di Salvatore Leone
Fra un sacchetto dell’immondizia e l’altro, ordinatamente consegnato secondo le disposizioni del comune di Lipari, si ammirano tanti altri sacchetti o similari che vivono serenamente ammassati negli angoli delle isole in bella mostra e bella vista o sapientemente nascosti negli anfratti o dietro le siepi. La facilità con la quale é possibile disfarsi di questa maledetta immondizia, tutta made in Eolie, sta invogliando molti emigranti eoliani a rientrare nelle loro terre perché stressati dalla pignoleria della differenziata partita nei comuni dove lavorano. Alcuni comuni addirittura pretendono di staccare le etichette nelle bottiglie di vetro prima di “immondiziarle”. Così le Eolie hanno l’occasione di vedere il rientro di tanti emigranti che possono ricongiungersi alle famiglie grazie all’immondizia differenziata. Proprio da uno di questi eoliani rientrati, visto l’ultimo appello dell’assessore addetto stampa, parte l’idea di consegnare personalmente i rifiuti nella discarica della Sicula Trasporti di Catania. I troller, con scomparti per la differenziata, potrebbero essere forniti dal comune ma dovrebbero pagare il bagaglio-rifiuti sulla tratta Lipari-Milazzo.
Ap...posta
La famiglia é sacra. Dopo la famiglia toscana sistemata in banca, arriva la famiglia siciliana sistemata in posta. Casualmente parliamo di due famiglie di ministri dell’attuale “goverenzi”. Un posto alla posta però é meglio di un posto in banca che ormai sono insicure. Non c’é nessunissimo scandalo nel dire che é stato don Alfano padre a fare tutto. Così disse di suo padre la bella Boschi, cosi dice il bello Alfano. Fra una bellezza e l’altra volano stipendi d’oro che se poi si vanno a guardare i valori del fratello postale assunto per chiamata diretta e per ordine alfabetico A.A. Alessandro Alfano in Postecom prima e Poste Tributi dopo si scopre che con 160 mila euro, il fratello di un ministro é sottovalutato. Come minimo, la retribuzione con queste credenziali avrebbe dovuto superare i 500 mila euro. Salvo che i fratelli dei ministri Udc siano in saldo. Questo é il mercato. Sempre franco e bollo a perdere. Gli italiani sperano che il siciliano ministro non si dimetta, altrimenti altri ministri faranno assumere altri fratelli. Salvo nominare ministri senza fratelli e senza papà, ma sarà difficile perché l’Italia adotta di tutto.
Il mercato del terrore
La scuola e l’istruzione, la ricchezza e la gioventù hanno scavato un fosso enorme in un paese che con il costo della mano d’opera, fra i più bassi del mondo, ha attirato il più bel settore industriale del tessile ed ha trasformato il territorio in fabbriche da 24 ore al giorno. Bengala al Bangladesc. Ormai c’é un territorio allargato che vive nel razzismo del terrore. Altro che colpo di religione, con e senza Corano. Da Marchionne&C. arriviamo ai giorni nostri che con la politica del risparmio si é creata la distruzione perfetta di banche, di risparmiatori e di partiti politici che sono i più indebitati. Casini&UDC in prima fila. C’é una sola speranza. Rimportare le aziende manifatturiere e metterle nelle stesse condizioni che hanno nel resto del mondo che non é più terzo mondo. Se non si trova la soluzione, verrà il momento che importeremo in modo definitivo il terrore e non ci sarà più niente da fare, salvo esportarlo come made in Italy se ci sarà ancora mercato più o meno nero con il terrore compreso nel prezzo.
Eolie mostrate
Nella vita non si rifiuta mai niente. Chi non accetta non merita. Le nostre benedette isole, spazzate anche da un vento famoso come Eolo e giornalmente dalla società vincitrice dell’appalto per i rifiuti, non hanno che l’imbarazzo della scelta anche sui rifiuti imbarazzanti. Tutto fa spettacolo mentre lo spettacolo continua. Cosi fra le innumerevoli attività da terzo tempo e da tempo libero, a molti eoliani, in attesa della vera raccolta differenziata, viene l’idea di organizzare una mostra itinerante dal titolo “Un mare di rifiuti”. Il luogo ideale per la mostra potrebbe essere Vulcanello, la piccola penisola-appendice con la sua valle dei mostri, giusto per mostrare anche qualche titolo nobiliare come il vicolo Barone dove il rifiuto é in moto anche se stabilmente fermo.
Vestiti di morte
Gli attentati anche nei ristoranti del mondo cambiano e cambieranno sempre di più la vita di tutti. La sicurezza impone ed imporrà sempre di più sacrifici umani e pazienza. Si cercherà anche il nemico della porta accanto, con o senza barba, con o senza corano. Turisti ed emigranti, vittime di una stessa crudeltà vestita da terrorismo, informano il mondo con la morte. Noi italiani, che siamo gente ospitale, viviamo momenti ad alto contenuto umanitario e piangiamo per l’altrui povertà d’animo e di pietà. Adesso trasportata da un fiume in piena la fine della vita arriva nei corpi di 9 emigranti italiani che in quella povera terra portavano lavoro nel settore tessile per il Made in Italy. Così spogliamo la nostra vita vestita di naturali colori per coprirla di quel nero barbaro e incivile che equivale al moderno tatuaggio del tramonto del salvavita. Arriva la moda di un panino e scappa.
Eolie, l'immondizia ha i minuti contati
E' partita l'operazione svuota bidoni dell'immondizia. Le isole vengono in queste ultime ore messe a setaccio. Il frutto di tante foto e lamentele ha partorito questa mega operazione politicamente pulita. Finisce l'era del "Più munnizza per tutti". Una nuova alba serena e tranquilla per la politica eoliana che non riusciva più a chiudere occhio, tanto un bidone tirava l'altro ed entrambi mostravano come eoliani&turisti sono dei consumatori. Perché l'immondizia più aumenta più dimostra che il mercato tira. E' come il traffico nelle grandi città. Più c'é traffico, più le amministrazioni sono contente. La città vuol dire che é viva. La maggioranza batte sempre la minoranza ed entrambi si battono le mani. Le case eoliane ormai pullulano di pattumiere per la differenziata. Lo stesso vale per i locali pubblici ed adesso anche i chioschi. Ormai il caso é chiuso nel sacchetto specifico con il codice a barre. Giusto per garantire la perfetta raccolta. Ogni cosa a suo posto e tutto poi in quel posto. Per i rifiuti ingombranti si parla di un servizio da svolgere con elicotteri che su chiamata arrivano, caricano e tritano i rifiuti con le loro pale, seminando, a volo, l'immondizia triturata che poi rinascerà splendida e splendente. Sia per mare che per terra. Tanto a pagare c'é sempre tempo sia metereologico che metedologico. Eolie, isole dove sulla spazzatura non tramonta mai il sole.
Eolie, avanti prego
Le bellissime e necessarie festività religiose vivono il momento più forte con le processioni che comprendono il popolo a seguire. Alle Eolie, i Santi non hanno bisogno d’inchinarsi sotto i balconi dei padrini. Le isole sono state private dopo i fatti di Filicudi, salvo presenze denunciate ma mai rese pubbliche. Nelle processioni, il dietro del Santo di turno, oltre che di popolo é nutrito di politici del momento, quelli che prendono l’intera prima fila e che in molti vorrebbero in ultima fila per chiudere il popolo con il Santo. Intanto i politici sconfitti quasi mai compaiono, neanche nascosti fra la popolazione credente e presente. Così come per le ricorrenze tipiche dei 25 aprile di turno, dove c’é il nuovo e mai il vecchio Presidente. L’unico che non riposa mai é il popolo perché é sempre un fiume in piena, sempre pronto a pregare per il miracolo di giornata. Così le strade restano inzuppate di cera consumata mentre le fiammelle restano nei cuori e nelle menti di chi vorrebbe più Santi anche fra il popolo a seguire. Sarà semplicemente un gesto d’educazione il “avanti, prego” restando sempre dietro.
Lipari, quanti "Bruno" nel porto...
Il "megaportoturisticommerciale&altro" é una storia.
Indipendentemente dall'approdo, lascerà tracce di alta scuola economica-legale-politica senza precedenti. Per una serie infinita di "cognomesticismo" abbiamo: un Bruno, (ex Sindaco di Lipari), un Bruno (ex presidente di Condotte) ed un Bruno avvocato-consulente per fondi europei e nazionali, ma anche autore del libro "Project Financing e Project Bonds" in cui cita il grosso caso e non il piccolo casino Lipari.
Il libro é stato scovato da Angelo Sidoti (consulente volontario dell'attuale sindaco di Lipari) in veste di "007isole" che con lente d'ingrandimento ha scovato le pagine del giallo in una libreria del centro di Torino. Le pagine del libro spiegano sapientemente il funzionamento di questa arte fra il pratico ed il legale, spiegano anche la differenza fra opere fredde e opere calde.
Il progetto per il "megaportoturisticommerciale&altro" è opera calda ma dopo 8 anni é diventa opera fredda e visto che i costi del Comune di Lipari superano il milione di euro mentre per quelli della Condotte bisognerà aspettare il conto. Sarà opera caldissima.
project_financing_e_project_bonds.pdf
Silvite acuta
Anche Obama aveva capito che Silvio Berlusconi era ed é un genio. Per questo veniva schivato da tanti stupidi potenti. In Italia e nel mondo dava fastidio ed anche lui é stato massacrato ma senza spargimento di sangue. Era stato l’unico a capire che bisognava tenere “amici col baciamano” i vari Gheddafi e Saddam Husseyn. Sono stati quasi unici a tenere a bada tribù diverse con le varie guerriglie, rivoluzioni, sete di potere e di sangue. Con la loro morte è scoppiata una guerra interminabile e religiosamente atomica. E’ nata la sconfitta del mondo. Potrà scomparire l’Isis ma altri movimenti risorgeranno sempre, magari con un nuovo nome ma sempre dal sapore fiscale come Isee. E’ la storia, che una volta era segno d’insegnamento. Le guerre non servono. E’ sempre l'elefante contro il topo. Dopo la messa da parte di Berlusconi, sono nate le battaglie inutili di Monti, le promesse che i due fucilieri non sarebbero stati condannati a morte. Chissà cosa avrebbe tramato Silvio per riportali a casa. Anche la Rai, tv di stato con canone allegato, non parla più di loro. Marò abbandonati a se stessi, in attesa di andare in pensione che forse gli arriverà in India. Da sapere se ci sarà per loro l'indennità di rischio o di fiasco.
Dito in bocca al 100x100
Dalle parti dell’ospedale di Lipari dicono che Renzi dopo avere iniziato a far finta di pedalare ha riposto nel garage di un amico la due ruote da corsa. Fuori dal Tribunale di Lipari dicono che é passato alla bici servoassistita ma ha scoperto che batte in testa.
Adesso il frettoloso parlatore Renzi si muoverà con il suo aereo a lungo raggio senza scalo. Le rate del leasing sono partite, ma é l’aereo che non parte. L’unica cosa che funziona é la doccia interna.
Un giorno avremo questo Presidente del Consiglio che toccherà il cielo con un dito, quello che dovrebbe mettersi in bocca come quando era bambino. Per il bene di tutti quelli che sono contenti del primato fatto raggiungere all’Italia: prima come pressione fiscale. Intanto é allo studio un nuovo primato, quello di aumentare ancora la benedetta pressione fiscale al 100x100.
C’é già l’apposita commissione, magari fatta di disoccupati Etruria, che dovrà provvedere ad aumentare, con discrezione tutte le imposizioni fiscali, dai bolli alle concessioni governative, dalla tassa di successione ad un ritocco delle aliquote Iva, dall’imposizione di una patrimoniale battezzata la tassa sulla tassa. Per adesso gli aumenti saranno contenuti per non fare superare la soglia impositiva del 100x100. Naturalmente per agevolare i relativi pagamenti, ci sarà la concessione del pagamento delle imposte con la solita bolletta della luce.
Le banche saranno autorizzate a fare dei mutui agevolati ai contribuenti al fine di consentire il pagamento delle tasse alle debite scadenze. Così Renzi sarà sempre pronto al decollo mentre prenderanno il volo la riduzione delle pensioni e la "tagliata" della reversibilità.
Naturalmente vale sempre l'eccezione delle pensioni d'oro che non si devono toccare. Sono il motore della nazione che rulla ma non decolla perché mancano le ali dimenticate nel garage dell’amico come dicono quasi tutti nelle isole Eolie dove volano elicotteri “salvavita” di giorno e di notte.
Sordità abbonata
Il buon prof-maestro Monti, voluto dal buon Napolitano, adesso è a casa. Qualche volta si vede seduto, ben incappottato, sui gradini di un ospedale in attesa dei controlli sanitari della moglie. Monti investe ancora i propri risparmi, accumulati in tutti questi anni di sacrifici, acquistando appetibili immobili. La sua vecchiaia dovrà essere serena e tranquilla. Chissà se lui paga il canone Rai o risulta esente per qualche cavillo di turno mandato in onda e senza antenna. Il popolo italiano, non digerisce più i solleciti di pagamento di tutte le specie e tipi, compresa la pubblicità che “ammonta” su questo canone Rai, sparata a cannonate in ogni programma che diventa un bombardamento mediatico continuo. Canone Rai più facile da pagare con la bolletta elettrica. Gli italiani vorrebbero ringraziare con dei “controspot” da pagare in quota insieme al canone. Sono gli stessi italiani che non vogliono rimanere sordi alle delicatezze di Renzi, ma con questi bombardamenti rischiano veramente la sordità fiscale. Come il sole, sorge anche un gruppo di “Raicanonisti” per far cessare il bombardamento della facilità del pagamento del canone Rai. Hanno pensato di pagare interamente il canone del 2017 entro l'anno. Così la Rai non dovrà più “spottarci” come é più semplice pagare il canone. Segretamente si parla di una commissione che attestato l'esito ed il successo dei pagamenti del canone, pensa già ad una dilazione nel corso dell'anno. Verranno versati entro il 2016 degli acconti sul canone Rai che verranno poi portati in detrazione nell'anno successivo e via di seguito. Un bonus sarà concesso a coloro che pagheranno anticipatamente i canoni degli anni successivi e...addirittura chi pagherà tre anni di canone in un colpo solo avrà, lo sconto di una annualità che sarà...abbonata...Alla faccia di chi non paga il canone ed ha cane e canoa. Grazie Renzi, ma cambia canale.
Comandi per scecchi
Dopo l’articolo dal titolo Rai-gliando che chiudeva con pruatté, pruatté per significare la spronatura agli asini eoliani, alcuni lettori mi ricordano affannosamente che quando si usava il nervo intrecciato di bue che si batteva sulle chiappe del povero e stracarico quadrupede si urlava non pruatté ma patté. Oppure l’urlo era diverso fra i viaggi da Pirrera o Serra o Lami per Canneto e da Quattropani o Pianoconte o Cugna per Lipari.. Non ricordiamo più come si urlava nelle altre isole. Che terminologia si usava o si usa ancora oggi. Una sola persona.oggi può darci la risposta. E' lo scrittore Italo Toni che giunto al suo sedicesimo libro può anche scrivere il diciassettesimo magari dal titolo “I comandi agli scecchi eoliani”. Anticipatamente si ringrazia Italo Toni i cui libri devono far parte necessariamente nella cultura storica delle nostre isole.Pellet e palle su pallet
La “traspaRenzi” della convenienza conviene a gente come Renzi, sia prima di essere che adesso che é. Renzi ci ha comunicato ironicamente che ha risparmitato 430,00 di Imu sulla casa. Sicuramente noi italiani come prima casa abbiamo risparmiato più di lui, perché le nostre case sono più grandi di quella di Renzi oppure ha una rendita catastale agevolata visto che prima usava la casa degli amici. Tutto da chiarire. Se ci fosse maggiore trasparenza, quella che manca per la violazione della privacy come alibi, potremmo saperne di più. Quello che il popolo italiano riesce a sapere è sempre e solo quello che vogliono i nostri politici e che conviene far sapere. La maggioranza degli italiani come Imu sulla prima casa ha risparmiato molto più di Renzi. Ma quanto abbiamo pagato di più sulle nuove tasse, tutte aumentate? Da quelle giudiziarie all'Iva sul pellet sia sfusi che su pallet. Altro che risparmio di tasse, solo palle rigorosamente sempre su pallet. Forse era meglio non abolire l’Imu sulla prima casa e non aumentare le altre tasse. L’italiano avrebbe risparmiato di più. Ma l’insaziabile Stato avrebbe incamerato meno soldi. Quel giroconto che non conviene mai ai poveri contribuenti a differenza dell’arricchito Renzi che vorrebbe sembrare uno di noi anche quando indossa i pantaloni a sigaretta con il risvoltino a filo caviglia. La ricchezza di Renzi è anche il “ministravvocato” Boschi che ha bellezza ed intelligenza legale che la Bindi e la Fornero hanno sognato anche quando indossavano abiti trasparenti di politica interna ed esterna. Ma il tessuto non fa portamento e comportamento, almeno in famiglia.
Lipari, Pumex con o senza grembiulino. Sempre per il bene dell’Umanità. Il commento
Nell'ambito della procedura fallimentare della Pumex è stato nominato il ctu che dovrà stimare i beni di proprietà dell'azienda fallita. Chissà quanti beni oggetti d'usucapione sono stati inseriti nella lista dei beni e se sono stati individuati con la mappa Lemmo o quella catastale al fine di stabilire se alcuni di questi beni sono inseriti nell'elenco degli usi civici e..come tali non usucapibili.
----NatalEoliano, coro&decoro, con o senza grembiulino. Sempre per il bene dell’Umanità.
“Cu é sinnacu é sinnacu e leggeri si voli o si voti”. Il sindaco può fare e disfare, sempre nell'interesse dei propri cittadini e per il bene della comunità. Può decidere quale Pue mandare avanti e quali zone riqualificare. Può decidere di propria iniziativa quale cause intentare nell'interesse del Paese, come e quando vuole. Sindaco é potere, sia con il vecchio regolamento edilizio che con il nuovo piano regolatore,il sindaco ha il potere di mantenere e disporre sull'arredo urbano, anche mediante provvedimenti di diffide e di provvedimenti sostitutivi. L’ex fontanella dell'acqua di Vico Tindaris angolo corso Vittorio Emanuele ha conosciuto una mano pietosa che ha messo a dimora una lapide significativa. Non sarà mai più destinata a fontana. Cambio di destinazione d’uso. Ancora sul corso Vittorio Emanuele esiste un indecoroso fabbricato di proprietà dell'Usl, fronte “chiesa du puzzu”, recentemente restaurata dai privati per fede e per decoro urbano. Ma perché il sindaco di Lipari, con la propria autorità non diffida l'Usl al ripristino dell'immobile da molto tempo in pieno stato di degrado e di pericolo, dove facilmente si può ascoltare il coro dei topi che danzano a ritmi d’igiene. La persona giusta, per spedire al dr. Sirna (amministartore dell’Usl) una diffida, può essere il parente avvocato Niutta, presidente della società mista Lipari Porti e dipendente dell’Usl. Poi se L’Usl chiederà una proroga non cambierà nulla fin quando ci sarà la “prorogatio”, ci sarà la “contentezia” di tutti. Ogni urbano ha il suo coro e il suo decoro con o senza grembiulino. Sempre per il bene dell’umanità.
IL COMMENTO.
di Aldo Natoli
Colgo l'occasione dell'articolo scritto da Salvatore Leone in merito allo stato di abbandono in cui versa l'edificio di proprietà dell'ASL ubicato nella via E.Carnevale, angolo via Vittorio Emanuele, quindi nel pieno centro dell'isola, per suggerire all'Amministrazione Comunale di attivarsi per una acquisizione dell'immobile che potrebbe, ottenendo un apposito finanziamento per la sua ristrutturazione, essere destinato ad uffici comunali (Ragioneria,Tributi, etc.) in modo da raggruppare in un triangolo pedonale (Piazza Mazzini-Via Garibaldi- via Vittorio Emanuele) gli uffici comunali, rendendoli così facilmente raggiungibili a tutti i cittadini. L'utilizzazione dell'immobile per uffici comunali consentirebbe di sgomberare il"Palazzo della Cultura" di via Falcone e Borsellino, per essere nuovamente destinato ad ospitare congressi, attività culturali, e la tanto desiderata "scuola alberghiera". Un Paese che trae i maggiori benefici economici dal settore del turismo non può prescindere da trascurare tutte queste attività!
Lipari, inerti inermi
Chiediamocelo. Il Comune di Lipari dovrebbe al più presto prendere dei provvedimenti relativamente al deposito degli inerti di Punta Castagna. Quella montagna collinata di granulati di pomice, scarti da lavorazione con l'anima bianca. Quella venduta ha superato la quantità del deposito e tanto utile ha portato nelle casse della ex Pumex. Una montagna collinata di soldi ammucchiati e polverizzati. Chissà se il curatore fallimentare ha inserito nella vendita anche il predetto materiale che potrebbe ancora trovare impiego nell'edilizia. Diversamente dovrebbe essere considerato come rifiuto e quindi trasportato in una pubblica discarica. Forse per questo motivo, la montagna non è stata interessata nei beni fallimentari e l'area conseguentemente non è stata sottoposta a custodia. Il problema è che detti inerti inermi dovranno essere sgomberati. L'area, all'origine pianeggiante, era stata concessa dal Sindaco Prof. Tommaso Carnevale in comodato alla Pumex. Adesso, dopo il fallimento della società Pumex, il terreno automaticamente è rientrato nella proprietà del Comune di Lipari. Chi dovrà sgomberare questo materiale, che conserva da tanti anni anche delle carcasse d’auto del defunto sig. Giuseppe Cannizzaro? E' veramente singolare che un terreno, una volta a quota strada, sia diventato una montagna di residui da lavorazione. Le spese di sgombero dovrebbero gravare interamente a carico della curatela fallimentare. Oggi o mai più.
Lipari, Alberghi&Capannoni
Chissà se nella riqualificazione dell'area pomicifera si penserà anche alla riqualificazione dei capannoni industriali, mantenendone la medesima destinazione urbanistica? L'area industriale potrebbe rimanere con l'attuale destinazione concedendola ai giovani artigiani di Lipari. Le isole Eolie mancano di zone industriali. Sempre promesse. Non occorre necessariamente lanciarsi sul turismo stagionale che offre lavoro ai giovani solo in modo occasionale. Bisogna curare anche le attività industriali e commerciali. L'area ex Pumex abbonda di capannoni per i quali anche gli albergatori annusano odore di concorrenza di posti letto. Ci sono tanti giovani pieni di entusiasmo che vorrebbero lavorare tutto l'anno. Chissà quante idee fantasiose potrebbero nascere e fuoriuscire da queste strutture industriali. Sarebbe un'ottima politica da parte del Comune acquistare, alcuni manufatti, dal fallimento e destinarli ai giovani. Fra l’altro, non ci sarebbe più bisogno di mantenere quei palloni gonfiati vicino le scuole di Lipari che sono costati un'occhio e mezzo. Una sana politica per i giovani e per gli artigiani si riuscirà a seminare? Alberghi&Alberghi non vuol dire raccogliere turismo. L’attualità ci dice: sono l’espressione che alimenta solo i contenziosi tributari e in qualche occasione anche pignoramenti ultramilionari di euro.
Lipari, via del monopolio
Anche se é sempre la solita, la musica eoliana continua a suonare con quella dose di tristezza che riporta a Fellini e ai suoi attori. Ad oggi non siamo riusciti a riqualificare Villa o Piazza Mazzini e pretendiamo di riqualificare con un PUE (ad hoc) l'area pomicifera. Già da subito si parte con le cause sbagliate. Con la riqualificazione dell'area pomicifera, si adduce sempre che il fine è quello di creare nuovi posti di lavoro di cui non si dice il numero per non fare la figura dei 500 posti garantiti per il famoso porto turistico. Giusto per non fare promesse impossibili ai giovani eoliani con la valigia in una mano ed il fazzoletto nell'altra. Profeticamente scriviamo che questa riqualificazione ha già il sapore dell'ultimo tentativo per dare valore a terreni e immobili dell'ex Pumex, per favorire la vendita da parte della curatela fallimentare e la possibilità evidente di favorire l'acquisto ad una società che sarà creata e costituita su misura e chissà con quali fondi. Giusto per dire che il Comune di Lipari ha voglia di convivere solo con il proseguo di società miste e non. Una tira l'altra e tutte insieme tirano dei passivi che nessuno riesce a chiudere e chi ne parla viene alla lunga intrappolato. Perché il Comune di Lipari, dopo avere ottenuto una bella soddisfazione con la Sentenza del Tribunale (giudice Guarino), non abbia coltivato l'idea di una bella azione di risarcimento danni e di ripristino dei terreni artatamente sfruttati dalla Pumex, anche mediante l'emissione di provvedimenti amministrativi. Mai nessuno ha illuminato i bilanci Pumex o per meglio dire sul pagamento della famosa tassa pomice, di cui nella pesatura veniva anche calcolato il calo dell'umido (sempre pronta ad economizzare a discapito del Comune). Mi sorprende anche come il buon Sidoti non sia a conoscenza che non tutti i terreni sono stati dati in concessione in quanto qualcumo è ancora detenuto in comodato e questi ultimi di una consistente utilità per fini pubblici. Certamente il nuovo avvocato nominato dal Comune, su tante questioni, non è stato illuminato. Nessuno é contrario ai porti e alla riqualificazione dell'area pomicifera, ma bisogna cambiare sistema. Anzi andrebbero riqualificate tutte le isole per gli isolani e non per le società che fanno vedere solo buchi. La strada é involontariamente tracciata. Siamo sulla via del Monopolio politico, quello che illude e strizza prima i cittadini e poi non ha tempo per chiedere almeno scusa.
Pensioni&Pedali
L’avevamo già detto che avrebbero pensato di mettere la tassa di circolazione anche sulle bici. Il problema, al momento, è solo la targa, troppo larga per la bici troppo stretta. Ma troveranno le giuste misure. Per tassare i nostri politici sono dei geni. Renzi è la fiera dell’ottimismo, anche lui (più degli altri) sa che gli italiani sono da una vita i gregari della tassazione. Il mondo combatte l’inquinamento e lui combatte chi cerca misure alternativa ai motori a scoppio. La pedalata assistita o lo stato assistito dalla pedalata? Intanto si darà la pensione anche agli under 40 o meglio a quelli che riusciranno a vivere sino a 75 anni pedalando per mantenersi in forma. Lo stato così risparmierà parecchio e potrà sperperare più soldi senza pedalare. Tutto sarà in discesa. Il provvedimento, pensato per le pensioni, riguarderà i nati dopo il 1980, creato ad hoc per le nuove generazioni appiedate. Tutti lavoratori fino a 75 anni o in cerca di lavoro fino a tale età. Un concentrato di età e percentuali in aumento dei contributi pari al 25%, in modo da avere il 100%. Anni 75 + 25 = 100. Questo e quello pari è tutto calcolato. Lo stesso calcolo per pagare caffé e giornale, al banco, con il bancomat. Tutto sotto controllo. Gli italiani diventeranno matti, ma primi in tutto. Anche per il numero dei disoccupati. Nell’attesa della tassa sull'Isis per sostenere la classica sconfitta, il clima si fa sempre più caldo e la pedalata assisterà tutti. “A unu a unu e bancomat avanti”.L'INTERVENTO.
di Michele Sequenzia
Pescato dal web:
Giacomo Revelli scrive: "
"A Copenaghen ..crescono come cespugli davanti a uffici, banche, bar, negozi, a ogni confluenza, a ogni incrocio. A nugoli attendono di ripartire ai semafori, sciamano in massa per le vie del centro. Il loro scampanellio ha da tempo sostituito gli odiosi clacson delle nostre città. Ormai è chiaro: a Copenhagen hanno vinto loro, le biciclette. Non a caso a settembre ( 2011) i mondiali di ciclismo si terranno proprio qui.
Ci siamo dimenticati , da buoni Italiani... il finale di Ladri di biciclette. ?
Davanti ad un portone c'è una bicicletta pubblica appena appena appoggiata. Mi travesto da passante qualunque, mi avvicino senza darlo a vedere. Poi con uno scatto fulmineo acciuffo la bicicletta, salgo in sella e sprinto a 60 all'ora come nemmeno il grande svizzero Kubler. In un attimo mi sento gli occhi di tutti addosso. La città se n'è accorta, ora mi beccano, me lo sento, ma continuo a pedalare. Poi, infine, svoltato l'angolo, sotto un arco, mi fermo. E va bene, mi costituisco. Reo confesso. Sono stato io. Mi volto per arrendemi. Ma non c'è nessuno. Tutti pensano ai fatti loro. Anzi, sono sulla ciclabile e una ragazza mi scampanella di togliermi dai piedi.
Non si finisce di contarle: tempo fa, tanto per fare un esperimento, a Nørrebrogade, subito dopo i canali, dove comincia il centro, hanno messo una macchina che conta i ciclisti urbani: il contatore giornaliero è andato subito in overflow, mentre quello stagionale si avvicinava ai 3 milioni di biciclette. Ciò che altrove (in Italia, ad esempio) è ancora una battaglia per una migliore qualità della vita e dell'aria, qui è la normalità.
Dagli ultimi studi clinici, sembra infatti che le biciclette si riproducano per conto proprio. A volte infatti si trovano ancora accoppiate: moltissimi sono i tandem e ancora di più le cargo-bike: un progetto nato a Christiania per portare assieme due bambini e una cassa di birra. Del resto la diffusione delle biciclette e gli amorazzi ciclistici sono favoriti dall'amministrazione comunale che per loro ha steso mega-rastrelliere e chilometri di piste ciclabili.
Ma pedalata dopo pedalata, le biciclette si sono conquistate la testa delle persone prima che le strade. L'automobilista medio rispetta il ciclista perché lui stesso va in bicicletta: qui non vige la legge del più forte, né quella del Suv che ha sempre ragione. È capitato che, pedalando, sentissi arrivare un'automobile dietro di me. Ma questa non ha cominciato a strombazzare e a frignare con l'avanzata pretesa di essere l'assoluta padrona della strada. No, ha aspettato tranquilla finché non ho imboccato la ciclabile più vicina. Tanto che ad un certo punto ho creduto che mi stesse deliberatamente seguendo come in un film di Hitchcock. Perché uno che va in bici, a Copenhagen, sta usando la strada né più né meno che uno che va in automobile. Nessuno e tutti siamo i re della nostra strada.
Dimmi che bici hai e ti dirò chi sei
Più che critical mass, le biciclette a Copenhagen fanno critical class. Ogni anno si tiene una sfilata seguitissima, la Copenhagen Cycle Chic.
Seduti in un bar a bere un caffè, di ciclisti per strada ne passano molte tipologie. Ne elenco qui alcune, senza ovviamente essere esaustivo: a Copenhagen nasce un ciclista ogni 4 - 5 ore.
C'è l'impiegatuccio con bici da travet e Ipod nano nelle orecchie, pettinato, leccato alla perfezione come Jacques Anquetil.
C'è il biker-broker con bici nera in titanio, freni a disco e valigetta di pelle sul portapacchi.
C'è la mamma con la cargo bike; dentro ci sono due bambini che giocano con i Gormiti.
C'è il commesso, sportivo rinnegato, con una bici da prete di campagna, ma il sacchetto di tela tipico dei rifornimenti del Tour de France.
C'è il new-global con bici a contropedale e il copricatena che fa un rumore poco rassicurante.
C'è il giovanotto hipster con un mezzo volutamente trasandato ma curatissimo nei dettagli: full suspended, freni a disco, telaio sloopie, sella Brooks.
C'è il pusherino di Christiania con una Cannondale a pignone fisso da 3 mila euro e ruote Miche da altri mille sacchi.
C'è la ragazza figlia dei fiori con un gonnone che non si capisce come mai non si impigli nei raggi alla prima curva.
C'è la modella sbucata dalla copertina di Vogue, che pedala in ballerine e ti passa innanzi ignara come la Gainsbourg davanti a un fotografo sulla Croisette.
Ci sono due ragazzi, uno con jeans attillati, la camicetta floreale e l'altro con berretto anni '30 e manubrio da corsa che s'incontrano al semaforo davanti al caffè indiano di Cristianshawn, si danno un bacetto via.
C'è il turista. Riconoscibilissimo: sono gli unici ad avere le bici in affitto. 20 kr ed è praticamente tua per sempre.
Nei parchi del centro non mancano i ragazzi hip hop impegnati in bike trial su mozziconi di scalinate e panchine.
Appena scendono due gocce, tutti girano scafandrati come subaquei.
Bici o non bici, questo è il problema
A non pedalare, a non partecipare alla festa, a Copenhagen, insomma, ci si sente esclusi. Ebbene, a passeggio ci puoi andare a Londra, a Roma, a Parigi; a Copenhagen no, devi prenderti una bicicletta per fare tutto. Questa è una città di ciclauri: strani esseri, metà uomini, metà biciclette.
In teoria è facile. Ogni 500 metri il comune ha pensato bene di mettere una postazione con alcune bici pubbliche. Evviva lo stato sociale nordico, siamo in Danimarca. Ma non è un'odissea moda come i nostri Mobike: non ti chiedono carta d'identità, di credito, non ti schedano, non devi registrarti online e non devi accendere un mutuo per prenderle. Certo, non sono nemmeno bici di gran valore: ruote piene, freno a contropedale, un peso simile a quelle dei primi Tour de France, sui 20 kg. Per fortuna nei dintorni non c'è il Galibier.
Il problema è che qui esiste il vero bike sharing: la bici pubblica con 20 Kr te la porti via ed è tua per sempre, se vuoi. Ma appena la lasci un secondo, appoggiata al muro, alla rastrelliera, ad un portone, mentre entri in un negozio, prendi un caffè al bar, chiedi una info all'ufficio informazioni, ecco che arriva subito qualcuno che se la porta via. E se non hai la bicicletta, qui sei fuori dai giochi. Così vivi sempre nell'incubo che te la rubino.
Denaro se ne perde poco: 20 Kr, poco più di 2.5 euro. Ma l'onta può essere insopportabile: tutti sfrecciano e tu rimani a piedi, e magari hai un appuntamento in quel museo dall'altra parte della città.
Appena giù dalla spirale psichedelica della torre della chiesa di Vor Fresler Kirke, resto senza bici. Non la trovo più. Una tragedia. Ai distributori, di bici pubbliche non ce ne sono più. Sulla mappa, i distributori di biciclette sono indicati con un pallino blu. Ne troviamo parecchi: tutti vuoti o con vecchi rottami abbandonati. È il panico: tutta la città è in bicicletta, tranne me. Tutti mi guardano, tutti canticchiano i Queen, io no. Mi sento un vero straniero.
Alla fine, da buon italiano, chi non ricorda il finale di "Ladri di biciclette". ?
Davanti ad un portone c'è una bicicletta pubblica appena appena appoggiata. Mi travesto da passante qualunque, mi avvicino senza darlo a vedere. Poi con uno scatto fulmineo acciuffo la bicicletta, salgo in sella e sprinto a 60 all'ora come il campione svizzero Kubler.
In un attimo mi sento gli occhi di tutti addosso. La città se n'è accorta, ora mi beccano, me lo sento, ma continuo a pedalare. Poi, infine, svoltato l'angolo, sotto un arco, mi fermo. E va bene, mi costituisco. Reo confesso. Sono stato io. Mi volto per arrendemi. Ma non c'è nessuno. Tutti pensano ai fatti loro. Anzi, sono sulla ciclabile e una ragazza mi scampanella fatti in la...togliti dai piedi."
Augurando una buona lettura.
-----Pensioni .....senza Pedali.
Caro Direttore,
leggo che si cerca di rendere invivibile ...pensare di crescere una decente famiglia in Italia..dove si condanna la piu' antica, semplice forma di libertà di movimento..mentre cresce a vista d'occhio l'inquinamento in tutta la Penisola...
Luca Carra scrive: "
L'Italia è il Paese dell’Unione europea che registra più morti prematuri a causa dell’inquinamento dell’aria: sono i dati dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea).
Secondo questi dati, nel nostro Paese nel 2012 si sono registrati 59.500 decessi prematuri sono attribuibili al particolato fine (PM 2.5), 3.300 all’ozono (O3) e 21.600 al biossido di azoto (NO2).
Le tre cifre non possono essere sommate a causa di numerose sovrapposizioni fra i tre inquinanti. Tuttavia resta il dato eclatante dell’Italia che guida la triste classifica europea delle morti da biossido di azoto, dovute come noto agli scarichi delle auto, in particolare dai veicoli diesel.
Anche sull’ozono siamo primi in Europa, mentre sulle polveri sottili, emesse anche dalla combustione delle biomasse, condividiamo la prima posizione con la Germania.
Piazzata liparota
E' vero che ciascuno dovrebbe fare il proprio mestiere senza andare ad interferire nella sfera delle altre competenze. Ma è mai possibile che Piazza Mazzini debba testimoniare, l'incapacità degli uomini di varia competenza? La gente dice vergogna! Perché non si completa l'opera dopo avere distrutto la più bella Piazza di Lipari, come testimoniano le storiche foto. Disagi creati dall'arte moderna che mette profonde radici. Se non si era sicuri di completare l'opera, perché si è smantellata la piazza, spostando senza motivo, fra le proteste anche di persone sensibili, l'opera muraria del Prof. Bongiorno, collocandola in un angolo nascosto, come un castigo. Adesso tutta la piazza é in castigo. Ecco, perché oggi più che mai queste opere con altissimi costi di progettisti e direttori dei lavori fanno paura. Adesso resta un recinto di archeologia politica moderna a testimoniare come i soldi, finiscono prima dei lavori senza un perchè. E’ la piazza, ragazzi. Anzi la piazzata del calendario delle opere pubbliche faraoniche incompiute. Una piazza dove non si possono fare piazzate e dove il suolo pubblico é alle stelle anche in queste condizioni tecnico-ambientali. Da parecchio tempo e chissà per quanto tempo ancora sarà una rete con i suoi buchi in corso. Eppure...quando è stata costruita la storica piazza, senza progetti ed appalti, questo non accadeva. Altri tempi ed altre mentalità. In Piemonte si parla di danno erariale da 6,7 milioni per l'affidamento diretto all’arch. Fuksas nella progettazione del Palazzo della Regione Piemonte. Opere sono.