di Mariano Bruno
E’ tempo di guardare avanti…
Tre semplici concetti: il rispetto, la convivenza ,il comportamento.
Una forte aspettativa: decretazioni mirate ed impegni concreti per le isole.
Un dilemma: riaprire, no – riaprire, si
Io penso che…
La mia prima considerazione, frutto di profonda meditazione, e di tempo per meditare ne abbiamo avuto a sufficienza, è che
oggi, forse come mai, abbiamo capito che bisogna avere la consapevolezza di essere legati, gli uni agli altri.
Oltre ad essere un concetto religioso, quello appena espresso, ha insito in sè molto di laico, nella realtà dei nostri giorni.
E’ lecito chiedersi
Se siamo più liberi di disporre del nostro tempo?
Se siamo più padroni della nostra esistenza?
Se, addirittura, dipendiamo gli uni dagli altri?
La prima risposta, di getto, stizzita, è che mal ci adattiamo a limitazioni del nostro tempo, della nostra esistenza e più che mai alla interdipendenza.
A buon ragione, rivendichiamo la nostra capacità di saper essere artefici del nostro destino, ma oggi forse non è più così, bensì:
Dai nostri comportamenti dipende la vita e la salute di altre persone!
Dal comportamento di altre persone dipende la vita e la nostra salute!
Sino ad oggi le popolazioni eoliane, hanno, in tutte le loro componenti, amministratori, professionisti, lavoratori, siano essi concittadini presenti sulle isole e/o sparsi in Italia e nel mondo, che prestigiose personalità ed amici dell’arcipelago, fatto sentire la loro voce con contributi notevoli, tra questi Angelo Sidoti, con ammirevole costanza e lungimiranza, lui che lavora stabilmente a Torino e il dr. Pracanica per la piacevolezza del tratto della sua penna pur trattando, talvolta, argomenti spinosi e difficili e tanti altri ancora che non enumero per la dovuta brevità.
Ampiezza del loro pensiero, attaccamento al territorio, appropriati suggerimenti forniti per la ripresa.
Con soddisfazione è fiorito un dibattito fatto di proposte concrete, le Isole Minori, a vari livelli, stanno rivendicando le giuste attenzioni per le Comunità.
Varie associazioni di categorie produttive e trainanti per il territorio si associano e fanno sentire la loro voce, in maniera consapevole e rispondente alle giuste esigenze e richieste degli operatori turistici di ogni ordine e grado e dei lavoratori del settore.
Tutto questo lo abbiamo fatto, bene, ma a bocce ferme.
Un’altra realtà è in movimento e si schiuderà dinnanzi a noi a partire dal quattro maggio e man mano a seguire, nelle altre date che segneranno l’incedere della nostra vita.
Una sola cosa non cambierà, quantomeno per un lungo lasso di tempo.
“Dal nostro e dall’altrui comportamento dipenderà la nostra e la vita degli altri!”
In altri tempi questa affermazione sarebbe apparsa una strategica esagerazione.
Ricordiamoci, riflettendo, che non saremo più soli, che non saremo gli unici abitanti delle isole.
Abbiamo auspicato la riapertura, ognuno si è impegnato come ha potuto e creduto, anche se non sono pochi coloro pronti a rinunciare a tale evento se le risposte non si riveleranno all’altezza delle aspettative
Dal quattro maggio ci aspetta adesso un nuovo impatto: dalla clausura alla convivenza con altri soggetti al di fuori del nostro nucleo familiare, dei nostri concittadini, principalmente, con la clientela turistica, pur esigua che sarà.
Sia gli isolani semplici cittadini od operatori del settore turistico, sia la clientela che raggiungerà le isole, dobbiamo, tutti, concittadini e turisti, essere preparati a questo incontro che ha principalmente alla base il rispetto reciproco.
Oggi si impone una più agile, adeguata e rispondente informazione, utile al territorio, facendo si che “la nuova comunità” sia pienamente consapevole di dover adottare misure e stili di vita diversi e utili alla prevenzione di eventuali contagi.
Aspettiamo fiduciosi i nuovi decreti, non fidandoci delle indiscrezioni che tanta confusione e preoccupazione stanno ingenerando.
Ai nostri corretti comportamenti, e non potrebbe essere altrimenti, dovranno corrispondere dalle autorità preposte, in ogni settore e ai vari livelli, decretazioni mirate e impegni concreti per le isole.
I cittadini singoli, quelli riuniti in associazioni hanno messo sul tappeto documenti pieni di buon senso, richieste rapportate alla valenza dei nostri territori, guardando anche al futuro ed alle generazioni che verranno.
Agli interventi, eccellenti, che già si sono occupati dell’argomento, sono auspicabili ulteriori contributi anche di sostegno umano e sociale per non far sentire nessuno solo in questa epocale battaglia, il perché?
Perché ci troviamo in quel momento difficile, molto difficile, in cui anche la sicurezza è molto attenta.
“Quando la curva dell’emergenza sanitaria in discesa incrocerà la curva dell’emergenza sociale in salita, a quell’incrocio potrebbe verificarsi la rottura del sistema”
Per evitare questo disastroso impatto, ogni parte politica e sociale dovrà dare il meglio di sé stessa per attutire la drammaticità del momento e ridisegnare il futuro, passando dalle decretazioni d’urgenza ad un’idea di governo di processi di crescita a breve, medio e lungo termine in isole, laboratorio a cielo aperto.
Non avrebbe senso questo mio pensiero se non per evidenziare che in questo momento storico sarebbe avvilente ridurre tutte le voci che si sono levate a semplici rivendicazioni economiche, giuste e legittime, perché sia chiaro che il disagio non è e non sarà solo degli operatori turistici, ma di tutto il paese.
Da soli non ci si salva!
Il problema non è solo economico-finanziario, è culturale, sociale e della futura convivenza.
Con il depauperamento del nostro territorio rischia di morire la nostra storia risalente al IV millennio A.C. insieme a quella cultura che trasuda dalle nostre mura, dai nostri vulcani, patrimonio dell’umanità.
Di grande rilievo sarebbe la voce dell’intellighentia liparese, della chiesa, che sta facendo con alcuni suoi parroci un lavoro silenzioso ed eccezionale, del mondo culturale che alberga attorno a benemeriti centri, di associazioni, di club di servizio e di tanti altri semplici o impegnati cittadini.
E’ necessaria una presa di coscienza generale, dei nostri concittadini onorari, dei nostri amici che occupano posti strategici, dell’impegno di noi tutti perché vengano deliberati interventi a favore del territorio, tenendo conto delle particolarità, delle fragilità del tessuto sociale delle nostre isole in tutte le sue componenti.
L’altra sera assistevo alla trasmissione “Porta a Porta “tra gli ospiti il prof. Crisanti (medico), l’editorialista del Corriere della Sera e Marcello Sorgi.
Quando è stato il turno di Marcello Sorgi mi è parso di scorgere nella sua domanda un qualcosa che potesse riguardare il nostro territorio, forse sarà stata solo una mia impressione.
“In sintesi la domanda di Sorgi, rivolta al dott. Crisanti: Quando ritiene potremo ritornare sulle spiagge? Il dottor Crisanti non ha risposto in quanto preceduto da Vespa che con un sorriso rivolgendosi a Sorgi dice: Marcello, ma così hai alzato troppo la palla”
E no caro Vespa, per noi non era troppo alta!