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di Alberto Caniatti

email1Anche se è passato qualche mese, mi preme riferire l'esperienza fatta. Lunedì 1 settembre ho iniziato con mia moglie un periodo di vacanza in Sicilia e il primo periodo lo abbiamo dedicato alle isole Eolie dalle quali mancavamo da tempo. Arrivato a Milazzo nel primo pomeriggio constatiamo che c'è vento e già qualcuno al porto dice che non si parte. L'aliscafo Antioco in banchina in partenza alle ore 18,45 in realtà non sarebbe partito, cosa confermata anche dagli addetti alla biglietteria un'ora prima della partenza. Ci trasferiamo alla biglietteria della Navigazione Generale Italiana dove, ancora un'ora prima dalla partenza, ci viene annunciato che anche il loro traghetto non partirà" prosegue Caniatti che poi continua: "Inizia così la spasmodica ricerca di un posto per la notte in attesa che la biglietteria della NGI alle 6 del mattino successivo,e comunque sempre un'ora prima della partenza, ci comunichi le decisioni del Comandante. Perché, ci informano che è il Comandante che prende la decisione se salpare o no. Con il passare delle ore i prezzi dei B&B e degli hotel salgono vertiginosamente. Alla mattina successiva, sempre un'ora prima della partenza e dopo la cancellazione del traghetto della NGI, ci spostiamo alla biglietteria della Siremar per sapere se il loro traghetto sarebbe salpato e rimaniamo in attesa che il Comandante comunichi le sue decisioni. Gli aliscafi non vengono fatti partire. Passa così tutta la mattina e osserviamo la fiumana di gente piuttosto nervosa che puntualmente aspetta la decisione di un Comandante, un'ora prima della partenza. Decidiamo di fermarci un'altra notte a Milazzo considerate le vaghe informazioni che vengono date dagli addetti alla biglietteria. Nel pomeriggio decidiamo di visitare, ancora una volta, il magnifico castello di Milazzo e dall'alto, all'incirca alle 18 vediamo un aliscafo che esce dal porto, seguito di lì a poco da un traghetto. Ora, il fatto che il Comandante, responsabile della navigazione, debba decidere se salpare lo troviamo fondamentalmente giusto, quello che non è normale che si sia trattati come se fossimo ancora all'inizio del secolo XX, trattati come vassalli minori totalmente in balìa del Comandante. Ci domandiamo, in un periodo come quello dei giorni nostri in cui le previsioni meteorologiche sono molto precise e si possono consultare anche dal cellulare, come mai vengono rimandate le persone da un'ora all'altra in inutili processioni a chiedere se per caso si può partire. Ci domandiamo infatti se non sia possibile dare delle comunicazioni meno precarie e confuse di quelle ricevute, perché anche se si tratta di un periodo di vacanza è comunque giusto lasciare la possibilità alle persone di organizzarsi. Se un aliscafo ha potuto salpare alle 18, ci siamo chiesti come mai un traghetto (con possibilità di navigazione ben diffrenti!) non sia potuto partire in tarda mattinata. Ho pensato al supplizio, riferitomi da amici liparoti, che al ritorno dagli ospedali di Messina o Catania dove si erano sottoposti a chemioterapia, con gli effetti collaterali determinati dalla terapia stessa, anelavano di ritornare alle proprie case per superare dignitosamente la situazione, tra le mura domestiche e non vomitando qua e là in attesa delle decisioni del Comandante, come sempre un'ora prima della partenza.

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