Eventi e Comunicazioni

di Salvatore Leone

Il Comune di Lipari è un grande Comune. Va avanti da tanto tempo con pochi dipendenti e tanti politici. Gli uni ascoltano gli altri e viceversa. Entrambe le categorie procedono a braccetto per trovare le soluzioni migliori per aiutare l’economia locale, incoraggiare i giovani a restare sul territorio e naturalmente cercando di smuovere le acque. Cosi venne il giorno che per coprire il profondo rosso del bilancio si diede giustamente il via al recupero dei crediti idrici. Giustamente. Una bravata in tempi brevi o una trappola elettorale con l’acqua alla gola. Stanziati i primi super 30mila euro per dare l’appalto ad una società di due avvocati&altri di Messina con una trattativa giustamente privata e veloce di cui nessuno al Comune sa nulla. E via le raccomandate, anche per recuperare il prescritto e il già pagato, le diffide, gli inviti a dare notizie o a prenderle dal sito del Comune specificatamente preparato. Chi paga e chi pagherà e quanto costerà alla fine sarà un mistero. Sicuramente ne guadagnerà la Società di Capitale  a disposizione del Comune di Lipari e verranno fuori più interrogativi  e ancor più mal di pancia. Serviranno due borse. Una per l’acqua calda e l’altra per quotare alla borsa di Milano la società del recupero idrico che cercherà il liquido per il Comune e al Comune, senza perdite di liquidità. Di fuori è sempre meglio, rispetto al dentro locale. Chissà perché? L'AMAM di Messina è in punto di osservazione, mentre due avvocati locali&altro pensano di riunirsi in cooperativa di consumo e bevendoci sopra con l’acqua piovana gasata dai vulcani eoliani. Acqua locale da successo.