di Roberto Sauerborn
Mio padre, Willi, arrivò da Coblenza oltre 60 anni fa, a Lipari per avviare la meccanizzazione della coltivazione delle cave di pomice, dove conobbe mia madre (che sposò in Germania) e così vi rimase per tutto il resto della sua vita. Il mio primo viaggio in Germania lo feci a otto anni, con un viaggio in treno che sembrava non finire mai, ma che era per me carico di aspettative e immaginazione. Conobbi Bonn, Francoforte, grandi e illuminatissime di notte, e Coblenza con il suo Reno e la Mosella.
Da buon tedesco, mio papà, non ha mai voluto sforzarsi di togliersi quel suo accento nel parlare quotidiano in un “italo-tedesco-siciliano” che lo rendeva unico e inimitabile. Lui mi parlava in tedesco e io gli rispondevo in italiano e così, intanto, conoscevo la sua Germania: le nuotate o le pattinate sul ghiaccio o il vino bianco della Mosella (Trocknen), o il suo dialetto (Platt) da “Moselweiser”, ma anche la sua guerra a 15 anni... In quel primo viaggio, era il 1970, conobbi le mie zie (mio padre era l’unico maschio di 6 figli) di cui due pittrici.
Scoprii successivamente che una di loro, Aen Sauerborn, era una nota artista postbellica e contemporanea. Papà, che intanto aveva cambiato occupazione e lavorava nel settore turistico, nelle Eolie era diventato un riferimento anche per i tantissimi connazionali che le visitavano: ricordo che è stato inserito anche in una guida tedesca.
Sono tornato in Germania più volte, ma non ho mai deciso di trasferirmici definitivamente pur se ci sono andato molto vicino quando mia zia, “quella brava”, mi incoraggiò dato che aveva rapporti di lavoro con “colleghi” architetti del calibro di Oswald Matthias Ungers: sarebbe stata un'altra storia.
Vivo in Sicilia, terra che amo, dove mi interesso anche di sviluppo sostenibile e beni culturali ma la Germania è dove sento anche la mia origine, dove miei figli spero studieranno e dove, se vorranno, decideranno di vivere come cittadini del mondo. #germaniainitalia.
-Sono veramente onorato e ringrazio di vero cuore l’ Ambasciata di Germania Roma, che ha voluto indicarmi come uno dei testimonial “Italo-tedeschi” dandomi il grande piacere di poter ricordare mio padre, Willi e del suo grande amore per l’Italia, la Sicilia. Grazie.