di Salvatore Leone

Ormai l’Italia si muove sulla strada del vino ubriacando anche l'economia e la politica. Chi ha soldi con problemi d’investimento oppure ha larghi e lunghi finanziamenti o malloppi da riciclare investe nel vino. Il n.1 fu Zonin, principe del vino prima e re delle banche dopo. Oggi é entrato nel silenzio economico ma a lungo inseguito da amici e risparmiatori della Banca  Popolare di Vicenza diventata impopolare e poi scomparsa come lui. Dopo l’arte viene il vino con le banche che diventeranno anche cantine al posto delle cassette di sicurezza e pronte a lanciare il vinomat accanto ai bancomat. Sempre liquidità é.  “Il vino è un asset class solida e poco influenzato dalla volatilità dei mercati finanziari tradizionali” direbbe il mio vicino di casa Angelo Sidoti che spesso viaggia per le langhe. Per questo, siamo convinti che possa permettere un nuovo approccio negli investimenti”. Wine-investment per tutti. L’uva c’è e le volpi pure.

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