Auguro ogni bene di questo mondo all'individuo che ha rotto il catenaccino della Cappella Funeraria della mia famiglia nel Cimitero di Lipari per rubare la piccola cassapanca in legno, la forbice da pota, un seghetto e l'accendino.
Facendo questo furto nel Cimitero, in cui ha strisciato nella notte in mezzo alle tombe, insinuandosi nella Tomba sotto gli occhi di Clelia e di tutti i miei familiari lì seppelliti, ha dimostrato la Sua "civiltà", la Sua "dignità", il Suo essere "Cristiano", e sopratutto il Suo stato sociale di Ratto.
IL COMMENTO.
di Antonio Famularo
Caro Lorenzo, sono tornato a casa da poco, di ritorno da scuola, alle prese con gli scrutini di fine 1° quadrimestre, e leggendo il 'Notiziario' (è il mio quotidiano 'ritorno a casa', e quando lo leggo mi sento davvero 'come a casa!') e nel leggere il tuo amareggiato commento su 'Lipari, di tutto di più' mi sono davvero addolorato e sentito nel cuore così mortificato per ciò che è stato perpetrato al cimitero a tuo danno, dei tuoi cari, e a danno di coloro che, come me, hanno sempre mantenuto vivo il ricordo e goduto della stima affettuosa di una persona sensibile e amabile come Clelia, mia indimenticabile amica. Pertanto, comprendendo e partecipando al tuo dolore, ti porgo le mie più sentite scuse con l'augurio che episodi del genere non accadano mai più, anche se la vita mi ha insegnato che al peggio non c'è mai fine! Ma... Mai perdere la propria speranza, anche se al momento mi sento anch'io davvero così colpito, avvilito e mortificato nei genuini sentimenti che hanno sempre caratterizzato i miei rapporti amichevoli con Clelia, sin dagli anni della Scuola Media e durante le mie frequentazioni liparote con suo nonno e i suoi parenti tutti, nella generosa ospitalità della loro casa. Con un affettuoso e fraterno abbraccio, immutata stima e un cordiale saluto.
Ti sono vicino, caramente.