di Michele Sequenzia
Caro Direttore, desidero ringraziare - con viva simpatia- il maestro Giovanni Giardina per il suo generoso impegno in difesa delle libertà costituzionali.
Desidero altresì esprimere , attraverso il tuo Notiziario delle isole Eolie , i sensi della mia partecipazione a tutti i 320 lavoratori della Aicon Yacht e alle loro famiglie..
Mi auguro che la lettera inviata a Papa Francesco possa rimuovere tutti gli attuali ostacoli e ridar loro tutta la dignità di cui oggi sono stati ingiustamente privati.
di Giovanni Giardina
Egregio direttore, mi permetta di ringraziare il Dottor Michele Sequenzia, anzi mi da l'occasione per fargli sapere che quel poco che riesco a fare io, nei suoi confronti e' niente. Dottore, sappi che la continuo a seguire con passione e interesse perche'oggi come oggi e' difficile incontrare ancora uomini con le sue stesse capacita', virtu' e valori .Maestro io? Come lei gia' sa, io preferisco occuparmi d'altro, ma quando incontro personaggi come Lei capaci di trasmettere forti emozioni e interesse, sono felice. La invidio per come scrive, vorrei sapere farlo anch'io, ma mi faccio forte e mi conforta una sola cosa: quella di non aver perso ancora la capacita' di sapere distinguere un vero uomo da un quaquaraqua' e un gentiluomo da un farabutto. Ancora grazie e Auguri.
"Che cos'è la politica se non l'arte di mentire a proposito?"**
Ieri 28 ottobre solennemente la Giustizia -dopo un ventennio di estenuanti atti processuali - si è trasferita in una illustre stanza segreta a Roma nel Palazzo del Quirinale. Ragion di Stato? Atto finale? Ospiti di riguardo hanno varcato i sacri portoni blindati, assieme ad una folta rappresentanza di giudici. Nobilissimi giudici. Di che cosa si trattava se non di cose segretissime, altamente sospette, sconce, irrepetibili? Tra mura invalicabili di nobilissime casate, di illustri politici. Off limits.
Noi, popolino stressato ed inerme, avremmo voluto sapere di più, ma tutte le porte e finestre, scale e cortilii li avevano tutti sbarratii. Perché?
Bloccato ogni filo di luce, non ci si vedeva. Blindato l'accesso alla Stampa nazionale ed internazionale, relegata in un profondo Gulag. Nemmeno una tenue candela, nel buio pesto.
E si vuole fare Giustizia? Nessun dorma. Testimone o prigioniero? Chi recita il copione? E quale? Chi gestisce e con quali diritti gli atti del finalino processuale? Quale contradditorio -se esiste- tra la luce e le tenebre? Esistevano o no fin dal 1992, dei rapporti, dei legami, degli interessi, degli scambi di favoritismi, di atti illeciti con l'appoggio della mafia ? Il Quirinale sapeva o non sapeva?
E se l 'Alto Funzionario di Stato, il Custode della Costituzione, il Massimo Servitore della Patria non avesse seguito il copione e si fosse finalmente liberato da tanti anni di angoscia, rivelando a viva voce ciò che il popolo italiano tutto da anni vuole sapere? Tremano i nostri polsi! E se avesse detto finalmente la Verità, liberandosi da ogni dannato segreto di Stato?
Cosa mai potevano fare i giudici presenti? Ignorarlo ? Chiudere le orecchie e gli occhi? Cosa mai sarebbe successo ? Quale Publico Ministero avrebbe potuto far tacere la voce della Verità, bloccare il corso degli eventi, far tacere il testimone, agire in tanta solenne oscurità e massima discrezione di un buio confessionale ? Quale novello scandalo internazionale ci avrebbe ricoperto d'infamia?
Signori e signore, ora possiamo dormire tranquilli. Non è successo proprio niente. Calato il sipario. L'illustre testimone è stato esemplare. Con la sua testimonianza subito secretata, è stato chiarito che tutto era stato fatto alla luce del sole, tutto regolare, non ci sono ombre, nulla di ignobile, di terrificante. Nessuno sapeva di nulla.
Fugati i dubbi di qualsivoglia ipotetica collusione.
Nel cielo finalmente limpido , sgombro da ogni menzogna e ricatto, garrisce alta e solenne la bandiera tricolore sulla più alta torre del palazzo del Potere.
La luce risplende sul buio pesto. Senza preconcetti di sorta.
Finita l'ennesima farsa, il popolo esulta, si corre a festeggiare, il Palazzo è ora in quiete.Si ritorna a casa felici. Giustzia è fatta. Ma dove sono finiti i nugoli di poliziotti, carabinieri, esercito, marina, in assetto di guerra, mitra spianati, pistole impugnate e poderose transenne? Che cos'è la politica se non l'arte di saper nascondere ciò che è a tutti noto ?
** Francois -Marie Arouet. Detto Voltaire ( Parigi 1694-1778)
---"Non sono una foca ammaestrata".
Giovedì 16 ottobre ore 21.10 -Sulla 7 Michele Santoro conduce l'ultima serata di " Servizio Pubblico" dopo il lungo comunicato con cui ha annunciato l'interruzione del talk show. Ci si chiede: perchè lascia? Cosa c'è nell'aria? Beghe in famiglia? Rottura con la direzione? Inconfessabili accordi privati " in nero" ? Calo sistematico dello share? Crescente nervosismo del conduttore, ambizioni di prima donna di Travaglio, tenuto sempre di più al guinzaglio e museruola? Le tensioni si avvertono. Forse il pollaio è troppo stretto per due Primedonne?
Si inizia subito con la tremenda prova di coraggio della gente di Genova. Si sente la sofferenza. Il dolore. Genova tutta è in lutto. Molti hanno perduto tutto. Centinaia di attività commerciali sono ferme, i negozi , le abitazioni, ovunque un cumulo di macerie. Una scena straziante.
Ecco entra in scena Travaglio, non è di buon umore: litiga subito con un ragazzo che per giorni ha spalato fango. Santoro freme. Appare Burlando, ben protetto ...in " streaming" . Proprio mentre si discute delle cause e delle colpe che hanno portato all’alluvione di Genova, Marco Travaglio apre il fuoco contro il presidente della Regione Liguria Claudio Burlando. Precisa le sue accuse sulla pessima gestione del territorio e le cause che hanno portato al disastro.
Un confronto tra pesi massimi. Un giornalista senza peli sulla lingua che affronta di petto il vertice della politica in Liguria: Burlando. Inizia un battibecco che si fa sempre più aspro, quello tra Travaglio e Burlando, volano insulti: Travaglio perde le staffe.. Burlando ribatte che.... " è facile solo criticare" ! Cresce la tensione. «Il mio mestiere è raccontare — accusa Travaglio —, il suo, che è ben pagato, è quello di evitare che succedano queste cose».
Travaglio taglia corto, non usa mezzi termini. Santoro frigge, cerca di calmarlo, poi lo zittisce. Travaglio si sente fuori posto, accerchiato: «Qui mi sembrano tutti matti».
Travaglio è ormai all'angolo. Burlando invece non arretra, non sembra minimamente toccato dalla tragedia di Genova. Nessun sentimento lo attraversa. Santoro cerca di calmare Travaglio. Lo invita ad ascoltare le opinioni di tutti, quindi dà ancora la parola a Burlando in nome del diritto di replica. Travaglio non molla... sempre più incattivito... risponde, accusa pesantemente Burlando . Burlando gli chiede: "che cosa farebbe lei con il Bisagno e con lo scolmatore del Fereggiano?
Travaglio sprezzante, risponde a Burlando: "io non sono un ingegnere idraulico...perchè lo chiede a me? " Ma lei è pazzo." .
Burlando sta mettendo al tappeto Travaglio. Burlando non accetta critiche, pontificando si autoassolve. Travaglio: «Risponda lei invece alle porcate che ha fatto in 30 anni». Santoro non ci sta: «Non si insultano le persone, basta».
Santoro, sembra imbestialito, ora si mette di brutto: sta "cazziando" Travaglio. Stai zitto, basta ..lascia parlare Burlando!
«Io non ho insultato nessuno» le ultime parole di Travaglio . Poi Travaglio si alza e vola via dallo studio.
Santoro : «Sono trent’anni che faccio questo mestiere e credo nel libero confronto. Finché esisterò tutti avranno il diritto di dire la propria. Se in questo Paese sta emergendo la voglia di non ascoltare gli altri, io non la condivido e non la condividerò mai».
Ergo: Noi, ignari cittadini, non siamo in grado di avere una onesta informazione? No signori !
Siamo costretti a partecipare alle risse in Tv, pagando un odioso canone, obtorto collo, per assistere ad una odiosa farsa. Chi ha ragione? Chi fa informazione, o chi esercita il Potere? E' un problema che da noi, in Italia, non è stato ancora risolto. Si prefersisce non parlarne. Ci si aggiusta dopo. Alla fine il cittadino non è in grado di dare un voto, di farsi una idea. Il disastro di Genova, parla una unica lingua. Le accuse sono davanti agli occhi del mondo. C'è forse bisogno di Burlando, di Santoro, che manda a quel paese Travaglio?
Alla fine ci rimettiamo noi, cittadini italiani. Noi rimaniamo fuori , non contiamo nulla. Non siamo responsabili e nemmeno consapevoli. La Repubblica alla Renzi, è una pessima Repubblica. A Genova non è successo niente. Si tratta in fin dei conti, di opinioni divergenti. Ma di chi è la colpa? Meno che meno di Burlando. E domani si ricomincia.