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di Luisa Ciccone

Amarsi a Stromboli
Gentile sindaco Riccardo Gullo

Vivo in un piccolo paese in provincia di Napoli.

Di ritorno da Stromboli, pervasa da un sentimento al quale ancora non riesco ad attribuire un nome, simile probabilmente a un rapimento d’amore, sento forte l’esigenza di scriverle, sperando che lei possa leggere questa mia mail.

Sono giunta a Stromboli, scenario di racconti senza tempo, dopo aver letto un romanzo di Peppe Lanzetta “Giugno Picasso” che “galeotto il libro e chi lo scrisse” ha destato la mia curiosità su questo luogo.

A traghettarmi, quindi, nella Terra del Fuoco, protagonista di opere letterarie, artistiche e cinematografiche, forse più delle altre isole è stata la scrittura, la cultura: un libro. I libri rappresentano il lievito della mia vita, sia a scuola, che in altri ambiti mi occupo di Educazione alla lettura, in un tempo veloce in cui leggere è un atto rivoluzionario!

Ciò che ho visto però, forse troppo carica di aspettative, non è l’isola che mi aspettavo.

Non parlo naturalmente dal punto di vista naturalistico, un’arcaica natura che incanta, anche se il poco rispetto nei confronti di questo luogo mi è apparso ancora più vergognoso, vista la sacralità del posto, parlo invece dal punto di vista culturale.

Se Stromboli, “ombelico del Mediterraneo”, citata dal padre dell’epica classica , Omero, come dimora di Eolo e luogo in cui Jules Verne ha ambientato la conclusione del romanzo del 1864 Viaggio al centro della Terra, se Alexandre Dumas ambienta parte del suo libro Impressions de voyage - Le Capitaine Aréna (1803) a Stromboli, se Roberto Rossellini vi gira un film neorealista e tanti altri oggi decidono di girare lì , vedi Nanni Moretti e Paolo Sorrentino, se molti scrittori come Lorenzo Marone, Lidia Ravera e altri dimorano a Stromboli in cerca di un respiro di pace, allora mi chiedo: perché non valorizzare questo aspetto, senza tradire naturalmente il verso dell’isola, anzi cercando di darle ancora di più un’impronta culturale? Di Cultura a Stromboli non ne ho vista se non in un luogo ameno e custodito di cui le parlerò.

Molti isolani e non solo, in questi giorni in cui ho soggiornato sull’isola, mi hanno raccontato del calo di turisti, dei prezzi troppo esosi (che io stessa ho sperimentato!) e di altre problematiche.

Per carattere piuttosto che pensare al problema arrovellandomi il cervello, cerco di trovare delle soluzioni e sarà che quando vedi una rarità come quest’isola, non valorizzata, e ami la Bellezza, non puoi rimanere indifferente, ho deciso di scriverle.

Sarò sfrontata? Spero di no.

Se pensi poi che questo posto è patrimonio dell’Unesco e che possiede quindi un eccezionale valore universale (Outstanding Universal Value) per l'intera umanità, allora bisogna prodigarsi per difenderla e valorizzarla, come sicuramente lei si impegna a fare ogni giorno.

Stromboli deve vivere non sopravvivere ed essere nido di Sapere e terra di Speranza.

Nelle mie numerose e piacevoli passeggiate, mi sono detta che le pareti bianche delle case che dal porto conducono alle dimore, fin oltre la chiesa di San Bartolomeo, potrebbero essere dipinte da giovani artisti, che sono convita sarebbero ben lieti di prestare la loro arte, con copertine di libri, citazioni e tanti “legami” con l’isola così da incuriosire il turista.

Per il lavoro che svolgo, sono una docente, so bene che la curiosità che s’innesca attraverso lo sguardo è fonte di crescita, di domande e interrogativi.

Stromboli è troppo preziosa. Merita la valorizzazione dello sguardo: merita amore.

Il territorio stesso, quindi, con le sue mura, le sue stradine deve parlare e raccontarsi. E non solo. Gli stessi studenti, durante l’anno, potrebbero cimentarsi in un compito autentico e diventare moderni ciceroni e contribuire alla realizzazione di Brochure turistiche ,Banner in PVC, Blog destination, ecc. Sarebbero arricchiti da questa esperienza e diventerebbero segno tangibile di cultura e identità.

Al porto, dove arrivano le navi, potrebbero esserci bacheche con le iniziative di Stromboli, la sua storia, le sue curiosità, giacché è un luogo che ci rappresenta nel mondo.

Ho trovato quel luogo poco ospitale e triste, mentre l’approdo dovrebbe rappresentare “accoglienza”, questa parola bellissima che ci rimanda al mondo greco con il quale siamo profondamente legati.

Inoltre potrebbe esserci un lido con gli ombrelloni dedicati ai romanzi più belli, un luogo/simbolo, originale, un “Librolido”, in cui i titoli sono scritti e dipinti.

Per non parlare poi di una rassegna di cinema all’aperto, ne ho vista una lodevole organizzata, ma sarebbe ancora più adatto proiettare film che raccontino la storia dell’isola, insieme con altri più recenti.

Vivendo l’isola credo di aver colto che il turista che si reca a Stromboli ha in sé un connubio di amore per la Natura e per la Cultura, la Vita nella sua essenza più intensa e viscerale. Le persone che ho incontrato quando ho visitato “Il Giardino dei Libri e dell’Arte”, il posto ameno di cui le accennavo in precedenza, erano viaggiatori avidi di conoscenza e curiosi, non turisti da mordi e fuggi, ma persone realmente interessate a vivere il luogo, scoprendolo e rispettandolo.

Lo scrittore Fabio Famularo mi ha rapito con le sue storie “ Mio nonno mi raccontava di quando…” ed ho pensato alla ricchezza di quell’ascolto che andrebbe condivisa, capace di creare un legame emotivo con l’isola, salvandone la vera anima.

La storia e la narrazione contribuiscono a trasmettere valori autentici, esperienze di vita, emozioni che ognuno di noi ha imparato. Questo crea un forte legame di appartenenza. I suoi romanzi sono patrimonio del vostro territorio e trovo coraggioso il suo adoperarsi per la Cultura, addirittura creando una casa editrice. Le guide, come insegna Dante nella “Divina Commedia”, sono coloro che possono svelarci i luoghi, rappresentano la storia dei territori, protettori e custodi, e solo attraverso la condivisione nella sua totalità, nella sua sostanza, possano far sì che non muoia. Mai.

La valorizzazione turistica di un territorio non è solo concentrata sulla risorsa ambientale in se stessa, straordinaria e unica a Stromboli, ma è l’insieme degli elementi tutti, l’insieme di una comunità, cultura, tradizioni, usi e costumi, arte, esperienza, gastronomia, stili di vita, enti locali, associazioni, servizi e ambiente, che assemblati conferiscono l’identità del territorio.

Come puoi valorizzare una località se non ne conosci il suo valore? Se ne trascuri la cultura?

Naturalmente la comunità deve essere il primo attore per la realizzazione di un piano di valorizzazione, non pensando unicamente al fattore denaro, il Dio vile, ma soprattutto all’amore profondo e puro per il territorio che sono certa questo popolo possiede.

Spero di essere riuscita a trasmetterle ciò che mi ha spinto a scrivere: non puoi vedere una bella ragazza vestita di stracci, e Stromboli è una donna bellissima abitata da un fuoco che tutti dovrebbero guardare, perché è luce. Sarebbe bello che a narrare la luminosità del cielo unico di Stromboli fosse chi lo conosce, svelandocene le ricchezze e le trame.

Ho immaginato quanto sarebbe suggestivo un Festival della poesia, con la lettura ad alta voce di alcuni passi dei libri di Fabio Famularo, leggende e racconti, sotto il cielo stellato del 10 agosto.

“Giungemmo nell’Eolia, ove il diletto

Agl’immortali Dei d’Ippota figlio,

Eolo, abitava in isola natante,

Cui tutta un muro d’infrangibil rame,

E una liscia circonda eccelsa rupe”.

Piovono desideri, sindaco.

Gentili saluti, grazie per il suo prezioso tempo.

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