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di Daniela Merlo

"Eppur si muore".

Se venite alle Eolie dovete fare i conti col problema sanità. Perché se per caso, durante la vostra vacanza, vi sentiste male, se accusaste un malore di qualunque tipo, andreste incontro al teatro dell'assurdo.

Ma, senza scomodare i grandi drammaturghi come Beckett o Pirandello, passando dall'assurdo al grottesco, proverò a raccontare ciò che è accaduto ieri ad un mio familiare.
Sono comparse su una parte del suo corpo delle macchie rosse, inizialmente piccole che, a distanza di pochi giorni, si sono trasformati in una enorme macchia rosso incandescente.
Recatosi in ospedale e parlato con 4 medici, affermavano di non aver mai visto nulla del genere e che non sapendo cosa fare, poiché non avevano idea e non volevano "sbagliare", (udite, udite!) hanno consigliato di partire con le sue gambe e di tasca sua per Messina e recarsi immediatamente al policlinico, riconoscendo la circostanza quanto meno seria.

Inoltre senza aver registrato il paziente e esonerando essi stessi da ogni responsabilità.
Per fortuna due medici di Lipari, il dottor Iacolino prima e poi la Dott.ssa Angelica Sequenza, hanno più i meno identificato il problema e improntato una terapia.
La dottoressa Angelica, guardia medica, ha fatto di più, ha telefonato in ospedale disponendo nell'immediato un emocromo, poiché si trattava della puntura di un ragno violino. Per chi volesse approfondire, questo ragno è velenoso, può creare problemi di coaguli e microtrombi, dunque bisogna intervenire prontamente.

Recatosi in ospedale per il prelievo, è stato chiesto come mai non fosse ancora partito per Messina e che, qualora fosse accaduto qualcosa di grave, loro non erano responsabili.
Inutile dirvi la preoccupazione e lo sdegno, la rabbia che montava con la paura del peggio. La procedura vuole che, se un medico non è in grado di capire, richieda una consulenza esterna o si attivi chiamando un centro antiveleni della regione.
È quello che ho fatto io!

Chiamando prima Palermo e poi Catania ma non ho avuto risposta. Così ho chiamato il centro antiveleni di Napoli e ho ricevuto tutta l'assistenza, la terapia, inviando foto, fornendo la diagnosi ed elencando i sintomi.
Dire che tutta questa storia, insieme a molte altre che potrei raccontare è da querela, e che questo è un ospedale al quale rivolgersi è inutile. Si viene trattati con arroganza, superficialità, negligenza e sufficienza. Ci sentiamo respinti e disorientati, in alcuni casi maltrattati.
Vogliamo un ospedale con medici di scienza e coscienza, ne abbiamo tutto il diritto!

IMMEDIATO L'INTERVENTO DEL COMMISSARIO DELL'ASP DI MESSINA BERNARDO ALAGNA

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di Bernardo Alagna*

Trasmetto il tutto al direttore medico di presidio dr Crosca per saperne di più.

*Commissario Asp

L'INTERVENTO

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di Luca Giuffrè

“Eppur si muore…”

Mi ero ripromesso di non rendere pubblico l’abominio messo in atto dalla (mala)sanità eoliana, con la gentile collaborazione di quella “a terraferma”, che ha colpito la mia famiglia a febbraio dello scorso anno, nello specifico il mio povero papà.

Ma la lettera della Signora Daniela Merlo non solo ha rievocato in me quei drammatici momenti, ha anche rafforzato la mia convinzione che l’ospedale di Lipari dovrebbe essere definitivamente, incontrovertibilmente e inderogabilmente SMANTELLATO E CHIUSO!

Altro che slogan “salviamo l’ospedale di Lipari” e amenità simili. Chiudetelo!! Non farò alcun nome, a differenza di quanto fatto dalla Signora Merlo, alla quale suggerisco peraltro di procedere a immediata querela. Non farò alcun nome perché è in corso una indagine dell’Autorità Giudiziaria e vige il segreto istruttorio. Dico solo che, per quello che sto per raccontare, è stata istituita apposita Commissione Speciale di indagine, sono state poste sotto sequestro tutte le cartelle cliniche e tutti gli hard-disk dei PC e sono in corso gli interrogatori di tutti i soggetti coinvolti, a tutti i livelli.

Non mi farò querelare a mia volta, gli “scienziati” responsabili di quanto accaduto, leggendo, capiranno a chi mi riferisco e non mi fermerò fino a quando non vedrò le loro vite rovinate come quella della mia famiglia. Se non altro per fare in modo che altri sfortunati come me non abbiano stessa sorte, visto che ormai mio padre non me lo renderà più nessuno.

Quel maledetto 13 febbraio 2021 mio padre era in procinto di partire con la nave per farsi asportare l’indomani, in un ambulatorio privato, una semplice poliposi nasale. Durante la preparazione dei bagagli e degli ultimi preparativi prima di mettersi alla guida dell’auto per recarsi all’imbarco, accusa all’improvviso un attacco di panico e chiede di essere accompagnato in ospedale. Arrivato al Pronto Soccorso di Lipari, scende autonomamente dall’auto, si reca con i suoi piedi all’interno dell’ospedale e viene ricevuto dai medici presenti, ai quali mia madre suggerisce testualmente “dategli solo un po' di ossigeno e un tranquillante perché è agitato!”, sentendosi rispondere “si si, stia tranquilla, ci pensiamo noi!”.

Sapete come ci hanno “pensato” loro? Che poco dopo sono usciti (senza aver fatto alcuna anamnesi del paziente) dicendo “lo abbiamo sedato e intubato, ha tutti i sintomi del covid, lei signora (rivolgendosi a mia madre, ndr) si organizzi con l’aliscafo e parta subito perché sull’elicottero non la fanno salire!”.

Hanno praticamente intubato una persona senza attendere l’esito del tampone e hanno dato per scontato che avesse il covid, teoria sconfessata dai successivi 4 tamponi, tutti ovviamente negativi. Ma la cosa peggiore è stata quella di invitare una persona (mia madre) a prendere un aliscafo pur sapendo che era stata a stretto contatto con un soggetto che loro avevano dato per certo contagiato da covid, mettendo in pericolo tutti i passeggeri dello stesso aliscafo e tutte le persone che avrebbe eventualmente incontrato sul suo percorso!

Questo non è solo atteggiamento superficiale, questo è atteggiamento criminale! Tralascio di descrivere quello che è successo dopo, a terraferma… lì hanno solo completato l’opera e spetterà alla Magistratura inquirente accertare le responsabilità.

La verità è che mio padre è entrato con i suoi piedi in ospedale ed è uscito in una bara!

Tempo fa in un noto supermercato dell’isola c’era un banchetto di raccolta delle firme per salvare l’ospedale di Lipari, una signora mi fermò porgendomi un foglio di carta per farmi firmare. Io le raccontai brevemente quello che mi era successo e subito dopo, senza bisogno che io esplicitamente rifiutassi di firmare, quella signora mi fece una carezza e allontanò quel foglio da me appoggiandolo sul banchetto.

“Eppur si muore…”

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Vulcano, il vecchio pontile degli aliscafi sta scomparendo. Ancora qualche colpetto...

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