di Antonio Famularo
Gent.mo Direttore Bartolino Leone, sono una guida Vulcanologia strombolana, desidero, attraverso il suo giornale on-line, attirare l’attenzione sul vulcano Stromboli, passato ormai in ultimo piano, in quanto si parla solo ed esclusivamente del cratere dell’Isola di Vulcano, della sua attività e della prossima esercitazione nazionale.
Posto che reputo importante che venga fatta questa tipologia di attività per cercare di prevenire e proteggere l’incolumità della popolazione presente sull’isola, desideravo porre alcune domande al Dott. Coltelli, responsabile del centro monitoraggio Eolie dell’INGV e al Dott. Branca, direttore dell’Osservatorio Etneo dell’INGV ovvero cosa pensano di fare con il Vulcano Stromboli, considerato che non si può piu' scalare oltre i 400 metri d'altezza?
Come intendono proseguire visto che è chiuso ormai da tre anni senza ormai alcuna spiegazione se non legata a parossismi maggiori “normali” per un vulcano come Stromboli avvenuti nel 2019? Lo Stromboli ha avuto diverse crisi eruttive negli anni passati e ne siamo sempre usciti fuori. Perchè questa volta non vogliono trovare una soluzione?
Come pensano che le guide vulcanologiche presenti sul territorio, con annesse tutte le attività turistiche, indissolubilmente legate al Vulcano, possano ancora sopravvivere? Ritengono opportuno aprire un urgente tavolo tecnico con il Comune di Lipari? Chiedo inoltre ai ricercatori siciliano dell’INGV cosa stanno aspettando? Forse una nuova esplosione per prorogare lo stato di emergenza in modo definitivo? Per quale motivo e/o interesse?
Si scala lo Stromboli dai lontani anni ‘50, in condizioni anche molto precarie ed oggi, a detta degli esperti, che lo Stromboli è uno dei vulcani più controllati e monitorati al mondo, rimane chiuso da 3 anni nonostante da lungo periodo l’attività vulcanica è rientrata e non rappresenta un imminente pericolo. Oltretutto a Stromboli esiste il Centro Operativo Avanzato (COA) ormai quasi abbandonato, con importanti strumenti di monitoraggio non utilizzati al massimo delle possibilità, in cima al Vulcano persistono decide di batterie abbandonate e materiale ferroso di vecchie e fatiscenti stazioni di controllo, gli shelter in stato di totale abbandono, ma l’importante è mantenere il Vulcano chiuso e starsene tutti ben tranquilli, ognuno dietro le proprie scrivanie.
Ritengo che fare morire la nostra professione, l’economia di Stromboli e delle Isole Eolie, in quanto il Vulcano Stromboli, negli anni è stato per le isole il volano di partenza della stagione turistica, con arrivi di numerosi gruppi già dal mese di aprile, che facevano partire l’intero indotto turistico eoliano, sia il peggior fallimento delle Istituzioni conivolte, mi auguro che qualcuno prenda in considerazione le mie parole e provveda alla riapertura del vulcano, oltremodo ci vedremo costretti a protestare in ogni sede ritenuta opportuna per difendere la nostra professione, la nostra economia e la nostra dignità di essere umani. Cordialmente
Le guide vulcanologiche, con in testa Antonio Famularo, chiedono che venga nuovamente autorizzata la scalata fino alla cima dello Stromboli. L’attività vulcanica si è placata, non c’è più pericolo, dicono. Per ora è autorizzata fino a 400 metri invece di 900, ma non ci sono controlli e gli escursionisti da soli si avventurano anche oltre, come accaduto per il napoletano e l’israeliano, che hanno rischiato di perdere la vita finendo in un canalone.
"E’ evidente che con la bella stagione i turisti aumenteranno e il pericolo sarà sempre dietro l’angolo” dice Famularo. Il bollettino dell’Invg di Catania riferisce che “vi è una normale attività esplosiva di tipo stromboliano con spattering nell’area nord. La frequenza oraria totale delle esplosioni oscilla tra valori medi e medio-alti.
L’intensità delle esplosioni è stata in prevalenza media e bassa all’area craterica nord e bassa all’area craterica centro-sud. “Il nostro cratere – aggiunge Famularo - è chiuso ormai da tre anni senza alcuna spiegazione se non legata a parossismi maggiori “normali” per un vulcano come Stromboli avvenuti nel 2019. Si ritiene opportuno aprire un urgente tavolo tecnico con il Comune di Lipari, Ingv, la Protezione civile”.(ANSA)
BIT DI MILANO 2022 Isole di Sicilia e Sviluppo Sostenibile: un binomio imprescindibile
Islands of Sicily, la DMO delle Isole Minori della Sicilia, sarà ospite presso lo stand della Regione Siciliana all’edizione 2022 della BIT di Milano.
Dopo le partecipazioni fieristiche del periodo pre-pandemico - a Monaco, Berlino, Londra e Milano - e la presenza al WTM di Londra nel 2021, la DMO delle isole minori riprende a pieno ritmo le proprie azioni di promozione istituzionale in favore dei territori delle piccole isole siciliane.
Islands of Sicily è un brand creato nel 2019 in risposta all’esigenza di sviluppare un prodotto turistico internazionale in grado di valorizzare trasversalmente le quindici isole siciliane. Tra gli obiettivi, quello di creare un punto di incontro tra domanda e offerta per un turismo attento ed interessato ad approfondire i temi caratterizzanti i territori insulari che fanno da cornice all’isola maggiore: le Eolie, le Egadi, le Pelagie, Pantelleria e Ustica. Gli otto temi individuati - mare e natura, storia e cultura, paesaggi e tradizioni e cibo e vino – vengono interpretati e corredati dei servizi a supporto della fruizione per consentire alle pubbliche amministrazioni locali di valorizzare e promuovere il proprio territorio e ai Tour Operator internazionali di confezionare e distribuire i propri pacchetti turistici anche taylor made.
Alla BIT 2022 le isole siciliane puntano sulla sostenibilità come unica forma possibile di sviluppo per i propri territori, dando risalto al turismo green e alle iniziative e ai servizi che focalizzano l’attenzione alla valorizzazione delle comunità e delle produzioni locali, all’adozione di buone pratiche e a progetti tesi alla riduzione delle emissioni e ad una gestione virtuosa del ciclo delle acque e di quello dei rifiuti.
Nel corso della conferenza stampa, fissata per l’11 aprile alle 14 presso lo stand della Regione Siciliana, saranno evidenziati alcuni progetti pubblici e privati presentati a valere sui fondi del PNRR. Ci si focalizzerà, quindi, su dei casi di eccellenza: valorizzazione e fruizione del patrimonio naturalistico delle Isole Eolie, con l’associazione NESOS; il caso del Teatro Ecologico e il progetto Emblematic plus con l’applicazione della Guida per la realizzazione degli eco-itinerari, a Stromboli; le attività di ricerca ed ecoturismo del Filicudi Wildlife Conservation; il progetto vitivinicolo integrato e di valorizzazione del territorio della Cantina Castellaro a Lipari; la certificazione del cappero DOP delle Eolie; la proposta culinaria dello chef stellato Martina Caruso di Salina come strumento di valorizzazione dei prodotti tipici locali; l’offerta di un hotel eco-certificato a Lampedusa; il Parco Nazionale di Pantelleria, le Aree Marine Protette delle Egadi, di Ustica e delle Isole Pelagie quali sistemi irrinunciabili per uno sviluppo sostenibile del territorio; le proposte di Pantelleria Islands per una fruizione eco-sostenibile del territorio.
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