria di Canneto abbiamo condiviso -coi nostri "bimbi" e alcune zelanti mamme - un'esperienza di rara valenza....sul piano sia culturale che umano.
Gentilmente ospitati da Marco Merlino, sua moglie Manuela e i rispettivi parenti, ci siamo immersi "letteralmente" in un angolo paradisiaco dove la mano dell'uomo sa ancora accarezzare la natura, senza dissacrarne la bellezza.
Nella tenuta di campagna della famiglia Merlino, infatti, i nostri "scalmanati cuccioli d'uomo" si sono dilettati a osservare, inseguire, fotografare, imitare.... l'impettito tacchino, le altezzose oche, le tenere gallinelle e i deliziosi coniglietti, riscoprendoli protagonisti non più di conte, fiabe e filastrocche ASTRATTE, ma di un'esperienza REALE! Hanno potuto correre a perdifiato tra i filari di un vigneto già ampiamente sfoltito dalla recente vendemmia, ma non per questo meno d'impatto, cogliendo le sfumature dell'autunno dall'interno e non attraverso il mero filtro di una foto. Hanno trovato e raccolto di propria mano le uova che mamma chioccia generosamente ha donato ai suoi visitatori d'eccezione, capendo il vero percorso che sta dietro e sotto beni di consumo ordinario. Hanno assaggiato del pane appena sfornato, imparando così che le tradizioni antiche non necessariamente devono dirsi vecchie e superate. Hanno assaporato una ricca e gustosa merenda all'aria aperta, come soggetti di un'istantanea sbiadita di qualche decennio fa che ritraeva bambini festanti in grado di divertirsi con poco.
Altro che giochi touch e play-station! L'entusiasmo che regala il contatto diretto con la realtà non può essere contraffatto e restituito da nessun surrogato tecnologico. La nostra lieta scampagnata ce lo insegna e dimostra ampiamente! E' dalla pienezza delle cose vere che devono ripartire le lancette del nostro orologio educativo, anche a costo di contrastare i tempi vorticosi del progresso coi tempi più pacati dei nostri mai sopiti "C'era una volta!". Tanto di chapeau a coloro che, come i signori Merlino fanno da anni, non hanno dimenticato l'importanza del lavoro della terra, trasferendone i segreti e il fascino anche ai loro figli. Siamo felici di POTER ESSERE SCUOLA anche in questo modo.
---Un altro anno scolastico è appena volto al termine, lasciando con sé una scia siderale di esperienze, fatiche e (diciamocelo pure!) ....qualche soddisfazione. Da insegnante assisto anch'io a quel progressivo abbassamento delle soglie di interesse e di attenzione che costituisce ormai un fenomeno generazionale diffuso tra i giovanissimi, ponendomi con cadenza pressochè quotidiana l'amletico quesito: "Come posso motivarli?". Problema complesso a cui la Sfinge della pedagogia contemporanea risponde con un invito ancora più insidioso della premessa: "Cercate di pensare come loro e di aprirvi ai linguaggi con cui si esprimono!". Ecco perché tre mesi fa ho accettato con enorme entusiasmo il ruolo di tutor nell'ambito di un progetto PON, bandito dall'I.C. Lipari, incentrato sulla musica e aperto ai nostri alunni della scuola secondaria di primo grado. Ho accettato perché le note e i suoni arrivano laddove le comuni parole di noi adulti non sanno inoltrarsi, aprendo nello stesso tempo il cuore e le orecchie dei nostri cuccioli di homo technologicus. 30 splendide e magnifiche ore condivise con il maestro Giuseppe Italiano, ormai di adozione eoliana, che da anni importa nell'Arcipelago la sua preziosa esperienza di tenore, musicista a tutto tondo, nonché di direttore artistico dell'Accademia CDR Music, realtà musicale e canora impostasi a Milazzo, Messina, Patti, Catania e Lipari con notevole seguito di iscritti e di giovani promesse. 30 ore in cui Roberta Cacace, responsabile della sede eoliana della CDR, ha mostrato uno spirito di collaborazione impareggiabile, assistendo i ragazzi come coach vocale e non risparmiandosi mai, neppure quando si trattava di montare e smontare cavi, microfoni, mixer ....o di riscrivere, a casa, in orari extra, i testi dei pezzi affrontati. 30 ore all'insegna della creatività artistica, durante le quali i nostri 12 corsisti si sono approcciati per la prima a volta agli strumenti che sognavano di "conoscere a tu per tu", pizzicando chitarre, pigiando pianole o divertendosi ritmicamente sulla batteria e sul bongo. In una decina di lezioni, il maestro Italiano e Roberta, con la parsimoniosa pazienza di chi vive per trasmettere ciò che ama, sono riusciti a mettere su una vera e propria band (battezzata dai ragazzi MUSIC BAND) e a creare un brano inedito da esibire con voci e strumenti dal titolo emblematico "Musica a scuola". Lavorando in giorni e orari impensabili, tra domeniche roventi e week-end sottratti al riposo, i nostri musicisti in erba, provenienti da Lipari e dalle altre frazioni dell'isola, hanno dato vita a un fitto programma di canzoni e interventi strumentali sfociati in un miniconcerto tenutosi nell'Aula Magna della Scuola Santa Lucia, domenica scorsa, in tardo pomeriggio. Merito del successo riscosso va anche ai nostri ospiti. Abbiamo avuto il piacere di ascoltare gli allievi liparoti della CDR-music: la pluripremiata Silvia Lucci, l'anima rock Domenico Quadara, l'eclettica Cristina Furfaro, la raffinata Erika Taranto, la solare Sherin Hettiarachchi e l'istrionico Giuseppe Bonfante, supportato dal cugino Bartolo Giuffrè, noto baby-batterista autodidatta che ha incantato tutti con la sua grinta esplosiva. In vero stile da kermesse sanremese non sono mancati gli ospiti esterni, due "perle" della sede di Milazzo, alias la graffiante Rosmery Barbera, voce e chitarra, e la dolce Marianna Pirrera, voce evocativa di un repertorio leggero più classico. Non c'è spettacolo senza un dietro-le-quinte fatto di pulizie, spostamenti, momenti di ospitalità, telefonate, arrivi e partenze....Un dietro-le-quinte che ha avuto il volto (ma soprattutto le mani collaborative e l'animo generoso) della collaboratrice Catena, delle immancabili mamme e in ultimo, ma non per ordine di importanza, del D.S. Renato Candia e del suo braccio destro Saverio Merlino, sensibili estimatori della buona e sana musica. Il messaggio che, a riflettori spenti, spero resti in eredità ai nostri piccoli artisti è che studiare la musica ingentilisce l'anima, affina la sensibilità e ci riappropria di quel senso sopraffino del bello che ormai si è perso, in una società priva di stupore e unicità. L'armonia del pentagramma riesce a riflettersi nel temperamento, aiutando le indoli ribelli e confuse a trovare una forma tangibile di equilibrio.Se è vero, come sosteneva Beethoven, che "chi penetra il senso della musica potrà liberarsi dalle miserie in cui si trascinano gli uomini" possiamo dire di aver finalmente condiviso un momento di rara felicità e di inestimabile ricchezza .
---Scuola inter-attiva...scuola più viva! Sono ormai mera preistoria da archiviare le minacce a suon di penna sul registro del temibile docente dalla nota pronta o le polverose scartoffie che lasciano insonni tanti insegnanti refrattari alla burocrazia. Oggi la cellulosa cede il posto al mouse, alla tastiera e allo schermo. Maestri e prof con l'avvento del famigerato registro elettronico, che in molti plessi eoliani gia in fase sperimentale, corrono ai ripari con l'arma migliore che un docente possa sguainare: la formazione! Proprio in una innovativa veste digitale si è tenuto il progetto Pon di informatica che ha visto coinvolti docenti dell'Istituto Comprensivo Lipari nel corso delle ultime due settimane. Una full immersion nei link più cliccati del web scolastico, districandoci con temeraria spavalderia fra registro on line, ipertesti multimediali, percorsi di scrittura creativa, fogli di calcolo Excel e nuove frontiere della didattica interattiva. A guidare questo intenso viaggio fra i nuovi codici dell'educazione un timoniere ben temprato contro le mareggiate di una scuola con un passo a volte troppo veloce per chi vi lavora all' interno: il professore Rinaldo Anastasi, attualmente docente di storia e filosofia presso il liceo di Capo d'Orlando, ma che ha militato in lungo e largo fra più ordini e gradi. Noi corsisti, supportati dalla deliziosa tutor Vania Giunta, dopo ripetuti ed estenuanti corsi più teorici che pratici, abbiamo finalmente rotto e varcato il muro del nozionismo, imparando dal "fare". Grazie di cuore al collega Anastasi per la pazienza e il motivato zelo dimostrati in un periodo dal clima non proprio favorevole all'apprendimento, al termine di nove mesi di impegni didattici serratissimi. Grazie perché ci ha testimoniato e trasmesso esempi vivi di un lavoro che rifiuta gli schemi del mestiere per riscoprirsi favilosamente "missione". Grazie per aver svelato i risvolti creativi e gli infiniti orizzonti di senso che possono celarsi tra una @ e un #. Grazie per aver insegnato anche alle docenti meno avvezze alla tastiera che non ci sono "mai" o "non so"invalicabili. Grazie per averci ricordato che le macchine senza l'anima e la fantasia a nulla valgono, perché l'informatica è l'ennesima prova di un uomo che se si ferma perde se stesso. W il pc.:una finestra sul mondo, una porta sul futuro!
---Spesso – soprattutto quando la vita ci regala rare perle di felicità – vorremmo che il tempo non passasse, per non rischiare di perdere, smarrire e ... vedere inesorabilmente cancellato ciò che gelosamente ci appartiene. Ebbene, esiste un rimedio per conservare indenni emozioni, gioie e ricordi a cui teniamo! Non è un elisir, un farmaco dagli oscuri effetti collaterali, né tantomeno un complicato prodotto tecnologico di ultima generazione. Si chiama semplicemente MUSICA! La musica, ben lungi dall'essere una fredda combinazione matematica di regole e note, è quel benevolo vaso di Pandora che contiene sensazioni mai del tutto sopite, ma semplicemente accantonate nel limbo della nostra memoria. Essa è una geniale macchina del tempo che riesce a riportarci a un particolare "quando" e a uno speciale "dove", risvegliando l'intensità di un momento con una potenza e un'immediatezza che hanno del prodigioso. Proprio sul potere evocativo ed emozionale della cara amica musica hanno "giocato" questa mattina, presso la Scuola di Canneto, il prof. Giuseppe Italiano e l'ins. Roberta Cacace. I due talentuosi vocal coach della Scuola CDR-Music, presente in più sedi del territorio (Milazzo, Patti, Messina, Catania e la nostra Lipari), hanno incontrato prima gli studenti della Scuola Secondaria, per occuparsi poi dei più piccoli della primaria. Un'oretta trascorsa all'insegna del divertimento, dell'ascolto e del bel canto. Per far capire ai ragazzi/bambini quanto la musica condizioni e scandisca la vita quotidiana, penetrando a fondo nella memoria collettiva, Giuseppe e Roberta hanno proposto brevi spezzoni di brani utilizzati in noti spot: dalla celebre "Over the Rainbow" che accompagna la pubblicità di una compagnia telefonica nazionale all'irresistibile jingle che sponsorizza una marca di caramelle. È bastata una manciata di secondi per permettere ai giovani "uditori" di risalire alla pubblicità di riferimento, manifestando maggior entusiasmo laddove il motivetto riguardasse un prodotto abitualmente consumato. L'equazione MUSICA = PIACERE è stata presto dimostrata senza margini di errore. Subito dopo, i nostri music-teachers hanno smontato, ingrediente per ingrediente, un brano musicale, invitando gli alunni ad assaporare distintamente la parte ritmica rispetto a quella melodica. Sotto gli energici BOOM- TUM- CIAC, essi hanno scorto il contributo inconfondibile della batteria. Hanno imparato che anche il basso, "fratello" apparente della chitarra, in realtà aiuta i musicisti a ritmare il pezzo, mentre per le armoniose note bisognerà pizzicare le corde di una chitarra, pigiare i bottoni di una fisarmonica, scivolare sui tasti di un pianoforte... Tanti strumenti, diversi scopi ...un solo risultato! Trattandosi di due docenti di canto, l'esecuzione corale era d'obbligo. Sulla traccia sonora di una base, ragazzi e bambini hanno intonato il ritornello dell'intramontabile "Canzone del sole", prima insieme e poi suddividendosi in due gruppi distinti, riscoprendo la mai superata formula del coro, che è metafora significativa del motto L'UNIONE FA LA FORZA. Grazie di cuore a chi, come gli insegnanti della CDR-Music, aprono la scuola a nuovi orizzonti di senso, stimolando riflessioni che faciliteranno la crescita dei nostri alunni. Fuori dalle aule e lontani dai banchi, essi sono sempre e comunque delle persone e, come tali, devono saper gestire le emozioni, coltivare un'attitudine, esprimere esperienze, salvarsi dalla noia, resistere all'omologazione, parlare anche senza i comuni alfabeti delle parole ...IMPARARE A STUPIRSI! Il grande libro della musica contiene tutti gli insegnamenti e le risposte affinché ciò accada!