di Sara Basile e Roselina Neri
Dal Vangelo secondo Matteo: Chiedi e ti sarà dato. Offerta valida fino ad esaurimento voti.
Questo non è il solito spot, questo è LO spot! Puntuale, rituale, meticoloso e tempestivo. La televendita delle televendite, dal nome “campagna elettorale”, è alle porte e c’è chi non vuole di certo farsi trovare impreparato all’esame di Maggio.
L’avvicinamento della campagna elettorale ci riporta alla memoria i classici meccanismi e le sensazioni degli anni della scuola. Ci si accorda per accaparrarci il miglior compagno di banco, si fanno i conti con i debiti che ci portiamo dall’anno precedente, si cerca di recuperare e si ipotizza sull’eventuale promozione o bocciatura e, mentre l’anno scolastico sta volgendo al termine, ci si arruffiana la simpatia di qualche professore, sperando che tutti i 4 e i 5 diventino 6 (politici!).
Il consiglio d’Istituto deciderà le sorti graziando o magari punendo qualche scolaro indisciplinato.
I bocciati passeranno l’estate in punizione a leccarsi le ferite, i promossi andranno al mare e i rimandati a settembre vivranno quello stato di incertezza confidando sull’abilità di estrarre dal proprio cilindro il coniglio bianco della salvezza. Forse sarebbe stato meno faticoso e più maturo studiare tutto l’anno, pensa tra sé e sé lo sfortunato studente, ma non dìspero!
Con una favoletta e un filo di malinconia dei ricordi di quegli anni spensierati, ecco la descrizione di quel che avviene ad ogni imminente svolta elettorale. Ritornano ai bar i volti eterni della politica liparota, parte il toto candidato, spiccano i registi della politica, chi da dietro dà direttive e suggerisce, chi non molla la presa e chi si inventa fatti e misfatti sulle prossime alleanze. Ritornano i vecchi temi, quelli accantonati e conservati negli armadi con la naftalina ;i cavalli di battaglia per anni chiusi in scuderia tornano per vincere. Il clima è gioioso, tutti possiamo chiedere e tutti possiamo ottenere.
Che bello, vedere i ragazzi della Ludica tornare in campo, che bello poter credere nei finanziamenti per la difesa dello sport, dell’ambiente, del decoro. L’acqua in via Maddalena è tornata a scorrere, si parla di riqualificazione delle Cave di Pomice, dell’Area Marina Protetta, di un ticket in aumento che porterà tanti soldini, “sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno!”.
Dal Vangelo secondo Matteo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò”.
Amiche, Amici! Avanzate proposte che questo è tempo di chiedere. E’ il momento delle interrogazioni e degli ultimi compiti in classe e poi si sa, per scansarsi una bocciatura, si è disposti a tutto.
Non è un episodio di una Saga cinematografica, ma quasi!
Ricapitoliamo insieme i passaggi cruciali della proposta nata nel maggio 2014, dal nome "Facciamo capanna!", avente come oggetto la destinazione d'uso dei capannoni siti in via Torrente Cappuccini di Lipari, per intenderci i capannoni che fino ad oggi sono stati esclusivamente destinati per la lavorazione dei carri di Carnevale, a partire dal 2013.
La proposta molto sinteticamente (vedete allegati) era quella di servirci di quelle strutture tutto l'anno e di trasformarle in sede per vari eventi di ogni genere (culturali, ricreativi e commerciali).
La prima volta scrivemmo sulla questione nel maggio del 2014, "partorendo" un documento propositivo avente come destinatario il Comune di Lipari (prot. N. 12031), datato 06/05/2014.
Il sindaco ci accolse mostrando interesse sulla proposta, ma ci elencò dei problemi tecnici, sintetizzabili con un contenzioso da risolvere con la ditta proprietaria delle suddette strutture.
Tornammo sulla faccenda il 31 ottobre 2014, chiedendo novità visto e considerato che Il Sindaco aveva parlato di problemi risolvibili in tempi celeri ( circa 2 mesi).
Il 16 febbraio 2015, mosse dall'interrogativo "solo a Carnevale ogni capannone vale?!", ribandendo il nostro essere favorevoli alle manifestazioni del Carnevale Eoliano, chiedevamo perché i capannoni continuavano ad essere utilizzati solo per quel circoscritto periodo dell'anno e a che punto fosse la trattativa per l'eventuale acquisto degli stessi.
Inauguriamo l'anno, chiedendo un nuovo incontro con l'Amministrazione Comunale servendoci della speranza che "come un fungo velenoso, eterna risorge".
Care Liparote e cari Liparoti,
"l'anno vecchio è finito ormai, ma qualcosa ancora qui non va". Quale sarebbe secondo voi la parola che potrebbe al meglio descrivere lo scenario dell'isola di questi ultimi anni e di quello che abbiamo appena salutato?
secondo noi, le parole chiave sono: emergenza, precarietà, degrado, abbandono, incapacità e apatia. Attenzione! queste parole per noi hanno un solo grande destinatario: la comunità.
Ma la comunità esiste ancora? o c'è solo il fantasma che appare nei tavolini dei bar per l'aperitivo?
secondo noi, la comunità c'è, ma manca il verbo. Il verbo "fare": fare comunità. il verbo è la parte attiva del discorso, l'azione che il soggetto compie e quindi il problema sembra essere proprio il soggetto.
Un soggetto che si serve dell'emergenza, che vive nella precarietà, che giace nel degrado, che viene abbandonato e abbandona, che si crede capace, ma di fatto non lo è e che trasuda apatia. Un soggetto stanco, stremato, dilaniato da un sè che vuole essere altro, in quanto non dispone più di nessuna possibilità. La nostra verosimile paura è che dall'essere stanchi, si finisce per essere esausti, cioè non più capaci di "possibilizzare".Questo stato dell'essere, ormai cronicizzato della nostra piccola comunità, comporta di riflesso un lassismo che si traduce in menefreghismo di tutta quella" parte alta" che fa di noi spettatori passivi di un perfido gioco di prestigio. E' il gioco delle tre carte, puntano alla distrazione, e noi siamo distratti. Come i bambini, siamo lietamente addolciti e rincuorati dalle solite paroline di conforto; quelle paroline da giuridico mediocre, incolore, insapore, ma in grado di sopirci con il loro "effetto placebo": Proroga, rinvio, inagibilità, contenzioso, "ci stiamo lavorando", "ci accingeremo", " non ci sono soldi, ma.." , " è colpa dell'amministrazione precedente", "non è di nostra competenza".
Si tira a campare, assistiamo ad un indebolimento della collaborazione fine a se stessa, che non riesce ad essere lontana dalle logiche dello scambio con doppio fine, al guadagno personale, che ormai è l'atteggiamento esemplare che si tramanda da padre in figlio.
Care giovani Liparote e Cari giovani Liparoti,
abbiamo mai veramente lottato per qualcosa di "comune"? o siamo solo in grado di battagliare per il prezzo di una prevendita nelle "guerre del sabato sera"? Il lunedì mattina, oltre a fare un resoconto di quale discoteca ha vinto in termini di "macello", avete mai pensato a cosa manca, a cosa ci hanno tolto e ci toglieranno ancora o, a che regalo farvi? Ci siamo mai fatti un regalo? Che valore date alla vostra identità? L'identità eoliana, tanto esaltata con i forestieri ( non siamo italiani, né siciliani, siamo Eoliani!) si dilegua, svanisce, sfuma al solo finire della stagione estiva?
questo 2015 si è concluso con una bottiglia di spumante e con l'ennesimo " non c'è niente da fare". Vi va di PENSARE? Vi andrebbe di fare manutenzione e costruire ex novo buoni propositi collettivi per il 2016?
"Nun famo come er sole, movemose!" Cit. Galileo
---Vi andrebbe di diventare un COMUNE VIRTUOSO?
Cos'è un Comune Virtuoso?
Si tratta di Comuni che amano il loro territorio, hanno a cuore la salute, la felicità e le prospettive dei propri cittadini e adottano pratiche di buona amministrazione ispirate alla sostenibilità ambientale, alla partecipazione dei cittadini e al cambiamento dal basso.
Stimolando l'adozione di nuovi stili di vita dei cittadini, si garantiscono il risparmio economico, risparmi sull'energia consumata, la riduzione dei rifiuti e contemporaneamente si migliora la qualità della vita delle persone.
Tra gli obbiettivi dei Comuni Virtuosi, vi è la riduzione dell'inquinamento atmosferico, mediante l'approvazione di politiche e progetti concreti di mobilità sostenibile, come il famigerato Bike-Sharing.
Proprio in relazione alla morfologia e all'urbanistica delle strade del nostro centro storico, riteniamo che tra tutti i progetti di mobilità sostenibile ( alias Car-sharing, Car-Pooling, Pedibus, Autobus a chiamata e Taxi Collettivo) il suddetto progetto sia quello più consono e fattibile, in relazione anche dello spazio disponibile venutosi a creare in seguito alla rimozione del distributore di benzina (ex esso).
Già dal 2010, il Ministero dell'Ambiente e la Comunità Europea, hanno promosso dei Bandi Pubblici ( es. Gazzetta Ufficiale, serie Generale n.88 del 16/04/2010) ai comuni, già condivisi da molte città Italiane e da molti comuni Siciliani, dando la possibilità di ottenere dei finanziamenti per la concretizzazione di queste iniziative.
PIANTIAMOLA e cerchiamo, con pochi accorgimenti low-cost, di diventare un VERO Comune Virtuoso.
LA REAZIONE.
di Maurizio Pagliaro
Egregio Direttore, ho letto, con tanto piacere, l'intervento delle signorine Sara Basile e Rosellina Neri, significativo dell'interesse che i nostri giovani pongono al loro futuro ( noi non lo abbiamo fatto). Un Comune a vocazione turistica come il nostro, non si dovrebbe chiedere se diventare " Virtuoso ", dovrebbe gia' esserlo. Da tanto tempo chiedo la realizzazione di piste ciclabili e sistemazione degli antichi sentieri ( forse lo chiedono la maggior parte dei nostri ospiti, ma inutilmente). L'esortazione finale " PIANTAMOLA " dice tutto. " PIANTAMOLA " di pensare a mega progetti inutili e costosissimi ( megaporto, aeroporto, depuratori etc.), gioia di progettisti e basta. Le condizioni delle nostre strade, delle nostre piazze, dei nostri tesori(Terme di San Calogero, convento dei Cappuccini ),sono da sesto mondo. Insomma " PIANTAMOLA " di lavarci la faccia se abbiamo le mutande sporche.
---e con la "piccola" partecipazione di un certo Dante Alighieri
La Divina Tragedia!
Nell'isolan cammin di nostra vita Ci ritrovammo a vivere in un'isola oscura... Dove l'opera è da 3 legislazioni incompiuta E quindi la dritta via era smarrita. Non sappiam bene come vi arrivammo, Poiché Compagnia delle Isole e Ustica Lines trovammo,
Ma, a volte, tant'era pieno che in un posto chiamato Milazzo restammo, Là dove di paura la fiamma di una raffineria il cuor c'avea compunto. Non avemmo come accompagnator colui che poeta fu a Roma sotto'l buon Augusto, ma anche questo nel tempo degli dei falsi e bugiardi ci sembrò esser nato... Tanto che il mar buono era per poter essere navigato...
Ma non attraccato!!! Ed ecco, che fatto l'attracco, la ruggine di uno strano porto quasi ci uccise e quello di uno sottomarino ci sorprese... Un cartellon di rosse lucin ci attese: "WELCOME A LIPARI"!!! Mentre che noi rovinavam in basso loco, dinnanzi a li occhi ci fu offerta una camera da affittare e un tassista a Pirrera ci voleva portare... Padron della strada lui parea...
E in volgar dialetto "Turisti i medda" ci dicea. Al piè del colle giunte, una doccia era il nostro desio più grande Ci volgemmo all'acqua perigliosa e gialla, così l'animo nostro si volse a retro a rimirar lo passo, poiché quell'acqua non lasciò giammai persona viva. La agognata doccia ci fu così negata e nelle acque del mar in una sciacquata confidammo...
E quivi, in una spiaggietta chiamata "Portinenti", per l'orribile soperchio del puzzo che l'profondo abisso gitta, ci raccostammo indietro. "Bianche Eolie" non trovammo ma, lettino e ombrelloni caro pagammo, Musica sentimmo e barconi notammo: e noi, vedemmo una'nsegna che correva tanto ratta, retta da un capo gruppo con dietro le venìa sì lunga di tanta gente; Quivi sospiri, pianti, panini e insalate...
Per noi si va ne la città dolente, Per noi si va ne l'etterno dolore, per noi si va tra la perduta gente. Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate!!! In quella bufera infernale, una di noi fu spinta e cadde come corpo morto cade...
Una spalla ella si ruppe, dolenti andammo la dove molto pianto si percuote: all'ospedal di Lipari giungemmo e nessun aggiusta ossa trovammo... Sulla Caronte volante salimmo e al Papardo atterrammo, mentre uno stuolo di donne vedevano trasformare la loro dolce attesa in amara sorpresa. Ahi serva Lipari, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province ma un GRAN BURDELLO!!!