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di Felice D'Ambra

La Commemorazione e Il Dolore di una Madre. Dedicato a mia madre e a tutte le mamme:

Quando viene a mancare una persona cara, un amico, un parente, un genitore, proviamo un dolore intenso, ma è niente in confronto a quello di una madre, lei è unica, il suo dolore è esclusivo. Francesco Ciusa, di Nuoro, il capoluogo della provincia barbaricina, divenne famoso a 26 anni con una statua straordinaria, esposta alla biennale di Venezia, dove prese il primo premio, la madre dell’ucciso, una donna rattrappita dal peso degli anni e dall’angoscia del dolore.

E’ una madre silenziosa, dagli occhi belli, ormai chiusi da un pianto senza lacrime e dallo sguardo intenso. E’ rimasta zitta tutta la vita, ha insegnato di più con i silenzi che con le parole. Ha allevato il figlio e lo ha fatto diventare grande, lo ha atteso quando tornava dalla campagna e ha pregato per lui quando tardava a rientrare; ma una sera attese invano l’arrivo di quel ragazzo.

I ritratti migliori di madri li fece Grazia Deledda, scrittrice autodidatta, Premio Nobel 1926, di prima grandezza, capace di suscitare emozioni profonde nei lettori più colti e in quelli più ingenui. E’ il dolore di madre – diverso da quello evocato da Ciusa – che è narrato con incanto in “La Madre”. Maria Maddalena vive col figlio prete del quale intuisce i turbamenti amorosi per una ragazza. Sa che questa è una relazione impossibile, che gli renderebbe la vita. un inferno, ma sta zitta, non parla, assiste in silenzio. Non c’è niente di più grande, nell’arte come nella vita, di un legame materno, quel filo che unisce la madre al figlio.

Una significativa, testimonianza diretta, la vivo personalmente da vicino, ogni qualvolta torno a Lipari.  L’esempio del dolore di una madre che dal giorno che ha perso il figlio, occultando le emozioni personali nell’inespresso, continua il suo peregrinare tutte le settimane al Camposanto, nella “casa eterna” dove riposa il figlio, a portare i fiori freschi. Per lei, quel figlio è sempre vivo nel cuore di madre, c’è sempre quel legame materno che li lega.

E’ che cosa dire di un’altra madre che fino a qualche anno fa, quando era in buone condizioni di salute, si recava al Cimitero di Lipari tutti i giorni dell’anno, nessuno escluso, vento o pioggia, con il caldo o con il freddo lei era lì vicina alla tomba del proprio figlio e, tenendosi mano con la mano con il marito, mesta e silenziosa, addolorata dopo la visita, lasciava un fiore e se ne tornava a casa. Ora, con grande dolore, lei non può più andare a trovare quel figlio tanto amato, problemi di salute alle gambe, alle braccia, giacché non può più sopportare il lungo tragitto che la separa dalla sua casa a quella perenne del figlio perduto, quel figlio tanto amato.

Giorno dopo giorno, un’ombra quasi solitaria cammina fra la gente, indifferente, pochi conoscono il suo dramma, quest’uomo ora lascia la moglie a casa, triste e sconsolata e da solo lentamente si avvia verso quel luogo a deporre assieme al suo, anche il fiore della mamma. Quando sono a Lipari, lo vedo tornare dal luogo santo pensoso, triste, intimorito dal traffico, dalla folla chiassosa che lo intimorisce, nessuno sa chi è, cammina silenzioso tra la gente, quasi invisibile e innocuo, non disturba nessuno, nessuno conosce il suo dramma interiore, io mi fermo quasi a impedirgli il passo e lui sorpreso, forse impaurito, mi guarda, esita, quando mi riconosce mi abbraccia come abbraccerebbe quel figlio che non c’è più.

Non so fingere, cerco di trattenere le lacrime, ma la commozione è più forte di me, lui fa finta di non accorgersene ed io , per alleggerire la tensione, gli chiedo di raccontarmi uno dei suoi versi, che ha scritto, che descrive la nostalgia dell’emigrante liparoto, distante dal paese e dagli affetti familiari.

Mia madre, in pochi anni ha avuto otto dolorose perdite. Per lei erano tutti figli e il fratello          Bartolo morto in Australia, non lo vedeva da molti anni. Lei se ne stava lì, seduta fuori, come si usava fare le sere d’estate, davanti alla porta di casa, dove, noi figli, siamo nati e cresciuti.

Avevo salutato mia madre in dicembre del 2004, mi trovavo a Lipari, ero tornato per la seconda volta quell’anno. Il giorno della mia partenza lei era di sopra, non scendeva quasi più. Salii allora a trovarla, era seduta sulla sua poltrona davanti al balcone, spesso la sentivo canticchiare il noto motivetto degli anni Cinquanta “son tutte belle le mamme del mondo”…Mi resi conto, forse anche lei, notando la mia tristezza, anche se mi sforzavo di non darglielo a intendere, quando accarezzandola le chiesi, chi ero io, sollevando un dolcissimo sguardo e guardandomi negli occhi umidi, con un lieve sorriso come sapeva fare Lei, accarezzandomi la testa rispose: “u figghiu mia sì”.

Un pianto ininterrotto mi assalì e abbracciandola per l’ultima volta scappai via. In silenzio mia madre nel 2005, senza disturbare se ne andò nella casa del padre Angelo. Lo stesso dolore, la stessa espressione di sofferenza, l’ho rivissuto nel viso della mamma di Elisabetta, deceduta fra le sue braccia, tra le braccia di sua mamma, l’unica ad averla adorata, che non l’ha mai abbandonata un attimo, che ha sentito l’ultimo suo alito. La madre, abbracciandola come la Pietà di Michelangelo, è scoppiata in un pianto inesauribile. “Le mamme che hanno sofferto, e, che soffrono ancora per l’atroce perdita dei propri figli, solo loro sanno cosa significhi il dolore di madre”.

L'INTERVENTO

di Maurizio Pagliaro

Caro Bartolino, solo per ringraziare il cav. Felice D'Ambra che,  con il suo scritto da Desenzano, ci ha emozionati e riportati con i piedi per terra. Grazie

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La Ragazza Brasiliana & Il Sogno nel Cassetto.

Tra alcune settimane nella Stella del Sud, principale Paese dell’America Latina, avranno inizio le Olimpiade di “Rio de Janeiro 2016”. Definito anche il Paese delle mille maschere e il più bello e più affascinante Carnevale del mondo. Una cultura moderna accomuna il Brasile con le origini Europee, per nulla preoccupato dell'impeachment dell’ex presidentessa Dilma Rousseff, che annuncia enfaticamente al suo popolo; che alle prossime elezioni di ottobre, tornerà ad essere la loro Presidente.

Strana ma vera la realtà di questo grande paese in continua evoluzione che con oltre 200 milioni d’abitanti industrialmente all’avanguardia e tanto ricca di miniere ma, che ha ancora una grande popolazione che vive in povertà nelle favelas. Quello che è successo o meglio dire quello che s’è inventata una ragazza brasiliana di vent’anni, che alla sua giovane età, forse annoiata dalla vita e dalla miseria, oppure per un intento ben preciso, che qualche anno fa, ha deciso di partecipare e pubblicare sul Web, un annuncio a dir poco strepitoso per i navigatori incalliti di Internet. Infatti, con una naturalezza incredibile, la giovane ragazza divulgava al mondo di vendere all’asta sul web, la sua verginità. La ragazza ha aderito sicura all’iniziativa di un cineasta, motivata dal fatto che col ricavato dell’asta, avrebbe realizzato un progetto di case popolari per famiglie povere dello stato meridionale di Santa Caterina, in Brasile, dove lei è nata da una famiglia d’emigranti italiani. La ragazza sostiene di essere una donna “molto romantica” e ritiene che la sua scelta non abbia niente a che vedere con la prostituzione. L’asta online in dollari americani è iniziata a fine settembre, è terminata il 25 ottobre come stabilito.

Il regolamento prevedeva che il vincitore dell’asta online doveva restare anonimo, anche se della vicenda sarà tratto un documentario e che la ragazza incontri il vincitore dell’esclusivo diritto di essere deflorarla a bordo di un aereo, durante una traversata intercontinentale tra l’Australia e gli Stati Uniti d’America. L’asta della verginità appartiene al progetto Wirgins Wanted, una specie di reality Show messo in atto dal film maker del cineasta australiano Justin Sisley. Un reality come tanti, anche se discutibile, definito dal suo creatore come un documentario adatto al 21esimo secolo. Un esperimento antropologico, inconsueto, che ha già sollevato moltissime polemiche nel mondo puritano.

I soldi dell’asta andranno tutti alla ragazza, e la produzione non prenderà nulla, mentre il vincitore dell’asta, potrà trascorrere un’ora con la ragazza; potrà conversare ma non baciarla e dovrà essere protetto durante l’amplesso. La ragazza di nome Caterina ammette di aver vent’anni, di essere responsabile del suo corpo e dice che non sta facendo nulla di male a nessuno, mentre l’unica cosa che la preoccupa è la sofferenza che reca alla sua famiglia, causata dalla sua decisione di mettere all’asta la sua verginità. Lei ha anche candidamente ammesso che se fa questo per una sola volta nella vita, non è considerata una prostituta, e aggiunge, anche, che una persona pur scattando solo una foto, di certo non diventa un fotografo. L’incontro del consumo dell’atto sessuale, si svolgerà sul volo sotto l’occhio vigile delle telecamere che seguiranno la coppia fino al momento in cui si chiuderanno nella “stanza da letto”. E’ stato un atto dovuto, obbligatorio per entrambi, firmare un accordo di non divulgazione, che sarà presentato prima della consumazione del rapporto sessuale e che prevede solo autentici rapporti vaginali, altro non è consentito e la vergine è tenuta a compiere l’atto sessuale solo una volta. Il certificato di compimento sarà consegnato solo dopo la conclusione dell’atto sessuale. La sicurezza sarà garantita prima e dopo, ma è importante che nessuno, a parte i due partecipanti, presenzi nella camera da letto durante il rapporto. Un giapponese si è aggiudicato l’asta online per un importo di 780mila dollari. Egli è intenzionato a consumare il primo rapporto sessuale con la giovane ragazza, la quale ha detto, di essere molto convinta della sua scelta e della sua condotta e che la vede come un’impresa che le permetterà anche di viaggiare, di girare un film, pagarsi gli studi e di avere subito del denaro.

Il giapponese trionfatore dell’asta, ha dovuto firmare un contratto con clausole ben precise, soprattutto per quanto riguarda i controlli medici per le malattie sessualmente trasmissibili, e ha dovuto garantire l’uso del preservativo durante il rapporto, lo stesso procedimento di sicurezza è stato fatto firmare alla ragazza. Dopo la conclusione dell’amplesso, la bella brasiliana si è portata a casa la bellezza di 780 mila dollari, pari a circa 700 mila euro. Nessuno sa quando è avvenuto, né il giorno esatto del volo e della premiazione dell’asta online dove Catarina la vent’enne ragazza, ha lasciato in aereo la propria verginità, portando così a termine la sua “missione”. Della ragazza che ha partecipato al Reality, non se ne sa più nulla, si è dileguata in qualche angolo di Ipanema o di Cobacabana e con i soldi che ha guadagnato vendendo la sua verginità di giovane ragazza, sicuramente starà coronando il suo sogno tenuto a lungo nascosto nel cassetto.

 

---La Lenta Agonia di un Mito Chiamato Turismo.

Un’antica leggenda racconta che il dio dei venti Eolo era un principe greco che governava una colonia nelle Isole Eolie. Essendo egli un uomo perspicace, raggiunse una certa notorietà, poiché egli dalla forma delle nubi di vapori che sovrastava un vulcano, probabilmente lo Stromboli, riusciva a prevedere il tempo e la forza dei venti, Eolo stesso s’improvvisò imprenditore turistico poiché a quei tempi, ospitò il guerriero Ulisse, durante il tentativo di ritornare nella sua Itaca. Il mitico Eolo che aveva il potere sui venti, predisse che le Isole Eolie abitate prevalentemente da pescatori e contadini, sarebbero state attivi imprenditori ospitali dell’accoglienza turistica e con l’aiuto dei venti, mantenere le Isole pulite e linde.

 

Anche se come si usa dire, il buongiorno si vede dal mattino, si continua ad assistere alla grande invasione di un’Italia pattumiera che: dalla Sicilia, alla vergognosa Roma, la Città Eterna per eccellenza, dove anche i cinghiali sono scesi a trovare sostentamento tra i rifiuti abbandonati, e ora anche a Venezia, e non è solo a Lipari, Panarea, che persiste il continuo decadimento causato dall’incuria e inciviltà cittadina, e non solo.

 

L’orizzonte del mondo del turismo da alcuni anni è proprio al tramonto. E la ragione è sempre la stessa, e giorno, dopo giorno, si fanno i conti che non tornano, anche se, a molti può sembrare che tutto vada bene. Come dice il proverbio, è meglio l’uovo oggi, che la gallina domani. Domani sarà un altro giorno, si sa, e a quanto pare, c’è di continuo tanta indifferenza, sul comparto turistico, che sembra, quasi, non interessi più a nessuno, poiché tutto va bene così.

 

Di certo non si può sempre vivere di turismo, alle spalle della Tunisia, delle disgrazie dell’Egitto e della Grecia; e di quel flusso turistico senza fine dei profughi e migranti che va ad affollare Residence, Alberghi, e anche cimiteri.

 

Si vociferava già da qualche tempo che quest’anno, come lo scorso anno, ci sarebbe stato un super affollamento nelle località e spiagge del Meridione d’Italia, soprattutto nella Magna Grecia, Cilento, Puglia, Campania, Isole Sardegna, Sicilia, Isole minori e Arcipelago Eoliano, dove a Lipari è già stato definito il “boom!” dei centomila turisti.

 

Lo scorso anno tutti gli organi di stampa annunciarono enfaticamente che grazie alle disgrazie altrui, il fenomeno turismo, sarebbero aumentate dell’oltre il 15%. Sicuramente è certo visto che anche i mezzi dei trasporti dei vacanzieri e visitatori siano essi, mordi e fuggi che non fanno testo per le statistiche turistiche vere e proprie, tranne, che per le casse del Comune Capoluogo delle Isole Eolie. Ma, chi sono i turisti che si recano alle Eolie? Certamente non sono visitatori italiani, che da aprile a tutto luglio, non ci sono, si vedranno soltanto dopo la prima settimana d’agosto e non oltre fino a fine agosto. Sono alquanto rari quei turisti che soggiornano per settimane negli alberghi, che costretti a svendere più che a vendere la camera in B&B, o il posto letto nelle seconde case, che come dice qualche affittacamere, in tempi magri, è venduta da qualche l’albergo a costo inferiore, Prima della liberazione delle tariffe alberghiere avvenuto circa 20 anni fa, era obbligatorio vendere il soggiorno con almeno tre giorni in mezza pensione, mentre negli appartamenti dei Residence era di sette giorni. Negli anni è diventato un caos e poiché tutto il mondo è paese, ovunque avviene di tutto e la trattazione spasmodica e chi rivendica il maggior incasso, è certamente Booking, Expedia e via di seguito. Quasi tutti gli organi di stampa hanno annunciano enfaticamente che anche quest’anno, il turismo nostrano sarà stabile e gli italiani si vedranno solo in agosto. La grande crisi ha colpito proprio il ceto medio, frequentatori delle quattro stelle in giù, che si limiterà ad un breve soggiorno, a corto raggio e soprattutto nella Riviera Adriatica. Rimini la Capitale del turismo europeo, oltre al “mare” sa offrire un grande divertimento 24 ore al giorno. Mentre a Jesolo, Sirmione, Desenzano, Riva del Garda, fanno la parte del leone, anche perché, si arriva con facilità in treno con Italo e le frecce. Carlo Levi col suo libro, s’è fermato a Eboli, mentre la Ferrovia di Trenitalia e delle frecce, si ferma a Salerno, e per il Meridione d’Italia, è l’inferno. Il turismo italiano non cambia ancora, non ha più la forza, né la volontà per farlo, poiché non ci sono più uomini politici del turismo di un tempo, che fecero la “storia” del turismo italiano. Anche se qualcosa si sta facendo per recuperare parte del territorio del nostro Bel Paese, soprattutto con l’aiuto del “F.A.I.” (Fondo Ambiente Italiano), e dei Beni Culturali ad opera del Ministro Dario Franceschini, è sempre poco, a quanto si dovrebbe fare. Lo scivolone del decadimento, si nota ovunque, come nei trasporti in eterna rottura, che vede nel mese di luglio. L’isolamento dei trasporti aerei di Meridiana, Alitalia e Ryanair che dopo tanti anni, sta abbandonando la Città catalana Alghero e la Riviera del Corallo.

 

Anche se rattrista un poco, vorrei che così non fosse, ma, credo che il boom turistico d’alti livelli di una volta, sia ormai un lontano ricordo della preistoria del turismo nostrano. Nonostante tutto, per non vivere di nostalgie, abituiamoci ad andare avanti alla giornata, tanto, Nel futuro ci sarà tempo per una nuova generazione a cambiare le cose. Nel passato è stato fatto qualcosa di buono, e i nostalgici vivranno di ricordi di quel tempo, senza pentimenti poiché questa è la pura realtà, anche quando può sembrare che tutto luccica come l’oro, che non c’è.

 

L'INTERVENTO.

 

di Aldo Natoli

 

L'analisi fatta da un professionista con la "P" maiuscola come il Cav. Felice D'Ambra sulla situazione attuale del turismo non può che essere condivisa e valutata attentamente da quanti operano localmente nel settore del turismo. Enfatizzare "sole e mare" certamente non basta per attirare i flussi turistici e vivere sulle "disgrazie" altrui a lungo andare non produce ricchezza! L'organizzazione è alla base di uno sviluppo turistico che deve essere compatibile con l'ambiente. Nel passato ci siamo impegnati a far conoscere l'Eolie nel Mondo. Oggi purtroppo la promozione turistica del territorio non è più apprezzata e l'organizzazione stenta a decollare.

 

Il Sogno di Federico.


Oggi 27 maggio 2015, ricade il secondo anniversario della partenza del lungo viaggio che non permise a Federico Finocchiaro, il ritorno a casa fra i suoi cari e che da allora riposa in pace in quella che è per sempre tumulato al Camposanto di Lipari, dove dopo una lunga vita di lavoro, riposa in serenità., come il Padreterno ha voluto.

Era il mese di marzo del 1973 quando gli sposini Eoliani di Lipari: Federico Finocchiaro e Teresa Imbruglia, dopo la Cerimonia Nuziale all'allora locale "La Calandra" di Canneto e poiché io e mio fratello Nino, impegnati per lavoro in Calabria, prima di avventurarsi per il viaggio di nozze, passarono a trovarci. In quell'epoca prestavamo servizio nel grande complesso turistico "Costa Tiziana" di Crotone, che la compagnia aerea "Itavia" gestiva anche l'Aeroporto Sant'Anna.

Quanta strada durante il lungo cammino della sua vita, era ieri e oggi, sono già passati due anni che Federico chiudendo per sempre gli occhi, se n'è andò. Di certo Federico non si aspettava che dopo la partenza da Lipari per recarsi all'ospedale di Messina per curarsi e tornare a casa guarito, invece quasi tutto all'improvviso, chi l'avrebbe mai detto, non fece più ritorno a casa se non in quella bara, dove io l'ho trovato sulla nave che da Milazzo l'ha riportato a Lipari.ffinocchiarofederico1

Federico non meritava questa fine, anche se il suo sogno di veder nascere la piscina nel suo albergo, che lui aveva già nel suo progetto e la vedeva perché lui l'aveva già ideata, proprio dove Teresa, Giuseppe, Lisa, assieme a Laura, l'hanno costruita, là, dove lui, insieme a loro l'aveva ideata. Federico, nell'aldilà può dire che il suo sogno si è avverato, e dallo scorso anno il "Suo" Splendido Hotel Bougainville, può considerasi completo e con un accessorio di grande rilevanza e confort per la clientela che l'ha l'apprezzato moltissimo.

Si dice che l'unione fa la forza, e la forza di Federico era nascosta custodita in quello scrigno che lui in tutta la vita, ha saputo custodire con tanta delicatezza e sicurezza, serietà, professionalità che mai niente e nessuno ha mai logorato. Persino la sabbia scura di quella piccola spiaggia di Marina Corta,la chiesetta del Purgatorio di San Cosma e Damiano,la statua di San Bartolomeo, come i mattoni della piazza, del suo Al Pescatore, parleranno per sempre del "grande" indimenticato e indimenticabile imprenditore che per tutta la vita, per tutti, egli era e sarà per sempre, semplicemente "Federico" L'Uomo di Marina Corta.

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Turismo& Home Restaurant.

Le novità nella nostra "Bella Italia" arrivano di continuo, senza tregua, nel novanta ebbe inizio la legge sulle seconde case, Club Privati (che fanno di tutto), poi vennero i Bed and Breakfast e gli Agriturimi, poi i Franchising, i Discount, mentre da alcuni anni, sono già migliaia, sono ovunque e continuano a crescere nelle abitazioni private come "Home Reastaurant".
Si tratta di una nuova tendenza modaiola che consiste nel far arrivare a casa propria, passanti e sconosciuti, chiunque insomma, li fanno sedere e mangiare e, ovviamente non sono ospiti ma, regolari clienti paganti. I padroni di casa, siano essi cuochi o camerieri, si trasformano in Chef e maggiordomi e attrezzati di locale cucina, offrono il servizio di ristorazione, a fianco alla stanza da letto matrimoniale e alla culla del figlioletto. C'è chi lo fa per socializzare o per la passione dei fornelli da condividere con gli ospiti, e chi lo vede come una possibilità d'integrare il proprio reddito. I nuovi cuochi e cuoche,che si cimentano in questa nuova moda tusistica, forse stanchi di lavorare nelle grandi cucine alle dipendenze d'imprenditori turistici o degli "Chef di Cucina" capricciosi o forse delusi dalle tipiche specialità della grande ristorazione. Essi hanno preferito aprire il portone di casa (bontà loro) a passanti e curiosi della novità, "involontariamente" dimenticandosi che anche se è, una tendenza che sta espandendosi a macchia d'olio ovunque nel territorio della nostra Penisola, persino nella Sardegna dei Nuraghi; aprire un locale e adibirlo alla ristorazione nella propria abitazione è un'attività economica a tutti gli effetti. Ed è proprio per questo che poiché tale, deve essere soggetta ai requisiti professionali, igienico sanitario e a una serie di norme di sicurezza, urbanistica ed edilizia, a cominciare dallo Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività), da presentare al proprio Comune di Residenza. Naturalmente le Camere di Commercio, Fipe - Confcommercio, sono allarmate come i ristoratori, albergatori professionisti del nostro Bel Paese, che assistono attoniti a queste nuove tendenze, che ha avuto il battesimo e si è diffuso nell'Emilia Romagna, la Regione Capitale Europea e la più turistica italiana, soprattutto nel cesenate. Molti imprenditori della ristorazione la vedono come sleale concorrenza, che come gli agriturismi, non emettano ricevuta fiscale e la maggior parte di queste attività, ignorano i prodotti genuini che loro stessi dovrebbero produrre nel proprio terreno, come le carni utilizzate, poiché sono acquistati al discount o supermercato e per giunta nel loro menu utilizzano anche molluschi e pesci, capaci anche di organizzare cerimonie nuziali di 300 e anche di 400 persone, con la complicità "involontaria"di chi deve controllare. Se non si porrà un freno o non si disciplinerà in fretta, avverrà come i Bed And Breakfast che in poco tempo sono cresciuti come conigli. Oggi sono a migliaia ovunque nel territorio della nostra Penisola, ovviamente anche a discapito delle aziende alberghiere che stanno soffrendo la continua concorrenza e l'assurda esagerata tassazione, costretti anche a subire la globale crisi che non rallenta la morsa. Il fenomeno dell'Home Restaurant è una moda nata all'estero dove la pratica è già ampiamente diffusa negli Stati Uniti e si chiama "Supper Club", ma in America si vive in un mondo diverso. Da alcuni anni gli Home Restaurant sono ampiamente pubblicizzati su portali, siti Internet e sui loro propri domini web e Blog vari. Persino una concorrente partecipante alla trasmissione Rai 1, reclamizzava con grande enfasi, il suo Home Restaurant in Calabria durante il programma dei pacchi "Affari Tuoi", condotto dal romano Flavio Insinna. In considerazione del propagarsi a macchia d'olio di queste piccole aziende che hanno fatto preoccupare i professionisti della ristorazione che guardano al fenomeno con preoccupazione e invocano il rispetto delle regole. Allertate sono state alcune Camere di Commercio, Fipe - Confcommercio e conseguentemente, si è mosso anche il Ministero dello Sviluppo Economico che fa chiarezza su come possa configurarsi l'attività di cuoco a domicilio che, dal passaparola è arrivato a disegnarsi in un vero e proprio business. L'attività di preparare e servire pranzi e cene presso il proprio domicilio, per ospiti paganti, non può che essere classificata come un'attività di somministrazione alimenti e bevande, in quanto anche se i prodotti sono preparati e serviti in locali privati nel domicilio del cuoco/a, essi rappresentano comunque locali attrezzati aperti alla clientela. La fornitura di queste prestazioni, comporta il pagamento di un corrispettivo e, quindi a parere del MISE (Ministero Sviluppo Economico), non può essere considerata un'attività libera. Tale idea non è poi tanto male, però è bene aggiornarsi e regolarsi, e seguire quest' avvertimento importante e utile, per quelli che praticano questa nuova tendenza modaiola del fai da te, poiché il locale deve essere posto al piano terreno, in caso contrario, l'attività è, soggetta anche all'accertamento del requisito della sorvegliabilità che, per i locali ubicati sopra il piano terra, è di competenza dell'autorità di pubblica sicurezza.

--Festa della Mamma & Canti di Poeti.

Allievo del grande cantante Renato Caruso, Beniamino Gigli di Recanati il giovane tenore italiano superò il maestro e debuttò nei più grandi teatri del mondo, cantando le più celebri opere liriche. La sua Canzone "Non ti scordar di me" e soprattutto "Mamma", ebbe un successo planetario, commosse intere generazioni e milioni di emigranti in terre straniere e fu un anche successo strepitoso del grande "Andrea Bocelli".
Molti Poeti del mondo hanno consumato fiumi d'inchiostro per lodare le proprie mamme; come tanti scrittori le hanno lodate con belle opere, mentre molti autori hanno dedicato meravigliosi brani e cantate melodiose canzoni per tutte le mamme del mondo. Viva la Mamma, cantava tantissimi anni fa Gianni Morandi, come alcuni altri famosi artisti italiani e stranieri, dedicarono bellissime canzoni per la "Festa della Mamma". Tra questi: Selena Gomez, Alicia Keys, Francesco Renga, Edoardo Bennato, Christina Aguilera e tanti altri artisti, mentre "Ciao Mamma" di Jovanotti dedicata alla sua mamma, è ancora la più amata e cantata dalle nuove generazioni.< Non sempre il tempo la beltà cancella o la sfioran le lacrime e gli affanni, mia madre ha sessant'anni e più la guardo e più mi sembra bella. Non ha un accento, uno sguardo, un sorriso, che non mi tocchi dolcemente il cuore. Ah se fossi pittore, farei tutta la vita, il suo ritratto> – scriveva il famoso poeta Edmondo De Amicis. <>- recita nella Maternità Rabindranath Tagore, filosofo, poeta, indiano e premio Nobel 1913. Salvatore Quasimodo così descrive nella Lettera alla Madre: <> . Nella "Supplica a mia Madre", Pier Paolo Pasolini scrive << E' difficile dire con parole di figlio, ciò a cui, nel cuore ben poco assomiglio. Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, ciò che è stato sempre, prima di ogni altro amore. Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere: è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. Sei insostituibile. Per questo è dannata alla solitudine la vita che mi hai dato>. Nell'anno del 750 mo anniversario, anche il sommo Poeta Dante Alighieri, nel Canto XXIII della Divina Commedia, dedica un canto alla madre .
Oggi 10 maggio 2015, la "Festa Della Mamma" è una ricorrenza importante per le Mamme, poiché è riconosciuta e festeggiata in tutto il mondo. Ma, il modo più bello per festeggiare la mamma che, non ha bisogno di costosi regali, ma, di una carezza, un sorriso, un bacio, un abbraccio. La mamma deve essere onorata, amata come il bene più prezioso al mondo e non soltanto per la festa della mamma, e non solo in vita, ma va ricordata per sempre. La mamma è una sola e il "Suo cuore di madre, è unico, esclusivo". Un Augurio "alle Mamme della Nigeria, che piangono ancora per le figlie rapite e un cordoglio, tenerezza, un attimo si silenzio e di preghiera, per quelle mamme che hanno perso i figli e parenti in fondo a quell'amaro mare del canale di Sicilia e non solo.
"Buona Festa della Mamma" a tutte le madri del Mondo.

---Expo Milano 2015& L'Albero della Vita -Venerdì 1° Maggio - The Opening!

"La Carta di Milano sul diritto al cibo sarà l'importante eredità di Expo. Tappa finale di un percorso di ricerca ed elaborazione cui hanno concorso esperti italiani e stranieri e tanti giovani ricercatori, si rivolge alle più alte Istituzioni internazionali. E tutti ci auguriamo che sia firmata dal maggior numero di rappresentati di Governi e Paesi, d'imprese e di cittadini del mondo. A garanzia di un impegno comune per garantire al Pianeta, un futuro più giusto e più sostenibile. Non è più accettabile, come denuncia la Carta, che oltre 800 milioni di persone soffrano di fame cronica e più di due miliardi di persone siano malnutrite. Eppure ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengano sprecate, mentre le risorse della terra, le foreste e i mari sono sfruttati in modo insostenibile".
Era il 1851 quando la Gran Bretagna, per mostrare al mondo la sua grande potenza, organizza la prima Esposizione Universale "Great Exhibition of the Works of Industry of All Nations" al Crystal Palace di Hyde Park a Londra. Fra le Nazioni partecipanti manca l'Italia, non ancora Nazione, ma erano presenti il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio. Dopo un secolo e alcuni anni, nel 1906 è la città di Milano che organizza la prima Expo in Italia, dedicata ai trasporti. Quell'anno si celebrò il Traforo del Sempione che permise il collegamento ferroviario diretto fra Milano a Parigi; visitata da cinque milioni e mezzo di persone. Oggi la Capitale di Sant'Ambrogio, con dieci milioni di biglietti già superati e una presenza di 148 Paesi partecipanti, spera di superare i venti milioni di visitatori. Così la grande City si appresta a lanciare al mondo la più autentica Expo che mai nessuna Nazione aveva pensato: un viaggio attraverso i sapori e tradizioni dei popoli della terra e per riflettere sul tema "Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita". Così Per sei lunghi mesi, 184 intensi giorni dove l'Expo, circondata da un immenso laboratorio d'innovazione in collaborazione con le Nazioni partecipanti, sarà animata da una serie di spettacoli, mostre, eventi percorsi interattivi e sensoriali alla scoperta di tutto il buono che il nostro pianeta ha da offrire.
Oltre all'Expo dove si vive l'intera giornata, c'è anche la necessità del pernottamento dei visitatori e non solo e le ottime strutture alberghiere esistenti e nuove della Città di Milano e Provincia, rispecchia lo stile e il prestigio di una Metropoli con un'ampia scelta di alberghi cinque stelle lusso, cinque, quattro e tre, sino agli ostelli per la gioventù. La professionalità del Management e delle maestranze alberghiere di Milano e Provincia, è diretta da professionisti dell'ospitalità, capaci come sempre di accogliere esigenti e raffinati visitatori di tutte le Nazioni.
E' risaputo che nel mondo del turismo, l'ospitalità è una rilevante "Cultura dell'accoglienza"; che oggi è, un'importante sfida di ogni territorio che vive di turismo, come valore-risorsa della società.
Anche se la qualità dei servizi di ogni singola azienda dovrebbe essere garantita, è sempre stato un elemento di difficile valutazione, soprattutto in questi ultimi anni di crisi globale. Questo è il momento che tutti gli italiani debbano, come in un campionato mondiale di calcio, avere orgoglio Nazionale, soprattutto per la grande "Milano Style" e di tutta la Lombardia industriale, che gioca un momento importantissimo, anche per tutto il popolo italiano. Dal primo maggio al 31 ottobre, il nostro Bel Paese, ha l'occasione per recuperare il declino del passato e ritornare a occupare il posto nella classifica turistica mondiale che deteneva, tanti anni fa. La grande "Shangai", la più popolosa Città cinese al mondo, che con i suoi quindici milioni circa di abitanti, nell'Expo Shanghai Cina 2010, dal tema "Better City, Better Life" (una città migliore, una vita migliore) è ricordata come la più costosa del mondo e con 73 milioni di visitatori, anche la più partecipata del mondo, ma, c'è anche da dire che la Cina, ha una popolazione di un miliardo e trecento cinquanta milioni d'abitanti. L'Expo, è un evento unico, straordinario che oltre a coinvolgere tutti i paesi partecipanti, coinvolge, anche tutte le meravigliose Regioni del nostro Bel Paese, che dal Nord, al Sud, dall'Est che a Ovest, Sicilia, Sardegna e tutte le Isole Minori: Arcipelago Eolie o Lipari, Pelagie, Egadi, Tremiti, assieme a Capri, Ischia, Procida, Elba, Ustica Pantelleria, Lampedusa, il confine dell'Europa, tutti uniti e presenti a Milano e alla Lombardia, a dimostrare al la capacità delle nostre Regioni; ognuna con le proprie tradizioni che giornalmente avranno la possibilità di cimentarsi con professionalità e dimostrare al mondo, la grande Arte del nostro prestigioso "Made In Italy". Oggi in Sardegna che spende per l'Expo tre milioni e cinquecento mila Euro + 1 milione e ½ per favorire la partecipazione delle Aziende Sarde a presentare il territorio, le bellezze della natura incontaminata e i maestri delle autentiche tradizioni del più antico popolo dei Nuraghi; Ma, a Cagliari è anche la 359 ma "Festa"di Sant'Efisio, che richiama in Città una marea umana di visitatori provenienti da tutte le parti del mondo e che dopo, sicuramente proseguiranno anche per la visita all'Expo Milano 2015.
E' stato stabilito dagli esperti di Marketing, che ogni visitatore spenderà sette giorni circa di vacanza , fra la vista all'Expo e la vacanza, mordi e fuggi.
Oggi è anche il primo maggio, la festa del lavoro, un privilegio ormai per pochi, mentre dovrebbe essere invece, un diritto per tutti.
Un caloroso saluto e un grande in "bocca al lupo" per una Buona Festa del Lavoro e un Buon Expo Milano 2015 a tutti.

--"Buon Compleanno a Gilormino Casali l'Eolian Tedesco di Berlino".

Eravamo ragazzi allora quando ognuno di noi, compagni di scuola e non, lasciammo il nostro paese.
Tra i ragazzi di Marina Corta a lasciare Lipari, fummo, Benito Mirabito e io.
Per molti anni non c'incontrammo mai in nessun posto. Fu, ai tempi dei Beatles e di Mary Quant, la stilista Inglese divenuta famosa in tutto il mondo per la creazione della minigonna che ancora oggi è indossata dalle giovanissime e non solo, quando lavoravo per la British Transports Hotels Limited al Great Eastern Hotel a Liverpool Street di Londra; incontrai per la prima volta Benito Mirabito, un sabato mattina mi recai a curiosare fra l'interessante mercatino di "Portobello Road". In quel periodo ebbi modo di conoscere anche la sua famigliola che abitava, nel quartiere di Fulham Broadway.fdamabracasali

Rividi Gilormino Casali all'I.T.B. la Fiera Mondiale del Turismo negli anni ottanta, mentre curiosavo nello Stand della Turchia e intento a fotografare la bellissima ballerina che sorridendomi ballava la danza del ventre, quando ad un tratto passai davanti allo Stand del Comune di Lipari, e ad un tratto restai impassibile, fermo, non credevo ai miei occhi, incredulo, nonostante fossero passati moltissimi anni, era proprio lui, Gilormino Casali, in compagnia di Mariano Bruno e Luciano Siracusa. Il compagno di giochi di Marina Corta era a pochi metri da me e viveva nella grande Berlino. E' stata una grande commozione per entrambi, Da allora, poche volte non ci siamo visti, per noi era più facile incontrasi a Berlino che a Lipari. Ora però, spero d'incontrarlo assieme alla consorte Caterina, il prossimo mese di maggio o in giugno, quando farà ritorno a Lipari. E' meraviglioso ed emozionante, quando sei in giro per il mondo, e non te lo aspetti, incontri un amico fraterno del tuo paese. La stessa cosa mi è capitata con l'amico di sempre, Aldo Natoli, ma, questa è un'altra storia.
Buon Compleanno di cuore amico mio fraterno e come dicono in Sardegna "A chent'annus e prusu" Ovvero, a cent'anni e più, a presto.

All'Eolian-berlinese" auguri di buon compleanno anche dal Notiziario.

---La Sardegna & Il Maialino all'Expo Milano 2015.

Erano appena le sette e trenta del mattino circa quando ho appreso la notizia. Da oggi 13 aprile 15, è ufficiale, la Sardegna annuncia al mondo che il maialino dopo quarant'anni di ergastolo, varca il Mar Tirreno per dirigersi dritto all'Expo Universale Milano 2015. Per un giorno dimentica il crollo della Strada Statale 554 a scorrimento veloce che da Cagliari e Quartu Sant'Elena collega l'illustre zona turistica del litorale di Quartu Sant'Elena, il porticciolo, le località turistiche di: Capitana, Kal'e Moru, Geremeas, Torre delle Stelle, Capo Boi, Villasimius, Costa Rei, Muravera e tutta la Costa dell'Orientale Sarda sino a Cala Gonone, Golfo di Orosei, Olbia, Golfo Aranci e Costa Smeralda. Finalmente dopo tanta penosa attesa, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia che soddisfa tutto il popolo Sardo e tutti gli amanti dell'eccellente, prelibato maialino allo spiedo, che farà il suo ingresso trionfale nel Tempio delle cucine del mondo, ad allietare col suo gusto unico, la bocca dei più ricercati palati. La notizia è giunta dal Ministero della salute e dall'Assessorato alla Sanità della Regione Sardegna, che tanto ha lavorato e che ha assicurato con la certificazione che gli allevamenti sardi lavorano nel pieno rispetto delle regole imposte dall'Unione Europea.
Buon Maialino a tutti quelli che visiteranno la più grande vetrina dell'Expo Universale Milano 2015 e che spero sia di gradimento di tutti quelli che come me lo gustano da sempre e di continuo.

---Sardegna & Expo Milano 2015.

Alla Vetrina Universale Expo Milano 2015 del prossimo primo maggio, si celebra il cibo ed entra in scena tutta l'alimentazione mondiale che sarà la grande protagonista in assoluto dei 141 Paesi partecipanti.
Tutte le Regioni della nostra penisola, nell'insieme spenderanno qualche centinaio di milioni di Euro per presentarsi all'Expo Milano 2015, mentre alla grande Kermesse mondiale sarà assente il famoso "PORCEDDU" l'incontrastato animaletto allevato nella Sardegna delle tradizioni. Questo prelibato alimento sardo è il più consumato e immancabile in tutti gli avvenimenti, eventi, sagre e feste paesane cerimonie e sposalizi in Sardegna. L'eccellente piatto unico nel suo genere per il lungo procedimento di lenta cottura, da tutti apprezzato, come i salumi da esso derivati, è stato vietato dalla Comunità Europea e dal Ministro della Sanità Beatrice Lorenzin. La causa del divieto è la peste suina che da quarant'anni circa penalizza la Sardegna e conseguentemente per paura di contaminazione Nazionale ne vieta l'esportazione nel Continente. Da sempre nelle stazioni marittime e aeroporti, dell'Isola cartelli sbiaditi affissi avvertono i passeggeri del divieto di portare fuori dalla Sardegna i prelibati prodotti di carne suina. All'Expo dove il protagonista sarà il cibo, si rischia di assistere a un paradosso: poiché si potranno gustare i piatti a base di carne di coccodrillo dello Zimbawe, le formiche rosse del Messico e ben altro, ma, non il caratteristico porceddu di Sardegna. E pensare che questo maialino da latte, da millenni sia stato gustato da vari popoli invasori, da numerosi antichi guerrieri delle fortezze nuragiche, sparse sulle alture a sorvegliare gli abitanti dall'assalto dei predatori che da tutte le migliaia di coste, terrorizza il vasto territorio della Sardegna dei bronzetti. Nonostante che nell'Isola ci sia un mare pescosissimo di pregiato pesce e da prelibate aragoste, gli abitatori di tutte le razze, stranamente, erano prevalentemente carnivori e la maggior parte lo è ancora oggi. Vivo in Sardegna da quasi quarant'anni, conosco paesi con forte tradizione agricola pastorale e capisco cosa voglia dire per loro offendere la tradizione del maialetto e anche del tipico agnello sardo. L'allevamento nasce da un'antichissima tradizione e quando una scrofa partorisce da dieci a venti piccolini, per la salvezza della madre, la metà è riservata per la ristorazione e l'altra per la continuazione del ciclo della vita. In Sardegna non si uccidono i maialetti e gli agnelli per il gusto di farlo, non è uno sport per diletto, è una professione molto seria e si fa per vivere, per dare e promuovere lavoro ai giovani, alla piccola comunità, per mantenere un equilibrio e i pastori uccidono lo stretto necessario, guai se facessero il contrario, non rimarrebbe nulla. Se in Sardegna non ci fosse la pastorizia, sarebbe la fine, se si considera che il territorio sardo supporti sette milioni di pecore, mentre le industrie siano quasi al crollo totale e il solo turismo estivo non è in grado di dare sostentamento a tutta la popolazione. La nota conduttrice televisiva Sig.ra Rita Dalla Chiesa intervistata dall'amico Emanuele Dessi direttore del TG Sardo Videolina di Cagliari, rispondendo ha detto "Stop ai maialetti" ma rispetto i sardi. La Sig.ra Dalla Chiesa potrebbe dirlo anche ai Bergamaschi e Bresciani che uccidono gli uccellini (beccafichi, allodole e tordi, specie protette) per gustare la specialità: " polenta e osei". Nei millenni, il maialino è divenuto il cibo più conosciuto, apprezzato raggiungendo l'apice nell'era turistica ancora in atto. Famosissima è la serata tipica che si svolga a Marakalagonis, pochi chilometri distante da Cagliari e Quartu Sant'Elena, nella Lolla Campidanese (tipica abitazione in stile locale) del mio amico ristoratore anfitrione Prof. Vincenzo Atzeri, che ne ha fatto una serata memorabile. Qui il prelibato "porceddu" è il re della serata, portato dai pastori e da suonatori di launeddas (antichi strumenti di canne a fiato) sugli spiedi in corteo, ancora fumante in trionfo, per poi essere servito ai commensali, accompagnato da abbondante vino Monica di Cagliari. Come dice il noto imprenditore Flavio Briatore, Patron del Club Billionaire di Porto Cervo e re della Movida in Costa Smeralda, l'aver escluso il famoso "porceddu" della Sardegna, è davvero una grande maialata, una grande offesa senza precedenti al popolo sardo, che deve restare bendato. Per molti anni ho vissuto a stretto contatto con migliaia di turisti, ho viaggiato in lungo e in largo in Europa, per portare in questa terra migliaia di stranieri e non solo. I punti di forza dell'Hotel Sporting Club di Fonni che dirigevo erano: il Safari fotografico in Land Rover tra i pastori del Supramonte di Orgosolo dove volteggiano le aquile reali e vivono liberi i Mufloni, ma, la vera grande forza della serata è la cena sarda con folclore, servita nell'esclusivo tipico ristorante "Sa Mandra". Gli ospiti restavano ammutoliti nel vedere il locale rustico e alla vista degli spiedi di maialetti che crogiolavano lentamente sul fuoco di brace ardente nell'enorme caminetto, curati dai miei collaboratori; Peppone, Franco e Mario, in un'atmosfera surreale, unica, tutti si precipitavano a fotografare gli spiedi, i pastori e quanto di rustico ci fosse dentro il locale. Tranne i primi piatti, gli antipasti e gli arrosti erano poggiati sulle tavolate e ognuno prendeva a volontà, come il vino cannonau versato direttamente dalle caraffe scorreva a fiumi. Durante la cena al suono dell'organetto le cameriere ballano il ballo sardo e alla fine della cena, il fil'e ferru che aiuta la digestione e crea allegria, i turisti si avviano in discoteca a continuare la serata. Per chi non è sardo, è impossibile capire le autentiche tradizioni della terra dei cibi locali soprattutto del maialetto, dell'agnello e della pecora in cappotto, che dalla cucina sarda non mancheranno mai e che sono la base essenziale di un pasto tipico, come il pane carasau L'ex Assessore al Turismo Luigi Crisponi, e imprenditore alberghiero di grande esperienza turistica del famoso Hotel e ristorante "Su Gologone" locale tipico gioiello di tutta la Sardegna, apprezzato e conosciuto in tutto il mondo, il famoso maialetto è servito tutti i giorni sia a pranzo sia a cena, cucinato davanti ai commensali. Il Direttore del Notiziario Eolie Dott. Bartolino Leone e Consorte Sig.ra Ludy, sono autentici testimoni della bontà del maialino allo spiedo, per averlo visto in diretta e gustato. L'Expo dovrebbe essere un evento sulla sana e corretta alimentazione, non ci sarà il maialetto allo spiedo, e neppure i salumi, ma, in compenso il nostro Paese, famoso in tutto il mondo tra le altre cose anche per la dieta mediterranea, ha accettato la multinazionale Mc Donald's come Official Sponsor dell'Expo 2015, assieme a Coca Cola.
Auguri di Buona Santa Pasqua e Pasquetta a tutti i lettori del Notiziario Eolie e agli Eoliani sparsi nel mondo.

---"L'Incredibili Storia Vera di Schiavitù Vissuta di Una Ragazza di Tunisi negli Anni Novanta". (Seconda, parte).

Quando i padroni come d'abitudine uscivano, usavano chiuderla sola dentro casa col lucchetto, come una prigioniera e senza la compagnia dei cani che stavano in giardino. Quando la costringevano a uscire con loro, era solo per continuare a farle pulire le case dei parenti e appartamentini di altre famiglie, probabilmente anche a scopo di lucro.
Era un giorno d'estate, quasi come un miracolo per Karima, quando si rese conto che la famiglia uscendo dalla casa per recarsi a una sagra paesana, dimenticarono di mettere il lucchetto all'apparecchio telefonico. Karima incredula, in lacrime e col cuore in gola che le batteva forte, forte come una campana impazzita, senza esitare un istante e come una saetta, chiamò il 113, il numero della Polizia di Stato. Il poliziotto del centralino telefonico incredulo al racconto della sventurata ragazza, avvertì immediatamente la pattuglia della volante che in pochi minuti piombò nella villetta, liberandola. Karima non credeva ai propri occhi, era libera e piangendo senza riuscire a frenarsi e per paura che i padroni sarebbero potuti ritornare, chiese disperatamente ai poliziotti di portarla subito via da quella casa, dove aveva vissuto da schiava. La ragazza fu accompagnata in Questura a Nuoro. Dopo essere stata tranquillizzata, rifocillata assistita da una Psicologa e dopo aver raccontato la sua terribile storia, firmato, il verbale di denuncia, come da sua richiesta, fu accompagnata al porto di Cagliari e con la stessa nave che l'aveva portato alcuni anni prima in Sardegna, fu rimpatriata al suo paese. Era il mese di giugno del 1989, aveva trascorso in quella casa quasi quattro anni d'incubi. Passarono altri quattro anni quando Karima, convocata dal suo avvocato, ritornò in Sardegna e al tribunale di Nuoro, nell'attesa di comparire davanti al Giudice, si trova in una stanza a stretto contatto con i suoi aguzzini ex datori di lavoro, che la guardavano con odio razziale, mentre lei smarrita si guardava intorno terrorizzata al pensiero di averli vicino, che la riportava indietro, in quella casa a ricordare l'atroce sofferenza che distrusse la sua fragile esistenza. La vicenda processuale fu complessa e sbrigativa nello stesso tempo, tanto che il Presidente che doveva giudicare quella famiglia per percosse e maltrattamenti, ha dichiarato la propria incompetenza, rinviando gli atti alla Corte d'Assise con l'iniziale richiesta di condanna per "riduzione in schiavitù". Non era mai successo nel nostro Paese, che in un'aula di tribunale si svolgesse un processo per reato di schiavitù. La notizia fece scalpore e vari giornalisti delle maggiori testate italiane, piombarono a Nuoro e la notizia fece subito scalpore a livello nazionale. Era l'otto marzo festa della donna del 1993, quando quel giorno un gruppetto di donne barbaricine di Nuoro, si avvicinò alla ragazza tunisina offrendole un mazzolino di mimose. Karima era emozionata, non capiva quel gesto, era la prima volta che ragazze sconosciute, si rivolgevano a lei con gentilezza. Intimidita da tanto affetto, col suo poco italiano, (ben poco aveva imparato in quegli anni da incubo vissuti in Baronia); capì immediatamente il significato che racchiudeva quel semplice mazzolino di mimose che per le donne è il simbolo di solidarietà, che stava a significare che le femmine sarde e tutte le donne del mondo, erano con lei, al suo fianco a incoraggiarla. Lei non sapeva cosa fosse la festa delle donne, che in Tunisia e non solo, è totalmente sconosciuta. Le ragazze di Nuoro le fecero compagnia per tutto il tempo necessario, con affetto e con grande solidarietà l'ospitarono nelle loro case, non la lasciarono mai da sola neppure per un istante. Gli occhi di Karima, sembravano più quieti mentre sul suo dolce viso di fragile ragazza africana, apparve un timido sorriso e alcune lacrime bagnarono la sua faccia rasserenata. Le ragazze si strinsero attorno a lei, e mentre guardavano con meraviglia questa ragazza venuta da Tunisi, che teneva sempre stretto fra le mani, quel mazzolino di mimose, come un tesoro, sono state travolte da un'insolita tempesta di forti emozioni. Karima oggi quasi cinquantenne, da quando lasciò la Sardegna, vive al suo paese, ricordando ancora la gentilezza e la solidarietà di quelle ragazze barbaricine, incontrate il giorno della "festa della donna", e che grazie al loro aiuto lei, poté tornare a Tunisi ad attendere l'esito di una sentenza che ancora oggi, dopo vent'anni e più, ancora attende una risposta, che forse, non arriverà mai. Mai in nessuna aula giudiziaria è mai capitato di dover assistere a un processo per "riduzione in schiavitù". L'Art. 600 del Codice Penale, prevede una pena che va dai 5 ai 15 anni di reclusione.
Dalle ricerche effettuate a Nuoro e in Internet, nessuno si ricorda di una ragazza venuta da Tunisi.
Spero che un giorno quella ragazza dagli occhi color delle more mature, dimentichi per sempre la cattiveria subìta in un territorio dove l'ospitalità è sacra come la vita.

---"L'incredibile Storia di Schiavitù Vissuta da Una Ragazza di Tunisi.
La disavventura si è consumata negli anni novanta in una nota località turistica in Sardegna. Dopo oltre vent'anni il processo non si è ancora concluso o forse, è rimasto nell'oblio della storia umana, per sempre"
Non era la Tunisia della tragica guerriglia urbana compiuta da una scheggia di Isis, che ha assaltato sparando all'impazzata su ignari turisti visitatori dell'Antico Museo Nazionale del Bardo e che ha ammazzato e ferito parecchi turisti di Nazionalità italiana e non solo; e che in poche ore, ha catapultato la Tunisia e il suo popolo, all'attenzione mondiale e a distruggere la fragile economia basata prevalentemente sul turismo crocieristico.
Per impedirle di uscire da casa, le dicevano che la Polizia l'avrebbe arrestata e ammanettata mani e piedi. Se qualcuno le rivolgeva la parola, doveva rispondere solo in francese e non nel poco italiano che aveva imparato. Loro i padroni di casa, non le rivolgevano mai la parola se non per ordinarle questo o quello e quando la madre la rimproverava e lei rispondeva, interveniva il figlio che la picchiava brutalmente rompendole il setto nasale. Una volta il marito, anziano ingegnere per lo stesso motivo le diede un pugno, mentre la madre la prendeva a unghiate e Karima dopo anni, porta ancora le cicatrici sul collo e sulle braccia. Una famiglia al di sopra, di ogni sospetto, con noi starai bene le dissero, ti faremo curare, dovrai solo aiutarci a tenere in ordine la casa. Con false promesse e con uno stipendio mensile di 80milalire, la convinsero ad accettare il loro invito e a lavorare per loro in Sardegna. Passarono quasi quattro anni in quella villetta a Siniscola e fu subito un inferno, furono rimproveri, botte e minacce. In quegli anni Karima è sempre vissuta da sola, quando finiva di lavorare doveva stare in giardino in compagnia di due cani, gli unici amici, compagni di ventura che in quella casa erano più "umani" dei padroni. Non aveva più scarpe, le uniche erano quelle sue portate dalla Tunisia. Le hanno comprato un paio di zoccoli e quando al mattino alle cinque si alzava per iniziare a lavorare doveva toglierli per non disturbare, di conseguenza restava spesso scalza. Karima nei momenti di tristezza, ripeteva a se stessa di essere una persona e non intuiva il perché la trattassero come una schiava e peggio di una bestia, tanto che in più occasioni, ha anche pensato, di farla finita e di uccidersi.
Tra i viaggi della speranza dei migranti all'affannosa ricerca a miglior vita, ci sono uomini, donne, ragazze, ragazzi, bambini, mamme incinte che partoriscono sulle navi carrette, su motoscafi o in riva al mare, anche se, non tutti hanno la fortuna di salvarsi, poiché tantissime sono le tombe di quei migranti che affollano il cimitero di Lampedusa e non solo.
Era il 1986, quando Karima venuta dall'Africa settentrionale a lavorare come colf presso la famiglia di un Ingegnere romano residente in provincia di Nuoro con la moglie e un figlio ventenne. La ragazza convinta fu felicissima di venire a vivere in Italia. S'imbarcò sulla nave di linea della compagnia di navigazione Tirrenia, che faceva la rotta tra Tunisi e Cagliari Via Trapani. Non aveva portato con sé una grande valigia di cartone, né aveva alcun Dinaro con sé, ma solo poche cose personali e tanta voglia di vivere lontano dal suo paese per lavorare e poter aiutare la sua povera famiglia. Il suo più prezioso bagaglio era costituito da un paio di grandi occhi scuri color delle more mature di gazzella bellissima africana. Meravigliosi occhi che parlavano e che brillavano alla luce del sole, ma che in pochi anni tradirono la tempesta di emozioni che scosse la sua dolce anima di ragazza solare del Mediterraneo. Aveva una montagna di capelli corvini e anche tanta voglia di vivere la vita in libertà, come tutte le ragazze del mondo; diverse da quelle dell'altra sponda del Corno d'Africa e di Mahadia, suo paesino natio. Karima Choucene questo è il suo nome, era giovanissima quando sbarcata al porto di Cagliari fu prelevata dalla famiglia Aprile, che con false promesse l'aveva assunta e portata a Siniscola; un paese a pochi chilometri dal meraviglioso mare del Golfo di Orosei, al Centro della Costa Orientale Sarda. Regno esclusivo delle più belle spiagge di finissima sabbia bianca di tutto il Mediterraneo che Karima la giovane ragazza tunisina, non vide mai e nulla sapeva cosa volesse dire, o cosa fosse l'Isola degli antichi guerrieri nuragici della grande Isola chiamata Sardegna. Quasi subito i padroni si rivelarono degli aguzzini e la ragazza si rese conto che quelle promesse di rose e fiori era un'invenzione e non veritiere. Un triste destino si abbatté sulla giovane venuta da Tunisi, che di certo non s'aspettava di essere bastonata, terrorizzata, tenuta segregata come schiava. Quella grande villa a pochi chilometri dal mare che doveva essere la sua dimora, fu un luogo ostile, una prigione, costretta anche a lavare i piedi a Josto il giovane figlio del padrone. Karima in quegli anni non ebbe mai il piacere di vedere le spiagge di sabbia bianca dell'oasi di Bidderosa, di Capo Comino e di Berchidda. Non vide mai il bellissimo azzurro mare del Borgo di Santa Lucia, paesino poco distante da Siniscola, popolato da pescatori provenienti dall'Isola di Ponza, né ebbe mai tempo libero per lei. Quando non era maltrattata, nei pochi momenti di solitudine, il suo pensiero correva velocemente alla sua Africa, alla sua famiglia che sicuramente erano in pensiero per lei. E quando la madre preoccupata per il lungo silenzio la chiamava al telefono, i padroni di casa rispondevano che aveva sbagliato numero e chiudevano immediatamente la comunicazione. Da qualche tempo nella sua mente frullava la voglia di fuggire da questa famiglia di mostri e di schiavisti che la torturavano che la schiaffeggiavano ripetutamente, riempiendola d'insulti razziali e di maltrattamenti indicibili. La paura di Karima era un incubo insostenibile, si sentiva sempre sotto controllo e nonostante il forte desiderio di scappare, non aveva scampo, non sapeva come fuggire e a chi rivolgersi per chiedere aiuto e se anche avesse urlato a squarciagola, non l'avrebbe mai sentito nessuno.
(Segue la seconda parte).

---La Festa delle Donne & Le Mutandine al vento contro la Violenza.
Innanzi tutto con un mazzolino di mimose virtuali, invio il mio più caloroso e affettuoso Augurio a tutte le donne lettrici del Notiziario Eolie di Bartolino Leone, alle donne della mia famiglia, parenti amiche e alle donne sparse nel mondo.

Come ogni anno, che piaccia o no, l'otto marzo riporta puntualmente la "Festa della Donna". Anche se c'è chi dice che è inutile, che è una festa commerciale e chi, invece continua a credere che sia importante per l'essere "Donna". L'unica essenza di vita insostituibile, incancellabile.
A custodia della memoria, qualche mese fa nel quartiere di San Lorenzo, in Via dei sardi a Roma, con gioia per le donne e non solo, è stato completato il restauro di quel murale dedicato alle vittime del Femminicidio di alcuni anni fa. Era il 2012 quando ignoti hanno imbrattato con atti vandalici da inqualificabili individui che facilitati dall'oscurità, deturparono il murale raffigurante 133 figure di donne dipinte di bianco, tenute per mano, strappando anche la targhetta col nome di ognuna e la data della morte, come per cancellare la loro dignità. Oggi queste donne uccise, vittime della violenza umana sono aumentate a 240. Il grande merito va ai volontari dell'associazione Retake Roma capitanati da Elisa Caracciolo, creatrice del murale, che con grande impegno ha ridato non solo il decoro alla Città Eterna, e loro stessi, essere custodi della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Nasce anche da un'ottima idea del noto artista italiano AleXsandro Palombo, che con un' insolita campagna social, invita le donne a scrivere sulle proprie mutandine un messaggio di orgoglio femminile, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla violenza estrema che le coinvolge.
Il breve messaggio scritto nelle varie lingue sugli slip delle donne, accolto come "slogan" da migliaia di Signore, Signorine, ragazze e donne di tutte le Nazioni, che lo stanno lanciando sulle autostrade navigabili del Pianeta Internet, per dire basta, alla violenza.
E' anche recente la notizia che in Egitto le donne stanche delle violenze e di stupri, ha iniziato a pubblicare brevi messaggi di sdegno, dell'abuso, che puntualmente getta nell'oblio gli episodi di violenza di cui le donne sono vittime, ogni giorno, sempre di più accompagnando i loro brevi efficaci messaggi da, il nome all'iniziativa Hashtag:

I don't Feel Safe On The Street (Non mi sento sicura per strada ),
Anti Harassment (Anti – Molestia),
Expose Harasser (Rivela il molestatore).

Oggi domenica otto marzo 2015, anche all'Expo Universale Milano 2015 alle ore 15 la giornalista Marisa Fumagalli presenta al pubblico del Mediterraneo "Il Giorno Internazionale Delle Donne" dedicato al ruolo della donna nella società mediterranea.

Una buona domenica di festa per tutte le donne!

---Dalla Libia a Lampedusa "I Cieli degli Sbarchi".

Sopra il cielo azzurro del Mar Mediterraneo in burrasca, un'onda inarrestabile travolge i barconi, muoiono dieci persone, mentre altre mille, fortunatamente si salvano dalla triste sorte degli altri. I migranti tra il canale di Sicilia e la Libia sono tanti, ogni giorno sempre di più. Arrivano da tutte le Nazioni in fuga, in cerca di salvezza e di speranza per una vita migliore. Non ci sono più le carrette del mare, sostituite con grossi e snelli gommoni per facilitare maggiormente la navigazione, come se fosse una continuità territoriale tra il continente africano e il confine dell'Europa. Con l'avvicinarsi della prossima primavera e dell'imminente estate alle porte, l'afflusso dei migranti senza meta, è sicuramente destinato a continuare, e dalla Libia e da altri porti del Corno d'Africa al Mare Mediterraneo, verso la Calabria, Puglia e Sicilia, divenuto ormai il confine europeo di Lampedusa, il tragitto è breve. Altri morti sono attesi al Porto di Augusta, mentre altri extra comunitari a Porto Empedocle. E così la storia infinita del flusso migratorio, come una faida senza fine, proseguirà a pieno ritmo e senza sosta. La tragedia del mare consegna altri cadaveri bianchi, che andranno ad aggiungersi a quelli degli altri anni, morti al largo di Lampedusa, l'estremo confine dell'Europa. E' doveroso ricordare la rivolta degli immigrati extracomunitari di alcuni anni fa in territorio calabrese, e che ancora oggi potrebbe riesplodere in qualche altra tendopoli di qualche altra cittadina ospitante, costruita per 400 persone, mentre ne vivevano 1200, in condizioni terrificanti e vergognose, sottoposti a orari assurdi di lavoro e sottopagati. Tutto questo è avvenuto nei cieli azzurri italiani e sotto l'egida delle Nazioni europee.
Senza stregua gli sbarchi sono continuati anche in pieno inverno, interessando le coste calabre, pugliesi e le sponde siciliane di Ragusa, Pozzallo e non solo. Eppure ci sono voluti parecchi anni e migliaia di morti per capire che Lampedusa, l'estrema Isola che assieme a Linosa e Lampione forma l'Arcipelago delle Pelagie, facesse parte del territorio periferico della Repubblica Italiana, definito il "Confine dell'Europa". E'così, l'Isola periferica situata a poche miglia dalle coste africane del più grosso flusso migratorio, per anni è stata presa d'assalto dai mercanti di morte, da quei scafisti che con navi carrette approfittando della vicinanza, hanno trasportano migliaia di migranti extracomunitari fatti sbarcare al confine della civiltà umana. I funerali di stato di Agrigento avvenuti lo scorso anno, hanno avuto lo scopo di aggiungere dolore, al già doloroso dolore, dei familiari di quei migranti annegati a pochi metri dalla spiaggia del coniglio di Lampedusa. Quei familiari di quei morti che sono stati lasciati senza pace, né salme, travolti dall'umiliante visione di quelle autorità africane invitate sul palco. Quelle stesse autorità che non hanno rispetto dei valori umani, che con amnesia hanno costruito il destino di fuga e di morte, conoscono bene quei continui viaggi che causa lutti e che costringe il proprio popolo a vivere in una perenne prigione di paura, soprusi e di fame, mentre la cittadinanza dell'Europa, con indifferenza, dimentica di chiamarli tiranniche.
A distanza di qualche anno e più mesi, anche l'Isola di Lampedusa per non dimenticare quei profughi morti nel naufragio del tre ottobre 2013, con la messa a dimora di trecento sessanta sei alberelli di macchia mediterranea, è stato creato un giardino alla loro memoria per ricordare al mondo, la tragedia dei migranti e che tra qualche tempo, purtroppo, lo spazio, non sarà più sufficiente. Sicuramente continuerà ancora, sino a quando nel mondo civile dell'indifferenza non si crei un ponte di collegamento, o altro, sotto l'egida degli Stati Membri Europei, che come un'ancora di salvezza dal corno d'Africa o dai porti limitrofi, trasporti in sicurezza i disperati migranti extracomunitari e porre fine ai tanti lutti e alla mostruosa criminalità, causata dall'esodo a scopo di lucro. Sarebbe anche l'ora di estirpare le radici profonde del razzismo che è antico come il mondo, lasciando vivere in pace, tutti gli uomini liberi della terra.

Carissimo Bartolino,

Dall’oceano indiano al mar Tirreno del Mediterraneo, anche se a molte migliaia di miglia marini, dalla Sardegna, non invidiamo quel mare oceanico e che comunque con grande affetto, inviamo i nostri migliori Auguri di Buon Compleanno che se va bene da oggi, per altre decine e decine di questi giorni. La nostra comune amica Viviane Rochecouste, di origine Mauriziana, ora di Quartu Sant’Elena, assieme alla sua governante Mrs, Naiaghi anche lei delle Mauritius, inviano tanti auguri a Lei e tanti saluti alla Sig.ra Ludy, ricordandovi di provare il loco il Riso al Curry che avete provato a casa sua a Cagliari.

Lei dice anche di visitare la scuola “ROCHECOUSTE” titolata alla madre che tanti anni fa era Governatrice dell’Isola di Mauritius. Domani 22 ottobre Viviane festeggia l’ottantanovesimo anno di età. Lei mi racconta ancora l’aneddoto di quando suo nonno era temibile pirata e grande bevitore di Rum- Buone vacanze, un grande Auguri e buon Relax in quelle Isole del Sole, a presto,

 

---Ed allora tanti auguri di buon compleanno alla magnifica signora Viviane di cui ricordiamo sempre il grande senso di ospitalità.mau

anche da noi e da tutti gli amici del Notiziario che gli dedicano questa foto. (bl)

 

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