di Saro Venuto
Gentile Direttore,
Ormai è fatto notorio che l’inquinamento acustico è una patologia tipicizzata nell’isola di Panarea . Inquinamento derivato dall’uso improprio di impianti amplificati a servizio dell’attività “ teoricamente” primaria di somministrazione.
L’ordinanza Sindacale n. 22/2023 , tanto discussa, ha posto in evidenza il problema finalizzando gli effetti ad una risoluzione nell’interesse del bene comune.
Nessuno vuole vietare o costringere chi che sia a non fare nell’ambito della propria attività purchè ciò avvenga all’interno dei confini delimitati dalle regole legali e sempre nel massimo rispetto dei terzi che hanno i medesimi diritti di godere, riposare, vivere.
In questi anni si è subita una vera e propria violenza a cui è opposta l’iniziativa sporadica singola.
Oggi si può affermare che la situazione è fortemente mutata grazie al sostegno sempre più consistente delle istituzioni sia politiche che di polizia.
L’isola di Panarea o meglio gli operatori commerciali ed i residenti del centro urbano e della zona porto hanno detto basta aderendo e sottoscrivendo uno stato di malessere diffuso derivato dalle immissioni sonore che investono tutta l’area del centro di Panarea propagandosi anche verso la zona di iditella .
La situazione è divenuta ormai intollerabile tanto che è stata sottoscritta una petizione che aderisce ad altre iniziative già prese ed esposte da singoli operatori alle autorità competenti, Prefettura, Carabinieri, Sindaco, Polizia Municipale.
A tale petizione hanno aderito Ristoratori, ubicati nella Via Comunale Mare, Albergatori, ubicati in prossimità di quelle attività rumorose, nonché quelle ubicati al centro dell’isola a riprova che il malessere è diffuso e per il quale si richiede una cura immediata risolutiva.
LE REAZIONI
IL PRESIDENTE DEGLI ALBERGATORI " 3 NOSTRI SOCI NON HANNO CONDIVISO QUESTA INIZIATIVA..."
di Piero di Lorenzo
Caro Bartolino
Viviamo a Panarea e sappiamo tutto di tutti. Oggi ho dato una lettura a quello che ha scritto Saro Venuto sulla musica che da anni disturba, so che si sono lamentati in tanti in questi anni anche chi scrive. Io sono veritiero nelle cose e quello che lui ha scritto è vero. Ti voglio chiedere di pubblicare questa mia lettera per sapere il nome degli Alberghi che sono contro alla verità cosi tutti sanno. Salvatore se può lo deve scrivere...
di Giuseppe Musarella*
Egregio dottore Leone
Ho letto con molta attenzione quanto pubblicato in merito all'intento di alcuni operatori di fare una petizione contro l'inquinamento acustico a Panarea e sono veramente sorpreso in particolare:
L'intervistato dichiara che esistono tanti operatori/ristoratori isolani che firmeranno questa petizione di cui non vi è traccia ma la cosa più importante da attenzionare è che il ristorante da lui rappresentato in diverse controversie, non si capisce se come cliente o familiare coinvolto, ha proprio di recente concesso l'utilizzo di impianti sonori per una festa privata (vedi filmato di cui sono in possesso) con impatto acustico di notevole rilevanza.
Sembrerebbe proprio una beffa ai danni della comunità di Panarea e la domanda sorge spontanea?
Il ristorante è esente dall'ordinanza emanata dal sindaco di Lipari e dai criteri di inquinamento acustico esterno?
L'isola ha sempre avuto "figli e figliastri" ma questo atteggiamento come viene considerato?
Aspetto un sua interpretazione professionale come ha sempre dimostrato nel suo Notiziario.
Saluti
*Residente a Panarea fino al 2019 e affittuario di casa ad oggi
Eolie, parte il progetto per la conservazione della lucertola
L’arcipelago delle Eolie non è solo una rinomata meta turistica e la sua ricchezza non risiede unicamente negli scorci e nelle attività̀ che offre, ma il suo valore è rappresentato anche e soprattutto dalla biodiversità̀ che ospita nel cuore dell’hotspot del Mar Mediterraneo. Proprio qui, infatti, si trova la lucertola delle Eolie (Podarcis raffonei), un piccolo sauro endemico dell’arcipelago, oggi in grave pericolo di estinzione.
Dall’aspetto apparentemente poco appariscente, questo rettile conserva tuttavia una storia evolutiva caratterizzata da una forte resilienza e indole alla sopravvivenza in aree ostili dal punto di vista climatico, e con scarse di risorse trofiche, dove persiste con un limitato numero di individui. Ad oggi, la lucertola delle Eolie, un tempo verosimilmente distribuita su tutte le sette isole Eolie, sopravvive in tre isolotti di ridottissime dimensioni (Scoglio Faraglione, Strombolicchio e La Canna) e un piccolo promontorio sull’isola di Vulcano (Capo Grosso).
La lucertola delle Eolie negli ultimi decenni ha dovuto affrontare una sempre maggiore antropizzazione dell’habitat dovuta al crescente turismo che ha interessato l’intero arcipelago e che porta ad inevitabili sfide in termini di conservazione. I fattori principali che minacciano la sopravvivenza della specie sono rappresentati dalla perdita e dal degrado del suo habitat, l’abbandono dei pascoli e dall’arrivo della lucertola campestre (Podarcis siculus), specie probabilmente introdotta dall’uomo in epoca storica, che nel tempo ha causato una sua fortissima rarefazione in termini demografici e di areale e il suo confinamento nelle attuali località̀ attraverso fenomeni di competizione e ibridazione.
Una popolazione totale piccolissima e distribuita in un areale estremamente ridotto e frammentato ha portato l’Iucn (Unione Internazionale della Conservazione della Natura) ad inserire Podarcis raffonei nella più̀ alta categoria di rischio di estinzione: Critically Endangered, ovvero in pericolo critico di estinzione.
In risposta a queste criticità̀ è stato elaborato il progetto “Eolizard”, finanziato dal programma dell’Unione Europea per l'ambiente e l'azione per il clima “Life”, che punta a tutelare le popolazioni relitte di questa specie e a garantirne la sopravvivenza nel lungo termine, attraverso la creazione di un santuario dove saranno reintrodotte nuove popolazioni allevate in cattività̀.
Le fasi del progetto
Il progetto ha un partenariato scientifico variegato costituito da: l’Università degli Studi di Roma Tre (coordinatore), l’Associazione Triton Ets, l’Università degli Studi dell’Aquila, il Consiglio Nazionale delle Ricerche - Cnr, la Fondazione Bioparco di Roma, il Comune di Malfa e una serie di partner associati italiani e internazionali tra cui, l’Università di Milano Statale, l’Associacao Biopolis (Portogallo) e il laboratorio di Biometria e Biologia Evoluzionistica del Cnrs (Francia). Durante i cinque anni di progetto i partner perseguiranno la tutela della lucertola delle Eolie e del suo habitat, seguendo due fronti d’azione:
● l’incremento numerico della popolazione, attraverso un programma di allevamento in cattività̀ (sfruttando il know-how della Fondazione Bioparco di Roma, che ha già̀ un progetto avviato sulla specie) a cui farà̀ seguito un rilascio in natura, fondando due nuove popolazioni sugli isolotti di Bottaro e Lisca Bianca (a largo dell’isola di Panarea), assicurando la totale assenza della lucertola campestre dai siti.
● In parallelo, si procederà̀ alla tutela della località̀ sull’isola di Vulcano in cui una popolazione della lucertola delle Eolie persiste sul promontorio di Capo Grosso. Questa popolazione è minacciata dalla presenza ad alta densità̀ del ratto nero (competitore e potenziale predatore), come anche dell’alterazione dell’habitat. Nello specifico, si procederà̀ al controllo della popolazione di ratto nero grazie alla condivisione dell’esperienza maturata da un altro progetto Life e al contenimento della vegetazione arbustiva sul promontorio, garantendo così un habitat idoneo alla sopravvivenza della lucertola eoliana.
Life Eolizard punta, inoltre, ad aumentare l’engagement della comunità̀ eoliana come di tutti gli stakeholder potenzialmente coinvolti, affinché́ venga tutelato e valorizzato l’importante patrimonio naturalistico delle isole Eolie, aumentando la consapevolezza sulla necessità di preservare una ricca biodiversità.